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ALPS BENCHMARKING - 2013

CAPITOLO 6

Esperienze da condividere

Come indicato in precedenza, uno dei principali obiettivi di Alps Benchmarking è quello di mettere in luce i punti di forza ed individuare le aree di miglioramento relativi ai diversi territori, di condividere esperienze, risultati e problematiche comuni: per questo il gruppo di lavoro ha raccolto, analizzato e condiviso anche informazioni di carattere qualitativo. Uno dei punti qualificanti è stato il confronto fra le esperienze più significative, individuandone, come accennato:

- Condizioni di contesto

- Riproducibilità

- Criticità

Si è formata così una raccolta di esempi ai quali attingere o ispirarsi: esempi di best practices che vengono proposte al sistema delle Camere ed ai territori che partecipano ad Alps benchmarking (e che potrebbero successivamente essere proposte anche ad altri territori).

I confronti sono nati intorno ad aree tematiche particolarmente rilevanti per lo sviluppo dei territori che abbracciano l’intero arco alpino:

  • Internazionalizzazione
  • Settore lattiero-caseario
  • Turismo
  • Filiera bosco legno ed energia
  • Filiera acqua ed energia

Internazionalizzazione

Il tema dell’internazionalizzazione, ancora più pregnante per lo sviluppo del sistema delle imprese e del sistema economico locale nell’attuale contesto di debolezza di molti mercati “domestici”, è particolarmente sentito dalle Camere di commercio dell’arco alpino. Del resto, i sette territori coinvolti hanno una propensione all’export inferiore a quella media nazionale (con la sola eccezione di Belluno e Cuneo che sono ben al di sopra dei valori medi) ed anche il grado di apertura al commercio estero vede risultati lontani dalla media.

Sono state quindi raccolte e descritte numerose iniziative, diciotto, ritenute esemplari, concluse di recente o in alcuni casi ancora in corso di svolgimento, generalmente gestite dalle Camere di Commercio coinvolte in modo diretto. Tutte le iniziative, in forma schematica, sono proposte nell’appendice a conclusione del presente lavoro.

In linea generale, emergono quattro principali spunti di riflessione.

1) Un terzo delle best practices è qualificabile come “progetto complesso” (per caratteristiche e numerosità di azioni, partner coinvolti ...): accanto quindi a tutta una serie di iniziative di impatto ma che richiedono un medio sforzo organizzativo, le Camere di Commercio sono spesso impegnate in progetti che richiedono un impegno molto elevato anche in termini di progettazione e coordinamento.

2) Tutte le Camere operano in forte collegamento con il sistema regionale (Regione, Unioncamere, Centro Estero) e a volte, nazionale (ICE), elemento che garantisce maggiore efficienza ed efficacia alle azioni. Le Camere di Commercio guidano, infatti, oltre la metà delle iniziative, ma anche in questo almeno uno degli interlocutori regionali è quasi sempre coinvolto. Inoltre almeno 1/3 dei progetti vede esplicitamente coinvolti altri partner (associazioni di categoria, consorzi...): anche questo un segnale della capacità di dialogare con il territorio e coordinare al meglio i vari interventi, agendo secondo logiche di rete.

3) L’area-target omogenea prevalente è europea o limitrofa (Svizzera) ma poco meno dei due terzi delle iniziative guarda a BRIC, area asiatica e paesi arabi, USA, altri mercati – aree ad alto potenziale alle quali le imprese di minori dimensioni hanno più difficoltà d’accesso.

4) Per quanto riguarda le tipologie di azioni1, il concreto supporto all’esplorazione dei mercati esteri e alla ricerca di opportunità di business (organizzazione di missioni incoming e outgoing, b2b e workshop, fiere internazionali) prevale decisamente sulle altre - che spesso sono di complemento a questa tipologia (in particolare formazione/aggiornamento) anche se vi sono iniziative che associano in modo sempre più integrato queste componenti imprescindibili. Le iniziative che coniugano esplicitamente innovazione ed internazionalizzazione - un binomio di per sé indissolubile - sono ancora rare: le singole Camere realizzano specifici progetti sul tema di ricerca ed innovazione, ma non collegandole direttamente alla presenza sui mercati internazionali. Può inoltre stupire, considerate dimensioni e caratteristiche delle imprese, che non siano molte le azioni esplicitamente dirette alla creazione/sviluppo di reti, un elemento che potrebbe supportare i processi di internazionalizzazione delle PMI locali.

Figura 65: Best Practices sul tema Internazionalizzazione - tipologia di azioni. Fonte: elaborazione CCIAA alpine75

Questo dato va comunque letto in relazione ai settori coinvolti: quasi 2/3 delle azioni sono di supporto a singoli settori e spesso si rivolgono a filiere (bioedilizia, agroalimentare, sistema casa - ad esempio).

Figura 66: Best Practices sul tema Internazionalizzazione - settori coinvolti. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

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I singoli settori sono ovviamente espressione delle diverse peculiarità locali, sia a livello di eccellenze produttive che di “maturità” nelle esperienze di collaborazione Camera-Imprese.

Figura 67: Settori Best Practices Internazionalizzazione. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Settori

Bioedilizia

Sistema

casa

Lapideo

Agroalimentare

Moda

Metalmeccanico

Legno

Progetti

1

2

3

4

1

1

1

Tornando alle iniziative, le missioni commerciali (incoming e outgoing), i workshop ed i b2b sono importanti per favorire la reciproca conoscenza fra gli operatori italiani e stranieri (di solito buyer o comunque soggetti decisivi per entrare in un nuovo mercato/sviluppare la propria presenza). Ad esempio “Buy Made in Veneto”, realizzata dal sistema camerale veneto, ha visto l’organizzazione di visite di importatori, grossisti, rappresentanti di catene commerciali etc. che hanno incontrato i potenziali fornitori di Belluno e veneti nell’arco di due giornate. Anche la missione di operatori francesi del settore lapideo ad Aosta, ha previsto visite alle aziende locali e successivamente incontri bilaterali. Il “Roadshow delle Camere di commercio in Asia” organizzato a Trento ha il suo punto di forza in un in un incontro di formazione sui mercati emergenti e successivi incontri individuali con le aziende. Analogamente si collocano il progetto “Legno Svizzera” di Sondrio, con missioni incoming ed outgoing , Explore di Belluno con i b2b per la filiera della bioedilizia. A Cuneo, l’incoming di importatori di macchine agricole durante la Fiera di Savigliano, ha previsto sia incontri b2b sia la visita a stabilimenti produttivi. Oltre 80 gli incontri personalizzati realizzati nel 2013. Egitto, Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia sono solo alcuni dei paesi coinvolti. Queste iniziative spesso hanno previsto momenti di formazione ed aggiornamento alle imprese e, nei progetti più complessi, costituiscono uno degli step per accompagnare le imprese sui mercati esteri. Un innovativo esempio in questo senso è rappresentato dal progetto Club degli Esportatori di Sondrio che ha favorito l’aggregazione di rete, la formazione e la partecipazione ai mercati esteri nella stessa iniziativa.

Ad esempio la “promozione del comparto agroalimentare lombardo in Nord America - Canada” alla quale ha partecipato Sondrio prevede formazione, missione e partecipazione a fiere in USA. Anche Lago Maggiore Casalinghi” realizzato nel Verbano-Cusio-Ossola affianca ad altre azioni l’organizzazione della collettiva nelle fiera internazionale più importante per il settore, in Germania. La partecipazione alle fiere internazionali è da sempre una delle leve usate dalle imprese che, se di piccole dimensioni, possono faticare a sostenere i costi sia per così dire vivi ma anche quelli organizzativi di partecipazione. Sono quindi numerose le azioni segnalate: a quelle già citate si affianca la partecipazione all’evento top del settore ortofrutticolo nazionale “Fruit Logistica” organizzata da Trento.

All’organizzazione della partecipazione si affianca anche l’erogazione di contributi, come ad esempio il bando provinciale fiere internazionali di Sondrio cui si affiancano i voucher per l’internazionalizzazione delle micro,piccole e medie imprese lombarde ed il bando di aggiornamento strumenti di comunicazione estera, ancora di Sondrio, di contribuzione alla realizzazione degli strumenti come cataloghi, brochure, siti web….

Si è già sottolineata l’importanza della formazione ed aggiornamento per supportare le imprese nei processi di internazionalizzazione: proprio per questo alle iniziative già citate - in cui la formazione è propedeutica alla partecipazione a missioni, b2b, fiere etc. - si aggiungono alcuni progetti come i “seminari di formazione sull’internazionalizzazione”, articolati in 5 momenti formativi che attraverso Unioncamere Lombardia hanno coinvolto Sondrio, che invece ha realizzato in modo diretto il progetto Club degli Esportatori, già citato. Il progetto “Explorer” di Belluno ha visto realizzare un seminario sull’architettura sostenibile ed un convegno sul risparmio energetico: in questo come in molti altri progetti il momento formativo, sempre gradito dalle imprese, è anche occasione per sviluppare ulteriori azioni - in questo caso facilitare la cooperazione delle imprese dell’area transfrontaliera italo-austriaca.

All’attività di formazione si affianca quella di consulenza, perlopiù gratuita: un servizio presente in buona parte delle Camere di commercio italiane – a testimoniarne necessità ed efficacia. Nell’arco alpino si segnalano come esempi lo “sportello per l’internazionalizzazione Lombardia Point” - presente a Sondrio tramite il sistema camerale lombardo e che offre consulenza gratuita on-line, oltre le attività formative già citate - e lo “sportello internazionalizzazione” di Belluno, con il coordinamento di Unioncamere Veneto e Centro Estero Veneto; lo stesso modello si articola nel Verbano-Cusio-Ossola e Cuneo tramite Unioncamere Piemonte e Centro Estero per l’internazionalizzazione del Piemonte. Inoltre a Cuneo sono state promosse delle giornate di country presentation allo scopo di facilitare la conoscenza di paesi stranieri - tra cui Ucraina, Costa Rica e Dubai - e avviare i primi contatti per le imprese orientate all’internazionalizzazione. Oltre 120 le imprese partecipanti.

Le reti di impresa sono spesso considerate “la risposta più efficace alle necessità di competitività e di innovazione” delle PMI: consentono di raggiungere economie di scala e di conoscenza, ridurre costi e rischi dei processi di internazionalizzazione ed innovazione e, vantaggio importante per imprese “tascabili”, di fare massa critica sui mercati. Le reti competitive possono essere reti di difesa - ad esempio per ridurre i costi ed ampliare il portafoglio clienti, o “reti di attacco”, per sviluppare nuovi prodotti e servizi, entrare in nuovi mercati etc.2

Sono sei le best practices delle Camere di commercio dell’arco alpino che hanno come obiettivo esplicito lo sviluppo di reti di collaborazione e reti d’impresa.

Lo Speed-dating di Bolzano, il quale si è già svolto quattro volte, coinvolge circa 40 imprenditori italiani e transfrontalieri. L’iniziativa si articola in due momenti decisivi: il primo riguarda una fase di formazione sulle particolarità e sulle normative da rispettare per sviluppare l’attività imprenditoriale oltre confine mentre il secondo riguarda proprio momento un cui avviene una prima e rapida conoscenza tra gli imprenditori finalizzata all’instaurazione di nuovi contatti e nuove possibilità di business.

L’Aperitivo dell’imprenditore coinvolge a Trento 60 professionisti con quattro appuntamenti l’anno ed ha come obiettivo “creare occasioni di confronto e di scambio informale tra i professionisti che si occupano di commercio con l’estero all’interno delle aziende trentine, riunendoli a discutere su temi specifici identificati da loro stessi di volta in volta in un contesto informale”.

Il Club degli esportatori a Sondrio è nato nel 2010 per rafforzare e diffondere la cultura per l’internazionalizzazione attraverso un’azione informativa e formativa fra i membri del Club, oggi una quarantina. Tra le attività realizzate: incontri formativi sulle tematiche del team building, dell’internazionalizzazione e dell’aggregazione e la selezione di 10 Export Leader, oltre alle già citate missioni in Germania. Un importante risultato già raggiunto: l’intero gruppo di imprese del settore agroalimentare è stato qualificato Best Improved, costituendo una rete d’impresa che ha visto la sua formalizzazione nei primi mesi del 2010.

Lago Maggiore Casalinghi è un’Associazione Temporanea di scopo che ha come capofila la Camera di Commercio del Verbano-Cusio-Ossola tramite la sua azienda speciale Fedora e come partecipanti 14 imprese e 3 associazioni di categoria. L’ATS ha concluso nel settembre 2011 un primo progetto del valore complessivo di euro 1.000.000, il 50% finanziato sul POR regionale, e sta realizzando un altro progetto di pari valore, sempre cofinanziato al 50%. All’esplorazione di nuovi mercati (Russia, EU) ed azioni promozionali si affiancano la certificazione territoriale etico-ambientale (marchio Lago Maggiore Casalinghi) ed azioni dirette a sostenere l’innovazione.

Explore viene realizzato a Belluno su coordinamento di Unioncamere del Veneto ed Eurosportello ed ha un’ampia partecipazione di partner locali. L’iniziativa promuove la cooperazione fra imprese italiane ed austriache della filiera della bioedilizia, con numerosi eventi di approfondimento e scambio, b2b, piattaforme di comunicazione.

Lapidei del Lago Maggiore e dell’Ossola è un’Associazione Temporanea di scopo che ha come capofila la Camera di commercio del Verbano-Cusio-Ossola e come partecipanti 6 imprese e 3 associazioni di categoria. L’ATS sta realizzando un progetto del valore di 1.000.000 euro – il 50% finanziato dal Por Regionale – che prevede missioni incoming e partecipazione a fiere internazionali, la certificazione di filiera territoriale ed etico-ambientale, azioni per l’innovazione.

Il binomio internazionalizzazione-innovazione è previsto da alcuni dei progetti appena citati: Explore ad esempio contempla la realizzazione di un modello di piattaforma virtuale di comunicazione fra le imprese transfrontaliere per lo scambio di conoscenze e lo sviluppo della gestione dei contatti d’affari on-line. Lago Maggiore casalinghi ha realizzato una ricerca applicata relativa alle nanotecnologie applicate ai materiali, che ha affrontato alcuni temi individuati insieme alle imprese, giungendo alla realizzazione di alcuni prototipi. Alcune aziende hanno poi aderito alla proposta di collaborare con un studio di giovani ma affermati designer: in occasione dell’edizione 2012 del Salone del Mobile è stata presentata la prima collezione “Lago Maggiore Casalinghi” con prodotti ad alto impatto e legati da un tema (il paesaggio domestico), buon riscontro sui media e da parte dei buyer.

I lapidei del Lago Maggiore e dell’Ossola stanno realizzando insieme al locale centro di ricerca “Centro Servizi Lapideo” tutta una serie di ricerche applicate per incrementare la competitività delle imprese locali (studio sulle possibilità di impiego degli scarti di lavorazione del settore lapideo per recuperi e ripristini ambientali, opere d’ingegneria civile etc.; analisi compatibilità ambientale dei residui di lavorazione lapidei; analisi tecnica ed economica sull’impiego dei fanghi lapidei come filler per bitume etc.).

Nell’ambito del progetto Club degli Esportatori sono state realizzate innovative modalità di collaborazione di rete che hanno permesso di associare innovazione e presenza sui mercati esteri per presentare tutta la filiera dell’agroalimentare valtellinese su piattaforme web e fiere all’estero, includendo attività di ricerca, innovazione e promozione d’impresa.

Settore Lattiero-Caseario

Il settore lattiero-caseario rappresenta un comparto di particolare importanza per l’economia dell’area alpina soprattutto in termini di valorizzazione della materia prima, ma anche in termini di occupazione e di attività indotte sul territorio. Inoltre, rappresenta una delle componenti principali del sistema agroalimentare essendo caratterizzato dal forte radicamento nel territorio e dal legame con le produzioni casearie di alta qualità, in particolare DOP e altri marchi di qualità.

Articolata e diversificata appare la situazione nell’area di interesse, con imprese chiamate a rispondere a sfide sempre più complesse, dovute ai processi di innovazione, trasformazione nelle preferenze dei consumatori, orientamento verso la sostenibilità, evoluzione delle politiche agricole e crisi economica.

Il settore del latte è uno dei più articolati dell’economia agroalimentare e si muove in un ambito concorrenziale particolarmente dinamico. Esso comprende un’ampia gamma di produzioni che vanno dal latte fresco e UHT, al burro, ai formaggi freschi e stagionati, tipici o industriali, oltre a una vasta schiera di derivati del latte in continua evoluzione, che ne fanno probabilmente una delle filiere maggiormente interessate da processi di innovazione del prodotto. A questo scenario si aggiungono un’ampia gamma di tipologie aziendali, diversi sistemi di allevamento, tecnologie di trasformazione, apparati organizzativi, canali commerciali e mercati di distribuzione. In particolare alla realtà di pianura, caratterizzata da grandi aziende, allevamenti e industrie di trasformazione, si contrappone quella caratteristica delle zone collinari e montane, spesso contraddistinta da piccole o addirittura microscopiche realtà che vanno via via occupando nicchie di mercato a loro confacenti e giocando un ruolo preciso nello sviluppo e nella salvaguardia ambientale del territorio.

Nell’area interessata dalla presente indagine convivono aziende dalle dimensioni e dagli orientamenti più diversi, caratterizzate però da una geografia affine e da elementi esterni nuovi e particolarmente importanti con i quali rapportarsi, tra i quali la crescente attenzione del consumatore al benessere e pertanto alla qualità dei prodotti e alla tutela ambientale. Naturale conseguenza è la necessità fondamentale di una più definita tracciabilità dei prodotti, di una collaborazione anche commerciale fra le singole realtà di impresa e di un sempre più stretto legame fra eccellenze agroalimentari e turismo.

Il confronto ha toccato principalmente quattro elementi:

  • l’evoluzione del settore negli ultimi 50 anni
  • differenze e similitudini in termini di struttura e organizzazione aziendali, modalità di certificazioni e valutazioni della qualità.
  • mercato e distribuzione dei prodotti
  • le principali strategie delle imprese e del settore.

I dati e le informazioni raccolte dalle singole Camere di commercio mostrano realtà variegate, con quantità di latte prodotto molto differenti tra loro, che passano da poco più di 100.000 a 4.500.000 quintali di latte prodotto, utilizzati per produzioni di diverso tipo (formaggi, yogurt, latte) e in proporzioni variabili tra loro. Tra le tipologie di prodotti, Bolzano spicca per la parte di latte destinata alla produzione di yogurt, che negli altri territori risulta essere in proporzione al latte prodotto molto più contenuta.

Figura 68: Quintali di latte vaccino prodotti nel 2011. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

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Le differenti aree mostrano tuttavia alcune caratteristiche ricorrenti e attenzione ad alcuni temi.

In primo luogo l’attenzione alla qualità dei prodotti, attraverso analisi, disciplinari di produzione, marchi DOP. Nell’area alpina esistono ben 18 formaggi DOP (7 nei quali nella sola provincia di Cuneo) ai quali si aggiungono marchi di territorio (Qualità Alto Adige, Qualità Trentino, marchio collettivo geografico per Scimudin Valtellina…) e marchi relativi al latte (Latte Biomilch Alto Adige-Südtirol, Latte fresco della Valtellina). Nel Verbano-Cusio-Ossola è inoltre in corso il riconoscimento della DOP al formaggio Ossolano. La provincia con maggiore percentuale di latte trasformato in formaggi DOP è Trento, con ben il 61% del totale. La provincia di Trento si caratterizza anche per la percentuale (75%) della produzione venduta tramite la grande distribuzione organizzata (GDO).

Figura 69: Formaggi DOP nelle aree alpine. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Formaggi DOP

Provincia

Valle d’Aosta Fromadzo

Aosta

Fontina

Aosta

Piave

Belluno

Montasio

Belluno

Bra

Cuneo

Castelmagno

Cuneo

Murazzano

Cuneo

Raschera

Cuneo

Robiola di Roccaverano

Cuneo

Toma Piemontese

Cuneo

Formaggio Grana Padano DOP

Cuneo

Granapadano-Trentingrana

Trento

Spressa delle Giudicarie

Trento

Provolone Valpadana

Trento

Asiago

Trento

Stelvio

Bolzano

Valtellina Casera

Sondrio

Bitto

Sondrio

In ogni territorio emerge la presenza di attività legate al supporto alla qualità del prodotto, che oltre ai disciplinari relativi ai prodotti DOP riguarda disciplinare volontari (ne sono un esempio le associazioni di produttori recentemente nate nel Verbano-Cusio-Ossola), la presenza di laboratori di analisi specializzati, la commercializzazione attraverso marchi collettivi, l’attenzione alle produzioni biologiche e all’utilizzo di prodotti non OGM, la valorizzazione dei prodotti di alpeggio, caratteristica che contraddistingue ad esempio la provincia di Aosta, nella quale la trasformazione del latte in alpeggio supera il 75%.

In secondo luogo si evidenzia la spiccata tendenza alla trasformazione/commercializzazione dei prodotti attraverso forme associative (cooperative, latterie sociali, consorzi di vario genere). La provincia nella quale la concentrazione del settore è maggiore è Belluno, dove il Consorzio Lattebusche ritira e trasforma il 90% del latte bellunese. Belluno ha inoltre la più alta percentuale di export (37% del fatturato).

Infine il tentativo, difficile ma di riconosciuta valenza da parte di tutti i territori, di integrazione con il settore turistico, tramite l’organizzazione di rassegne, festival, e la realizzazione di progetti a supporto della collaborazione con i ristoranti e gli alberghi.

In Alto Adige il legame tra prodotti tipici e sistema ricettivo è molto forte, tanto che il marchio ombrello Alto Adige viene declinato in Qualità Alto Adige per i prodotti. Quali iniziative troviamo il Festival del Gusto Alto Adige, la Festa del Latte, le Giornate dello Yogurt di Vipiteno.

La Strada dei vini e dei sapori, ed il progetto, in via di revisione, Osteria Tipica Trentina sono gli esempi di collaborazione tra turismo e agroalimentare nella provincia di Trento; nel Verbano-Cusio-Ossola abbiamo la rassegna “Serate di Gola”, realizzata dalla Camera di commercio in collaborazione con l’associazione Piccoli Alberghi Tipici ed Ospitalità di Montagna ed alcuni progetti di cooperazione transfrontaliera tesi a creare una maggiore connessione tra prodotti agroalimentari tipici e turismo; in Valle d’Aosta l’amministrazione regionale. Promuove il progetto “Saveur de Val D’Aoste”.

In Valtellina l’integrazione tra settore agroalimentare e settore turistico è supportato tramite il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina ed il marchio Valtellina oltre a specifiche iniziative di promozione e integrazione fra promozione turistica e valorizzazione del settore agroalimentare.

Nella provincia di Belluno è in fase di realizzazione un progetto per la creazione e la diffusione di pacchetti turistici nei quali la vacanza è collegata al settore agroalimentare.

Nel cuneese il progetto “Viaggio tra i prodotti” punta alla realizzazione di circuiti di commercializzazione in filiera corta dei prodotti locali. Uno degli obiettivi è la sensibilizzazione delle strutture turistiche sull’utilizzo di produzioni biologiche e di prodotti locali del territorio. L’elaborazione di una “carta di qualità” impegna produttori e ristoratori in azioni di promozione reciproca, in nome della trasparenza, della diffusione della cultura produttiva locale e dell’attenzione alla qualità dell’offerta gastronomica (ortofrutta, carni e salumi, latte e derivati, miele e prodotti da forno).

Gli obiettivi comuni a tutta l’area alpina interessata in questa analisi sembrano essere rivolti all’innovazione ed alla collaborazione tra imprese del settore, come riportato in più punti in tutte le schede di territorio.

Di seguito una breve sintesi delle principali caratteristiche emerse dall’analisi dei singoli territori:

Aosta

Negli ultimi decenni si è assistito ad un passaggio da piccole aziende familiari ad aziende agricole più strutturate. Le dinamiche di aggregazione risalgono agli anni ’50-’60 con la trasformazione delle latterie turnarie in cooperative.

Caratteristica dell’area è la fortissima tipicità legata al territorio ed alla razza allevata (valdostana). La trasformazione in alpeggio del latte è preponderante, molto bassa invece la percentuale di latte venduto non trasformato.

Prodotto di eccellenza è la Fontina, tutelata dal Consorzio di Tutela della DOP Fontina.

Per quanto riguarda la qualità, l’alimentazione del bestiame in alpeggio è esclusivamente a base di erba spontanea. Esistono sul territorio laboratori per l’analisi del latte, dei foraggi, dell’erba e dei mangimi.

Gli operatori rilevano una riduzione nel consumo di formaggi grassi e ritengono la piccola dimensione delle aziende un punto di debolezza. Gli obiettivi a lungo termine sono l’apertura di nuovi mercati e l’incremento della qualità.

Belluno

Il settore è caratterizzato da una società cooperativa (Lattebusche), che copre il 90% della produzione di latte bellunese, e da una decina di latterie di piccole dimensioni.
I formaggi DOP sono Piave e Montasio, tutelati dai rispettivi Consorzi.

La qualità del latte Alta Qualità della Lattebusche è garantita dalla tracciabilità dell’origine degli alimenti e da analisi igienico-sanitarie con parametri più restrittivi rispetto alle norme cogenti. Per le produzioni DOP il disciplinare di produzione richiede l’uso preponderante di foraggi locali. Lattebusche si avvale inoltre del CSQA, ente di certificazione nel settore alimentare. Sono presenti produzioni biologiche.

Il settore è in moderata crescita e la remunerazione del latte da parte di Lattebusche è notevolmente aumentata. Punti di forza sono il collegamento con il territorio e le grandi dimensioni di Lattebusche che consentono il perseguimento di economie di scala nella commercializzazione e nell’innovazione.

Bolzano

La filiera lattiero casearia si caratterizza per l’elevata quantità prodotta e la riconoscibilità del marchio, nonché per la capacità distributiva al di fuori della provincia (67% dei prodotti è venduto sul mercato nazionale ed internazionale).

La qualità dei prodotti è legata ad una filiera non OGM, con fornitori scelti, a tecniche di allevamento naturali, alla presenza di produzione biologica. Numerosissimi e approfonditi i controlli della qualità: esami microbiologici, chimici-fisici ed organolettici sul latte secondo i criteri del marchio Qualità Alto Adige, che determinano anche il prezzo del latte stesso; controllo dei parametri previsti dai disciplinari per i formaggi DOP (3% circa della produzione); un unico laboratorio di analisi accreditato che controlla latte, fasi di produzione, uso del marchio, etc.

Tre i marchi geografici collettivi: Marchio di Qualità Alto Adige, Latte Biomilch Alto Adige, Formaggio Stelvio DOP.

Negli ultimi anni il numero di aziende della filiera è diminuito, con un aumento del numero medio di capi per azienda. Il numero dei consorzi è diminuito, la produzione di latte è in flessione. Si registrano crescita delle sinergie tra produttori e miglioramento costante della qualità media delle produzioni di base e dei prodotti trasformati.

Innovazione e collaborazione tra i produttori sono evidenziati come principali obiettivi a medio-lungo termine.

Cuneo

Negli ultimi due-tre decenni nella provincia di Cuneo si è assistito sostanzialmente ad una riduzione del numero di aziende agricole da latte e, contemporaneamente, l’aumento della dimensione media aziendale. Oltre 4 milioni di quintali di latte prodotto, il 10% trasformato in prodotti DOP. Ottima la capacità distributiva: il 70% dei prodotti è venduto sui mercati nazionali ed il 20% su quelli internazionali. Si punta alla qualità, certificata da laboratori accreditati, e all’organizzazione della filiera tramite consorzi, cooperative e associazione di categoria. Tra gli attori vi è Assopiemonte DOP che raggruppa tutte le Dop presenti in provincia, oltre ai molti caseifici di piccole e medie dimensioni (Biraghi, Valgrana, Longo, Fattorie Osella, Valle Josina, Valle Stura…) e ai Centri raccolta latte (S.Piemonte Latte di Savigliano). Fondamentale risulta essere la presenza sul territorio di importanti realtà e attori impegnati a valorizzare e tutelare il settore agroalimentare ed in particolare il comparto lattiero caseario (Agenform -Istituto Lattiero Caseario e delle Tecnologie Agroalimentari, Università degli studi di scienze gastronomiche Tecnogranda, polo di innovazione agroalimentare, Dipartimento di scienze agrarie forestali e alimentari ). Molte le iniziative e gli esempi di eccellenza tra cui la manifestazione internazionale Cheese organizzata da Slow Food e Città di Bra ed il progetto “Polverizzatore dello stabilimento Inalpi di Moretta” che persegue l’obiettivo di legare la produzione primaria dell’azienda zootecnica alle esigenze dell’industria lattiero casearia e di trasformazione (dolciaria), creando insieme a tutti gli attori che la compongono, una filiera in cui emerga la qualità del prodotto e l’unicità del territorio.

Gli obiettivi a lungo termine vanno da una maggiore aggregazione nel settore, al mantenimento e sviluppo delle quote di mercato e delle produzioni tipiche.

Sondrio

Negli ultimi 50 anni, anche nella provincia di Sondrio si registra una riduzione del numero di aziende di allevamento bovino rispetto ai periodi precedenti, l’aumento del numero medio di capi per azienda ed il passaggio dal conferimento del latte alle latterie turnarie alle cooperative di trasformazione e commercializzazione. Esistono 4 cooperative più grandi, 20 latterie tradizionali e un centinaio di caseifici aziendali. Le 3 maggiori cooperative sono riunite in un consorzio di secondo livello (Latterie Valtellinesi). Si registrano aumento dei volumi produttivi, della sinergia tra produttori ed un costante miglioramento della qualità.

Per quanto riguarda i prodotti DOP – Valtellina Casera e Bitto - la qualità è controllata attraverso i parametri previsti dal disciplinare e la valutazione alla marchiatura, per il latte attraverso parametri sanitari. Il prezzo di acquisto viene fissato sulla base della qualità aziendale.

Notevole il numero di caseifici d’alpeggio autorizzati: la presenza di prodotti a latte crudo e soprattutto di prodotti d’alpeggio facilmente differenziabili da quelli di pianura sono considerati punti di forza.

Gli obiettivi a lungo termine riguardano la maggiore aggregazione, l’innovazione di prodotto e delle modalità produttive, la creazione di brand territoriali. Sono nati nel 2012 i marchi geografici collettivi “Latte fresco della Valtellina” e “Scimudin della Valtellina”.

Trento

Uno dei punti di forza del settore in provincia di Trento è costituito dalla forma consortile: all’inizio del ‘900 nascono i primi caseifici cooperativi e negli anni ‘50 il primo Consorzio di 2° grado. Oggi Trentingrana-CON.CA.S.T. s.ca.r.l. si occupa di trasformazione, commercializzazione, assistenza, verifica della filiera e qualità.

La qualità del prodotto è un altro elemento importante: si va dalla selezione del mangime da parte della società cooperativa a tutto il sistema di controllo qualità a campione con cadenza settimanale, al pagamento del latte conferito sulla base di alcune caratteristiche del prodotto (ad esempio grasso, proteine, carica batterica etc.). Il controllo della filiera si accompagna al divieto di uso di mangimi con OGM: aspetto questo che può costituire motivo di differenziazione sul mercato, soprattutto se legata all’immagine consolidata del territorio (sostenibilità, affidabilità, identità alpino-montana).

Un terzo aspetto è quello della certificazione: ai 4 DOP - Trentingrana, Spressa della Giudicarie, Provolone Valpadana e Asiago, che rappresentano più del 60% della produzione, si affiancano i due marchi “Qualità Trentino” e “Trentino”.

Se la presenza di buoni servizi di assistenza tecnica e formazione, coniugati con una maggiore propensione degli operatori ad effettuare nuovi investimenti o complementarietà con altri comparti (es. turismo) delineano uno scenario più positivo rispetto ad altri territori e comparti agricoli, anche in provincia di Trento si assiste ad una progressiva riduzione della quantità di latte prodotto, a fronte di una produzione che è già oggi quantitativamente ridotta rispetto ai principali competitors italiani.

Verbano-Cusio-Ossola

L’area presenta numerosi Prodotti Agroalimentari Tipici (PAT) ed è in fase di riconoscimento la DOP per il formaggio Ossolano (anche d’Alpe). Gran parte del latte è destinato alla trasformazione in formaggio. I principali operatori sono 2 società cooperative (Latteria Antigoriana e Latteria Vigezzina) che trasformano il latte e commercializzano latte e derivati, accanto ai quali operano alcune piccole aziende indipendenti.

Significativa ed in crescita la produzione di formaggi caprini, buona parte delle aziende si sono recentemente riunite nell’associazione CRAVER – formaggi caprini del Verbano-Cusio-Ossola, al fine di sviluppare la qualità dei prodotti (sono previste analisi e assistenza tecnica in azienda) e promuoverli.

La qualità del formaggio Ossolano verrà controllata secondo i parametri previsti dal disciplinare.

Il settore risente delle piccole dimensioni delle aziende e delle loro scarse capacità di commercializzazione e promozione dei prodotti, che potrebbero essere migliorate attraverso una maggiore aggregazione tra le aziende e lo sviluppo di collaborazione con il settore turistico.

Grazie alla collaborazione fra i territori alpini in “Alps benchmarking” è stato possibile avviare progettualità congiunte per la valorizzazione dei formaggi d’alpeggio.

I presupposti che hanno portato a tali attività, a seguito dell’analisi effettuata in modo congiunto a Trento, possono essere riassunti nei seguenti aspetti principali: 1) la realtà della malga, alpe, monte o alpeggio ha accentuate similitudini in tutta l’area alpina e rappresenta una ricchezza storico-culturale per tutti i territori coinvolti; 2) La zootecnia di montagna è fonte di reddito per la comunità e mezzo per il mantenimento dell’ambiente e del territorio; 3) Le produzioni di alpeggio sono caratterizzate da grande varietà tipologica, da biodiversità agroalimentare ed da una nicchia di eccellenza enogastronomica dovuta proprio alla loro tipicità.

Fra le possibili azioni congiunte, che comprendono attività per migliorare la qualità del prodotto, marchi territoriali o collettivi,comunicazione coerente con i valori riconosciuti al marchio territoriale/collettivo, disciplinari e certificazione di prodotto, si è scelto di concentrarsi in modo prioritario sui disciplinari di produzione. Con declinazioni diverse da territorio a territorio ci si è focalizzarti sul miglioramento qualitativo e la valorizzazione dei formaggi d’alpeggio, attraverso la sinergia di tutti i protagonisti del processo produttivo che comprende le fasi di trasformazione, stagionatura, affinamento e commercializzazione del prodotto.

Tra gli esempi di collaborazione già avviata si inseriscono i diversi progetti di “promozione dei formaggi d’alpeggio” realizzati dalle Camere di Commercio coinvolte, che hanno agito in modo congiunto e/o coinvolto anche ulteriori attori del territorio. Ad esempio la Camera di Commercio di Cuneo in collaborazione con le Camere di Commercio di Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Trento, Belluno e Sondrio ha coinvolto 18 produttori di formaggio d’alpeggio delle vallate cuneesi attraverso attività di assistenza tecnica, supporto alla partecipazione di fiere, analisi chimiche e organolettiche dei formaggi e predisposizione di materiale illustrativo, scambi con le altre Camere e il viaggio studio a Trento a cui hanno partecipato una decina di produttori. Un altro esempio è quello della Camera di Commercio di Sondrio che - con Valtellina Turismo e con la Strada del Vino e dei Sapori - in modo specifico ha curato la realizzazione di un doppio volume, “Sapori Alpini”, in cui venti chef hanno interpretato i formaggi d’alpeggio per dimostrare le potenzialità specificità e genuinità di questi prodotti tipici di eccellenza.

Filiera Bosco-Legno-Energia

I boschi, anello iniziale della filiera, hanno svolto da sempre un ruolo fondamentale nell’apporto di legna da costruire, di combustibile e di prodotti collegati, oltre all’utilizzo del comparto legato all’artigianato locale. Con il passare degli anni la risorsa bosco ha visto trasformarsi la propria rilevanza economica (elevati costi di manodopera e utilizzazione forestale) ed ha assunto una valenza paesaggistico-ambientale e di prevenzione ai dissesti. È necessario sottolineare come l’aumento vertiginoso dei costi dei combustibili fossili ha fatto riscoprire il legno come fonte di energia. Questa tendenza è anche supportata dallo sviluppo di nuove tecnologie e da norme nazionali che premiano la produzione elettrica da fonte rinnovabili. L’efficienza energetica occupa un ruolo sempre più determinante ed un obiettivo comune a tutti i territori dell’arco alpino.

Indipendentemente dall’utilizzo che ne viene fatto, il legno è parte integrante del territorio alpino, in media oltre il 45% della superficie delle singole province è occupata da boschi, con punte superiori al 55% per le province di Trento, Belluno e del Verbano-Cusio-Ossola.

Figura 70: Best Practices sulla filiera bosco-legno-indice di boscosità (quota di bosco sulla superficie totale). Fonte: elaborazione CCIAA alpine80

A livello totale la superficie boschiva delle province oggetto di comparazione copre circa 1,5 milioni di ettari di territorio.

Varie le tipologie arboree presenti sul territorio alpino: conifere (abete bianco, rosso, larici e pini) e latifoglie (castagni e faggi). In media circa il 43% dei boschi sono di proprietà pubblica, con valori oltre il 50% nel VCO e il 75% a Trento. Nelle altre aree la percentuale boschiva di proprietà pubblica è circa il 30% del totale.

Fattore rilevante risulta pertanto l’accessibilità, che è strettamente legata alla conformazione specifica del territorio con un distinguo a livello di singole province. Per esempio nella provincia di Sondrio gran parte dei boschi, non essendo serviti da strade o non essendo queste idonee al transito dei mezzi forestali, non vengono utilizzati mentre nella provincia di Aosta i boschi accessibili sono oltre l’88% della superficie boschiva totale.

Il sistema imprenditoriale legato alla filiera del bosco-legno è caratterizzato dalla presenza sul territorio di aziende con dimensioni ridotte - per lo più ditte individuali.

Figura 71: Best Practices sulla filiera bosco-legno-imprese 2012 registrate nel settore ateco 02.2. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

82

Il peso percentuale delle imprese individuali sul totale delle imprese operanti nell’utilizzo delle aree forestali è compreso tra il 57% di Aosta e l’85% del VCO, passando per il 66% di Belluno e l’82% di Bolzano.

Figura 72: Best Practices sulla filiera bosco-legno-percentuale imprese individuali sul totale settore 02.2. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

82a

Le ridotte dimensioni delle imprese, caratterizzate da una produzione artigianale più che industriale, la morfologia dell’ambiente a cui si lega la difficoltà di accesso alle risorse e la difficoltà di aggregazione in forme di associazionismo sono tra le maggiori criticità evidenziate.

Di seguito una breve sintesi delle principali caratteristiche emerse dall’analisi dei singoli territori:

Aosta

Gli elevati costi di manodopera e di utilizzazione forestale non hanno permesso il completo sviluppo del comparto e la possibilità di competere con la concorrenza estera, in grado di offrire garanzie di continuità qualitativa e quantitativa del materiale. Il legname locale è stato così adibito ad usi alternativi quali la legna da ardere e la produzione di cippato, destinato agli impianti di teleriscaldamento che oggi, in un’ ottica di efficienza energetica, occupano un ruolo sempre più importante. Dal legname grezzo la segheria ricava il 70-75% di legname lavorato, il resto è venduto come ardere (biomassa alle centrali). Sul territorio sono presenti 4 impianti, nello specifico a Morgex, Pollein, Pré - Saint Didier e La Thuile.

A causa delle caratteristiche impervie del territorio, delle condizioni stazionali e climatiche, i boschi risultano piuttosto degradati. Per tali motivi, la gestione è affidata ad una selvicoltura di tipo conservativo, volta a garantire la massima naturalità. Le modalità di prelievo della massa legnosa, improntate al mantenimento della stabilità ecologica, rispettano la mescolanza delle specie e la struttura disetanea.

Negli anni si è registrata una corretta ed efficace gestione del patrimonio forestale pubblico, con prelievi di legname inferiori all’accrescimento della massa legnosa. È evidente comunque la scarsa numerosità delle aziende forestali e la bassa propensione alla loro costituzione, oltre ad un associazionismo forestale poco diffuso.

Belluno

Il bosco ha assunto negli ultimi anni una forte valenza paesaggistico-ambientale, conservando però la tradizione di una saggia gestione che fonda le radici nelle oculate pratiche boschive della repubblica veneta.

La produzione ha tra i suoi punti di forza la varietà delle specie, con alcune produzione altamente raffinate come il larice ampezzano o di Livinallongo, picea di Digon, di Visdende, di Popidosso, l’abete e il faggio del Cansiglio, il larice dello Zoldano. La disponibilità di varie specie è anche un punto critico perché non esiste una quantità rilevante di prodotto. La produzione è ancora prevalentemente artigianale e non industriale. La frammentazione dei boschi nella parte meridionale della provincia, lo spirito di collaborazione tra gli operatori piuttosto scarso e i tempi, spesso lunghi di consegna, sono tra le criticità riscontrate in questo ambito sul territorio bellunese.

In tempi recenti, però, si è manifestata l’esigenza di ricercare energie alternative tra cui si inserisce la costruzione di centrali a biomasse. Pur in presenza di una congiuntura economica difficile, è in atto da parte degli operatori del legno la ricerca di nuovi sbocchi di mercato oltre al tentativo di far comprendere il ruolo fondamentale del bosco in virtù della sua polifunzionalità (idrogeologica, naturalistica, paesaggistica, produttiva). Il legno locale dovrebbe trovare una maggior valorizzazione interessando tutti gli operatori del settore; l’obiettivo dovrebbe essere quello di costruire una casa interamente con legno bellunese, e in questo senso i vari segmenti del processo produttivo dovrebbero interagire e coordinarsi (coordinamento verticale) per abbattere i costi. L’innovazione del parco mezzi e il rinnovamento, anche culturale e formativo, degli operatori sono indispensabili per apportare migliorie al processo gestionale.

Bolzano

Nuove tecnologie, certificazioni di qualità, innovazione e progetti di promozione integrata: questa è la direzione seguita nella provincia di Bolzano. Nel corso degli ultimi decenni c’è stato un forte sviluppo di nuove tecnologie a uso forestale (gru a cavo di lunga gittata, ruspe per la costruzione di strade forestali...). Inoltre dal 2005 i boschi dell’Alto Adige sono certificati con il sistema PEFC, marchio europeo di qualità che garantisce il legno proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile, senza l’impiego di veleni né organismi geneticamente modificati. L’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi – Südtiroler Bauernbund – che riunisce la maggior parte dei proprietari boschivi, con il sostegno della Provincia ha deciso di certificare le foreste gestite dai propri membri seguendo lo schema PEFC. L’Alto Adige è la prima provincia in Italia che ottiene la certificazione PEFC per quasi tutta la superficie boschiva.

Con la certificazione si valorizza sul mercato il legname locale, dando anche ai piccoli proprietari boschivi la possibilità di offrire materiale con garanzie di sostenibilità riconosciute a livello internazionale. Nel 2009 la Provincia di Bolzano si è impegnata a favorire nei bandi pubblici i prodotti legnosi certificati, premiando chi si impegna a favore di una gestione delle risorse forestali sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Fondamentale risulta anche la capacità di integrare la risorsa bosco-legno con progetti di promozione integrata. Ricordiamo ad esempio il concorso internazionale “Schutzwaldpreis” (che premia i progetti atti a migliorare il bosco o la conoscenza del bosco, in collaborazione con diverse regioni alpine) percorsi tematici sparsi sul territorio ( a Sarentino “Urlsteig a San Martino”, sentieri delle saghe a Cornedo), Villaggio degli alberi a Dobbiaco e Torre panoramica in legno al Colle di Bolzano. Nel campo dell’innovazione vi sono alcuni progetti di eccellenze legati ad imprese all’avanguardia nel settore, tra cui il nuovo scanner TC per il legno dell’Azienda Microtec (in collaborazione con diversi istituti di ricerca europei) ed il nuovo marchio per le costruzioni di tipo ecologico dell’Azienda Rubner.

Sondrio

Negli anni del secondo conflitto mondiale e in quelli immediatamente successivi si è assistito ad un intenso sfruttamento dei patrimoni boschivi. Le attività legate al bosco hanno poi subito una contrazione, dovuta essenzialmente all’interesse economico che è andato gradualmente diminuendo.

Attualmente si sta riscoprendo l’importanza della gestione del bosco, soprattutto in funzione dei risvolti positivi sulla prevenzione dei dissesti e sulla manutenzione del territorio. Di tali effetti ne risentono in modo positivo tutti coloro che vivono o passano semplicemente del tempo sul territorio provinciale, in special modo i turisti.

La valorizzazione dell’ambiente e l’innovazione risultano anche al centro di progetti a finanziamento pubblico. Il Consorzio Forestale Alta Valtellina, con Ambiente Valtellina ONLUS, si è fatto promotore di un Progetto pilota per il rilancio della filiera bosco legno e per la valorizzazione dell’ambiente in Valtellina. Tale progetto è stato apprezzato e finanziato dalla Regione Lombardia, che visti i buoni risultati ottenuti nel corso della prima fase, conclusasi nel 2011, ha deciso di finanziarne una seconda in corso di realizzazione.

Alcune imprese invece hanno investito nell’acquisto di attrezzature innovative, grazie anche ai finanziamenti regionali e comunitari (PSR), aumentando l’efficienza e l’economicità del lavoro.

La qualità è di per se stessa un elemento fondamentale, ma diventa valore aggiunto quando è certificata. Per la provincia di Sondrio al 31 dicembre 2010 sono certificati 13.205 Ha con PEFC, di cui 1715 Ha con FSC.

Trento

Con solo il 4,5% della superficie nazionale il Trentino ospita l’11% del bosco italiano e il 9% delle fustaie di conifere, fornendo circa il 29% della produzione nazionale del legname di conifere da lavoro. Si tratta certamente di una superficie notevole di territorio coperto da bosco che pone la provincia di Trento ai primissimi livelli di boscosità non solo in Italia, ma anche con riferimento alle realtà regionali alpine.

La risorse forestali rivestono quindi un ruolo centrale nell’economia e la qualità assume una rilevanza strategica. Il 71% (superficie di 246.832 ha) delle foreste trentine è certificato secondo lo schema PEFC, con indicatori e criteri che puntano ad ottenere una gestione forestale sostenibile. I singoli proprietari certificati sono oltre trecento. Le foreste della Magnifica Comunità di Fiemme, pari a 11.000 ha sono certificati anche con lo schema FSC.

Nel lungo termine la priorità è il mercato dell’edilizia sostenibile, con l’attivazione di processi di filiera tra prima e seconda lavorazione (produzione di pannelli X-LAM), con la certificazione di processo previste dalle regole tecniche legate al marchio ARCA.

Verbano-Cusio-Ossola

Legno nel VCO è sinonimo di artigianato e qualità. La Valle Strona, vallata che sovrasta Omegna, è da sempre terra di artigianato. Casalinghi in legno e in metallo, impugnature, , piatti, ciotole e il caratteristico burattino Pinocchio, sono i prodotti che l’hanno resa famosa. Lo sviluppo della valle è legato allo sfruttamento dei filoni di roccia ferrosa e soprattutto dal sapiente utilizzo dei boschi. L’elevato carattere artistico, la tipicità dei materiali e delle tecniche di lavorazione trova un riconoscimento nel marchio registrato “ Piemonte eccellenza artigiana”. Il marchio viene attribuito dalla Regione Piemonte ed alla fine del 2011 sono oltre 100 le imprese in provincia a fregiarsi del riconoscimento: 98 imprese nel settore legno, 7 imprese restauro ligneo, 4 imprese di strumenti musicali.

La ridotta dimensione delle imprese non facilita lo sviluppo della filiera, che risulta attualmente fortemente sottoutilizzata principalmente a causa della bassa remuneratività delle attività selviculturali e a limitazioni fondiarie (frammentazione della proprietà) o organizzative (assenza di associazionismo) e alla inadeguata infrastrutturazione del territorio

Qualcosa comunque si sta muovendo. È in fase di start up una sperimentazione sostenibile: “la filiera del pellet nel VCO”. Otto comuni della Cusio – l’intera Valle Strona – hanno avanzato una proposta alla Regione Piemonte al fine di realizzare una filiera legno-energia per la produzione e commercializzazione del pellet.

Recentemente è stata raggiunta un’intesa tra Provincia del VCO e Regione Piemonte per dare avvio alla “Filiera del legno nel VCO” con interventi di pulizia di zone boschive e miglioramento dell’efficienza energetica di alcune scuole e di un museo.

Per concludere si può affermare che le potenzialità della filiera potrebbero essere molteplici. A livello internazionale sono stati delineati obiettivi strategici di rilevante portata. Basti pensare che l’uso massiccio di combustibili fossili, principali responsabili del vertiginoso aumento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera, potrebbe drasticamente essere ridotto se i paesi industrializzati, per la produzione di energia termica ed elettrica, utilizzassero biomassa come combustibile ottenuto da materiale derivante dalle coltivazioni o dalle foreste.

L’AEBIOM (Associazione Europea Industria Biomassa) afferma che le emissioni di anidride carbonica potrebbero essere ridotte ogni anno di circa 1.000 milioni di tonnellate, se ciò avvenisse. Secondo tale rapporto inoltre la biomassa utilizzata come fonte di energia pulita potrebbe, entro il 2020, contribuire per il 15% dell’energia richiesta dai paesi industrializzati; tale filiera produttiva darà origine come affermato dal rapporto sulle nuove opportunità lavorative a circa 400.000 posti di lavoro entro il 2020, distribuiti prevalentemente nelle zone rurali.

All’interno della collaborazione avviata fra i territori alpini con “Alps Benchmarking”, sul tema specifico della filiera bosco-legno ci si è confrontati su aspetti specifici. Fra questi rientrano l’adeguamento delle infrastrutture per l’accesso ai boschi, la programmazione su più anni del prelievo boschivo per tutti gli attori, la promozione e lo sviluppo di forme di gestione associata e la costituzione di banche dati e osservatori sul tema della foresta e del legno, per mettere a disposizione informazioni in tempo reale sull’andamento di questo specifico mercato. In modo specifico possiamo osservare che alcuni territori hanno implementato le riflessioni condivise in progetti di filiera. In particolare Sondrio ha avviato un progetto di filiera per sostenere lo sviluppo e l’innovazione della filiera bosco legno nell’ambito territoriale della provincia, deliberando di mettere a disposizione un fondo per l’assegnazione di contributi a fondo perduto per l’effettuazione di interventi di ordinaria utilizzazione forestale per agevolare la gestione del bosco, incentivandone utilizzo e cura.

Turismo di montagna

I territori alpini sono accomunati tutti da una chiara vocazione turistica: nel prosieguo del rapporto si propongono alcuni dati di sintesi del settore per poter mettere a confronto meglio le varie realtà alpine. Si tratta dei dati che hanno rappresentato il quadro di riferimento per l’approfondimento congiunto condotto ad Aosta sul tema del turismo.

I principali dati a confronto

Figura 73: I principali dati del Turismo a confronto. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Cuneo

VCO

Aosta

Bolzano

Trento

Sondrio

Residenti

586.113

160.079

126.620

504.708

524.877

180.766

Presenze tot. 2012

1.622.873 (anno 2011)

2.781.760

3.166.129

27.079.839

29.512.236

2.569.958

Presenze stranieri

555.205

2.189.347

1.130.656

18.532.209

Nn

Nn

Presenze/ abitanti

3

17

25

54

56

14

Presenze/superficie

235

1.234

970

3.659

4.755

800

Tasso

internazionalizzazione

34%

79%

36%

68%

Nn

Nn

Presenza media gg

3

4

3

5

6

nn

N. Alberghi

259

203

353

2873

1463

396

N. Imprese ristorazione

3312

1374

1131

3226

2673

1146

Posti letto

(no alloggi privati,

appart.., seconde case)

36.050

36.582

29.396

195.758

143.738

19.031

Occupati

Non è possibile confrontare i dati

Tipologia di turismo

Prevale un turismo di tipo leisure, unitamente a una forte componente invernale, con eccezione della provincia del VCO, dove prevale l’offerta estiva e soprattutto lacuale. Qui - sembra anche in misura maggiore che a Trento (polo fieristico-congressuale di Riva del Garda) e Aosta (S. Vincent) - il segmento MICE è molto dinamico e orientato soprattutto al mercato estero.

Ricchezza risorse

Tutti i territori si caratterizzano per una eccezionale presenza di risorse, come ad esempio:

Figura 74: Risorse a disposizione del comparto turistico. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Aosta

Cuneo

Bolzano

Sondrio

Trento

VCO

Musei

65

99

80

numerosi

50

28

Castelli

e residenze storiche

85

52

400

Numerose

30

5

Parchi

e riserve

(i più

significativi)

1 Parco

Nazionale

+ 9 riserve

4 Parchi

1 Parco

Nazionale

+ 7 parchi

naturali

1 Parco

Nazionale

+ 13 parchi/riserve

1 Parco

Nazionale

+ 2 Parchi

naturali -

950 mq

aree protette

1 Parco

Nazionale,

3 Parchi

regionali,

3 riserve

DOP,

DOC etc.

4 DOP

10 DOC

8 DOP

4 IGP

37DOC

7DOCG

2 DOP

2 IGP

1 IGT

1 DOC

2 DOCG

1 DOC

1 DOP

A questi si aggiungono la presenza di siti ed eventi religiosi significativi e un ricco calendario di fiere ed eventi.

Marchi collettivi

Tutti i territori sono caratterizzati dalla presenza di marchi collettivi/certificazioni di qualità: in Valle D’Aosta il marchio Saveurs du Val d’Aoste, istituito con l. r. del 10 agosto 2004 n. 15, è un esempio di marchio regionale strategico. Segnala dove acquistare i prodotti tipici della Valle d’Aosta - garantiti per qualità e origine - e dove gustare le ricette tradizionali e i prodotti agroalimentari del territorio. A Sondrio il Marchio Valtellina: si configura come un marchio “territoriale”, inteso quale segno distintivo di qualità per la promozione dei prodotti e dei servizi dell’intero territorio provinciale. Il marchio viene rilasciato dalla Camera di Commercio per la marchiatura di prodotti di alta qualità, già destinatari di denominazioni d’origine (DOP, IGP, STG) o di specifici Marchi collettivi geografici o di certificazione biologica. A Cuneo al Marchio Ospitalità Italiana si affiancano certificazione Ecolabel e registrazione Emas, come nel Verbano-Cusio-Ossola, dove operano numerosi reti d’impresa coordinate dalla Camera di commercio e caratterizzate da marchi volontari, in genere certificati da auditor esterni: Lago Maggiore Green Meetings, filiera per eventi congressuali sostenibili, Consorzio Tutela e Garanzia Mieli del Verbano-Cusio-Ossola, Brisaula della Val d’Ossola, Craver (formaggi caprini), Lago Maggiore Casalinghi etc. Il VCO inoltre si presenta sui mercati internazionali in modo unitario tramite il marchio “Il Lago Maggiore, le sue valli ed i suoi fiori”, brand della destinazione che comprende Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Varese. A questo si affianca, per il segmento MICE, Lago Maggiore Meeting Industry.

Un’attenzione particolare merita il marchio “Trentino”, uno degli strumenti di una più ampia politica di marketing territoriale, ridefinita negli ultimi anni. Nel 2002 la Giunta provinciale, in ottemperanza a quanto previsto dalle Linee guida del progetto di marketing territoriale per il Trentino, ha adottato il marchio territoriale Trentino, al fine di sostenere e rappresentare l’offerta territoriale complessiva. Il marchio è elemento di riconoscimento delle iniziative promozionali e commerciali Le Linee guida del progetto di marketing territoriale per il Trentino hanno prospettato la creazione di una struttura di meta-management del territorio basata su due distinti livelli: un livello centrale sul quale agiscano gli organismi provinciali in grado di definire una linea comune di promozione, garanti al contempo di coesione e coerenza, e un livello locale, presidiato da organismi per il marketing territoriale di ambito, in grado di individuare progetti di sviluppo dell’offerta locale. Nel dicembre 2002 Camera di Commercio e Provincia di Trento hanno dato vita a “Trentino S.p.A.”. recentemente confluita in “Trentino Sviluppo S.p.A.”, società pubblica incaricata di portare avanti tutte le attività di marketing del territorio rappresenta un momento di svolta fondamentale nel mondo della promozione territoriale, in quanto segna il passaggio da una politica frammentaria di promozione a una logica maggiormente condivisa e programmatica.

Mobilità sostenibile

Le iniziative sono limitate per ora ad alcuni territori ed in alcuni casi hanno carattere sperimentale.

Ad esempio in Valle d’Aosta il progetto sperimentale Rê.V.E. Grand Paradis - Rete Veicoli Elettrici Grand Paradis, prevede veicoli alimentati ad energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile: il solare fotovoltaico. Si tratta di un progetto pilota, pensato per essere facilmente replicabile in altri comuni della Valle d’Aosta, che si basa sulla realizzazione di una rete di 11 pensiline fotovoltaiche modulari, complete di sistemi di monitoraggio della produzione fotovoltaica, dell’utilizzo dei veicoli elettrici e di informazione in tempo reale ai cittadini. Le pensiline avranno una dotazione di 2 autovetture elettriche e 66 biciclette a pedalata assistita che saranno messe a disposizione degli utenti gratuitamente.

A Cogne il si segnala partenariato fra operatori privati e amministrazioni pubbliche:

  1. Acquisto di 160 biciclette elettriche in maniera consorziata da mettere a disposizione della clientela
  2. Investimento di una importante quota della tassa di soggiorno per attuare il libero transito gratuito sui mezzi pubblici
  3. Creazione di Bike Sharing con biciclette elettriche e punti di ricarica sul territorio

Aosta Bike Tour, un servizio di prestito gratuito di biciclette, per la visita della città (con localizzatore satellitare GPS e programma multimediale, su richiesta

A Cuneo è stato sviluppato il Club di prodotto Bike Hotels che predispongono servizi di appoggio ai ciclisti e una formula “tutto compreso” che assicuri accompagnatore, guida ciclistica al seguito, bicicletta a noleggio, oltre naturalmente al tradizionale servizio di ospitalità e ristorazione. Gli alberghi aderenti al progetto devono rispettare determinati standards per essere considerati dei Bike Hotels:

• Dotazione di biciclette

• Avere un deposito custodito

• Essere forniti di un angolo officina

• Possedere dei percorsi stampati e delle guide ciclistiche per i cicloturisti

• Creare menù calibrati valorizzanti l’enogastronomia ed i sapori locali

Criticità e punti di debolezza

Con l’eccezione di Trento, mobilità ed infrastrutture di trasporto sono evidenziate come una criticità da tutti i territori. Aosta e Sondrio segnalano anche l’eccessiva presenza di seconde case, problema che tocca anche alcune vallate del VCO, un tema che forse meriterebbe approfondimenti congiunti. Frammentazione e difficoltà a collaborare emergono tra la righe come un altro elemento comune: a chi guarda il turismo trentino come l’esempio di eccellenza può sembrare una sottolineatura forse eccessiva quella che Trento fa su questo punto.

Di seguito alcune Best practices emerse dall’analisi congiunta del settore:

Aosta

Il progetto BuyVda, realizzato dalla Chambre Valdôtaine in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Valle d’Aosta, si propone di sostenere la commercializzazione turistica regionale attraverso un’attività di sensibilizzazione degli operatori dell’intermediazione turistica internazionale.

Nato nel 2008 come borsa del turismo di montagna si è sviluppato negli anni fino ad acquisire la dimensione di strumento di promozione e vendita dell’offerta turistica regionale sui mercati esteri.

È stato anche creato il portale web Buyvda.it, uno strumento riservato agli operatori del settore dell’intermediazione turistica - come tour operator, agenzie di viaggio, tour leader e tour organizer.

Un’iniziativa significativa riguarda la commercializzazione dell’offerta turistica su alcuni mercati esteri (Germania, Scandinavia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Romania) puntando su specifici segmenti del mercato turistico, quali ‘Trekking’, ‘Bike’ e ‘Mountain bike’, ‘Natura’ e ‘Wellness’.

Progetto VIVA - Valle d’Aosta unica per natura

Si tratta di un progetto avviato dalla Regione Valle d’Aosta e cofinanziato anche dall’Unione europea e dallo Stato, nell’ambito del Programma operativo Competitività regionale 2007/13.

Tra le diverse azioni, si segnalano:

- la costruzione del “Sistema Valle d’Aosta Natura”: sinergie con gli operatori e il territorio; “pacchetti turistici” integrati per i diversi segmenti di domanda; interventi diretti di sistemazione di percorsi di visita;

- promozione del “Sistema Valle d’Aosta Natura”;

- creazione dell’“Osservatorio della Biodiversità”: aggiornamento dello stato delle conoscenze in ambito naturalistico, creazione di banche dati, condivisione di informazioni e dati;

- informazione e sensibilizzazione: scuola, operatori professionali, turisti.

La Chambre Valdôtaine, con il concorso dell’Amministrazione regionale, ha siglato un accordo di collaborazione con Eataly. L’operazione permetterà alle produzioni locali di essere promosse e vendute sui ripiani dei tanti centri Eataly presenti in Italia e nel mondo ma avrà anche un riscontro turistico: oltre ai prodotti enogastronomici, la Valle d’Aosta si presenterà con le proprie proposte vacanza e di breve soggiorno.

Bolzano

Marchio ombrello Südtirol (vedi www.provinz.bz.it/dachmarke)

  • Comunicazioni integrata in TV e stampa tra turismo e settore agroalimentare in vari mercati
  • Genussfestival Südtirol
  • ADAC E-Rally: In collaborazione con l’Automobil Club tedesco (ADAC), SMG organizza il primo rally di auto elettriche di serie
  • Mobilcard – Museummobilcard
  • Culturonda Südtirol (progetto di sviluppo prodotto)
  • Riunioni strategiche più volte all’anno sulle tematiche sostenibilità, architettura, cultura;

Cuneo

Portale www.cuneobooking.it

portale multilingue in grado di offrire all’utenza:

• informazioni chiare ed esaustive su sistemazioni e punti di interesse

• la possibilità di prenotare camere e appartamenti direttamente online senza alcun pagamento anticipato

• La possibilità di organizzare viaggi e acquistare pacchetti con optional personalizzabili

• Strumenti di comunicazione e interazione immediata con gli albergatori

Progetto europeo Bistrò di paese

Il progetto si è posto l’obiettivo di promuovere l’artigianato locale e le produzioni agroalimentari di nicchia come elemento caratteristico dell’identità del territorio presso i bistrò di paese, strutture in grado di offrire servizi come una ristorazione anche veloce con prodotti tipici, informazioni turistiche, accesso a internet e vetrina dei prodotti identitari del territorio.

Progetto europeo Prodotti Tipici

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare le produzioni identitarie del territorio, sia agroalimentari sia artigianali, favorendo sistemi di relazioni più estese attraverso nuove forme di collaborazione tra gli attori economici direttamente coinvolti in un’ottica di trasversalità e complementarietà.

Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti azioni:

1. Individuazione degli antichi mestieri artigianali e dei prodotti tipici di nicchia che costituiscono l’identità del territorio;

2. Animazione sul territorio degli artigiani e degli operatori;

3. Valorizzazione e promozione degli artigiani e delle produzioni identitarie;

4. Coordinamento e gestione del progetto

Progetto comunitario Alcotra Tourvalcafè :

con tale progetto l’Ente camerale ha sostenuto un percorso di avvicinamento e sensibilizzazione delle strutture turistiche alla certificazione di qualità e all’Ecolabel.

Sondrio

7 progetti di eccellenza su base triennale per sviluppo del turismo:

Osservatorio turistico: raccolta ed elaborazione dati di supporto alle strategie

Piattaforma unitaria web: Mette a disposizione del territorio di una piattaforma web unitaria con la messa in rete di uffici turistici provinciali e di tutti i servizi.

Rete escursionista: Favorisce l’uso dei mezzi pubblici da parte del turista. Valorizzare una rete integrata di percorsi escursionistici di qualità.

Sistema termale: Promuove l’aggregazione tra le aziende del settore per dare vita al prodotto termale della Valtellina.

Parchi e riserve: valorizzazione dell’offerta naturalistica dei Parchi e delle Riserve della Valtellina attraverso le proposte di fruizione condivise con i gestori.

Saperi e sapori: integrazione dell’offerta classica del turismo valtellinese con elementi per destagionalizzare settori come la cultura e le produzioni tipiche.

Open Valtellina: per la gestione unitaria di ufficio stampa e campagne di comunicazione

Trento

Le politiche turistiche della Provincia autonoma di Trento realizzate in quest’ultimo decennio sono state fortemente caratterizzate dal tema dell’integrazione tra i diversi settori economici nella prospettiva, ritenuta premiante, del marketing territoriale. La Provincia Autonoma di Trento ha elaborato nel 2002 le “Linee guida del progetto di marketing territoriale per il Trentino”. Si è lavorato molto sul “marketing interno” al fine di individuare gli obiettivi, condividerli e costruire progetti di crescita superando nel contempo localismi, diffidenze, ritrosie legate anche alla scarsa abitudine dei territori e delle diverse categorie di operatori a dialogare sinergicamente tra di loro e con il livello centrale. Il piano provinciale ha previsto la creazione di un marchio collettivo che connoti ed individui le qualità del sistema territoriale trentino.

L’ente pubblico, in questo caso la Provincia di Trento, è intervenuto apertamente con lo scopo di incentivare la qualificazione dell’offerta territoriale su vari livelli di interesse: dallo stimolo verso gli attori locali all’attivazione di iniziative di promozione territoriali, dalla creazione di un vero e proprio brand “Trentino” alla creazione e diffusione di competenze sul territorio, fino all’investimento nel campo della formazione e ricerca.

L’ente provinciale ha poi provveduto ad enucleare i punti fondamentali su cui impostare le fasi di sviluppo, promozione e commercializzazione dei fattori di attrattiva. In tal senso sono stati individuati quattro assi fondamentali di sviluppo in grado di accentrare l’attenzione territoriale: il turismo, l’agricoltura (macro categoria comprensiva in realtà anche di selvicoltura, filiera foresta-legno e produzioni tipiche), l’industria e artigianato e la cultura.

La necessità di ripensare in maniera costruttiva il sistema con cui il Trentino si poneva sul mercato turistico e, di conseguenza, di fornire una visione maggiormente territoriale dei prodotti ad esso collegati, ha portato inoltre a rivedere l’assetto del sistema pubblico della promozione attraverso una sostanziale modifica legislativa (Legge provinciale 11 giugno 2002, n.8 “Disciplina della promozione turistica in Provincia di Trento). Si è assistito, quindi, ad una profonda rivoluzione della materia secondo due punti cardinali: la “privatizzazione” delle aziende territoriali di promozione turistica, che hanno affiancato alla loro tradizionale funzione informativa una funzione di commercializzazione del prodotto territoriale e la gestione imprenditoriale della promozione della marca “Trentino” attraverso una società per azioni controllata dalla Provincia Autonoma di Trento ,oggi denominata Trentino sviluppo spa.

La strategia di valorizzazione della qualità ha portato quindi alla creazione di un marchio “Qualità Trentino”, attribuibile esclusivamente a prodotti o categorie di prodotti agro-alimentari, rispondenti a criteri qualitativi definiti in appositi relativi disciplinari.

Verbano-Cusio-Ossola

Per il turismo leisure, il “Lago Maggiore: natura, ambiente e cultura” progetto che viene realizzato con: Camere di commercio di Varese (tramite l’Agenzia per il Turismo) e di Novara ed altre 14 istituzioni pubbliche e private. Le attività principali: partecipazione a 34 fiere internazionali con unico stand; 136 comunicati stampa (in lingua tedesca e francese), 28.600 manuali di vendita dell’intera destinazione transfrontaliera (in lingua tedesca, italiana ed inglese) distribuiti alle fiere ed inviati agli operatori professionali tedeschi e francesi nel 2011; più di 570.000 visitatori diversi dei portali in lingua italiana, tedesca, inglese, francese e russa. Al booking on-line gratuito (75 gli operatori presenti) ed ai percorsi a piedi ed in bicicletta scaricabili su GPS si affiancano un’app – applicazione per Iphone e Ipad – in italiano ed inglese e dal 2012 i canali social (Facebook e Twitter).

Per il segmento congressuale, tra il 2009 ed il 2011 è stato realizzato un primo progetto Interreg con Camere di commercio di Varese e Novara e con altri 10 partner pubblici e privati. Le attività realizzate: partecipazione a 11 eventi fieristici con un unico stand; 3 educational con la partecipazione di 72 buyer (57 stranieri); missioni d’affari a Londra e Parigi, dove sono stati incontrati 35 operatori professionali del settore; sviluppo del “Club degli Ambasciatori del Territorio”, creazione della banca dati “Lago Maggiore Leisure Time” con oltre 160 risorse per il tempo libero dei congressisti, registrazione Emas per le imprese alberghiere del settore (6 le imprese del VCO aderenti, tutte hanno ottenuto la certificazione ISO 14100 e 4 hanno già ottenuto la registrazione EMAS); formazione per 100 operatori di settore ed i 3 convention bureau dell’area.

Dal 2012 è stato avviato con lo stesso partneraniato un nuovo progetto Interreg ed è nato “Lago Maggiore Green Meetings”. Si tratta di una filiera di operatori, al momento 16, che garantiscono al cliente finale un evento realizzato secondo i principi della sostenibilità. Il progetto prevede inoltre partecipazione a fiere internazionali, organizzazione di educational tour in loco e di missioni commerciali all’estero.

Il Focus sul Turismo - Camere di Commercio alpine

Grazie all’analisi di dati e tendenze e alla considerazione delle diverse specificità nei territori alpini, a seguito del confronto condiviso portato avanti ad Aosta sono emerse riflessioni, considerazioni e alcuni spunti per una promozione del turismo alpino nel contesto globale di oggi. Le principali linee emerse possono essere così sintetizzate:

La domanda italiana anche a seguito della crisi economica è in forte crisi; pertanto sembra importante pensare ad un’azione di sensibilizzazione sui temi e valori della montagna.

La domanda straniera può essere rafforzata: infatti, se si considerano i mercati di provenienza dei turisti stranieri si nota che per la maggior parte si tratta di Paesi vicini o comunque europei; restano quindi spazi per aggredire altri mercati, ad esempio gli USA o i mercati emergenti: la linea proposta prevedrebbe di agire con la creazione di un brand dell’arco alpino italiano per veicolare un messaggio appealing verso questi mercati (ad esempio con il brand “Le Alpi del Sole” per differenziarle dalle altre aree alpine) e agendo insieme con sforzi congiunti di marketing e comunicazione, a partire da appuntamenti come EXPO.

Altro tema chiave è quello relativo alla dimensione comunitaria; nella nuova programmazione 2014-2020 sarebbe opportuno considerare le specificità dell’area montana, in termini di compensazione dei sovraccosti. Un esempio condiviso da tutti sembra essere quello degli impianti di risalita a fune che molto spesso sono gravati da notevolissimi costi di gestione ed elevati livelli di indebitamento.

Filiera acqua ed energia

Circa il 14% delle imprese italiane appartenenti al settore energetico è sito nell’arco alpino. Si tratta di oltre mille imprese attive nella produzione, trasmissione, distribuzione e commercio di energia elettrica: un dato che inquadra alla perfezione la rilevanza della risorsa acqua nei territori alpini di montagna.

In media, oltre 8 imprese su 10 del settore energetico si occupano di produzione di energia elettrica. Industria e terziario sono i comparti dove si registrano i consumi più alti, in media oltre il 78% del totale.

Figura 75: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - imprese 2012 registrate nel settore energetico. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

85

Figura 76: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - consumi energetici provinciali per settore di attività (Gwh). Fonte: elaborazione CCIAA alpine86

La produzione, che avviene all’interno delle oltre 1.600 centrali idroelettriche dislocate sull’arco alpino, viene favorita dall’orografia dei territori e dalla presenza di ampi dislivelli.

Figura 77: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - numero centrali idroelettriche. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Province alpine

Numero centrali

Superficie provincia (in km2)

AO

97

3.261

BZ

996

7.398

CN

338

6.895

SO

70

3.196

TN

152

6.895

VCO

34

2.261

TOTALE

1.687

Si può, quindi, affermare come l’acqua sia una risorsa per tutto l’arco alpino, la cui gestione produce ricchezza e valore che va normata e gestita. Nella regolamentazione delle acque destinate alla produzione di energia elettrica, lo Stato, con la legge 27.12.1953, riconobbe ai Comuni il diritto ad un equo indennizzo, attribuendo agli stessi, in aggiunta al canone statale, un sovracanone per ogni KW di energia impegnata e prodotta. Si stabilì quindi la delimitazione dei Bacini Imbriferi Montani dei maggiori corsi d’acqua, prevedendo che i Comuni di uno stesso BIM, si riunissero in Consorzio che diveniva obbligatorio una volta costituitosi.

Figura 78: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - ripartizione utilizzo delle risorse a livello locale con specificazione dell’utilizzo. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Figura 79: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - distribuzione delle risorse a livello locale (BIM, Provincia, Comune). Fonte: elaborazione CCIAA alpine

Rilevante risulta anche l’integrazione tra la produzione idroelettrica e la fruizione turistica. Le centrali e i bacini artificiali infatti sono spesso inseriti all’interno di Parchi naturali, meta di numerosi visitatori nelle diverse stagioni dell’anno.

Figura 80: Best Practices sulla filiera acqua ed energia - impatto ambientale degli impianti idroelettrici. Fonte: elaborazione CCIAA alpine

AO

BZ

CN

SO

TN

VCO

Bacini

artificiali

6

10

12

27

16

12

Numero

centrali

97

996

338

81

152

34

Numero

concessioni

in essere

289

937

257

123

353

62

Aree

naturali

protette

1 Parco

Nazionale

1 Parco

Naturale
9 Riserve

Naturali

1 Parco

Naturale
7 Parchi

Naturali

10 Parchi

di cui
2 Parchi

Naturali
3 Riserve

Naturali

1 Parco

Nazionale
1 Parco

Regionale
7 Riserve

Naturali

1 Parco

Nazionale
2 Parchi

Naturali
950 mq

Aree Protette

1 Parco

Nazionale
3 Parchi

Naturali
3 Riserve

Regionali

Anche per questa ragione le centrali idroelettriche presenti in tutti i territori alpini sono diventate negli anni meta di visite per scolaresche, turisti e residenti. Le visite alle centrali consentono di conoscere il funzionamento, il ruolo produttivo ed il cammino storico degli impianti ma al tempo stesso di avvicinare il pubblico al tema energetico.

Ad esempio ad Aosta, nella stagione estiva le centrali diventano gallerie d’arte, sede di concerti e di spettacoli piromusicali mentre nel Verbano-Cusio-Ossola l’iniziativa prende il nome di “Centrali aperte”. Nel 2011 sono stati due gli eventi organizzati da Enel nelle centrali di Cadarese e Crevoladossola. Anche a Bolzano ed in provincia di Cuneo è prevista l’apertura delle centrali ai turisti. Ad esempio la centrale di pompaggio Luigi Einaudi di Entracque prevede visite guidate per gli studenti. Molti sono anche i progetti che la provincia di Cuneo promuove al fine di incrementare la conoscenza del territorio montano ed suoi elementi più caratteristici come il progetto “Acqua, Rocce ed Energia” promosso dalla centrale Maira spa.

A Sondrio, la centrale di Grosio in particolare è al centro di numerose iniziative di valorizzazione didattica, turistica e culturale perché, pur non presentando un particolare valore dal punto di vista architettonico, è collocata nel contesto un complesso sistema produttivo idroelettrico che caratterizza la Valtellina. Di questo fa parte anche la centrale di Grosotto che, assieme alle sue strutture, rappresenta uno dei più significativi complessi di archeologia industriale in Lombardia. Varie le iniziative di valorizzazione delle centrali dell’AEM nei percorsi turistici proposti dall’ente di gestione del Parco dello Stelvio che le riconosce come testimonianze di archeologia industriale. Numerose quindi le politiche di apertura degli impianti al pubblico: le centrali della Valtellina sono diventate una meta di visita e studio diffusa nelle scuole elementari e medie locali e lombarde.

Rilevanti sono anche i possibili ambiti di collaborazione con gli altri territori alpini. Nel corso dell’incontro di Cuneo infatti è stato evidenziato come sia possibile procedere su linee di collaborazione molteplici, che includono varie possibilità, fra cui:

identificazione di una strategia comune volta all’utilizzo della risorsa idrica ai fini di produrre energia compatibile con l’obiettivo di conservare e tutelare il patrimonio naturale alpino e di promuovere lo sviluppo locale sostenibile anche attraverso lo scambio di buone pratiche;

valorizzazione dei bacini presenti sui territori alpini. In passato i serbatoi sono stati realizzati essenzialmente per uso idroelettrico; oggi, in periodo post D.Lgs 79/99 “Bersani” (liberalizzazione del mercato elettrico), la destinazione idroelettrica si giustifica poco ed è relegata al soddisfacimento di fabbisogni idroelettrici di punta. Ne consegue che per gli invasi esistenti si potrebbero impostare studi volti a riconfigurare le regole operative, variando anche sostanzialmente la destinazione d’uso prevalente;

rendere gli invasi esistenti, così come quelli di nuova costruzione, richiamo turistico e quindi promuovere un ritorno economico per le vallate interessate;

valorizzazione dei canali irrigui come elemento paesaggistico sistemando e riqualificando particolari tratti della rete irrigua aventi connotazioni di spiccata naturalità e di pregio paesaggistico;

individuazione e condivisione di best practices a livello di impatto ambientale ai fini di lenire l’impatto idrogeologico degli impianti.

Tra gli ambiti di collaborazione tra i diversi territori alpini vi potrebbe essere anche l’obiettivo di produrre energia elettrica mediante gli acquedotti. Nella confinante Svizzera, ad esempio, le centrali idroelettriche alimentate da acqua potabile hanno una lunga tradizione; già prima che esistesse una rete pubblica, gli albergatori engadinesi avevano installato turbine nelle condotte dell’acqua per offrire ai propri ospiti la luce elettrica. Negli ultimi anni questa tendenza a sfruttare gli acquedotti per produrre energia elettrica si sta sviluppando anche in Italia, ma si può fare molto di più.

Figura 81: Funzionamento delle turbine idrauliche installate negli acquedotti. Fonte: elaborazione CCIAA alpine91

Produzione, imprese, consumi, turismo trovano connubio nei progetti in atto nelle singole aree alpine, alcuni dei quali sono rilevanti esempi di eccellenza e di tutela integrata (es. energia e sostenibilità).

Di seguito alcune Best practices emerse dall’analisi congiunta del settore:

Aosta

Progetto strategico Renerfor – Programma cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia Alcotra 2007-2013. La Regione Valle d’Aosta è stata coinvolta, in qualità di partner, con tre assessorati, l’Assessorato agricoltura e risorse naturali - Struttura Forestazione e sentieristica; l’Assessorato attività produttive - Struttura Risparmio energetico e sviluppo fonti rinnovabili e l’Assessorato opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica - Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche.

Nel settore idrico, l’obiettivo del progetto Renerfor è stato la valutazione della disponibilità della risorsa idrica a fini idroelettrici e la definizione di criteri per la realizzazione di nuovi impianti e per la razionalizzazione dello sviluppo del settore. Come risultato, è stata definita una metodologia operativa per l’individuazione dei siti aventi le caratteristiche necessarie per realizzare nuovi impianti idroelettrici compatibili con i prelievi idrici già esistenti, con i vincoli territoriali e con le normative vigenti; sono inoltre state individuate delle metodologie speditive per il controllo dei rilasci a valle delle opere di presa. Per l’individuazione dei siti più adatti a scopi idroelettrici all’interno dei bacini studio sono stati sviluppati due sottomodelli: il “Massimo potenziale idroelettrico”, che individua i siti migliori lungo l’asta torrentizia, considerando esclusivamente le portate naturali in alveo ed escludendo quindi i prelievi idrici esistenti e i possibili vincoli ambientali e territoriali presenti; il “Potenziale residuo”, che tiene conto di tutti i prelievi esistenti e dei possibili vincoli ambientali e territoriali presenti (tutela ambientale, paesaggio, aree protette e parchi, ittiofauna e archeologia). Il primo sottomodello ha una valenza teorica per meglio capire la potenzialità assoluta di un bacino, mentre il secondo ha il compito di individuare e calcolare la potenzialità idroelettrica ancora disponibile.

Per la definizione dei fattori limitanti l’uso della risorsa idrica per le specifiche esigenze di tutela paesaggistica ambientale e della fruizione turistico sportiva, sono state consultate le strutture regionali e gli enti competenti, che hanno fornito l’identificazione dei corsi d’acqua indisponibili a nuove derivazioni ed i criteri con cui questi sono stati definiti. Sono state così realizzate le carte dei vincoli specifici e la carta regionale dell’indisponibilità dei corsi d’acqua a fini idroelettrici. Come risultato dell’applicazione del modello numerico ai bacini selezionati, sono stati individuati, per ogni asta, i siti in cui è possibile posizionare uno schema di impianto idroelettrico (potenziale idroelettrico residuo).

Dall’analisi dei dati forniti dalle strutture regionali e dagli enti competenti, emerge che solo una ridotta percentuale di corsi d’acqua è considerata ancora disponibile a nuove derivazioni.

Bolzano

Contributi per la realizzazione di piccoli impianti

Sono previsti contributi provinciali per l’approvvigionamento di immobili non allacciati alla rete elettrica (quando non risulti realizzabile un allacciamento alla rete elettrica a costi proporzionati e senza difficoltà tecniche):

• 80 % per la costruzione e l’ampliamento di impianti idroelettrici per l’allacciamento elettrico di malghe e rifugi;

• 30 % per la costruzione e l’ampliamento di impianti elettrici a favore di edifici rurali, prime abitazioni, edifici aziendali.

Progetto “Sorgenti - ambienti da scoprire”

L’Agenzia provinciale per l’ambiente in collaborazione con l’ufficio Parchi naturali ha elaborato un progetto per un percorso didattico nella zona della sorgente Maite nel territorio comunale di Braies. Questo progetto intende offrire alcuni spunti di conoscenza e risvegliare la curiosità nei confronti dell’acqua come risorsa.

Cuneo

Contratto di fiume Bormida (anno 2011).

La Regione Piemonte ha stipulato o con il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare un “Accordo di Programma per la bonifica ed il recupero ambientale ed economico della Valle Bormida”, che costituisce il riferimento per l’attuazione di un programma pluriennale di interventi.

In attuazione di tale Accordo di Programma è stato successivamente sottoscritto l’Atto Integrativo che definisce gli interventi finalizzati al risanamento, al recupero ambientale ed economico del territorio della Valle Bormida; tra questi interventi si inserisce un’azione volta alla “Definizione di un piano di azione condiviso per il raggiungimento degli obiettivi di qualità stabiliti dalla Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE per il fiume Bormida e la relativa area idrografica”. Il “Contratto di fiume” ha l’obiettivo di perseguire la tutela e valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, ed in particolare:

- la riduzione dell’inquinamento delle acque

- la riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali

- l’uso sostenibile delle risorse idriche

- il riequilibrio del bilancio idrico

- la condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell’acqua

- coniugando tali azioni con la salvaguardia dal rischio idraulico

Consorzio irriguo di II° grado “Valle Gesso”: interventi funzionali finalizzati all’utilizzo irriguo dell’acqua degli invasi enel della Valle Gesso (anno 2008 - anno 2011)

La Camera di commercio di Cuneo ha concesso un contributo al Consorzio Irriguo di II° grado Valle gesso per la realizzazione di interventi necessari a rendere disponibile a fini irrigui, a favore dei propri soci, l’acqua accumulata degli invasi Enel della Valle Gesso, denominati della Piastra e del Chiotas aventi una capacità complessiva di 40.000.000 di metri cubi, utilizzando gli esistenti canali del Naviglio e Vermenagna. L’acqua così derivata servirebbe due comprensori irrigui riconosciuti dalla l.r. n. 21/99, i quali si estendono su una superficie agraria irrigata di circa 24.000 ettari da Boves a Cherasco (Comprensorio irriguo 2.2 – Destra Stura di Demonte / Comprensorio irriguo 3.1 – Valle Gesso, Valle Vermenagna, Cuneese, Bovesano).

Obiettivi del progetto:

- attuare l’uso plurimo, irriguo e idroelettrico, che fu alla base dell’autorizzazione per la realizzazione degli impianti Enel, con conseguente pieno sfruttamento delle risorse idriche disponibili;

- risolvere il problema della siccità che affligge il comprensorio agricolo interessato;

- migliorare la zootecnia locale;

- incentivare l’ammodernamento delle tecnologie irrigue, favorendo il passaggio dall’attuale sistema irriguo a scorrimento al sistema ad aspersione;

- ridurre il ricorso all’utilizzo dei pozzi, con vantaggi in termini di contenimento dei consumi energetici e di riduzione dell’inquinamento legato agli interscambi idrici tra superfici coltivate e falda freatica;

- valorizzare il territorio della destra Stura, da Boves a Cherasco mediante la realizzazione di un’opera infrastrutturale di grande valore socio-economico e di basso impatto ambientale.

Federazione provinciale coldiretti di Cuneo progetto “L’irrigazone collettiva: attivita’ informativa e di consulenza per l’uso sostenibile della risorsa idrica”(anno 2010-2011)

Obiettivo principale è stato quello di analizzare le principali problematiche connesse con la tecnica irrigua, alla luce dei cambiamenti che è possibile prevedere e che riguardano in primo luogo la limitatezza della risorsa, la necessità di una tutela quali/quantitativa e i possibili futuri cambiamenti climatici.

Le fasi del progetto hanno riguardato:

- analisi delle problematiche e raccolta di informazioni necessarie per la costituzione dello sportello informativo

- realizzazione di incontri informativi con utenti e gestori di consorzi irrigui

- analisi dei contenuti relativi all’attività di consulenza

- attività di consulenza tecnica

Progetto “La rete dei canali irrigui: studio per la mitigazione degli impatti sull’ittiofauna” (anno 2011-2012)

Negli ultimi decenni il tradizionale ruolo primario dell’agricoltura è stato affiancato da nuove funzioni che comportano accresciute responsabilità dei produttori agricoli in tema di sicurezza degli alimenti, tutela ambientale e tutela delle risorse idriche. In collaborazione con il Dipartimento Arpa di Cuneo la Federazione provinciale Coldiretti di Cuneo ha avviato uno studio per una corretta pianificazione e gestione delle risorse idriche necessarie per la conduzione dell’attività agricola provinciale conciliando da un lato la necessità di risparmio delle risorse, dall’altro quelle di mantenimento della vitalità dei corsi d’acqua in un’ottica di sostenibilità economica degli interventi. Il progetto prevede la realizzazione di una serie di linee guida per la riqualificazione dei canali agricoli.

Associazione patto per lo sviluppo: realizzazione di uno “studio sugli alvei dei corsi d’acqua cuneesi prioritari per la prevenzione alluvionale” (anno 2009)

Il progetto ha riguardato la realizzazione di uno studio sugli alvei dei corsi d’acqua cuneesi prioritari per la prevenzione alluvionale” e in particolare ha riguardato l’approfondimento su alcuni tratti fluviali, a seguito di fenomeni alluvionali registrati nel tempo: torrente Stura di Dembonte (tratto Demonte-confluenza Tanaro), Gesso (attraversamento Cuneo), Maira (tratto confluenza Grana-Mellea) e Varaita. Lo studio aveva lo scopo di evidenziare i tratti degli alvei a rischio, per pianificare eventuali interventi di manutenzione idraulica, anche mediante la rimozione di materiale litoide in eccesso.

Sondrio

Piano Bilancio Idrico (BPI) della provincia di Sondrio.

Nelle Note Tecniche di Attuazione del PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale) si definisce il PBI come strumento che concorre al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla legislazione. Viene così definito un bilancio idrico delle acque superficiali e sotterranee. Si individuano degli indici di criticità che possono offrire le opportunità di:

- creare una mappa delle criticità dei corsi d’acqua sull’ intero reticolo idrografico provinciale;

- creare una mappa delle risorse idriche non derivabili o non ulteriormente derivabili;

- venire in aiuto nelle decisioni in materia di regolamentazione delle concessioni.

Esempi di eccellenza:

1) PBI come best practice e modello “esportabile” per coinvolgimento attori sul territorio e come modello di monitoraggio in tempo reale della situazione derivazioni e analisi delle nuove domande poste in essere, considerazione degli interessi contrapposti e necessità di individuare criteri oggettivi

2) Il progetto INTERREG EcoIdro “Uso dell’acqua e salvaguardia ambientale e della biodiversità nei bacini di Adda, Mera, Poschiavino e Inn”. Ai fini del progetto viene data particolare rilevanza a: Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse ambientali; Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale. In particolare ha mirato alla salvaguardia ed al miglioramento della qualità degli ambienti acquatici; alla definizione di interventi del sistema idroelettrico al fine di incrementare la compatibilità ambientale; al miglioramento della conoscenza e della fruizione sostenibile degli ambienti acquatici, nonché al sostegno alla biodiversità legata a questi ultimi.

3) progetti per il mantenimento degli usi plurimi delle acque: obiettivo di tutela dei corsi d’acqua per pesca e non solo (attività UPS), centro ittico di Faedo come centro di riferimento regionale per specie di particolare pregio e riconoscimento CEE (temolo, trota fario mediterranea).

Progetti principali:

- EcoIdro (vedi sopra, in particolare per riqualificazione del fiume specie nelle aree fra Tirano e Sernio e conservazione delle specie di interesse genetico (Fario, Temolo);

- progetto su fiumi Masino e Spoel per far risalire il Temolo supportato da Fondazione Cariplo per 318.000 Euro (53%) e 180.000 Euro da Edipower;

- area val Pola per situazione di degrado;

- partecipazione a tavolo tecnico di controllo dei progetti di sperimentazione che le società idroelettriche portano avanti in riduzione del DMV da 10% a 6-8%;

- formazione eco didattica a centro ittico di Faedo;

- verifica del rispetto dei disciplinari di concessione (l’Art.8 contiene obblighi ittiogenici).

Verbano-Cusio-Ossola

La Regione Piemonte ha istituito i Poli di innovazione, che rappresentano uno strumento a sostegno della competitività delle imprese che favoriscono la condivisione della conoscenza tra imprese e la convergenza degli investimenti su traiettorie di sviluppo.

Tecnoparco del Lago Maggiore gestisce il Polo di Innovazione del Lago Maggiore. Il dominio tecnologico affidato al Polo è Impiantistica, Sistemi e Componentistica per le Energie Rinnovabili.

Per quanto riguarda la linea di sviluppo mini-micro idroelettrico nel 2009 sono stati finanziati due progetti:

- sviluppo di un processo innovativo di progettazione e validazione mediante computazione fluido dinamica e modellazione di turbine idroelettriche. L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un software di modellazione e certificazione

- microcentrali idroelettriche per l’applicazione su acquedotti e bassi salti, con l’obiettivo di realizzare di una turbina idroelettrica con relativa applicazione in due differenti siti localizzati nel territorio.

Sul fronte della collaborazione fra territori alpini rispetto alla tematica acqua ed energia sono stati evidenziati alcuni temi, fra i quali possiamo ricordare:

- identificazione di una strategia comune volta all’utilizzo della risorsa idrica ai fini di produrre energia compatibile con l’obiettivo di conservare e tutelare il patrimonio naturale alpino e di promuovere lo sviluppo locale sostenibile anche attraverso lo scambio di buone pratiche.

- Identificazione di una strategia comune di valorizzazione dei bacini presenti sui territori alpini consentendo un utilizzo plurimo (turistico, irrigazione, idroelettrico) degli invasi esistenti, così come quelli di nuova costruzione, promuovendo, attraverso il richiamo turistico un ritorno economico per le vallate interessate.

- Valorizzazione dei canali irrigui come elemento paesaggistico.

- Condivisione di best practices a livello di impatto ambientale ai fini di lenire l’impatto idrogeologico degli impianti.

- Produzione di energia elettrica mediante acquedotti.

- Confronto rispetto a procedure per le valutazioni e il monitoraggio di nuovi impianti.

- Confronto sul tema della remunerazione a seguito di sfruttamento idroelettrico e sull’utilizzo risorse, come pure su modelli per uso dei canoni e sovra canoni per progetti.