Data l'obbligatorietà di registrazione per le imprese al Registro delle Imprese, quest'ultimo rappresenta una vera e propria anagrafe delle imprese stesse ed è quindi lo strumento principe per fotografarne situazione ed evoluzione. Il Registro delle Imprese di Sondrio al 31 dicembre 2010 contava 16.335 imprese registrate, di cui 15.376 imprese attive.
La riduzione rispetto al 2009 è stata dello 0,89% riguardo alle imprese registrate e dello 0,7% per le imprese attive, per un valore assoluto pari a -111 imprese attive. Sono state in particolare le imprese del settore manifatturiero e agricoltura a registrare la riduzione maggiore (2%), mentre le imprese di costruzioni hanno registrato una riduzione di 0,75%, pari a 21 imprese attive (-1,21% se osserviamo le registrate). Si riducono le imprese nel settore dell'intermediazione monetaria (-1,93%). Sono cresciute invece dell'1,12% - pari a 35 unità - le attività economiche nel settore delle altre attività del terziario. Stabilità si registra invece per alberghi e attività di ristorazione e per il commercio.
Figura 3.1 - Ripartizione percentuale delle imprese registrate per ram o di attività - provincia di Sondrio 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Sondrio nel 2010 si sono iscritte 875 imprese mentre sono cessate 953 imprese per un saldo pari a -78. Rispetto al 2009, si sono avute meno iscrizioni: da 922 a 875 (-5%) ma anche meno cessazioni, da 1.064 a 953, con una riduzione del 10% rispetto all'anno precedente.
Considerando i diversi settori possiamo rilevare che tutti hanno saldo negativo, tranne l'industria manifatturiera per la quale il saldo è pari a 0. I settori con saldo più negativo degli altri sono l'agricoltura (-22), gli alberghi e ristoranti (-21), e le altre attività del terziario (-19).
La figura seguente rappresenta l'andamento di iscrizioni e cessazioni nel periodo compreso fra il 2006 ed il 2010. E' evidente la stagionalità di entrambe le serie storiche, data la tendenza per le imprese a cessare per lo più a fine anno e a effettuare nuove iscrizioni in particolare all'inizio dell'anno solare. Se vengono osservate le linee di trend, che permettono di annullare le componenti stagionali, possiamo osservare che nel 2007 c'è stato il momento in cui il trend delle cessazioni ha superato quello delle iscrizioni. Si è segnato cioè il momento in cui le cessazioni hanno cominciato a superare le iscrizioni. Possiamo osservare che il trend delle cessazioni ha subito un rallentamento nell'ultimo anno mentre quello delle iscrizioni si è mantenuto pressoché stabile: infatti, nell'ultimo semestre, le due curve di trend sono tornate ad essere molto vicine con una netta riduzione della forbice fra trend delle iscritte e delle cessate. Anche i dati trimestrali registrati rilevano una riduzione del divario fra imprese iscritte e imprese cessate.
Figura 3.2 - Andamento delle iscrizioni e delle cessazioni 2006-2010 - Registro delle Imprese CCIAA di Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stock View
Generalmente si intendono registrate tutte le imprese non cessate, ovvero quelle attive - quelle operative - ma anche quelle inattive, sospese, liquidate, fallite e con procedure concorsuali in atto. Inoltre trascorre sempre un certo periodo di tempo fra la registrazione e il vero e proprio avvio delle attività, per il passaggio cioè da impresa registrata a vera e propria impresa attiva.
Dal punto di vista delle attività economiche e di una fotografia più precisa della situazione, è opportuno focalizzarsi sulla realtà delle imprese attive.
La figura seguente, infatti, rappresenta il quadro delle imprese attive nei trimestri 2009 e 2010.
Figura 3.3 - Quadro riassuntivo delle imprese attive in provincia di Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Nota: Anche se il confronto è fatto sul IV trimestre 2009, si ricorda che a partire dal III trimestre 2009 è stata adottata la nuova classificazione ATECO 2007, per cui i confronti col passato diventano più difficoltosi.
Rispetto allo stesso periodo del 2009, le imprese attive si sono ridotte dello 0,7% per un valore assoluto pari a 111 imprese in meno. In particolare si rilevano 54 imprese in meno nel settore agricoltura e 27 in meno nel manifatturiero, mentre vi sono 35 imprese attive in più nel settore altre attività del terziario. All'interno di questa categoria, in particolare, possiamo rilevare un aumento dell'1,9% di attività nel campo immobiliare e del 2,8% per studi professionali (legali/di ingegneria e architettura), del 6% nelle attività di servizi ricomprendenti tour operator agenzie di viaggio, servizi di noleggio e agenzie di vigilanza. Aumentano invece dell'1% circa le imprese nel settore dell'informatica.
Il settore delle costruzioni segna una riduzione in linea con il valore medio registrato e pari infatti allo 0,7% (21 imprese). Il settore del terziario mostra un aumento per quanto riguarda i servizi di alloggio e ristorazione, che crescono dello 0,5% per un valore assoluto pari a 8 imprese; si riducono invece di 9 unità le imprese operanti nel commercio e di 6 unità le imprese operanti nel settore dell'intermediazione monetaria e finanziaria.
Possiamo rilevare che la riduzione di imprese attive è stata complessivamente pari a quella verificatasi nel 2009 quando si erano ridotte dello 0,72%. Pertanto, le imprese continuano a ridursi dello stesso valore anche nel 2010. Si modifica invece l'impatto di questa variazione sui singoli settori: mentre nel 2009 il settore che aveva risentito della contrazione maggiore era stato quello dell'industria manifatturiera (con una riduzione di oltre il 12%), nel 2010 è stato di -1,78%, in linea con quello registrato a livello regionale e pari a -1,5%, per l'industria manifatturiera in senso stretto[1]. Infine, anche se il confronto viene fatto nella presente relazione fra quarto trimestre 2010 e quarto trimestre 2009, ricordiamo comunque che Movimprese dal III trimestre 2009 ha adottato una nuova classificazione delle attività rendendo i confronti con i periodi precedenti più difficoltosi e disallineati.
Figura 3.4 - Variazione imprese attive per ramo di attività - provincia di Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Le imprese artigiane in provincia di Sondrio sono circa il 33% del totale delle imprese attive, percentuale che si mantiene invariata rispetto al 2009 e che è in linea con quella regionale (32%). La quota delle imprese artigiane sul totale aumenta per le imprese di costruzioni - 83%, in calo di un punto percentuale rispetto al 2009 - e per le imprese manifatturiere - 73,8% a fronte di una quota che nel 2009 era del 77%. Nel 2010 la riduzione delle imprese artigiane rispetto al 2009 è stata dell'1,44% per un valore più alto rispetto alla media registrata per il totale delle imprese e pari a 0,7%[2].
La forma giuridica delle imprese
Se andiamo a considerare, poi, la forma giuridica delle imprese in provincia di Sondrio, possiamo osservare che il 62,3% delle imprese attive è costituito da imprese individuali, senza grosse variazioni rispetto al 2009. Le società di persone rappresentano il 21,8% del totale mentre le società di capitale il 14%.
Confrontando il dato di Sondrio con quello lombardo e con quello nazionale, come già rilevato in precedenti edizioni della presente Relazione, possiamo osservare che il valore registrato a Sondrio è perfettamente in linea con quello nazionale, pari a 62,8%, mentre è superiore a quello lombardo dove le imprese individuali sono il 51,4% del totale. In Lombardia, infatti, le società di capitale sono il 26% del totale delle imprese, pari al 23,27% del totale nazionale delle società di capitale. Il dato della provincia di Sondrio, tuttavia, torna ad essere più in linea alla media delle altre province lombarde se da queste escludiamo Milano dove la concentrazione di società di capitale è maggiore ed è pari al 50% del totale delle società di capitale attive in Lombardia e - solo la provincia di Milano - all'11,6% delle società di capitale attive in Italia. Infatti, se consideriamo le imprese individuali attive nelle province lombarde senza la provincia di Milano, queste rappresentano il 57% del totale.
Figura 3.5 - Ripartizione percentuale delle imprese attive per forma giuridica - provincia di Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
E' interessante poi osservare la forma giuridica delle imprese per settore: le imprese agricole individuali a Sondrio restano il 94% del totale con un valore simile a quello registrato anche nel 2009, quando si era sottolineato come le impese di questo settore siano state storicamente caratterizzate da una ridotta strutturalità per il fatto di presentare anche una significativa presenza dopolavoristica e di hobby.
Per quanto riguarda il settore costruzioni, il 68% delle imprese è costituito da imprese individuali, con un valore in leggera riduzione rispetto al 2009.
Per le imprese manifatturiere invece l'incidenza delle imprese individuali scende al 46,3% a dimostrazione di una maggiore strutturalità.
Avendo considerato la forma giuridica, le iscrizioni e cessazioni, sembra opportuno aggiungere ora una ulteriore fotografia della realtà che permetta di chiarire meglio la situazione delle imprese registrate, attive, inattive, iscritte e cessate, come evidenziato nella figura 3.6.
Figura 3.6 - Ripartizione delle imprese per forma giuridica e status - provincia di Sondrio, IV trimestre 2010. Fonte: Telemaco - Infocamere
Inoltre, nello specifico, la figura 3.7 va a osservare le cessazioni per tipologia di impresa e per forma giuridica permettendo di distinguere le tipologie di cessazioni, così da precisarne il significato economico. Infatti, non tutte le cessazioni hanno lo stesso significato: ci sono quelle che sono dovute ad una trasformazione della società (per esempio da ditta individuale a srl) o ad un trasferimento; queste tipologie di cessazione chiaramente non incidono sull'economia locale rispetto ad una vera cessazione che implichi chiusura delle attività e licenziamento del personale.
Dato che le cessazioni si concentrano storicamente nell'ultimo periodo dell'anno, si riporta qui di seguito una tabella relativa all'ultimo trimestre (figura 3.7).
Figura 3.7 - Ripartizione delle cessazioni per forma giuridica - provincia di Sondrio, IV trimestre 2010. Fonte: Telemaco Infocamere
La figura 3.7 mostra che nel quarto trimestre 2010 ci sono state 227 cancellazioni di cui 164 per cessata attività e 27 per chiusura delle procedure di fallimento e liquidazione.
In altri 27 casi - dati dalla somma di trasferimenti e trasformazioni - la cessazione non ha comportato invece la cessazione dell'attività. Nel 66% dei casi le cessazioni riguardano imprese individuali, nel 20% società di persone e nel 12% società di capitale.
Da quest'anno poi, la Camera di Commercio di Sondrio, per estendere e rafforzare il proprio patrimonio informativo, ha deciso di raccogliere e rendere disponibili attraverso l'archivio integrato SMAIL (Sistema Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro) informazioni sulla struttura e dinamica economica della provincia, incrociando dati presenti nel Registro delle Imprese con dati INPS, grazie alla collaborazione con il Gruppo Clas.
Utilizzando SMAIL, che fotografa la realtà in un determinato momento, possiamo intanto osservare un altro elemento interessante che è quello del numero di addetti per settore di attività economica e per forma giuridica dell'impresa.
Al 31 dicembre 2009 la situazione su questo fronte era la seguente: un totale di 58.170 addetti, di cui il 37,2% nel terziario, il 25% nell'industria, il 17,6% nel commercio, il 13,5% nelle costruzioni e il 6,8% in agricoltura.
Dal punto di vista della forma giuridica, il 25,3% degli addetti lavora in società a responsabilità limitata, il 24,6% in imprese individuali. Le società azionarie raccolgono il 17% degli addetti mentre le cooperative quasi l'8%.
Se osserviamo la variazione dell'occupazione negli ultimi tre anni, dal dicembre 2007 al dicembre 2009, possiamo rilevare che c'è stata una sostanziale stabilità con un lieve incremento costante dell'occupazione, dello 0,4% fra 2007 e 2008 e dello 0,3% fra 2008 e 2009, per un incremento dello 0,78% 2009/2007.
Le imprese femminili
Le imprese femminili rappresentano una quota significativa delle imprese valtellinesi pari al 26% del totale delle imprese, con una quota che si mantiene costante nel 2009 e nel 2010.
Figura 3.8 - Imprese femminili attive in provincia di Sondrio - 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Una fotografia delle imprese femminili può essere fornita osservando la tabella qui sopra secondo cui prevale l'agricoltura (con una leggera riduzione; era il 42% nel 2009, ora è il 41%). Quota significativa anche per alberghi e ristorazione (34% del totale degli alberghi e ristoranti), seguita a breve distanza da commercio e altre attività del terziario (29% ciascuna rispetto al totale). L'industria manifatturiera rappresenta il 14% come nel 2009 e le costruzioni il 4,7%. Per quanto riguarda i settori è già stato rilevato come la forte componente agricola femminile in provincia si spieghi per la struttura storica del settore che è andato incontro a diverse evoluzioni, ma che ha sempre mostrato una preminenza nell'intestazione alla componente femminile data anche la tipologia di attività svolta in forma dopolavoristica.
Figura 3.9 - Ripartizione imprese femminili per settore - provincia di Sondrio, variazione 2009/2010. Fonte: elaborazione CCIAA di Sondrio su dati Stockview
Si può osservare una certa stabilità nei diversi settori, con una riduzione complessiva delle imprese femminili pari allo 0,7%. Se osserviamo la forma giuridica oltre l'80% delle imprese femminili è impresa individuale.
A fine 2010 vengono rilevate 7.754 figure femminili all'interno delle banca dati Persone di Stock View, con una riduzione dello 0,3% rispetto al 2009.
Figura 3.10 - Variazione imprese femminili 2010/2009 Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Se consideriamo poi la situazione in merito alle figure femminili presenti all'interno della banca dati SMAIL (Sistema Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro) a dicembre 2009 erano presenti 5.555 imprenditrici, per lo più attive nel campo del commercio, servizi di alloggio e ristorazione e attività legate all'agricoltura, caccia e pesca.
Figura 3.11 - Ripartizione imprenditrici per settore - provincia di Sondrio, dicembre 2009. Fonte: elaborazione CCIAA di Sondrio su dati SMAIL Sondrio
Gli imprenditori stranieri
Da uno studio effettuato dalla Fondazione Leone Moressa per lo Studio e la Valorizzazione delle piccole imprese, sulla base di dati Infocamere, è emerso che nonostante la difficile congiuntura a livello lombardo la presenza dell'imprenditoria straniera ha registrato un incremento nel 2010. La regione Lombardia registra la presenza di 131.803 imprenditori stranieri, pari a quasi il 21% del dato nazionale.
La situazione a livello provinciale risulta invece ben più articolata, con significative variazioni. Milano rappresenta la realtà dove l'imprenditoria straniera è più presente, il 9,2% del totale. Spostandoci poi a considerare la situazione di Sondrio, possiamo osservare che nel 2010 si registra una variazione di -1,3% imprenditori italiani (-327 unità), mentre si registra un aumento del 3,9% per gli imprenditori stranieri (+42 unità).
Andando a scorporare il dato, possiamo osservare che l'aumento è del 5,9% per imprenditori extra UE, con una riduzione invece di quelli di origine comunitaria pari al 2,2%. Considerando il dettaglio dei settori possiamo notare come è soprattutto nei trasporti e nelle costruzioni che si rileva un aumento.
Figura 3.12 - Provenienza imprenditori stranieri - Sondrio 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Osservando la figura 3.12 possiamo rilevare che rispetto al 2009 si registra una leggera riduzione - dell'1,08% - pari a un valore assoluto di 292. Questa riduzione è data soprattutto da una riduzione di imprenditori italiani (da 25.779 nel 2009 a 25.452 nel 2010) a fronte di un aumento invece di imprenditori stranieri, di origine extracomunitaria: i titolari di provenienza extracomunitaria, passano da 491 a 516 titolari (+5%), portando quindi a 25 nuove imprese con titolare extracomunitario; il valore complessivo passa invece da 889 a 935 (+46 v.a., +5,17%).
Aumentano quindi anche a Sondrio le imprese con titolare straniero, nonostante la ancora difficile ed incerta congiuntura economica.
Se andiamo ad osservare i principali Paesi di provenienza, possiamo osservare che in provincia sono molto pochi gli imprenditori di origine comunitaria, con un valore che rimane sostanzialmente stabile fra 2009 e 2010. Per quanto riguarda la provenienza degli imprenditori possiamo osservare la seguente tabella, secondo cui il Paese meglio rappresentato è la Svizzera, sia per motivi di vicinanza geografica sia culturale e storica; molto bassa invece la presenza di persone provenienti da altri Paesi industrializzati, con interrogativi sulla capacità di attrazione del nostro territorio. Aumentano gli imprenditori provenienti dal Marocco e dalla Cina.
Figura 3.13 - Provenienza degli imprenditori - principali Paesi stranieri rappresentati. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su banca dati Persone, Stock View
Ricordiamo che gli stranieri residenti in provincia di Sondrio al 31/12/2009 erano il 4,28% della popolazione, a fronte di una media per il Nord Est pari al 9,76% della popolazione, per il Nord Ovest all'9,25% e di fatto non molto superiore al dato relativo al Sud-isole dove il dato medio per gli stranieri residenti era pari al 2,66% della popolazione.
Imprenditori per classe di età
Attraverso SMAIL (Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro)[3], il sistema informativo della CCIAA di Sondrio che come dicevamo sopra raccoglie i dati statistici sulle imprese, sulle unità locali e sui relativi addetti in provincia, è possibile tracciare anche un quadro della situazione relativa alla classificazione degli imprenditori per classe d'età, incrociando i dati INPS con quelli del Registro delle Imprese[4]. La figura 3.14 mostra come la prevalenza degli imprenditori si collochi nella classe dai 35 ai 54 anni. Gli imprenditori più giovani, al di sotto dei 34 anni, sono pochi, il 17% del totale. Di questi 17%, il 22% sono nelle costruzioni, il 21% nel commercio; seguono le attività di alloggio e ristorazione (14,5%) e l'agricoltura (10%).
Figura 3.14 - Ripartizione imprenditori per classe di età. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL (2009)
La situazione nelle Comunità Montane
Come evidenziato già nel quadro riassuntivo di introduzione alla presente Relazione, dal punto di vista della localizzazione d'impresa nei vari mandamenti, osserviamo che il totale più elevato di imprese attive è a Sondrio, pari al 30,5% delle imprese, seguito da Morbegno (24,6%) e poi da Tirano (17,2%) e Alta Valtellina (16,2%) e infine dalla Valchiavenna (11,2%).
Dal punto di vista della natimortalità, possiamo osservare che il mandamento che nel 2010 segna la maggior riduzione nelle imprese attive è quello di Tirano, per una riduzione pari al 2% del totale delle imprese, mentre il mandamento che risente meno in questo senso risulta essere quello dell'Alta Valtellina dove il totale delle imprese registra un leggero incremento, pari allo 0,3% circa. I mandamenti più grandi, Sondrio e Morbegno segnano variazioni limitate:
-0,26% Morbegno e -0,6% Sondrio.
Spostando il punto di osservazione alla forma giuridica delle imprese, possiamo rilevare che le società di capitali rimangono concentrate a Sondrio (37% del totale), dove si ha anche la maggior concentrazione delle società di persone (31%). Le società di capitale poi sono presenti per il 26% a Morbegno e per il 16% in Alta Valtellina. I mandamenti di Tirano e della Valchiavenna presentano invece una forte concentrazione di imprese individuali. A Tirano, vista anche la forte specializzazione agricola, si ha il 18% del totale delle imprese individuali a livello provinciale. Si nota anche che quasi il 67% delle imprese attive nel mandamento è impresa individuale.
Dal punto di vista della specializzazione, infatti, nel mandamento di Tirano si concentrano appunto le attività agricole, a Bormio, oltre ad alloggio e ristorazione anche il commercio, strettamente connesso al turismo, mentre a Sondrio sono concentrate le attività di carattere finanziario e gli studi professionali e a Morbegno le attività di natura manifatturiera.
Le aree di mandamento più dinamiche sono quelle di Sondrio e Morbegno dove si registra il maggior numero di iscrizioni, ma anche di cancellazioni (55 iscrizioni e 55 cessazioni a Morbegno, 51 iscrizioni e 90 cessazioni a Sondrio nel IV trimestre 2010).
Per quanto riguarda la variazione per settore nei vari mandamenti possiamo osservare che le attività agricole si riducono soprattutto nel mandamento di Tirano, -3,75% mentre aumentano sensibilmente in Valchiavenna, +2,65%; Tirano è il mandamento dove anche le attività manifatturiere si riducono di più, -3,32%. Se guardiamo alle costruzioni invece, il mandamento che risente di più della contrazione delle attività legate alle costruzioni sembra essere quello della Valchiavenna che registra una riduzione pari a quasi il 5% delle imprese di costruzioni attive.
Nel commercio "tiene" soprattutto la zona di Morbegno dove le aziende attive operanti nel settore aumentano dell'1% circa mentre nelle altre zone si mantiene una certa stabilità, solo con una riduzione leggera (1,6%) in Alta Valtellina. Per le altre attività del terziario sembra interessante rilevare un aumento del 5% nel settore dei trasporti nella zona di Tirano a fronte di dati di assoluta stabilità o di riduzione negli altri (la riduzione più forte è dell'8% in Valchiavenna, seguita da una del 2,9% a Morbegno). Rileviamo poi ancora come aumentino le attività legate a sanità e assistenza sociale. L'aumento complessivo è dell'8%: se osserviamo la situazione dei vari mandamenti osserviamo che le aziende operanti in questa area di attività aumentano soprattutto a Morbegno (+13%) e a Tirano (+10%).
Figura 3.15 - Forma giuridica delle imprese per comunità montana. Fonte elaborazione CCIAA Sondrio su dati StockView
La dimensione delle imprese
Un altro dato importante per fotografare la struttura imprenditoriale è quello che deriva dalla dimensione delle imprese dal punto di vista occupazionale e quindi legato al numero degli addetti. La banca dati SMAIL ci offre un contributo importante in questo senso perché ci permette di vedere quanti siano addetti ed unità locali dal 2007 al 2009, per poter così vedere anche le variazioni nel tempo.
Dai dati di SMAIL possiamo osservare che segnano una riduzione di addetti le unità locali operanti nei settori delle costruzioni, intorno al 5%, e delle attività immobiliari, pari sempre al 5%. Aumentano in modo significativo gli addetti ad attività legate all'istruzione (+17%), alle attività di alloggio e ristorazione (+11%)[5] e a sanità e assistenza sociale, quasi del 10%.
Figura 3.16 - Ripartizione percentuale degli addetti e delle unità locali - anno 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL
Dalla figura qui sopra possiamo osservare come sia il commercio il settore con il maggior numero di unità locali, quasi pari a una su quattro, seguita ad una certa distanza da costruzioni e agricoltura, pari entrambe al 16%. Le attività manifatturiere sono relative a poco più del 10% delle unità locali presenti in provincia. Dal punto di vista del numero degli addetti, possiamo osservare che è il manifatturiero ad assorbire il grosso degli addetti, pari a circa il 23% del totale. Seguono poi il commercio, con il 17,8% degli addetti, le attività di alloggio e ristorazione che impiegano quasi il 15% del totale degli addetti, e subito dopo le costruzioni con il 13%. Anche da questa analisi viene riconfermato il ruolo primario rivestito dal settore terziario, ivi ricompresi commercio, servizi e turismo nella nostra provincia.
Per osservare la dinamica degli ultimi anni per le unità locali proponiamo anche la tabella seguente che evidenzia come le maggiori riduzioni di unità locali siano state nell'agricoltura (-6%) e nelle industrie dei minerali non metalliferi (-5%). Maggior aumento (+3,6%) si registra per il settore di alberghi e ristoranti.
Figura 3.17 - Unità locali per settore di attività e classe dimensionale - Dicembre 2007-2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL
I riferimenti nello Statuto Comunitario e qualche confronto con le province alpine
Un confronto con le altre province alpine oggetto d'indagine non può prescindere da uno sguardo alla fotografia delle attività economiche e alla loro evoluzione negli ultimi anni. Sondrio offre una realtà dalle attività molto diversificate con una prevalenza delle attività legate a commercio e altre attività del terziario, ma con un ruolo importante per agricoltura costruzioni e manifatturiero. Insieme, comunque, commercio, turismo e altre attività del terziario costituiscono oltre il 50% delle attività economiche attive in provincia.
Anche le altre province alpine con cui il quadro dello Statuto Comunitario porta a confrontarci mostrano una economia diversificata.
In termini di numerosità di imprese attive, le province autonome di Trento e Bolzano mostrano una preminenza agricola, superiore al 30% per Bolzano e oltre al 25% per Trento. Tutte hanno una forte componente legata al turismo che rappresenta una quota compresa fra il 10% e il 13% del totale delle imprese attive nelle singole province. Le attività legate al commercio prevalgono a Verbania e a Belluno, dove sono pari rispettivamente al 25% e al 23,7% del totale, mentre sono più basse a Trento e a Bolzano, per una quota pari al 15-17% del totale.
Gli artigiani, come già evidenziato, rappresentano una componente significativa in tutte le economie e una risorsa per il territorio stesso. Specifici confronti sulle performance e caratteristiche dei diversi comparti saranno effettuati alla fine dei singoli capitoli. In questa sede, invece ci interessa rilevare che, osservando la variazione nelle imprese attive fra il 2009 e il 2010, la provincia di Sondrio, che pure ha mostrato una contrazione modesta, pari allo 0,7% del totale, è quella che ha avuto la riduzione maggiore di imprese attive. A Verbania la riduzione di imprese attive è stata dello 0,38%, ad Aosta dello 0,25%, a Trento dello 0,18%. A Belluno le imprese attive sono rimaste quasi immutate (variazione dello 0,03% pari a 4 imprese attive in meno) a Bolzano le imprese attive nel 2010 sono invece cresciute dello 0,7%, pari a circa 160 imprese attive in più rispetto al 2009.
Considerando la presenza straniera sul territorio, osserviamo che la quota di stranieri residenti a Sondrio è ben più bassa di quella registrata in tutte le altre province alpine dove si passa dal 5,15% di stranieri a Verbania, al 5,9% a Aosta e a Belluno, al 7,3% a Bolzano fino ad arrivare all'8,19% di Trento.
Considerando invece la quota di imprenditori stranieri rispetto al totale degli imprenditori, possiamo rilevare che a Bolzano gli imprenditori stranieri sono il 7,2%, e la stessa quota sul totale si registra a Belluno, a Trento gli stranieri imprenditori sono il 5,4% del totale, a Verbania il 5,2%, ad Aosta il 4,6% circa mentre a Sondrio il 4,1% del totale degli imprenditori. Per quanto riguarda i settori di attività, nelle diverse province gli imprenditori stranieri sono comunque particolarmente impegnati nelle attività legate alle costruzioni e al commercio.
E' chiaro che la dinamica legata alla presenza di stranieri si lega a quella dell'attrattività del territorio locale e - a seconda della provenienza, delle esperienze e della professionalità - alla capacità di attrazione del capitale umano percepita[6].
Per quanto riguarda invece l'imprenditoria femminile, possiamo osservare che Sondrio ha la quota maggiore di imprese femminili, il 26% del totale delle imprese, subito seguita da Aosta (25%), Verbania (23%), Belluno (22%). Seguono poi Bolzano e Trento dove la concentrazione di imprese femminili si riduce leggermente ed è rispettivamente il 21% a Bolzano e il 19% a Trento. I settori che vedono una maggior presenza femminile sono, in tutte le province, il commercio e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione.