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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2010

CAPITOLO 4

Energia e materie prime

statuto

Quadro di riferimento

Come osservato nel secondo capitolo, nel corso del 2010 i prezzi del petrolio (figura 4.3) e delle materie prime (figura 4.4) hanno ripreso a salire in modo significativo. Nel corso del 2010 il prezzo del petrolio è salito del 27,8% recuperando gran parte del calo registrato nel 2009 (-36,3%) mentre le materie prime non energetiche sono cresciute nel complesso del 23% (contro un calo del 18,7% nel 2009).

Se andiamo a confrontare a livello internazionale l'andamento della produzione industriale con il prezzo del petrolio, come già rilevato lo scorso anno nel periodo 2008-2009, con il calo della produzione industriale anche il petrolio aveva avuto una brusca riduzione. Possiamo osservare come di fatto dal 2009 già il prezzo del petrolio sia andato a crescere come è andata sostanzialmente aumentando anche la produzione industriale. In particolare, da maggio 2010 sia il petrolio sia la produzione industriale hanno segnato un aumento continuo.

Figura 4.1 - Confronto andamento produzione industriale e prezzo del petrolio. Fonte: Wall Street Journal

4.1

 

Un andamento analogo si rileva anche per tutte le altre materie prime, come si può osservare nella figura seguente e come verrà evidenziato più in dettaglio nel prosieguo di questo capitolo. La curva arancione misura la produzione industriale mentre quella azzurra l'indice relativo al prezzo delle materie prime, in continuo aumento dalla metà del 2010.

Figura 4.2 - Confronto andamento produzione industriale e prezzo delle materie prime. Fonte: Wall Street Journal

4.2

 

Questa ripresa dei prezzi delle materie prime, come è già stato rilevato nel capitolo 2, ha alimentato diversi timori di tensioni inflazionistiche; l'inflazione al consumo nei Paesi avanzati risente infatti dall'autunno dei rincari delle materie di base, alimentati soprattutto dalla domanda crescente che proviene dalle economie emergenti, anche se la stessa domanda è frenata dagli ampi margini di capacità inutilizzata, per cui al netto delle componenti energetiche le variazioni dei prezzi restano ancora modeste[1].

Lo scenario macroeconomico, come sottolinea la stessa Banca d'Italia e come già menzionato nel capitolo 2, risulta caratterizzato da una grande incertezza, per il fatto che esistono rischi di inflazione al rialzo anche per aumenti nelle quotazioni in Euro delle materie prime[2].

Possiamo ora spostarci ad osservare nel dettaglio l'andamento di petrolio e materie prime.

Figura 4.3 - Andamento del prezzo del petrolio sui mercati internazionali (prezzo in USD). Fonte: FT.com

4.3

 

Il grafico mostra come il prezzo del petrolio (Brent Crude Oil) abbia ripreso a salire da maggio 2010 e che a febbraio 2011 venga negoziato a oltre 95$ il barile. Con la crisi in Libia poi il prezzo del petrolio ha avuto un ulteriore rincaro del 10% nell'ultima settimana di febbraio; gli osservatori internazionali, in particolare The Economist, sottolineano diverse ragioni di preoccupazione visti i disordini e le violenze in corso nel Nord Africa per la possibilità di un nuovo shock petrolifero; anche solo il rischio di una situazione simile crea già preoccupazione di per sé per problemi legati ad esempio all'incremento dell'inflazione[3].

Se osserviamo le altre materie prime nel loro complesso sui mercati internazionali attraverso l'indice Dow Jones - UBS Commodity Index (figura 4.4), notiamo come da giugno 2010 l'indice abbia iniziato una crescita continua arrivando a oltre quota 160 per la prima volta da ottobre 2008.

Anche a livello locale, sulla base dell'indagine congiunturale svolta dalle Camere di Commercio della Lombardia che vanno ad osservare come queste dinamiche si manifestino a livello territoriale, si è osservato che le imprese lombarde hanno subito un aumento medio dei prezzi delle materie prime pari all'8,4% (media annua).

Figura 4.4 - Andamento dell'indice DJ-UBSCI sui mercati internazionali. Fonte: FT.com

4.4

 

La figura qui sotto, poi, mostra l'andamento del prezzo del rame, esemplificativo dell'andamento del prezzo dei metalli con un aumento del 24% fra maggio e settembre e in crescita continua da maggio del 2010.

Figura 4.5 - Andamento del prezzo del rame. Fonte: FT.com

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Non soltanto le commodities legate a energia e metalli sono aumentate, ma anche quelle agricole - alimentari.

Riportiamo qui sotto l'andamento del prezzo del grano che è andato crescendo di oltre il 60% da febbraio 2010 a febbraio 2011. La figura confronta l'andamento del prezzo del grano con quello dell'indice Ftse 100 della Borsa di Londra che racchiudendo le 100 imprese più capitalizzate dà un'idea più che veritiera dell'andamento complessivo dell'economia. Per febbraio 2011 la FAO ha registrato un record per i prezzi degli alimentari, con il rialzo maggiore dal 1990[4].

Figura 4.6 - Andamento del prezzo del grano. Fonte: FT.com

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Di fatto l'inflazione, come accennato sopra, fa di nuovo capolino, per ora in particolar modo nei Paesi emergenti. La situazione è delicata: da agosto a febbraio 2011 la Banca centrale Cinese si è trovata a dover intervenire innalzando il coefficiente di riserva al 18,5%[5]. E ci sono rischi per tutti legati alla possibilità di inflazione importata e di strozzare la debole ripresa avviata se per contenere l'inflazione verranno adottate politiche che andranno a rialzare i tassi d'interesse[6]. L'attenzione quindi sul fronte dell'inflazione e delle politiche per tenerla sotto controllo è molto alta. Non solo nei Paesi emergenti, dove l'inflazione ha raggiunto il 10% in India, il 5,7% in Brasile e il 4,6% in Cina, ma anche in quelli avanzati. Infatti, nella zona Euro l'inflazione che era il 2,2% in dicembre 2010 è arrivata al 2,4% in gennaio 2011; in Gran Bretagna ha superato il target del 2% da dicembre 2009, si è assestata al 3,7% in dicembre 2010 e le attese della Banca d'Inghilterra sono di un aumento che porterà al 4-5% nei prossimi mesi. Anche in America, dove è arrivata ai minimi storici, segna una ripresa e ha segnato l'1,5% alla fine del 2010[7].

Diversi osservatori rilevano che in parte questa crescita dei prezzi è riconducibile a spinte speculative, ma è dovuta anche alla crescita dei Paesi emergenti. Ed è indubbio che rimangano delle questioni aperte legate a quanto questa crescita possa alimentare fenomeni inflazionistici e quanto possa incidere sullo stesso processo di crescita[8].

Figura 4.7 - Andamento dei prezzi - variazioni % sull'anno. Fonte: The Economist

4.7

 

La situazione in provincia di Sondrio

Nell'ambito dell'attività dell'Osservatorio Economico, e nel quadro dell'implementazione progressiva del sistema di monitoraggio prefigurato dallo Statuto Comunitario per la Valtellina, si sono integrati dati quantitativi con informazioni di carattere qualitativo. Considerando l'interesse del tema dei rialzo dei prezzi delle materie prime sono quindi stati realizzati due workshop tematici presso l'Unione Artigiani e l'Unione Industriali e raccolte testimonianze e percezioni attraverso un'indagine sul campo, con l'obiettivo di raccogliere esperienze e punti di vista che potessero completare il quadro di dati disponibile sul tema.

Il tema in provincia è apparso sulla stampa ed è stato segnalato dalle imprese come questione di preoccupazione. Sondrio, come si può osservare più in dettaglio nel capitolo sul commercio estero[9], rispetto al quadro lombardo, risulta essere ancora fanalino di coda; le principali materie prime importate sono proprio fra quelle che hanno avuto rialzi maggiori: la carne, i metalli e i macchinari. Inoltre, sembra opportuno ricordare che il prezzo delle materie prime energetiche e del petrolio in particolare non ha una valenza esclusiva al mercato dell'energia ma anche per i derivati del petrolio, che includono molti prodotti chimici che si rifanno all'industria della gomma e della plastica, avendo effetto anche, ad esempio, sul settore dell'agricoltura dove l'impatto è dato dalla presenza di fertilizzanti e altri prodotti di origine chimica, per cui la dipendenza potrebbe essere limitata solo attraverso innovazioni di processo legate all'utilizzo di combustibili non di origine fossile.

Le aziende si trovano a dover fronteggiare una situazione difficile che le ha messe di fronte alla necessità di considerare e intraprendere una combinazione di azioni per cercare di controbilanciare l'aumento del costo delle materie prime che di per sé rischia di schiacciare i loro margini di profitto. Le azioni adottate variano a seconda del settore e della tipologia di prodotto e dell'incidenza della materia prima nel prodotto rispetto al resto della lavorazione. Le azioni possibili vanno quindi da una riduzione dei costi di gestione su altri fronti, ad un aumento dei prezzi dei prodotti finiti, ad una ridiscussione parziale dei contratti, a operazioni di innovazione di processo proprio per ottenere lo stesso risultato a costo minore così da "assorbire" il costo maggiore delle materie prime. Giudicato interessante dalle imprese e tema da sviluppare quale azione di crescita legata al tema critico dell'aggregazione e della collaborazione che in un contesto globale come quello di oggi è sempre più strategico, è il tema legato alla costituzione di gruppi d'acquisto che potrebbero permettere, per determinati settori, di spuntare prezzi più bassi e di limitare l'incidenza dei costi di trasporto, per quanto si tratti di soluzioni più o meno ipotizzabili a seconda dei settori e delle caratteristiche della struttura distributiva e di approvvigionamento delle materie prime stesse.

Andando nello specifico, nell'ambito dell'indagine condotta direttamente dalla CCIAA presso le imprese industriali[10], si conferma una situazione diversificata per settore ma comune in alcuni aspetti chiave. Uno di questi è riscontrabile nel fatto che il sopracitato aumento delle materie prime ha causato forti incrementi nel prezzo del prodotto finale. Infatti, analizzando i dati[11], possiamo notare come il 58% del campione riscontri un aumento del prezzo finale dovuto ai rincari sulle materie prime che oscilla in una fascia che va dal 10% al 30%. In quest'ottica, è utile sottolineare che ci sono imprese che risentono del prezzo della materia prima meno direttamente di altre perché hanno stipulato contratti annuali con una fascia di prezzo d'acquisto (range) all'interno della quale si va a collocare l'eventuale variazione effettivamente verificatasi ed altre aziende che stipulano invece contratti dove si richiede specificamente di quantificare, ad esempio, la componente petrolio.

Altre imprese, nel settore degli alimentari in particolare, hanno risentito dell'aumento dei prezzi così come imposti dalla GDO: la risposta è stata di procedere ad investimenti in tecnologia per migliorare ed aumentare la produttività riducendo in parte i costi. In questo senso, e ricordando che per questa domanda era possibile dare più di una risposta, in una diversificazione di azioni adottate anche in contemporanea, si può rilevare che l'innovazione di processo risulta essere la strategia più utilizzata per controbilanciare l'aumento del costo delle materie prime (Figura 4.8a).

Figura 4.8a - Risposte alla domanda: Quali azioni avete previsto per controbilanciare l'aumento del costo delle materie prime/prodotti intermedi? Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Unione Industriali

4.8a

 

Ciò può essere dovuto al fatto che, sempre nel settore alimentare, in certi casi la materia prima incide fino all'80%, e l'aumento del prezzo viene necessariamente ribaltato sui consumatori. Sempre nel settore alimentare è poi emersa la volontà di proporre e procedere concretamente alla realizzazione di una centrale d'acquisto o comunque di gruppi d'acquisto per trattare merci a condizioni più vantaggiose, condividendo alcuni costi fissi (ad esempio quello sui trasporti). In altri casi, in particolare nel settore edilizio, il costo delle materie prime che aumenta non si è tradotto direttamente in una revisione del prezzo delle opere pubbliche, ma nel fatto che si possono determinare più facilmente dei ritardi nei pagamenti.

Pertanto, l'innovazione di processo, lo sfruttamento di innovazioni tecnologiche e l'aggregazione rappresentano una strategia adottata da diverse imprese con l'obiettivo di aumentare la produttività. L'aggregazione, intesa come agire insieme per fare massa critica, diventa importante. Riguardo a ciò abbiamo osservato una generale disponibilità delle imprese industriali a sperimentare appunto soluzioni insieme, in particolare per l'acquisto di materie prime e per i trasporti (Figura 4.8b).

Figura 4.8b - Risposte alla domanda: Per quali azioni sareste disposti a considerare soluzioni in aggregazione? Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Unione Industriali

4.8b

 

Considerando poi l'indagine svolta dalla CCIAA di Sondrio presso le imprese artigiane[12], per il 60% delle imprese[13], circa il 20% del totale delle materie prime utilizzate viene importato, secondo una tendenza che si è mantenuta stabile per oltre la metà delle imprese negli ultimi tre anni.

Tutte le imprese intervistate hanno percepito in modo rilevante un aumento nel costo delle materie prime secondo range comunque molto diversificati, così come diversificato è il peso che il costo delle materie prime ha sulla formazione del prezzo finale del prodotto: a seconda del settore e della tipologia di lavorazione, si passa dal 5% al 40-50% di incidenza del costo delle materie prime sul prezzo finale.

Possiamo osservare poi che dalle imprese intervistate risulta che siano diversificate le azioni intraprese per controbilanciare gli aumenti nel costo delle materie prime; considerando che per questo aspetto è stato possibile fornire più di una risposta, il 36% delle imprese ha messo in conto una riduzione dei margini di profitto, il 22% un aumento dei prezzi dei prodotti finiti, mentre il 16% ha previsto di adottare o ha già adottato azioni volte ad innovazioni di processo che permettano di migliorare la produzione e di mantenere il saggio di profitto.

Figura 4.9a - Risposte alla domanda: Quali azioni avete previsto per controbilanciare l'aumento del costo delle materie prime/prodotti intermedi? Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Unione Artigiani

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Abbiamo già evidenziato quanto il tema dell'aggregazione sia critico e in quest'ottica è positivo rilevare una buona disponibilità a sperimentare azioni in aggregazione: infatti l'80% delle imprese artigiane intervistate si dichiara interessata ad azioni in questo senso.

Per queste imprese, poi, le attività per cui l'opzione di ragionare in aggregazione potrebbe essere interessante e da valutare sono riassunte nella figura seguente.

Figura 4.9b - Risposte alla domanda: Per quali azioni sareste disposti a considerare soluzioni in aggregazione? Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Unione Artigiani

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Considerando che anche per questa domanda era possibile più di una risposta, possiamo osservare che nel 40% dei casi l'interesse è per la costituzione di gruppi di acquisto per l'approvvigionamento di materie prime. Quasi nel 30% dei casi poi si registra un'importante apertura verso la sperimentazione e lo studio di processi innovativi volti a ottimizzare l'operato delle imprese per renderle più competitive, riducendone anche costi di gestione. In questo senso, quindi, si evidenzia anche un collegamento con la presenza e l'attività del Polo dell'Innovazione che si propone proprio di favorire i processi di innovazione presso le piccole e medie imprese della provincia e di metterle in rete in questo percorso.

Facendo riferimento poi, in questo contesto, ad un'indagine effettuata da Confindustria Sondrio specificamente su venti imprese del settore alimentare, possiamo riportare il risultato complessivo secondo cui nel settore alimentare l'aumento dei costi delle materie prime incide e blocca l'aumento dei profitti. Infatti, il quadro dei profitti legati ai margini, è diminuito nel 2010 per il 45% delle imprese ed è prevista in ulteriore calo nel 2011 per quasi un terzo delle aziende intervistate. Una delle cause principali di questo fenomeno viene individuata proprio nell'aumento dei prezzi delle materie prime, rilevato dal 74% delle imprese e trasversale a tutte le filiere produttive[14].

 

I consumi di energia

Andando ad osservare la situazione dei consumi energetici in provincia di Sondrio possiamo appoggiarci ai dati resi disponibili da Terna Spa e relativi al 2009.

Figura 4.10 - Consumi elettrici in provincia di Sondrio e in Lombardia. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Terna Spa

4.10

 

La figura 4.10 mostra la fotografia della situazione dei consumi elettrici a Sondrio e in regione Lombardia ripartiti per settore. Possiamo notare la preminenza dei consumi industriali in regione rispetto a Sondrio, dove invece prevalgono i consumi legati al terziario - area in cui trova collocazione anche l'insieme dei consumi legati al turismo, alberghi, impianti etc.

Rispetto al 2008, Sondrio registra una riduzione complessiva dei consumi elettrici pari al 3,7%. In particolare si registra una riduzione dei consumi elettrici fra 2008 e 2009 pari al 10,4% nell'industria. Senza considerare i consumi mensili e i periodi di riduzione dei consumi stagionali legati ai periodi di inattività estivi, possiamo affermare che i consumi industriali si sono ridotti in corrispondenza dei primi effetti della crisi sull'economia reale come era stato osservato nel quadro di riferimento della precedente edizione della relazione annuale sull'andamento economico. Invece sono rimasti pressoché stabili i consumi energetici legati all'uso domestico (+0,5%), mentre si è registrato un aumento (+2,87%) per i consumi nel terziario e per quelli nell'agricoltura (+3,96%). Questo può essere spiegato per il fatto che il settore agricolo si caratterizza per essere comunque un settore anticiclico che quindi ha risentito meno dell'impatto della crisi, mentre il commercio aveva già risentito della crisi, ma il turismo aveva avuto nel 2009 una performance migliore.

Se dai dati di consumo osserviamo come è variato il fabbisogno energetico negli anni dal 2000 al 2009, notiamo che l'aumento è stato continuo fino al 2002 per poi scendere e risalire di nuovo fino all'inizio della crisi.

Figura 4.11 - Il fabbisogno di energia elettrica per settore di attività in provincia di Sondrio - anni 2000-2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Terna Spa

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La figura 4.11 rappresenta come il fabbisogno elettrico sia andato ad aumentare dal calo registrato nel 2002 fino al 2007 e poi abbia segnato una riduzione in corrispondenza dell'avvio della crisi e dei primi segni che si sono fatti sentire anche sull'economia reale.

Figura 4.12 - Il fabbisogno di energia elettrica per settore di attività in provincia di Sondrio - anni 2000-2009 in termini relativi. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Terna Spa

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La figura 4.12 rappresenta il fabbisogno elettrico in termini relativi e mostra come negli ultimi dieci anni sia andata diminuendo la quota dell'industria, con una riduzione più marcata nel 2008 e che è continuata in maniera ancora più forte anche nel 2009. E' andata aumentando invece la quota relativa al terziario, mentre si è relativamente ridotto il peso del consumo domestico, anche grazie alla presenza della rete del metano (figura 4.13, dato di Sondrio - linea viola continua - dal 2007 in linea con quello medio nazionale - linea grigia continua) e all'impianto di teleriscaldamento in alcune zone, che permettono di limitare i consumi per riscaldamento e produzione di acqua calda ad uso residenziale.

Figura 4.13 - Consumi di metano ad uso domestico e per riscaldamento per i comuni capoluogo di provincia (metri cubi per abitante). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT, osservatorio ambientale delle città

4.13

 

La figura 4.14 mostra invece le principali componenti industriali dei consumi di energia elettrica in provincia di Sondrio in termini relativi 2008-2009 e come la ripartizione è variata nel periodo più buio della crisi.

Figura 4.14 - Le principali componenti industriali dei consumi di energia elettrica in provincia di Sondrio. Fonte: Elaborazione CCIAA Sondrio su dati Terna Spa

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Il grafico evidenzia come il quadro sia rimasto sostanzialmente stabile con le seguenti eccezioni:

Sul fronte del contenimento dei consumi energetici, è opportuno menzionare l'operato di diversi soggetti a dimostrazione della accresciuta attenzione a questo tema.

La Camera di Commercio ha dato avvio a diverse iniziative sul fronte dell'efficienza energetica come il sostegno all'iniziativa - Bando "Innovazione ed efficienza energetica" per l'assegnazione di contributi per l'acquisto di macchinari nuovi, tecnologicamente avanzati ovvero il cui impiego produca, attraverso una riduzione dei consumi specifici di energia nelle imprese e la promozione di più elevati standard di efficienza energetica, effetti riduttivi dell'impatto dell'attività produttiva sull'ambiente.

Inoltre sono stati favoriti interventi di audit tecnologico e valutazione del consumo energetico delle imprese.

L'Associazione 2020, nata con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile in provincia ha promosso un'iniziativa chiamata "100 tetti" per stimolare il mercato del fotovoltaico in provincia, in collaborazione con soggetti quali proprio la Camera di Commercio, il Polo per l'Innovazione, la Società di Sviluppo locale, le Associazioni di categoria, con cui è stata realizzata la formazione degli installatori. E' importante sottolineare l'aspetto legato alla formazione degli imprenditori. Infatti un intervento di questo tipo permette di promuovere lo sviluppo di azioni che in modo tangibile possano permettere di innovare i modelli produttivi delle imprese, di aprirsi all'innovazione e di individuare nuove nicchie di mercato che aprano la strada ad uno sviluppo di tipo sostenibile per la nostra provincia.

Il quadro di riferimento prefigurato all'interno dello Statuto Comunitario per la Valtellina promuove proprio la realizzazione di uno sviluppo di qualità per la provincia basato sulla sostenibilità, anche attraverso il risparmio energetico e l'incentivazione al rinnovabile.

Nel contesto energetico provinciale è importante sottolineare il ruolo giocato dal Consorzio Valtel costituito nel 2000[15] e che oggi raggruppa 49 soci, per complessivi 250 milioni kwh/anno di consumi circa, corrispondenti approssimativamente alla metà dei consumi elettrici a fini produttivi in provincia.

In un quadro dove diventa sempre più importante il tema dell'azione di rete e dell'aggregazione, è importante sottolineare anche la costituzione, a partire dal 2003, di un Gruppo di acquisto per utenti di minori dimensioni (ad oggi 54 aderenti per complessivi 22 milioni di kwh/anno). In totale, quindi, sono oltre 100 le aziende che hanno modo di accedere al libero mercato elettrico con condizioni di favore.

I vantaggi dati dall'aggregazione degli utenti e dalla negoziazione centralizzata delle condizioni di fornitura possono essere riassunti, infatti, in una maggiore forza contrattuale, una messa in competizione dei vari traders per l'aggiudicazione della fornitura, ottenendo prezzi più competitivi; una definizione di strutture tariffarie più rispondenti alle esigenze produttive ed alla struttura/distribuzione dei consumi dell'utenza, differenziando se necessario la tariffa tra imprese che lavorano su turni e quelle che lavorano a giornata; un'assistenza alle imprese nell'espletamento delle procedure amministrative connesse alle forniture energetiche.

Attraverso la negoziazione effettuata tramite il Consorzio, i costi medi dell'energia nel 2010 sono stati inferiori di oltre il 9% rispetto al 2009. Nell'arco del 2010, come evidenziato sia nel capitolo 2 sia più in dettaglio nella prima parte del presente capitolo, i costi energetici hanno registrato dinamiche di crescita notevoli, nonostante una ripresa economica ancora incerta. Il Consorzio, tuttavia, ha avuto modo di neutralizzare tale aumento dei costi energetici attraverso la scelta del prezzo fisso, opzione adottata anche per il 2011 - anno per cui si prevede un incremento del costo medio pari a circa l'1,2% rispetto al 2010 - così da permettere di stimare i costi della bolletta elettrica potendo permettere di prevedere i costi industriali al di là di fattori esogeni[16].

Se osserviamo i consumi industriali in provincia di Sondrio per il periodo 2006-2010, possiamo fare riferimento alla figura seguente. Ricordiamo che il numero di soci è andato via via aumentando passando da 34 nel 2006 a 49 nel 2010 e che dal 2009 si è associata un'azienda che da sola rappresenta il 20% dei consumi totali e per questo motivo le sue quote relative al 2009 e 2010 sono state tolte per permettere di fare confronti significativi con gli anni precedenti.

Figura 4.15 - Consumi industriali in provincia di Sondrio - totali (dati mensili 2006 - 2010). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Consorzio Valtel

4.15

I dati evidenziano una forte stagionalità con cali di consumo riconducibili ai periodi di inattività dei mesi di agosto negli anni esaminati. La linea tratteggiata evidenzia la serie storica dei consumi elettrici depurata della componente stagionale. Osservando tale linea di trend si può osservare come un calo dei consumi si sia verificato a partire dagli ultimi mesi del 2008. Osserviamo poi che una certa ripresa nei consumi, riconducibile ad una certa ripresa delle attività (rispetto all'utilizzo degli impianti), si registra a livello di trend a partire dall'inizio del 2010, con un certo rallentamento del trend negli ultimi mesi.

 

La produzione di energia in provincia di Sondrio

La necessità di procedere nella riduzione della dipendenza da combustibili di origine fossile è sempre più sentita a livello globale e questo vale anche per la provincia di Sondrio che si colloca in una posizione privilegiata a questo riguardo.

 

Il settore idroelettrico

A livello regionale, a fine 2009 la Lombardia ospita il 15,6% del totale nazionale degli impianti per la produzione di energia da fonte idroelettrica.

Andando ad un livello di dettaglio provinciale, relativamente al numero di impianti, è la provincia di Bolzano quella con il valore più ampio, pari al 12% del totale nazionale, mentre Sondrio è al 3,3% per numero di impianti.

Se ci si sposta invece ad osservare la potenza installata e la produzione, la posizione di Sondrio cambia in modo significativo. Intanto la regione Lombardia a fine 2009 produce il 27,9% del totale nazionale di energia idroelettrica, seguita dal Trentino Alto Adige con il 17,6% e dal Piemonte con il 13,9%. In questo quadro, la provincia di Sondrio rappresenta il 12,45% della potenza installata, seguita da Brescia che si colloca al 12,3%. Sondrio mantiene quindi anche nel 2009 il primato che aveva nel 2008 su questo fronte con una potenza di 12 KW procapite e avendo il 12,5% della potenza installata a livello nazionale.

Dal punto di vista della produzione di energia idroelettrica, il primato nazionale in termini di produzione è detenuto dalla provincia di Bolzano con una quota del 11,8%. Seguono le province di Sondrio e Trento con quote rispettivamente dell'11,4% e dell'8,5%, come mostrato nel box alla fine del presente capitolo, che raccoglie i dati relativi a tutte le province alpine. Sondrio rappresenta il 52,8% della produzione idroelettrica di tutta la Lombardia[17]

Anche in relazione alla superficie del territorio la provincia di Sondrio si mantiene al primo posto per la potenza energetica prodotta.

Come già evidenziato in occasione della precedente edizione delle presente Relazione, non ci sono ampi margini di miglioramento - dato l'incanalamento della maggior parte delle acque in impianti - se non attraverso innovazioni che permettano di avere delle turbine sempre più efficienti.

Con riferimento al tema delle acque e dell'energia è importante ricordare che nel 2010 è stato portato avanti a livello locale attraverso il tavolo istituzionale permanente - nato dalla volontà della Provincia di Sondrio di garantire un proficuo confronto tra le istituzioni, gli operatori idroelettrici e i titolari di concessioni per derivazioni idroelettriche - un lavoro volto a ottenere una rinegoziazione delle concessioni idroelettriche in scadenza.

Il lavoro svolto a livello locale e regionale ha portato alla proposta di legge regionale depositata a fine novembre 2010 per la disciplina del rinnovo delle grandi derivazioni idriche secondo cui si apre la prospettiva della proprietà degli impianti - insieme alla Regione - agli enti locali e della gestione, insieme ai privati, alla Provincia di Sondrio per quello che dai media e dalla Provincia stessa è stato definito "il federalismo idroelettrico in provincia di Sondrio".

In questo modo quindi sembrano aprirsi nuove prospettive legate ad un riconoscimento del diritto alla compartecipazione e alla gestione delle acque che scorrono in un determinato territorio, con forte ispirazione al principio di sussidiarietà. A questo si lega la prospettiva secondo cui attraverso lo sfruttamento dell'acqua potranno essere convogliate maggiori risorse in provincia. L'acqua, quindi, sempre più elemento chiave per lo sviluppo.

In questo contesto è importante menzionare anche l'iniziativa promossa dalla Provincia per arrivare all'aggregazione societaria per la costituzione di un'unica azienda energetica provinciale e di una multi-utility di valle per servizi idrici integrati e per la gestione del ciclo dei rifiuti. Il processo di costituzione della società si è concluso nel 2010 e con l'inizio del 2011 di fatto sono nate due società, Secam e Azienda Energetica Valtellina e Valchiavenna (Aevv), per gestire la prima tutti i servizi legati a servizio idrico integrato e igiene urbana (Secam) e la seconda quelli legati all'energia elettrica, al gas, alle farmacie, al trasporto pubblico locale e all'illuminazione pubblica (AEVV), subentrando nella gestione dei servizi legati all'energia anche a Tirano e Valdisotto. Si tratta di un processo di riordino e ristruttrazione di tutto questo ambito, non slegato da esigenze di tipo normativo, e legato anche ad un processo e ad un'esigenza di aggregazione che permette di limitare la frammentazione e rafforzare la costituzione di una significativa massa critica guadagnando in competitività.

 

Biomasse, rifiuti solidi urbani biodegradabili, biogas e bioliquidi

Come già evidenziato nella precedente edizione della Relazione, le biomasse rappresentano energie rinnovabili importanti e di interesse per il nostro territorio.

La presenza di impianti di teleriscaldamento, infatti, permette di rendersi indipendenti dal petrolio riducendo le emissioni nocive nell'atmosfera e promuovendo un'incentivazione per la manutenzione e lo sfruttamento razionale del patrimonio boschivo.

In provincia sono attivi i centri di teleriscaldamento alimentati a biomassa di Tirano, Sondalo e Santa Caterina, che rappresentano modelli efficienti di produzione di energia pulita.

E' tuttavia necessario ricordare che il materiale che serve per produrre cippato è dato solo per l'11%[18] dalle opere di manutenzione boschiva. Dato che circa il 95% del legname viene importato da fuori ed in particolare dalla Svizzera è chiaro che il potenziale di miglioramento di questo modello è significativo, attraverso un maggiore coordinamento fra le politiche di sfruttamento forestale, le segherie e la società di gestione.

La produzione di energia elettrica da biomassa, bioliquidi e biogas in provincia di Sondrio rappresenta lo 0,2% del totale nazionale (quota che si mantiene costante rispetto agli anni precedenti).

Dai media[19] quello valtellinese è stato definito un piccolo distretto delle energie rinnovabili; vi sono infatti i tre centri di teleriscaldamento e un impianto localizzato a Villa di Tirano per la produzione di biogas prodotto coi liquami degli allevamenti animali.

L'esperienza del distretto agro-energetico valtellinese è stato presentato come modello di "filiera bosco-energia" che ha permesso di risparmiare 52 milioni di gasolio ai comuni di Tirano, Sondalo, Santa Caterina Valfurva, negli ultimi 10 anni. Interessante esempio di collaborazione è anche quello legato alla costituzione del sopra citato impianto di biogas di Villa di Tirano, che è stato costituito a fine 2009 e nasce dalla collaborazione di una ventina di imprese agricole con l'attesa di futuri benefici ambientali ed economici. Questo impianto da' attuazione alla filiera agro-energetica e si configura come un impianto di cogenerazione, ove il combustibile è il biogas, che deriva dal processo di digestione anaerobica, in varie fasi e ad una temperatura costante di circa 39C, del liquame, letame bovino e di altri prodotti agricoli, forniti dagli allevamenti zootecnici ubicati quasi esclusivamente nella zona compresa tra Villa di Tirano, Bianzone e Tresenda di Teglio. Il biogas rappresenta il prodotto finale della filiera, mentre la produzione di energia rappresenta l'uso finale; l'energia elettrica prodotta viene immessa direttamente in rete e venduta al gestore nazionale dell'energia (GSE).

Oltre alla produzione di energia, l'impianto "produce" il digestato, liquido e solido, ottenuto in seguito alle profonde modificazioni biologiche e chimiche che subisce la biomassa utilizzata: tale digestato risulta avere ottime proprietà ammendanti e fertilizzanti, per cui può essere considerato come un concime ricco, stabilizzato e assolutamente inodore, che gli allevatori ritirano e spargono sui loro appezzamenti, chiudendo di fatto la filiera agricola.

La collaborazione fra le imprese in questo progetto - realizzato non soltanto allo scopo di recuperare energia rinnovabile ma anche per controllare le emissioni maleodoranti e stabilizzare le biomasse prima del loro utilizzo agronomico - ci riporta ad un tema chiave per lo sviluppo socio economico valtellinese che è il tema dell'aggregazione e del fare rete come strategia verso il futuro, per sfruttare le opportunità offerte dall'innovazione e dal rispetto dell'ambiente.

 

Solare Fotovoltaico

Considerando infine la produzione di energia elettrica tramite impianti solari fotovoltaici, possiamo osservare che dal 2008 al 2009 il numero di impianti in Lombardia è più che raddoppiato, passando da 5.148 a 10.814, per una potenza che è passata da 49,8MW a 126,3MW.

Come rileva lo stesso GSE, la maggiore numerosità degli impianti fotovoltaici riscontrata nelle regioni del nord è da attribuirsi anche alla elevata densità abitativa di queste regioni.

Osservando il numero di impianti, la Lombardia rappresenta la regione con il maggior numero di impianti, pari al 15,2% del totale nazionale. Sondrio rappresenta invece lo 0,58% del totale nazionale e il 3,8%del totale regionale.

Dal 2008 al 2009 il numero di impianti a Sondrio è quasi raddoppiato, passando da 205 a 413 impianti.

La quota del totale prodotto a livello provinciale corrisponde allo 0,3% del totale nazionale secondo un dato che si mantiene in linea con quanto registrato nel periodo precedente.

La fotografia offerta da ATLASOLE che fornisce l'aggiornamento sugli impianti fotovoltaici entrati in esercizio, rileva un totale di impianti pari a 1.154, per una potenza di 10.571 kW. Di questi, il 93% è costituito da impianti con potenza sotto i 20 kW. Sono infatti 38 gli impianti di potenza compresa fra 20 e 50 kW per un totale di 1.547 kW; sono 35 invece gli impianti di dimensione e potenza maggiore, oltre i 50 kW, per un totale di 3.180 kW.

Se nel 2008 erano presenti a Sondrio 205 impianti ed oggi ce ne sono 1154, è evidente la crescita che questo settore ha avuto. Il 2010 è stato, infatti, un anno molto importante per il fotovoltaico italiano con crescita impressionante delle installazioni e momenti anche definiti tumultuosi. Uno su tutti la legge 129 del 13/08/2010 il cosiddetto decreto "Salva Alcoa" che sanciva che le tariffe incentivanti previste nel 2010 del Nuovo Conto Energia fossero riconosciute a tutti gli impianti che avessero concluso i lavori di installazione elettrici e strutturali entro fine 2010 e allacciamento entro 30 giugno 2011, provocando un impatto dirompente sulle installazioni nel Paese[20]. Da ricordare anche l'operato di soggetti pubblici e privati[21], attraverso la sensibilizzazione e l'informazione, e attraverso l'offerta di servizi di consulenza e di voucher di assistenza. La green economy - con particolare riferimento a questo ambito - costituisce infatti una nicchia di mercato interessante per le imprese valtellinesi e la via del rinnovabile una strada su cui puntare in modo sempre più convinto[22]; tuttavia dalle recenti notizie relative alle modifiche nella politica degli incentivi emerge il rischio di inficiare lo sviluppo di un settore importante, in crescita e possibile traino per la ripresa a livello sia locale sia nazionale per cui sono sempre più attese politiche definite con una rimodulazione seria e certa degli incentivi[23].

 

I riferimenti nello Statuto Comunitario e qualche confronto con le province alpine

L'articolo 9 dello Statuto Comunitario afferma che "la Comunità tutela il paesaggio quale elemento fondante dell'identità, promuove la salvaguardia dell'ambiente e l'uso sostenibile delle risorse territoriali". Ritorna anche qui il tema della sostenibilità, da intendersi come possibilità per le risorse di rigenerarsi autonomamente e garantire quindi che il paesaggio si mantenga anche per le generazioni future - questo concetto si incastra all'interno del "core", l'Identità. Sostenibilità delle risorse si collega a doppio filo a un utilizzo e potenziamento dell'uso delle energie rinnovabili sul territorio, con un'attenzione particolare all'acqua. Infatti, lo Statuto afferma anche che "la Comunità ritiene che la gestione integrata ad uso multiplo dell'acqua sia prioritaria". In questo quadro ricordiamo la proposta "Energie Endogene Efficienti" avanzata dal Prof. Quadrio Curzio di creare una società per azioni provinciale che accorpi tutte le società energetiche e elettriche locali e che tratti con le grandi aziende energetiche presenti in provincia. A questo proposito giova ricordare che nel 2010 si è svolto anche il centenario di AEM ricorrenza importante per pensare a modi nuovi costruttivi e sempre collaborativi per guardare al futuro. Riflessioni nell'ambito dello Statuto Comunitario poi - riguardo alle potenzialità offerte dall'acqua all'interno della filiera del rinnovabile - sono state avanzate, allo scopo di proporre linee di indirizzo che permettano di utilizzare l'acqua quale volano di sviluppo per azioni legate all'innovazione e alla programmazione territoriale orientata ad uno sviluppo di qualità per la provincia. Lo Statuto Comunitario rappresenta così il quadro di riferimento ideale per proseguire con forza e in modo coordinato sulla via del rinnovabile e dello sviluppo sostenibile. Per proseguire su questa via è necessario monitorare i progressi fatti.

Se, poi, l'obiettivo del monitoraggio secondo i principi condivisi nello Statuto Comunitario è quello di verificare come la provincia di Sondrio si posizioni rispetto ad altre aree che possono presentare caratteristiche geomorfologiche e economiche strutturali simili e prosegua nel tempo verso uno sviluppo sostenibile di sempre maggior qualità, allora il tema dell'energia ed in particolare del rinnovabile è uno di quelli chiave.

Ricordiamo, infatti, l'importante produzione idroelettrica di Valtellina e Valchiavenna del totale nazionale di energia. Dallo sfruttamento delle acque poi potranno derivare nuove risorse economiche che facciano da volano per lo sviluppo, come pure nuove possibilità di tutela dell'ambiente e del paesaggio.

Se osserviamo le altre province alpine, come anticipato, possiamo notare come il primato per la produzione di energia idroelettrica stia alla provincia di Bolzano, seguita a stretto giro dalla nostra provincia e poi dalla provincia di Trento. Aosta, Belluno e Verbania rappresentano una quota sul totale nazionale che va dai 4,85% di Belluno al 6,42% di Aosta.

Figura 4.16 - Produzione di energia da fonte idroelettrica, %. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati GSE

fig 4,16.jpg

 

Spostandoci poi al fotovoltaico possiamo osservare come Trento sia fra le province che esaminiamo quella con il maggior numero di impianti, seguita a stretto giro da Bolzano. La potenza degli impianti installati è invece superiore a Bolzano che infatti detiene il primato più importante che è quello dei kW prodotti e quindi della potenza disponibile, con una potenza media (potenza/n impianti) poco sotto a 30.

Figura 4.17 - Numero di impianti fotovoltaici. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Atlasole

fig 4,17.jpg

 

Sondrio si colloca in una posizione intermedia, sia per numero di impianti sia per potenza, seguito da Belluno. Aosta registra circa la metà di impianti rispetto a Belluno e fanalino di coda in questa osservazione è Verbania che ha solo 278 impianti per una potenza installata complessiva di 2372 kW.

Al di là però dei dati quantitativi quello che ci sembra più importante sottolineare è la dimensione globale e articolata delle politiche orientate al rinnovabile che caratterizzano la provincia di Bolzano, quella appunto che registra il primato sul fronte del fotovoltaico e del rinnovabile.

Infatti, in un quadro congiunturale ancora incerto ed in una realtà che richiede di ridurre sempre di più la dipendenza dai combustibili fossili, spingere sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico è tema importante per tutti. Nella provincia di Bolzano si è sviluppata in particolare l'esperienza di CasaClima che costituisce un caso di successo internazionale che ha precorso i tempi sul fronte dell'edilizia sostenibile e del risparmio energetico e anche, a cascata, sull'utilizzo delle energie rinnovabili. A Bolzano il 56% dell'energia proviene da fonti rinnovabili e CasaClima da molti anni ha introdotto il concetto di certificato energetico per gli edifici; la provincia di Bolzano è la prima che rende obbligatoria la certificazione dal 2004, grazie anche alla competenza legislativa derivante dal fatto di essere provincia autonoma.

L'esempio rappresentato da CasaClima offre spunti legati alla necessità di mettere in atto azioni poliedriche che partano dalla sensibilizzazione della popolazione, per arrivare alla formazione di tecnici, progettisti ed installatori, fino ad arrivare al consolidamento di reti e collaborazioni. Potenziare le collaborazioni e l'aggregazione è critico, ma le opportunità legate ad un'azione di rete sono evidenti: la necessità del rinnovabile è sentita e supportata a tutti i livelli e diversi sono gli strumenti che a livello locale e a livello nazionale e europeo supportano iniziative in tal senso[24]. Basti ricordare qui ad esempio il programma Intelligent Energy Europe, con cui la Commissione Europea stanzia ogni anno 67 milioni di Euro a sostegno di progetti innovativi in efficienza energetica, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e mobilità. Potenziare le collaborazioni esistenti, mutuare soluzioni adattandole e identificare soluzioni congiunte rappresenta la via da seguire per lo sviluppo e lo Statuto Comunitario offre interessanti prospettive in questo senso.

Ricordiamo poi che Sondrio ha già - come Bolzano - una tradizione invece nella filiera bosco energia con il riscaldamento da biomassa.

*

NOTE

  • [1] Cfr. Bollettino Economico Banca d'Italia, n 63, gennaio 2011

    [2] Ibidem; pag. 45

    [3] Cfr. The Economist; Leaders; 05-11 marzo 2011

    [4] L'indice FAO è fondato su un paniere di beni composto da materie prime come grano, riso, carne, prodotti caseari; a febbraio 2011 è salito a 236 punti con un aumento del 2,2% sul mese precedente

    [5] A gennaio 2011

    [6] Ad aprile 2011 la BCE ha ritoccato al rialzo il costo del denaro (+0,25%) portando il tasso d'interesse all'1,25%

    [7] Cfr. The Economist; 3 Febbraio 2011

    [8] Cfr. Rapporto Unioncamere Lombardia

    [9] Capitolo 14

    [10] A partire da un incontro con la Giunta di Confindustria Sondrio

    [11] A partire da un questionario sottoposto alle imprese

    [12] A partire da un incontro con il Comitato Esecutivo dell'Unione Artigiani

    [13] Il totale delle imprese artigiane intervistate nel campione è 33

    [14] Dati Confindustria Sondrio

    [15] Su impulso di Confindustria Sondrio dopo la liberalizzazione del mercato elettrico con il D.Lgs. 16/3/99 n. 79

    [16] Dati Consorzio Valtel

    [17] Per altri approfondimenti sul confronto fra province si veda il box alla fine di questo capitolo. Rispetto ai dati del 2009 si rileva una riduzione della quota delle province considerate con una riduzione pari a 1,5% per Bolzano, 1,7% per Sondrio e 0,5% per Trento, a fronte di aumenti in altri territori, fra cui +1% a Cosenza e Crotone e +0,9% a Torino

    [18] Dati 2009

    [19] Cfr. TG economia, puntata del 1 febbraio 2011

    [20] Cfr. Solar Energy Report - Aprile 2011- Politecnico di Milano

    [21] Come la Camera di Commercio, il Polo per l'Innovazione, l'Associazione 2020, la Società di Sviluppo locale, etc

    [22] A. Quadrio Curzio, G. Cainelli, M.C. Cattaneo, "Innovare con le Imprese - Valtellina Profili di sviluppo 2010"; capitolo 4 e 5

    [23]Cfr. Solar Energy Report - Aprile 2011- Politecnico di Milano

    [24] Cfr. "Innovare con le imprese - Valtellina profili di sviluppo"; op cit.