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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2009

CAPITOLO 15

Oltre la crisi. Su quali basi?

statuto

Oltre la crisi: su quali basi?

Il 2009, come abbiamo visto nei precedenti capitoli ha rappresentato per tutte le economie un anno difficile con implicazioni su credito, consumi, produzione industriale, occupazione e cassa integrazione, commercio estero. In provincia di Sondrio la situazione è andata per molti aspetti meglio che altrove. Il calo della produzione industriale è stato il più basso a livello lombardo, il numero di ore di cassa integrazione - pur lievitato - è rimasto contenuto rispetto al monte ore lavorate, gli effetti sull'occupazione sono stati, almeno per il momento, molto limitati, se confrontati con altre realtà. Le banche locali - del territorio e nel territorio - vicine a famiglie ed imprese si sono dimostrate sensibili alle difficoltà e il rapporto di fiducia instaurato negli anni non è stato intaccato dalla crisi economica così da evitare una stretta al credito. Le istituzioni hanno mantenuto ed intensificato le loro azioni a supporto del sistema: ad esempio, la Camera di Commercio di Sondrio ha impegnato oltre 2 milioni di Euro - l'importo più alto mai registrato nella storia dell'ente - in attività di promozione economica, di cui quasi 300.000 Euro in iniziative specifiche di accesso al credito in veste anticrisi. Non deve essere tuttavia sottaciuto il ruolo svolto dal sistema delle piccole imprese, particolarmente radicato in provincia di Sondrio. La "piccola e media impresa spa" ha di fatto svolto un ruolo di ammortizzatore sociale che è risultato decisivo, in un generale clima di buona coesione, per ridurre le conseguenze della crisi, soprattutto in termini di caduta occupazionale.

Il settore primario, anticiclico, con la produzione legata alla tipicità territoriale e ai prodotti di eccellenza, ha sicuramente giocato un ruolo nel contenere gli effetti della difficile situazione economica. Il settore manifatturiero, caratterizzato da una forte diversificazione delle attività, ha risentito invece in maniera più forte della crisi. I valori di import ed export sono rimasti i più bassi a livello lombardo: questa scarsa apertura nei confronti dei mercati esteri ha probabilmente permesso di contenere gli effetti negativi della crisi, ma rischia di non permettere al nostro sistema di beneficiare della futura ripresa usufruendo dell'effetto di traino costituito dal rilancio delle esportazioni. In questo ambito, poi, una difficoltà rilevata è che a causa della ridotta dimensione aziendale le imprese risultano avere difficoltà a raggiungere la massa critica di risorse necessaria a competere con successo sui mercati internazionali, che in molti casi sono ancora inesplorati. La ridotta dimensione aziendale legata all'elevata presenza di imprese individuali e la ridotta patrimonializzazione rendono anche più complessa la valorizzazione del capitale umano e l'attrattività del territorio su questo fronte. Si dovrebbe puntare a migliorare le condizioni di contesto, fra cui spiccano anche le infrastrutture fisiche e di servizio, e agire anche sull'offerta culturale e ricreativa per poter attrarre risorse. Dovrebbero essere potenziate le iniziative che facilitano l'inserimento dei laureati in impresa, come lo dovrebbero essere i rapporti con le Università, anche attraverso la possibilità di avere stages, tesi di laurea o di dottorato in impresa per la possibilità di implementare progetti innovativi di interesse strategico nello sviluppo dell'azienda. Le attività di agglomerazione e di messa in rete diventano sempre più strategiche: una scarsa massa critica infatti penalizza anche la ricerca e sviluppo e riduce l'innovazione.

Il settore del commercio ha risentito in maniera significativa della crisi innanzitutto per la riduzione del reddito disponibile e il conseguente calo dei consumi. Una criticità riscontrata è sulla propensione a effettuare investimenti, sia per le imprese del commercio sia per quelle dei servizi: solo una su tre[1] ha investito nel 2009 e una su dieci prevedeva di fare investimenti nel 2010. Il settore turistico, che riflette una delle vocazioni principali del nostro territorio, invece, ha avuto una performance migliore grazie anche ad una stagione invernale ed ad una stagione estiva buone ed ai continui processi di upgrading delle strutture per migliorare la ricettività. In ogni caso, per una maggiore competitività del fattore turistico si rende necessario integrare ulteriormente l'offerta, potenziare il marketing e la riconoscibilità del marchio attraverso azioni di sistema e di coordinamento, oltre a migliorare l'accessibilità. Uno degli aspetti più problematici per il nostro territorio risulta essere quello delle infrastrutture: le condizioni viabilistiche dei collegamenti, ferro e gomma sono, infatti, arrivate a condizioni limite e diventa improcrastinabile un riposizionamento dei flussi a favore della ferrovia, per uno sviluppo sostenibile del territorio provinciale. Una evidente frammentazione delle risorse e delle iniziative - che di fatto ne limita l'efficacia -si accompagna all'esigenza di un migliore coordinamento e di strutturate azioni di sistema orientate al lungo periodo. Il turismo è un caso esemplare in questo senso; il progetto DMO - Destination Management Organisation - va proprio verso l'integrazione ed il coordinamento necessario diventando un progetto "emblematico" per tutta l'economia della nostra provincia proprio perché spinge ad un'azione di sistema fra tutti i soggetti.

La strategia dell'Ente camerale

Questo è espresso nel documento strategico della Camera di Commercio, approvato nella primavera scorsa, che poggia sulla considerazione dei punti di forza e di debolezza del sistema economico valtellinese (vedi pag. 201).

"La strategia della Camera di Commercio di Sondrio si incentra sul riconoscimento della centralità dei valori territoriali quali fattori competitivi di successo di una strategia di sviluppo locale e individua alcuni ambiti critici.

Gli asset territoriali di livello strategico sono individuati ne :

- l'utilizzo efficiente delle risorse derivanti dal settore idroelettrico a favore dello sviluppo locale in una logica di compatibilità ambientale;

- la valorizzazione delle attività afferenti agli altri "asset territoriali", fra i quali si evidenziano:

- il distretto creditizio,

- il comparto turistico-ricettivo, il comparto agroalimentare di qualità e zootecnico, in una logica di integrazione con il sistema distributivo;

- la filiera bosco-legno ed il comparto lapideo;

- il marchio "Valtellina".

Gli ambiti critici di prioritaria attenzione nella declinazione dei programmi di attività della Camera di Commercio sono:

- lo sviluppo della dotazione infrastrutturale della provincia di Sondrio, nelle componenti stradale, ferroviaria, logistica, telematica e aeroportuale;

- lo sviluppo della dotazione di servizi per l'innovazione, in particolare, con il supporto al progetto del  Polo tecnologico della provincia di Sondrio;

- l'incremento del contenuto tecnologico dei processi produttivi e dei prodotti e l'attenzione al tema dell'efficienza energetica;

- l'incremento del grado di apertura sui mercati esteri, con l'individuazione di aree territoriali specifiche a cui dedicare organici progetti di intervento;

- la valorizzazione del capitale umano"

Come si vede, la valorizzazione degli asset territoriali è intimamente connessa con il tema dell'attrattività, in tutte le componenti. Mutuando la terminologia informatica, l'attrattività si ritiene debba essere declinata nella componente hard, riconducibile alle infrastrutture fisiche, come in quella soft, attinente alle infrastrutture di servizio, alle reti ed al capitale umano. Il tutto in una cornice rispettosa della qualità ambientale.

Dalle analisi svolte nei capitoli precedenti, emerge con forza il tema dell'aggregazione, oltre che del fare rete. L'aggregazione, concetto che vale la pena di ricordare come antitetico alla frammentazione, viene più volte indicata come processo necessario, se non obbligato, per inquadrare virtuosi percorsi di crescita del sistema imprenditoriale, con specifico ma non esclusivo riferimento all'innovazione, all'internazionalizzazione ed al capitale umano.

Il percorso di aggregazione per le realtà imprenditoriali dovrebbe essere declinato valorizzando la piccola e media impresa, quale "attore economico" flessibile e dinamico e, soprattutto, quale "attore sociale", fondamentale elemento di coesione e sostegno sperimentato, da ultimo, durante la crisi. Come attestato dal dibattito in corso da tempo a livello politico, sembra evidente che questo tema non potrà ancora a lungo essere considerato come di esclusivo interesse del sistema imprenditoriale. L'aggregazione e la semplificazione del sistema politico amministrativo locale costituiscono, infatti, un orizzonte che dovrà trovare adeguata e, perché no, innovativa declinazione in una provincia montana quale quella di Sondrio. Positivi esempi in tal senso sono costituiti dagli accordi di collaborazione istituzionale formalizzati dalla Camera di Commercio con la Regione Lombardia, insieme alle consorelle lombarde e con la Provincia di Sondrio.

L'opportunità offerta dallo "Statuto Comunitario per la Valtellina"

Il presente momento di crisi può essere letto anche come opportunità per ripensare lo sviluppo locale: un momento in cui la Comunità, strettamente ancorata nel territorio, da cui recepisce anche gli stimoli per l'azione, si interroga per ripartire. Lo Statuto Comunitario, infatti, pone al centro la "Comunità" valtellinese, comunità locale che consolidi un'identità lombarda-europea per non scadere nel localismo; un'identità che deve essere riscoperta, valorizzata e confermata per tutti i cittadini, a partire dall'azione nelle scuole e presso gli enti formativi.

Adottando le proposte avanzate da Alberto Quadrio Curzio in varie sedi con i tre paradigmi 3S, 3E, 3V, si può prospettare un percorso per la provincia di Sondrio per il XXI secolo.

Quale risposta alla crisi e alla difficile congiuntura, la Valtellina potrebbe decidere di procedere in modo definito sulla via di uno sviluppo sostenibile attuando lo "Statuto Comunitario per la Valtellina" che rappresenta una declinazione locale, e non certo localistica, dei tre principi del paradigma delle 3S - Sussidarietà, Solidarietà e Sviluppo - di portata generale ed italo-europea e fondamentale riferimento per implementare azioni orientate al lungo periodo[2]. Scegliere di sottoscrivere uno Statuto Comunitario - che si configura come strumento innovativo di governance comunitaria basato su principi fondanti da cui derivano indicazioni precise - potrebbe contribuire a superare una pianificazione spesso orientata a breve termine e sovente caratterizzata da campanilismi, nonché a mettere a sistema quanto già fatto dalle istituzioni e dagli operatori sul territorio, proponendo quindi una vision sistemica di lungo periodo, elemento essenziale per lo sviluppo del territorio.

E' importante agire sui punti di forza del sistema locale per guardare al futuro: al tema delle acque per esempio, si ricollega la già citata proposta 3E - Energie Endogene Efficienti - per accorpare le società energetiche della provincia. Il territorio ha reagito positivamente alla proposta mostrando molto interesse tanto che sembra avviata verso la concretizzazione l'idea della costituzione di un'azienda energetica di valle. Sempre sul tema delle acque, poi, una proposta fatta nel quadro dello Statuto Comunitario nel recentissimo studio "Innovare con le Imprese - Valtellina Profili di sviluppo" è la costituzione di un fondo di investimento per supportare la costituzione di aziende innovative nel settore delle energie rinnovabili che si localizzino in Valtellina. Questo fondo potrebbe far leva su una parte dei fondi che sono gestiti dal Consorzio BIM in quanto assimilabili a royalties auspicando anche una partecipazione nella dotazione finanziaria da parte delle banche locali e da grandi imprese operanti nel settore. A partire dall'acqua si potrebbe favorire lo sviluppo delle altre energie rinnovabili in loco, per arrivare ad una sorta di laboratorio di investimento e sperimentazione tecnologica che si localizzi in valle ma che si connetta a reti internazionali anche legate a fondi di venture capital specifici[3].

Lo Statuto Comunitario potrebbe poi rappresentare lo strumento quadro per la normativa necessaria ad un più articolato sviluppo sostenibile. Servirebbero valutazioni ed approfondimenti di carattere giuridico, ma, se fosse reso vincolante per i soggetti che lo firmeranno, potrebbe offrire la possibilità di contenere norme sull'edilizia sostenibile e risparmio energetico così da spingere la nostra realtà in modo più forte verso il rinnovabile, nel quadro della riforma del Titolo V della Costituzione e del federalismo fiscale che diventa ormai realtà[4].

In riferimento ad un più stretto rapporto con le imprese, il supporto all'innovazione attraverso percorsi mirati di sviluppo, diagnostica, ricerca di partners commerciali e per la Ricerca & Sviluppo, la facilitazione ad inserirsi in rete e la partecipazione a progetti internazionali, rappresenta la via da seguire e implementare. E' questa un'azione che deve integrare più livelli che devono procedere di pari passo, tecnico e manageriale, di partnership e di tutela di proprietà intellettuale, e senza perdere il legame con la realtà imprenditoriale del territorio, con la Comunità, ma agendo con essa ed esprimendone le potenzialità. L'innovazione, intesa a trecentosessanta gradi, le azioni di sistema, la ricerca di una maggior flessibilità nel comportamento dell'impresa, rappresentano alcune indicazioni da seguire per essere capaci di rispondere ai rapidi mutamenti globali cui neanche una valle alpina come la Valtellina può sottrarsi. L'apertura al di fuori della realtà locale e verso l'estero sono elementi chiave da potenziare: per acquisire indicazioni importanti di policy, a partire dalle azioni legate alla gestione e sviluppo del capitale umano, per potenziare collegamenti con le Università e favorire l'innovazione di prodotto, di processo e di livello organizzativo nelle aziende. In questo modo si possono sviluppare azioni che rendano il nostro territorio attrattivo per capitale umano qualificato. E in ogni sistema - è noto - le risorse umane rappresentano il primo asset da cui partire, che dovrebbe poi esser messo in rete; per far questo dovrebbe essere offerto sempre maggiore supporto a conoscere ed utilizzare, ad esempio, le opportunità offerte dai fondi e progetti europei sul fronte dell'innovazione e dello scambio di esperienze.

Per permettere l'apertura è necessario e critico agire al più presto per un miglioramento delle connessioni, data la strategicità della mobilità innanzitutto verso Milano e verso la Svizzera, come affermato[5] presentando il progetto 3V, Valtellina Vettori Veloci, per il concreto miglioramento dei servizi di trasporto pubblico in provincia di Sondrio anche attraverso partnership pubblico-privata. Infatti, quanto detto sopra va certamente considerato tenendo presente il punto di forza rappresentato dalle banche locali radicate nel territorio e del territorio stesso e l'attività delle istituzioni e degli operatori locali per creare sinergie territoriali per lo sviluppo.

Per procedere su una strada di sviluppo di questo tipo, lo Statuto Comunitario - come già accennato nel capitolo 2 - oltre ai principi fondanti da cui discendono i progetti di sviluppo, offre anche un sistema di indicatori che la cabina di regia[6] dovrebbe approfondire e sostanziare per permettere il monitoraggio e sviluppare un'attività di benchmarking con province alpine italiane ed europee. Utilizzando questo strumento come confronto per lo sviluppo, potrebbe essere possibile procedere sulla via dell'inserimento in nodi globali ma radicati sul territorio, procedendo ad "attuare la sussidiarietà" e immaginando progetti comuni da svolgere. Il federalismo fiscale, che è sempre più una realtà spinge ulteriormente ad un'azione in quest'ottica e una provincia, una comunità attenta al proprio futuro potrebbe già adoperarsi per programmarlo anche sulla base di questi cambiamenti.

Lo Statuto Comunitario prevede procedure formali di attuazione e sottoscrizione cui adempiere e dare seguito ad opera ed in sinergia con i soggetti promotori secondo quanto indicato all'art. 11 dello Statuto. Quest'ultimo è stato oggetto anche nell'arco del 2009 di presentazioni pubbliche e momenti di divulgazione in diversi ambiti, in cui è emerso elevato interesse al documento con particolare riferimento ai principi fondativi e proposte operative in esso contenuti. In questo contesto, l'attività della cabina di regia, in stretto contatto con la Comunità valtellinese - con soggetti promotori, istituzioni ed operatori - potrebbe permettere di raccogliere ed elaborare informazione strategica per pianificare politiche di sviluppo. Si potrebbe così misurare l'avanzamento verso uno sviluppo sostenibile e di qualità, secondo una visione di lungo periodo, sulla base di principi garantiti e condivisi che offrono quell'elemento aggregatore che aiuta a superare la frammentazione. L'opportunità che viene offerta è importante per promuovere un futuro di qualità per la "Valtellina".

 

Punti di forza

- Flessibilità imprenditoriale, legata alla dimensione medio-piccola

- Diversificazione settoriale

- Disponibilità di risorse energetiche

- Forte coesione istituzionale (Tavolo Territoriale di Confronto e AQST)

- Forte sistema di banche locali, con politiche orientate alla piccola e media impresa

- Forte sistema dei consorzi collettivi di garanzia fidi

- Settore turistico sviluppato, con una dotazione strutturale moderna (impianti di risalita, innevamento artificiale)

- Settore alimentare (acque minerali, dolciaria, conserve alimentari) fortemente connesso al territorio

- Prodotti di qualità del comparto agricolo certificati (caseario, vinicolo, frutticolo, insaccati) e con una forte immagine di mercato (DOP, DOC, DOCG, IGT, IGP)

- Settore legno e segherie modernamente attrezzato

- Settore lapideo con produzioni di grande qualità

- Settore metalmeccanico fortemente internazionalizzato

 

Punti di debolezza

- Reti di trasporti (persone e merci), della logistica e telematiche

- Ridotte dimensione medie aziendali

- Scarsa propensione all'innovazione ed all'internazionalizzazione

- Difficoltà nell'inserimento professionale dei laureati

- Ricambio generazionale

- Elevati costi di produzione del comparto agricolo, soprattutto nel settore vinicolo

- Dipendenza esterna nell'approvvigionamento delle materie prime per il settore delle segherie

- Svantaggio rispetto alle autonomie amministrative dell'arco alpino in termini di accesso a risorse finanziarie

- Limitata partecipazione a reti internazionali

- Elevata incidenza delle imprese edili e degli addetti in rapporto al mercato

- Rapporto scuola-lavoro e formazione del personale

*

NOTE

  • [1] Nel campione oggetto dell' indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia

    [2] A. Quadrio Curzio Introduzione in A.Quadrio Curzio, G.Cainelli, M.C. Cattaneo "Innovare con le imprese. Valtellina. Profili di sviluppo", collana socio-economica Gruppo Credito Valtellinese, Ed. Franco Angeli, 2010 pag.23; vedi anche A.Quadrio Curzio, G.Merzoni "Lo Statuto Comunitario per la Valtellina. Un progetto della sussidiarietà"; Ed Franco Angeli, 2008

    [3] Cfr. A.Quadrio Curzio, G.Cainelli, M.C. Cattaneo "Innovare con le imprese. Valtellina. Profili di sviluppo", op. cit., pag.156;

    [4] ibidem pag. 148

    [5] cfr. box capitolo 5

    [6] Come indicato nel box al capitolo 2, per procedere nell'attuazione, lo Statuto Comunitario richiederebbe la costituzione, da parte dei soggetti promotori e degli attori operanti sul territorio, di una sorta di cabina di regia che si occupi del monitoraggio dei progressi e relativa analisi per fornire l'informazione chiave per l'azione strategica