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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2009

CAPITOLO 6

Il capitale umano: formazione e lavoro

statuto

Le risorse umane presenti in un territorio rappresentano uno dei fattori più importanti nel determinare la competitività e la crescita del territorio stesso. La formazione delle risorse, la valorizzazione del capitale umano e lo sviluppo di opportunità occupazionali nel sistema imprenditoriale in linea con le competenze sviluppate tramite lo studio e l'esperienza rappresentano elementi chiave da tenere presenti per lo sviluppo socio economico della nostra provincia.

La situazione sul fronte della formazione

Visto che la dimensione della formazione particolarmente rilevante in questa analisi è quella connessa al mercato del lavoro, consideriamo in particolare l'offerta formativa (indipendentemente dalle riforme di carattere strutturale previste od in atto nel sistema scolastico italiano) relativa alle scuole secondarie, l'accesso e la frequenza a corsi universitari e il panorama relativo all'offerta di laureati per poterlo incrociare con le richieste occupazionali delle imprese.

I dati relativi agli studenti

E' opportuno però considerare prima il panorama relativo al numero di scuole, popolazione studentesca, media di alunni per classe e presenza di studenti stranieri.

I dati del Ministero della Pubblica Istruzione per l'anno 2009/2010 rilevano in provincia 62 scuole per l'infanzia, 82 scuole primarie, 33 scuole secondarie di primo grado e 24 scuole secondarie di secondo grado. Se consideriamo il numero di iscritti per tipologia di scuola, il totale degli iscritti alle scuole dell'obbligo nell'anno scolastico 2009/2010 è pari a 13.804 alunni, considerando le scuole pubbliche in provincia, che sono la quasi totalità.

Come già rilevato in precedenti edizioni della presente relazione, per le scuole dell'obbligo ed in particolare per la scuola primaria, la media di alunni per classe (17) è la più bassa di tutte le altre province lombarde e quindi anche della media lombarda (19,7) a dimostrazione di una certa correlazione positiva con la distribuzione di scuole su tutto il territorio provinciale e indice di una adeguata presenza di classi rispetto alla popolazione studentesca. Se consideriamo la media - alunni per classe nelle scuole secondarie osserviamo che la stessa dinamica si ritrova sia in quelle di primo grado (la media è di 20,8 alunni per classe con valori inferiori a quelli di tutte le altre province lombarde e alla media regionale, pari a 21,9) sia in quelle di secondo grado (la media è di 21,6 alunni per classe con valori inferiori a quelli di tutte le altre province lombarde e alla media regionale, pari a 23).

Per quanto riguarda l'offerta formativa legata agli istituti medi superiori in provincia registriamo la presenza di indirizzi di studio variegati che vanno dagli studi liceali, a quelli tecnici - commerciali, a quelli artistici, sociopsicopedagogici a quelli professionali e alberghieri, consentendo ai ragazzi la frequenza grazie ad una buona distribuzione sul territorio, come già rilevato anche negli anni scorsi.

Figura 6.1 - Ripartizione percentuale degli alunni iscritti per tipologia di istituto secondario superiore - Provincia di Sondrio - Anno 2009. Fonte: Ministero Pubblica Istruzione

Figura 6.1.jpg

La fotografia degli iscritti mostra una netta prevalenza per gli istituti tecnici-commerciali pari a quasi il 40% del totale. Seguono gli iscritti a istituti professionali per più di un iscritto su 4, pari all'incirca al totale di licei classici e scientifici ed istituti magistrali (su questi la prevalenza del liceo scientifico è notevole pari al 20% circa del totale di tutti gli alunni iscritti). Rispetto alla media lombarda osserviamo ripartizioni simili per la frequenza agli istituti tecnici, ai licei scientifici (20% a Sondrio, 22% media lombarda) e agli istituti magistrali. Maggiore è invece a Sondrio la frequenza di istituti professionali rispetto alle media lombarda (che è del 22%) e minore la frequenza di licei classici (3% contro 6%), dovuta probabilmente anche al fatto della presenza di un solo liceo classico in tutta la provincia.

Per poter poi fare delle considerazioni che si legano anche all'apertura di un territorio ed alla sua attrattività in termini di sviluppo del capitale umano un altro dato da considerare è quello legato alla presenza di studenti non italiani nelle scuole e della loro provenienza.

Figura 6.2 - Popolazione non italiana sul totale per tipologia di scuola - anno 2008/2009. Fonte: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Province e regioni

per 100 iscritti

Infanzia

Primaria

Secondaria
I grado

Secondaria
II grado

Totale

Varese

9,0

10,4

9,2

5,5

8,4

Como

8,3

10,2

9,0

5,4

8,4

Sondrio

4,9

5,5

5,0

2,6

4,4

Milano

11,3

12,1

12,1

8,7

11,0

Bergamo

12,0

12,9

12,8

7,0

11,1

Brescia

16,4

17,0

15,5

9,0

14,5

Pavia

11,8

13,1

12,2

7,7

11,1

Cremona

16,7

17,4

15,2

8,9

14,2

Mantova

19,1

19,4

18,5

9,9

16,9

Lecco

9,3

10,1

10,4

5,1

8,6

Lodi

14,5

14,7

13,8

7,6

12,5

LOMBARDIA

12,1

13,0

12,4

7,7

11,3

La figura 6.2 qui sopra mostra la presenza percentuale di studenti non italiani: la provincia di Sondrio è quella con la presenza più bassa su tutte le province lombarde con un 4,4% a fronte di una media lombarda dell'11,3%. Non solo, la provincia di Sondrio ha anche un dato che è quasi la metà di quello delle province seguenti, Como e Varese, che hanno una presenza dell'8,4%.

Di per sé questo dato non rivela molto se non quello di una limitata apertura della provincia in termini anche di localizzazione geografica e difficoltà d'accesso, dato coerente rispetto a quello demografico ed imprenditoriale, già citati rispettivamente nel capitolo iniziale ed in quello relativo all'anagrafe delle imprese. Tuttavia, il dato importante per lo sviluppo del capitale umano è legato anche alla provenienza di questi studenti e alla circolazione di capitale umano qualificato e relativa cross-fertilisation. Infatti, possiamo osservare che circa il 40% degli studenti non italiani proviene dall'Africa, il 9% dall'America ed il 10% dall'Asia. Per il restante 40% che proviene da Paesi europei solo per l'11% si tratta di studenti che provengono da Paesi UE.

Il tema della popolazione studentesca non italiana (e di questi studenti poi una percentuale crescente è nata in Italia) si lega a quello dell'integrazione sociale da un lato e all'attrattività e alla criticità di sviluppare opportunità professionali interessanti per i valtellinesi, ma non solo. Questo aspetto va tenuto presente nella consapevolezza che, in una società sempre più basata sulla conoscenza, è necessario che la conoscenza circoli e quindi che risorse con esperienze importanti svolte in altri Paesi possano trovare occupazione in altri contesti particolarmente fertili. Su questo punto, iniziative presenti sul territorio quali il Polo tecnologico potrebbero fornire uno stimolo e contribuire ad offrire opportunità sia per laureati valtellinesi con esperienza che potrebbero così reinserirsi a livello locale sia per risorse qualificate provenienti da altri contesti.

La questione dell'attrattività va analizzata nel quadro del passaggio dalla formazione al mercato del lavoro nelle dinamiche recenti e del confronto fra diplomati, laureati e fabbisogni occupazionali espressi dalle imprese. E' noto che molti laureati valtellinesi terminato il corso di studi non rientrano in provincia. E' necessario però tenere presenti i dati. Per questa analisi consideriamo anche la ricerca svolta dalla Società di Sviluppo Locale (SSL) al fine di studiare ed aggiornare - anche attraverso indagini ad hoc - i dati relativi a diplomati e laureati e ai fabbisogni occupazionali espressi dalle imprese.Per quanto riguarda i dati sui diplomati, possiamo rilevare che, relativamente al totale di studenti che si sono diplomati, c'è stato un continuo incremento negli ultimi dieci anni fino al valore massimo raggiunto nell'anno scolastico 2005/2006 e pari a 1250 unità, mentre nel 2008/2009 il dato è stato di 1190 diplomati (35% con maturità liceale e 65% con maturità tecnica, professionale e magistrale).[1] Per quanto riguarda invece l'iscrizione a e la frequenza di corsi universitari, nella considerazione dei dati va sempre tenuto presente anche il fatto che la scelta di iscriversi all'Università, sempre più frequente, si accompagna anche alla necessità di spostarsi nelle città sede di Ateneo - Milano e Pavia in primis - con implicazioni anche economiche dovute all'essere studenti fuori sede. Il livello di istruzione dei giovani, in ogni caso, è andato via via aumentando ed anche il tasso di passaggio dalla scuola superiore all'Università.

Se osserviamo il "percorso" dei diplomati in provincia di Sondrio, rileviamo che per l'anno di diploma 2008, il 45% dei diplomati è studente universitario, mentre il 46% è occupato (il 6,2% in cerca di occupazione) con un aumento di iscrizione all'università rispetto al 2006 pari al 6% del totale diplomati.

Gli immatricolati nel 2007/2008 residenti in provincia sono stati 623, comunque il 6,5% in meno di due anni prima. Nel 2008/2009 il dato a luglio registra 553, facendo preludere forse ad una flessione ulteriore sull'anno precedente.Per quanto riguarda gli indirizzi prescelti osserviamo nella tabella sottostante le aree disciplinari prevalenti come evidenziate nel report della SSL.

Figura 6.3 - Aree disciplinari prevalenti per studenti valtellinese iscritti all'Università. Fonte: elaborazione SSL e Gruppo Clas su dati Ministero istruzione Università e ricerca

Aree disciplinari prevalenti (anno 2007/2008)

Economia

15%

Lettere e filosofia

11%

Ingegneria

13%

Sanitara

10%

Scienze matematiche

7,5%

Scienze della formazione

7%

 

Nell'indagine svolta da SSL viene opportunamente fatta una distinzione fra studenti immatricolati e studenti iscritti ad un corso universitario - distinguendo cioè fra gli immatricolati il primo anno e quelli che poi continuano anche dopo (gli "iscritti"), dal secondo anno in poi, per poter dare una valutazione di quello che è il flusso dei nuovi iscritti, per un valore medio pari a 0,23.

Si registra per gli studenti della nostra provincia una certa stabilità in termini di flussi d'ingresso e di flussi di uscita dall'Università pur registrando dinamiche diverse per tipologia di facoltà (in particolare aumentano del 36% le iscrizioni a farmacia e del 6% quelle a economia e a medicina, mentre diminuiscono del 33% quelle a scienze della comunicazione e del 18% a psicologia).

Per quanto riguarda il flusso dei laureati valtellinesi, si rileva che la distribuzione dei laureati sostanzialmente riprende quella degli iscritti con la preminenza di laureati in ingegneria (16,9%) seguiti da laureati in lettere e filosofia (12,9%) ed economia (11,3%). Il totale dei laureati e diplomati valtellinesi nell'anno 2008/2009 è stato di 788 con un aumento dell'8,5% rispetto all'anno precedente.

Dato il nuovo ordinamento dei corsi universitari caratterizzato dal 3+2, è più complesso analizzare la situazione dei laureati in cerca di occupazione e quindi sul mercato del lavoro rispetto ai laureati del corso triennale che continuano con il biennio di laurea specialistica.

La situazione nel mercato del lavoro

In provincia di Sondrio la forza lavoro nel 2009 secondo l'Elaborazione dell'Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat è pari a 84.300 persone di cui 80.700 occupati; di questi circa 50.000 occupati nei servizi, quasi 20.000 nell'industria in senso stretto, 8.700 nelle costruzioni e 2.700 nell'agricoltura. Sul totale degli occupati, il 3% in provincia di Sondrio è costituito da stranieri, a fronte di una media lombarda del 10% (con punte del 12% a Milano, Cremona e Mantova)[2]. Si tratta di un dato importante che si ricollega a quanto accennato sopra in riferimento alla presenza di risorse straniere e a quanto rilevato sulle imprese di immigrati nel capitolo 3. Secondo i dati disponibili, il totale degli avviati extracomunitari in provincia al 31.12.2009 è pari a 3.849 di cui il 51% nel settore turismo, il 13% nell'edilizia, il 10,5 %nell'agricoltura e il 4,9% nel metalmeccanico[3].

Il tasso di occupazione è pari a 66%[4], un dato in linea con quello lombardo (65,8%) e ben superiore di più di 8 punti percentuali rispetto a quello nazionale (57,6%).

Figura 6.4 - Tasso di occupazione - Serie storica 2004-2009 - Sondrio Lombardia e Italia. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat per il periodo 2004-2008 e elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat per il 2009

Figura 6_4 tassi occupazione-2.jpg

La figura 6.4 mostra l'andamento della serie storica dei tassi di occupazione relativi alla provincia di Sondrio, alla Lombardia e all'Italia per gli anni dal 2004 al 2009. Osserviamo come il tasso di occupazione in Valtellina e Valchiavenna si sia mantenuto sempre tra quello italiano e quello medio lombardo anche se, a fronte di una maggiore stabilità nei dati medi regionale e italiano, è opportuno rilevare che dal 2005 al 2007 il tasso di occupazione a Sondrio cresce al punto di essere pari a quello medio regionale per poi diminuire prima di quello regionale. In Lombardia gli effetti della crisi economica sul tasso di occupazione si rilevano a partire dalla metà del 2008 e per tutto il 2009; a Sondrio invece si assiste ad una diminuzione del tasso di occupazione precedente da metà 2007 a metà del 2008 per poi registrare un nuovo aumento.

Osservando poi l'andamento delle serie storiche relative al tasso di disoccupazione, si rileva la situazione riportata alla figura seguente.

Figura 6.5 - Tasso di disoccupazione - serie storica 2004-2009 - Sondrio Lombardia e Italia. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat per il periodo 2004-2008 e elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat per il 2009

Figura 6_4 tassi disoccupazione-2.jpg

Secondo i dati Istat 2004-2008 (per il 2009 elaborati da Istituto Guglielmo Tagliacarne) si osserva un andamento del tasso di disoccupazione medio nazionale in crescita costante da metà 2007 (per un valore nel 2009 pari al 7,8%). A livello lombardo dopo una riduzione del tasso di disoccupazione registrato fino a metà 2007 circa, si assiste ad un incremento della disoccupazione prima modesto poi più elevato dalla fine del 2008 in avanti a seguito della difficile congiuntura economica. L'andamento del tasso di disoccupazione in provincia di Sondrio segna un andamento caratterizzato da riduzione della disoccupazione fino a metà 2006, seguito da aumento della disoccupazione da metà 2006 a metà 2007, in controtendenza con la situazione registrata a livello lombardo. Il tasso di disoccupazione rilevato per la provincia di Sondrio secondo i dati Istat e le elaborazioni dell'Istituto Tagliacarne non segna ancora gli effetti della crisi indicando una riduzione del tasso di disoccupazione dal 4,4% del 2007 al 4,3% del 2008 al 4% del 2009[5].Considerando i dati in valore assoluto, il flusso di persone in cerca di lavoro nel 2009 è pari ad un totale di 10.599 persone[6].

Sicuramente il ruolo degli ammortizzatori sociali è stato e continua ad essere molto importante nel contesto del mercato del lavoro nel tamponare l'aumento della disoccupazione, come approfondito nel paragrafo seguente. In questo quadro, poi, la struttura economica locale - fatta di un'imprenditoria diffusa costituita soprattutto di piccole e microimprese - ha giocato anch'essa un ulteriore ruolo quasi ascrivibile ad ammortizzatore della crisi.

Se si guarda al futuro, però, il dato sulla disoccupazione registrato per il 2009 sembra destinato a crescere di nuovo: il fatto che il ricorso agli ammortizzatori sociali dovrà finire per molte aziende fa preludere ad un rialzo del tasso di disoccupazione nel 2010.

La Cassa Integrazione Guadagni

Come già evidenziato nel secondo capitolo, a livello nazionale la situazione del mercato del lavoro nel 2009 viene considerata critica dalla Banca d'Italia, secondo un calo che prosegue costantemente dall'ultimo trimestre 2008. La crisi internazionale che come abbiamo visto porta i suoi effetti a tutti i livelli di disaggregazione territoriale ha portato ad una drastica riduzione nella produzione che si è accompagnata ad un aumento della disoccupazione, aumento significativo ma reso più contenuto in parte dal forte ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG), che permette alle imprese di ridurre il monte ore lavorate senza ridurre il numero degli occupati.

A fine 2009 (novembre) il tasso di disoccupazione è salito all'8,3%, 2,4 punti in più rispetto al minimo dell'aprile del 2007[7]. Secondo i dati resi disponibili dalla Banca d'Italia, nell'intero 2009 sono state autorizzate in Italia 918 milioni di ore di CIG, il valore più elevato dall'inizio della serie nel 1970, il 12,5% in più rispetto al precedente massimo, raggiunto nel 1984. Ancora nell'ultimo trimestre del 2009 le ore di CIG sono aumentate a livello nazionale sia pure in modo più contenuto rispetto al periodo precedente.

In Lombardia, il ricorso alla cassa integrazione guadagni, che si era verificato in misura notevole nel corso della prima metà del 2009, ha subito un'inversione di tendenza nel corso del terzo trimestre, mentre è risalito leggermente negli ultimi mesi dell'anno, quando le ore di CIG hanno riguardato in media il 4,9% delle ore lavorate. Dal punto di vista della graduatoria provinciale, se si considera invece la percentuale di ore di CIG sul totale monte ore trimestrale, Mantova si colloca al primo posto e Brescia all'ultimo. Sondrio si colloca, tutto sommato, in una buona posizione subito dopo Mantova, Cremona e Monza con un valore minore rispetto alla media regionale[8].

Figura 6.6 - Ricorso a Cassa Integrazioni guadagni per provincia. Fonte: Unioncamere Lombardia

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Il grafico sopra permette di avere una fotografia della situazione degli ultimi mesi del 2009, mentre per analizzare meglio la dinamica a livello lombardo nel corso dell'anno è utile osservare il grafico 6.7 che permette di rilevare la % di CIG sul monte ore trimestrale: la curva mostra che la crescita notevole registrata nella prima metà del 2009 si è invertita nell'estate e sostanzialmente stabilizzata negli ultimi mesi del 2009.

Figura 6.7 - Cassa Integrazione Guadagni % sul monte ore trimestrale. Fonte: Unioncamere Lombardia

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Nel 2009 in provincia di Sondrio le ore autorizzate di integrazione salariale totali sono 1.209.429 con un aumento del 212% - e quindi valori di fatto triplicati - rispetto al 2008.

Osservando le dinamiche nei vari settori, si possono fare le seguenti considerazioni:

- nel settore edilizio, le ore autorizzate aumentano, passando da 203.879 nel 2008 a 310.006 nel 2009. Un approfondimento per trimestre e le componenti di stagionalità del settore sono analizzate in riferimento alla serie storica 2002/2009 nella figura 6.8 sotto più avanti;

- per l'industria, le ore totali autorizzate nel 2009 sono 871.725, mentre erano 183.768 nel 2008, con un aumento del 374,36%, anche se l'ultimo trimestre del 2009 fa rilevare una riduzione rispetto al trimestre precedente del 28%, segnando così un'inversione di tendenza;

- per il commercio, si registrano 3172 ore di integrazione salariale autorizzate nel 2009, mentre nel 2008 non vi era stato ricorso a queste forme di ammortizzatori sociali per questo settore[9];

- le ore autorizzate per altre attività in deroga fanno segnare un totale di 24.526, ma con una netta riduzione nel quarto trimestre 2009 quando le ore passano da 15.004 ore del terzo trimestre a 1.461 del quarto.

La figura 6.8 sotto mostra la serie storica relativa all'andamento delle ore di integrazione salariale autorizzate nella nostra provincia dal 2002. La figura mostra:

- la crescita di ricorso alla CIG per l'industria a partire dall'inizio della crisi (ultimi trimestri del 2008) con crescita esponenziale del 2009,

- l'andamento in parte ciclico dell'edilizia

- il ricorso alla CIG per il commercio e per altre attività in deroga nel 2009 per effetto della crisi economica.

Figura 6.8 - Ore di integrazione salariale autorizzate per settore in provincia di Sondrio - Totale ore. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

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Per neutralizzare le componenti cicliche dell'edilizia osserviamo relativamente a questo settore l'andamento delle ore di integrazione salariale autorizzate totali nei suoi valori destagionalizzati (figura 6.9).

Figura 6.9 - Ore di integrazione salariale autorizzate per l'edilizia in provincia di Sondrio - Totale ore (dati destagionalizzati) Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

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Il dato edilizio destagionalizzato permette di apprezzare l'influenza della componente climatica sulle ore di integrazione salariale in questo particolare settore. Infatti, gli inverni 2005/2006 e 2008/2009 sono stati particolarmente rigidi e ricchi di precipitazioni nevose che hanno bloccato i cantieri edili per parecchi mesi costringendo le imprese a ricorrere maggiormente alle ore di integrazione salariale (cfr. picchi del secondo trimestre 2006 e del secondo trimestre 2009). Analogamente, il fenomeno inverso si è registrato nel corso dell'inverno 2006/2007 che ha visto precipitazioni nevose largamente al di sotto della media: in questo caso, durante il secondo trimestre 2007 il numero delle ore di integrazione salariale è stato abbondantemente inferiore alla media.

La figura 6.10 qui sotto, invece, riassume l'andamento delle ore di integrazione salariale autorizzate totali per gli anni 2002-2009 evidenziando la forte crescita registratasi dall'inizio della crisi in avanti (dati annuali).

Figura 6.10 - Ore di integrazione salariale autorizzate in provincia di Sondrio - Totale ore - 2002-2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

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Inoltre, vista la crescita del ricorso alla CIG anche in provincia a seguito della difficile congiuntura economica, possiamo osservare l'andamento del ricorso alla CIG per ciascun mese del 2009, come mostrato in figura 6.11. La figura mostra che il picco è stato raggiunto durante il mese di aprile, quando, in aggiunta alle dinamiche dell'edilizia sopra descritte, si sono sentiti in modo particolare gli effetti della crisi economica sul comparto industriale.

Figura 6.11 - Ore di integrazione salariale autorizzate per settore in provincia di Sondrio - Totale -anno 2009 - Dati mensili. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

figura 6.11.jpg

Per quanto riguarda i dati relativi alla gestione ordinaria[10], (CIGO) le ore autorizzate nel 2009 sono state 901.653, di cui il 69% circa per l'industria ed il restante 31% per il settore dell'edilizia. In un confronto con la situazione verificatasi negli anni precedenti notiamo anche che, come già accennato sopra, è soprattutto l'industria ad avere avuto un imponente aumento nel ricorso alla CIG (da 57.193 ore nel 2008 a 621.412 ore nel 2009), mentre l'edilizia ha avuto andamenti più variabili dovute anche all'intrinseca stagionalità.

Per quanto riguarda i settori, riportiamo l'andamento relativo alle richieste di ore CIGO per l'industria nei settori meccanico (per un totale di ore CIGO pari a 220.990), chimico (per un totale di ore CIGO nel 2009 pari a 164.048) e edilizia industria[11] (per un totale di ore CIGO pari a 262.971), che sono stati i settori con il totale ore autorizzato più elevati.

Figura 6.12 - Andamento richieste ore CIGO - Meccanica. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

figura 6.12.jpg

Figura 6.13 - Andamento richieste ore CIGO - Chimica. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

figura 6.13.jpg

Figura 6.14 - Andamento richieste ore CIGO - Edilizia (industria). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

figura 6.14.jpg

La gestione straordinaria [12] (CIGS), poi, segna nel 2009 in provincia un totale di ore autorizzate pari a 307.776, di cui l'81,33% per le imprese dell'industria, poco meno del 10% per imprese del settore dell'edilizia (9,67%) ed il restante 9% per imprese commerciali (1,03%) ed altre attività in deroga (7,97%). Confrontando il dato annuale CIGS, notiamo che il valore del totale 2009 è pari a più del doppio di quello 2008. La figura 6.15 sotto mostra il forte ricorso alla CIGS nel 2009 come sintomo della crisi. L'ultimo dato risulta in controtendenza rispetto ai precedenti cinque trimestri, e questo fa ben sperare.

Figura 6.15 - Provincia di Sondrio - Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) - dati trimestri 2005/2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS

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La cassa integrazione guadagni in deroga sostiene operai impiegati e quadri sospesi dal lavoro e che non hanno accesso alla CIGO e CIGS. Si tratta di uno strumento che è stato di fatto reso disponibile a partire dall'aprile del 2009, quando è entrata in vigore la nuova legge che ha permesso ad un nuova platea di imprese e lavoratori di accedere a questo supporto. Il totale di ore per il 2009 è stato pari a 58.927 e nell'ultimo trimestre ha segnato una variazione di +54% rispetto al trimestre precedente.

Se osserviamo il ricorso alla CIG in deroga, notiamo come sia andato crescendo a partire dal secondo trimestre 2009 (con 8.061 ore) come effetto della difficile situazione economica, con un andamento evidenziato dalla figura 6.16.

Figura 6.16 - Provincia di Sondrio - Cassa Integrazione in deroga - Dati trimestri 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS

figura 6.16.jpg

Il fabbisogno di personale espresso dalle imprese in provincia di Sondrio

La rilevazione sulle figure professionali ricercate dalle imprese e sulle previsioni occupazionali delle imprese stesse viene effettuata nel "Sistema informativo per l'occupazione e la formazione" Excelsior, che ricostruisce annualmente il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese, fornendo indicazioni importanti quindi per le connesse scelte politiche e di programmazione.

Figura 6.17 - Imprese che prevedevano assunzioni nel 2009 per classe dimensionale, settore di attività. In quota % sul totale. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

 

Totale

Industria e costruzioni

Servizi

da 1 a 9 addetti

da 10 a 49 addetti

oltre 50

Sondrio

25,9

22,4

28

21,1

41,1

78,3

Lombardia

17,2

15,3

18,4

12,5

22,4

70,2

Italia

19,8

19,4

20,1

15,7

26,8

73,1

 

Per quanto riguarda la provincia di Sondrio, in linea con la situazione occupazionale registrata prima, osserviamo che le previsioni di assunzione da parte delle imprese valtellinesi erano superiori (in quota sul totale) rispetto a quelle previste rispetto al valore relativo alla Lombardia e a quello relativo all'Italia. Per offrire un quadro completo, osserviamo anche il dato secondo cui la previsione di assunzione non stagionale di personale immigrato nel 2009 era pari a 320 su un totale di circa 4.000 nuove assunzioni. Il nodo fondamentale è di osservare però non solo la previsione di assunzione ma anche la tipologia di figura ricercata anche per formazione e titolo di studio così da poterlo confrontare con l'offerta di lavoro, in particolare dei laureati. Si tratta di osservare così dinamiche sul capitale umano con riferimento ai livelli professionali in entrata a seconda del settore e della dimensione d'impresa.

Il sistema informativo Excelsior contiene quindi i seguenti dati relativi alla previsione di assunzioni per livello di istruzione relativi al 2009 come presentato nella figura seguente.

Figura 6.18 - Assunzioni previste dalle imprese per livello di istruzione segnalato dalle imprese -anno 2009 rilevazione Lombardia e Province lombarde. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

Assunzioni non
stagionali 2009
(v.a.)

Di cui: (valori %)

livello di istruzione segnalato dalle imprese

di difficile reperimento

fino
a 29 anni

necessita formazione (corsi)

universitario

secondario
e post

second.

qualifica
professionale

Lombardia

95470

16,9

45,0

15,9

22,0

39,4

35,7

Varese

7390

15,2

40,5

10,9

22,3

39,7

37,1

Como

4640

14,3

43,9

15,8

18,6

39,9

33,1

Sondrio

2120

9,6

43,4

11,2

13,6

43,5

36,6

Milano

43110

21,5

45,8

16,1

19,9

38,5

39,7

Monza e Brianza

5180

15,3

46,5

15,0

21,3

41,5

26,2

Bergamo

8970

12,8

43,7

18,4

24,7

41,0

32,0

Brescia

11320

14,3

47,0

15,9

28,2

39,8

29,1

Pavia

2900

8,7

43,7

15,7

23,2

30,8

32,5

Cremona

2520

9,9

40,2

19,8

24,4

31,8

36,4

Mantova

3600

7,5

48,5

17,3

25,7

44,2

38,8

Lecco

2110

11,6

43,5

20,7

22,1

47,4

31,3

Lodi

1610

15,4

42,7

14,2

27,0

43,6

28,1

 

Possiamo osservare che insieme alla provincia di Mantova e di Pavia il livello di istruzione richiesto dalle imprese è fra i più bassi in Lombardia e pari per Sondrio al 9,6% del totale delle assunzioni previste (mentre il dato medio lombardo è pari a 16,9%, con la punta di Milano di 21,5%). Per il 43,4% viene richiesta una istruzione secondaria mentre per l'11% circa una formazione professionale.

Osserviamo anche che il 13,6% delle assunzioni previste viene considerato dalle imprese di difficile reperimento, con un valore significativamente più basso rispetto alla media lombarda. A questo proposito il rapporto SSL rileva anche che oltre il 50% delle assunzioni previste dalle imprese di Sondrio nell'ultimo triennio associa ad un livello di istruzione medio-alta di laureati e diplomati anche la richiesta di pregressa esperienza professionale e di settore.I dati riportati in tabella sopra sono relativi alle previsioni che le imprese avevano fatto in condizioni che l'evoluzione, allora inaspettata, della crisi, ha completamente stravolto. L'interesse dei dati quindi in questo caso non sta tanto nel confrontare aspettative e realtà, ma si ritrova in particolare nel considerare quali sono le attese delle imprese e quale invece la situazione dell'offerta. Il mercato del lavoro valtellinese e valchiavennasco è ancora molto orientato al segmento dei diplomati, determinando un deficit di diplomati ed un surplus di laureati per il collocamento all'interno del sistema economico provinciale.La ridotta richiesta di laureati dalle imprese valtellinesi - sia pur in crescita dal 2008 al 2009 registrando un dato che passa dall'8,1% al 9,6% per l'industria e dal 10,4% al 12,8% per quanto riguarda il terziario - si riflette nella scelta di molti laureati valtellinesi di ricercare e cogliere opportunità professionali presenti in altri contesti più attrattivi per il capitale umano qualificato.

Se osserviamo comunque come è andata in realtà, i dati resi disponibili dalla Provincia di Sondrio sulle nuove assunzioni ci permettono di stimare che l'inserimento di personale laureato nel sistema economico valtellinese sembra essersi mantenuto in linea con - e anche leggermente superiore a - quanto era stato ipotizzato dalle imprese.[13]

La valutazione e la valorizzazione del capitale umano

La valutazione ed insieme la valorizzazione del capitale umano di un territorio rappresentano un elemento strategico di primo piano ed è con questo intento che la SSL ha costituito, in accordo con la Provincia di Sondrio, un "osservatorio per il capitale umano", recentemente avviato ed ora in fase sperimentale, il primo di questo tipo a livello provinciale in Lombardia[14].

L'osservatorio considera una serie di indicatori riconducibili alle categorie:

- dotazione: insieme delle competenze (che derivano da formazione ed esperienza professionale)

- impiegabilità intesa come capacità di rendere le competenze fattore produttivo

- attrattività, intesa come capacità del territorio di usare le proprie risorse umane e di attrarne da fuori

- efficienza: relazione fra dotazione di capitale umano e costi relativi

Dalla prima rilevazione degli indicatori utilizzati, SSL evince una dinamica positiva e il capitale umano sembra in crescita, con un valore indice che nel 2000 era pari a 100,1 (valore medio degli indici) e nel 2008 114,2 (valore medio degli indici).

Il tema della valorizzazione del capitale umano è strategico per ogni territorio e lo è anche per il futuro della provincia di Sondrio. Al termine di questa analisi possiamo sottolineare alcuni aspetti legati alla problematica relativa al surplus di laureati e carenza di diplomati rispetto al fabbisogno occupazionale delle imprese. E' evidente il trend in crescita degli iscritti all'Università e dei laureati, che sposterà quindi il livello di istruzione della popolazione. Critico è però non solo il dato secondo cui quasi la metà dei laureati valtellinesi è occupato fuori provincia, ma lo è ancor di più quello secondo cui mentre alcuni anni fa del totale dei laureati valtellinesi occupati fuori provincia uno su due sarebbe rientrato volentieri, ora il dato è sceso a uno su tre. Dato critico e preoccupante per il nostro territorio che viene percepito come sempre meno attrattivo. A questa percezione certo deve essere aggiunta la consapevolezza delle effettive opportunità occupazionali esistenti in provincia, che a volte sono considerate poco interessanti per giovani laureati a priori e senza un vero approfondimento.

In ogni caso comunque è necessario agire su due fronti avvicinando il mondo della formazione e quello del lavoro:

- dal punto di vista della formazione e dell'orientamento è opportuno ripensare anche a figure professionali più in linea con quello che può essere il mercato locale;

- dal punto di vista delle imprese, si ritiene opportuno pensare ad un percorso che coinvolga le imprese in un rapporto più stretto con i laureati: dovrebbero essere potenziate le iniziative che facilitano l'inserimento dei laureati in impresa, come lo dovrebbero essere i rapporti con le Università, anche attraverso la possibilità di avere non solo studenti laureati ma anche stage, tesi di laurea o di dottorato in impresa per la possibilità - soprattutto in questi ultimi casi - di implementare progetti innovativi per innovazioni - di prodotto o di processo - che possono essere strategiche nello sviluppo dell'azienda.

Non soltanto poi si dovrebbero intraprendere iniziative per potenziare l'attrattività del territorio per i neolaureati, ma anche per laureati valtellinesi che hanno già svolto esperienza fuori provincia così da riportare competenze ed esperienze ancora più ricche, perché già formate anche sul campo lavorativo e perché generalmente dotate anche di una rete di relazioni professionali significative. Relazioni che la nostra provincia dovrebbe potenziare a vari livelli, compreso quello internazionale, per individuare soggetti con cui condividere problematiche e sviluppare progettualità comuni.

In questo senso il polo tecnologico dovrebbe consolidare la propria attività nel favorire una cultura dell'innovazione diffusa da un lato e dall'altro la generazione di nuove attività imprenditoriali che - in un rapporto più stretto con le Università ed i centri di ricerca - potrebbe fare da volano per lo sviluppo di opportunità professionali più attrattive, per i laureati ed i lavoratori valtellinesi in primis ma anche per capitale umano qualificato proveniente dal resto d'Italia e anche dall'estero.

Si tratta di un tema amplissimo, caratterizzato da molteplici valenze, legate a sicurezza, qualità della vita, offerta culturale e ricreativa in senso ampio, che sono strettamente correlate alle opportunità occupazionali specifiche e valutate da chi mette sul piatto della bilancia opportunità diverse per decidere dove localizzarsi - per sé e per la propria famiglia - e impiegare le proprie competenze.

*

NOTE

  • [1] Gruppo Clas per Società di Sviluppo Locale " Dalla formazione al mercato del lavoro- le dinamiche più recenti in provincia di Sondrio" - gennaio 2010; pag 6; il dato riportato è comprensivo anche di studenti frequentanti in provincia ma residenti fuori provincia, dato che però si controbilancia con quello di studenti residenti in provincia che hanno frequentato le superiori fuori provincia. Tavola 1 allegato statistico su dati Ministero dell'Istruzione

    [2] Dal punto di vista della popolazione residente, il totale degli stranieri residenti in provincia nel 2008 è pari al 3,85% della popolazione, pari a 7.002 persone su un totale sostanzialmente stabile di 182.084 (dati ISTAT)

    [3] Dati Provincia di Sondrio al 31/12/2009 sugli avviamenti di cittadini extracomunitari per tipo di contratto dei lavoratori

    [4] Dati stimati Istituto Tagliacarne

    [5] Dati Istat e per il 2009 stima Istituto Tagliacarne

    [6] Provincia di Sondrio

    [7] Fonte: Banca d'Italia; questo dato aumenta se - come la stessa Banca ritiene opportuno fare - si considerano anche i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni - CIG e coloro che non stanno cercando attivamente un impiego e pertanto non possono rientrare nei dati ufficiali

    [8] Si nota a livello regionale una certa discrasia fra i dati di Unioncamere Lombardia e quelli INPS per quanto entrambi mostrino sostanzialmente stazionarietà verso fine anno; in ogni caso eventuali discrepanze si possono spiegare per il fatto che prima si riduce l'utilizzo delle ore e solo in un secondo tempo diminuisce la richiesta di autorizzazione, anche perché le imprese possono decidere di continuare a chiedere l'autorizzazione a CIG in parte per cautela visti i segnali di ripresa ma vista anche la presenza di numerose incertezze.

    [9] La Cassa Integrazione Guadagni in deroga è un sostegno economico per operai, impiegati e quadri sospesi dal lavoro che non hanno accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria (Cigo e Cigs). Sostiene economicamente anche apprendisti, lavoratori interinali e a domicilio di aziende in Cigo e Gigs.La durata della Cig in deroga può essere al massimo di 12 mesi

    [10] La CIGO spetta agli operai, impiegati e quadri delle imprese industriali in genere e delle imprese industriali e artigiane del settore edile e lapideo, esclusi gli apprendisti, in caso di sospensione o contrazione dell'attività produttiva per situazioni aziendali dovute a: eventi temporanei e non imputabili all'imprenditore o ai lavoratori; situazioni temporanee di mercato. (www.inps.it)

    [11] Per cui in ogni caso valgono i commenti sulla stagionalità

    [12] La CIGS spetta agli operai, impiegati e quadri, in caso di ristrutturazione, di riorganizzazione, di conversione, di crisi aziendale e nei casi di procedure concorsuali, delle:

    - imprese industriali anche edili, imprese appaltatrici di servizi di mensa o ristorazione e dei servizi di pulizia. Esse devono avere occupato più di 15 dipendenti nel semestre precedente la presentazione della domanda;

    - imprese commerciali, di spedizione e trasporto e agenzie di viaggio e turismo che occupano più di 50 dipendenti, esclusi gli apprendisti e gli assunti con contratto di formazione e lavoro;

    - imprese di vigilanza. (www.inps.it). La CIGS, proprio per la sua natura straordinaria, può essere considerata più indicativa dello stato di crisi delle aziende.

    [13] Stima effettuata a partire dai dati di flusso sulle nuove assunzioni per qualifica professionale; dati Provincia di Sondrio, 2009.

    [14] Per specifici approfondimenti si rimanda al documento " Un osservatorio per il capitale umano in provincia di Sondrio"Gruppo Clas per SSL