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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2009

CAPITOLO 11

Costruzioni

statuto

Le costruzioni, come è già stato evidenziato nei capitoli iniziali, rappresentano uno dei settori trainanti dell'economia valtellinese.

In questo settore nel 2009 operavano, secondo i dati del Registro Imprese della CCIAA di Sondrio, 2.792 imprese attive (con un incremento di 30 imprese attive rispetto a fine 2008, quando erano 2.762), pari al 18% delle imprese valtellinesi. Questo valore è pari ad una quota maggiore rispetto al dato medio regionale.

Dal punto di vista della forma giuridica delle imprese del settore, come già evidenziato nel capitolo 3, è possibile rilevare un basso indice di strutturalità data l'incidenza delle imprese individuali, che rappresentano quasi il 70% delle imprese.

Il grafico qui sotto riportato permette di visualizzare la raffigurazione delle imprese di costruzioni per forma giuridica.

Figura 11.1 - Ripartizione imprese settore costruzioni per forma giuridica. Fonte: Movimprese - elaborazione CCIAA Sondrio

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Nel corso del 2009, se andiamo ad osservare la natimortalità delle imprese del settore, rileviamo che ci sono state 147 iscritte e 198 cessate, con un saldo, relativo alle imprese registrate nel settore, pari a -51.

Per quanto riguarda la classe di età degli imprenditori del settore, quasi il 60% delle persone (includendo quindi la carica di titolare, socio etc) è compreso nella fascia dai 30 ai 49 anni, il 29% nella fascia dai 50 ai 69 anni, l'8% nei giovani dai 18 ai 29 anni.

Osservando i dati, attraverso la Banca dati "Persone" di Stock View, si rileva anche che gli imprenditori del settore delle costruzioni rappresentano in provincia il 15% del totale degli imprenditori, dato leggermente superiore a quello corrispondente rilevato a livello lombardo (13,3%) e italiano (13,6%).

Se osserviamo l'età dei titolari, vediamo che per la maggior parte, il 62%, si tratta di persone di età compresa fra i 30 e i 49 anni e per quasi il 27% di persone fra i 50 e i 69 anni. Il restante 10% è quasi totalmente riferito a giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni.

Figura 11.2 - Titolari settore costruzioni per età. Fonte: Stock View - elaborazione CCIAA Sondrio

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Se osserviamo poi la forma giuridica delle imprese di costruzioni registrate, rileviamo che in provincia di Sondrio il 66% delle imprese registrate è costituito da imprese individuali, per una percentuale superiore rispetto al valore italiano, 61%, e lombardo, 63%. Di riflesso, le imprese di costruzioni valtellinesi che sono società di capitali sono il 15% del totale a fronte di un valore italiano e lombardo pari al 20% del totale.

Il settore delle costruzioni rappresenta uno dei settori dove la presenza di imprenditori stranieri è significativa. Infatti circa il 7% dei titolari di imprese di costruzioni è straniero[1], secondo il grafico rappresentato sotto.

Figura 11.3 - Titolari settore costruzioni per nazionalità. Fonte: Stock View - elaborazione CCIAA Sondrio

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La domanda per l'industria delle costruzioni valtellinese proviene sia dall'edilizia residenziale sia da quella pubblica. L'edilizia residenziale si è sviluppata nel corso degli anni stimolata dalla domanda di "seconde case", sfruttando legami e sinergie con il comparto turistico, e a questo si legano direttamente problematiche collegate di sfruttamento del territorio e del paesaggio, consumo energetico e relativa necessità di costruire sostenibile. A partire dal 2007 si è tuttavia assistito ad un certo rallentamento dell'edilizia privata e ciò in controtendenza con quanto successo nel resto della regione. Le cause sono sia l'aumento dei tassi di interesse sui mutui che si è registrato nel 2007 con effetti negativi sulla domanda sia il determinarsi di una situazione di eccesso di offerta sul mercato immobiliare valtellinese. Anche l'edilizia pubblica ha fatto registrare un ridimensionamento[2].

Nel 2009, poi, anche il settore dell'edilizia ha risentito della crisi economica in corso: questo è dimostrato ad esempio dal forte ricorso alla CIG i cui dati sono presentati in dettaglio nel capitolo 6 relativo a formazione e lavoro. In quel contesto, infatti, abbiamo evidenziato l'andamento in parte ciclico del ricorso alla CIG per l'edilizia potendo apprezzare l'influenza della componente climatica, che comunque non controbilancia la crescita del ricorso alla CIG a seguito della difficile congiuntura economica, anche se meno nell'edilizia che nell'industria[3].

Lavori pubblici

Per quanto riguarda gli appalti pubblici, come descritto in figura 11.4, nel 2009 in provincia di Sondrio questi sono stati 253, con una variazione rispetto al 2008 del -25,4% quindi con una riduzione ulteriore rispetto all'anno precedente, quando la variazione (2008/2007) era stata di -11,26%.

Figura 11.4 - Appalti pubblici in provincia di Sondrio. Fonte: Regione Lombardia - Osservatorio SITAR

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L'ammontare degli appalti, invece, è arrivato a quasi 46 milioni di Euro, anche questo dato in calo rispetto al 2008 (-12,1%) e al 2007 (-26,8%). Bisogna considerare che, per la nostra provincia, la tipologia di appalto maggiormente sovvenzionato è del tipo Costruzioni (69,7% del totale), seguito da Manutenzione Straordinaria (10,1%) e Ristrutturazione (7,6%). Pur essendo gli appalti inferiori ai 150.000 Euro molto maggiori nel numero (193) rispetto a quelli con importo maggiore ai 150.000 Euro (60), sono quest'ultimi che assorbono circa il 76% delle risorse totali. La categoria con più sovvenzioni invece è quella Stradale con 76 interventi (30% del totale) seguita da quella relativa in Difesa del suolo (16% del totale) e da quella per l'Edilizia Sociale e Scolastica (8,3%).

Attraverso i dati forniti dall'Osservatorio Regionale Contratti Pubblici di Regione Lombardia, elaborati da Irer[4] in collaborazione con gli Uffici della Direzione generale Casa e Opere Pubbliche possiamo descrivere il quadro a livello regionale e di singola provincia fino al 2008. Innanzitutto, considerando l'importo medio per provincia e l'importo medio pro capite si ha, secondo quanto rileva Irer, una prima sia pur non precisa indicazione relativa alla capacità di ciascun territorio di investire in opere pubbliche. Mentre le province di Milano e di Brescia sono quelle dove è maggiore la concentrazione di appalti aggiudicati sia per numero sia per importo (rispettivamente il 35,7% e il 15,4%), i dati relativi alla provincia di Sondrio registrano una capacità di attrarre un numero di appalti pubblici limitata al 4,3% del totale regionale e un corrispondente importo pari all'1,2% dell'importo complessivo regionale. Se si osserva l'importo pro capite €/abitante, la provincia di Sondrio si colloca in posizione intermedia con un valore di 158,3 €, a fronte di un valore medio regionale di 287 €, con Pavia col valore più basso e con i corrispondenti valori di Brescia, Milano e Cremona ben superiori rispetto alla media e pari a oltre 400 €/abitante per le prime due e oltre i 300€/abitante per Cremona.

Se osserviamo invece l'importo medio unitario rispetto al numero di appalti aggiudicati, possiamo osservare che la provincia di Sondrio si colloca - insieme alla provincia di Lecco - nella fascia compresa fra i 400.000 e i 500.000 Euro - i valori più bassi registrati -,mentre tutte le altre province sono in fasce superiori, fino ad arrivare a Brescia e Milano, che si collocano nella fascia 1.000.001 € 2.500.000 €.

Se osserviamo poi il rapporto fra territorio regionale occupato e numero di appalti possiamo osservare che si registra un'elevata differenza fra percentuale di appalti e superficie occupata in diverse province, fra cui Brescia e Bergamo: ciò vale anche per Sondrio, che come territorio rappresenta il 13% del territorio regionale, ma solo il 3% circa degli appalti aggiudicati.

Per quanto riguarda le modalità di affidamento degli appalti, a livello regionale prevalgono le procedure aperte, ossia quelle ove qualunque operatore può presentare un'offerta, sia pure in calo a livello regionale nell'ultimo quinquennio, anche se non a Sondrio, dove questa tipologia tocca il 95% del totale degli appalti. Per quanto riguarda invece le fonti di finanziamento, in provincia di Sondrio prevale il ricorso a fondi pubblici vincolati (44%).[5]

La situazione del mercato immobiliare

L'analisi del mercato immobiliare rappresenta un elemento importante per valutare in maggiore dettaglio l'andamento del settore delle costruzioni.

Se osserviamo la variazione del numero di transazioni normalizzate (NTN[6]) dal 2007 al 2008[7], possiamo notare un netto rallentamento del mercato immobiliare, sia pur meno a livello della provincia di Sondrio che a livello regionale: a livello locale il rallentamento nel mercato immobiliare residenziale è superiore all'8%, mentre il valore regionale segna un rallentamento del 16%. Andando ad osservare, poi, la tipologia d'immobile, possiamo osservare che la riduzione maggiore nel numero di transazioni si registra per immobili di dimensioni medio-piccole (-18%).

Considerando invece le transazioni di immobili destinati ad attività commerciali, nel 2008 si registra un rallentamento minore di quanto rilevato a livello residenziale: infatti in provincia la riduzione è del 3,52% a fronte di un rallentamento a livello lombardo pari al 11,35%.

L'unico dato che in questo contesto segna un sia pur minimo aumento è quello legato alle transazioni di capannoni industriali che passano da 41 del 2007 a 46 nel 2008.

L'indice relativo all'intensità del mercato immobiliare[8] a Sondrio passa da 1,57 nel 2007 a 1,41 nel 2008, con una riduzione pari a circa il 10% mentre lo stesso indice a livello regionale si riduce del 18% e a livello nazionale del 16,9%.

Per quanto riguarda gli immobili destinati ad uso commerciale o produttivo, l'indice IMI nel 2008 scende da 1,24 a 1,05 per i negozi e i centri commerciali, mentre per i capannoni industriali aumenta da 1,47 a 1,58. Si riduce l'IMI anche per immobili destinati ad uffici, passando da 2,33 a 2,07 mentre per gli istituti di credito è aumentato molto, passando da 0,90 a 2,63.

La figura seguente offre un quadro riassuntivo degli indici in un confronto fra Sondrio, Lombardia ed Italia riferito al 2008.

Figura 11.5 - Indice di Intensità del mercato immobiliare degli immobili destinati ad attività commerciale. Confronto tra Sondrio, Lombardia, Italia. Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze - Agenzia del Territorio

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Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Strettamente collegato al settore edilizio nella provincia di Sondrio è il Piano territoriale di coordinamento provinciale, approvato a inizi 2010 e già citato nel capitolo 5 su ambiente e infrastrutture e a cui si rimanda per approfondimenti.

L'impegno della provincia di Sondrio con il Piano è orientato a salvaguardare il patrimonio storico, naturale e ambientale che mira a combinare "la possibilità di fare impresa" con la tutela del paesaggio, evitando il ripetersi di esperienze edilizie negative che hanno deturpato la valle, promuovendo uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile.

 

Dallo Statuto Comunitario:
edilizia sostenibile ed innovazione

Come affermato già nel capitolo 5, lo Statuto Comunitario, trattando il tema della tutela del paesaggio e dell'ambiente, affronta anche il delicatissimo problema della trasformazione dei fondo valli e dello sprawl[1] e della problematica dell'urbanizzazione diffusa che caratterizza la nostra provincia con edificazioni disseminate ai bordi dell'arteria principale che attraversa la provincia, la S.S. 38.

Infatti lo Statuto Comunitario afferma che "La Comunità, consapevole che il turismo è un sistema portante dell'economia della Valle anche per i suo raccordi con la agroindustria, l'edilizia, il manifatturiero ed il terziario, esprime la propria consapevolezza che lo stesso può continuare il proprio sviluppo se il carico di presenze e di infrastrutture turistiche non eccede la sostenibilità delle risorse naturali ed ambientali anche a causa di un eccesso di urbanizzazione".

Per quanto riguarda le costruzioni, mira a promuovere la diffusione di un'edilizia sostenibile orientata ai criteri di risparmio energetico e bioedilizia. In questo quadro, uno dei primi studi che si inserisce nel contesto dello Statuto Comunitario è "Innovare con le imprese, Valtellina Profili di Sviluppo" che, esaminando questo settore, afferma come il settore edilizio valtellinese, per la dimensione e per la tradizione radicata negli anni, costituisce uno degli asset su cui il sistema locale può decidere di puntare, anche alla luce della difficile congiuntura. L'edilizia sostenibile può, infatti, rappresentare una notevole opportunità, non solo per l'industria delle costruzioni valtellinese, ma anche per il complesso del sistema territoriale della valle: infatti potrebbero essere ad esempio rafforzati i legami "verticali" con la filiera del legno - dato che il legno è di per sé un materiale leggero e sostenibile - e con l'industria chimica per i materiali e rivestimenti per l'edilizia orientata al costruire sostenibile con prodotti rispettosi dell'ambiente eco-compatibili e a ridotta emissione di anidride carbonica, rendendo più integrato e coeso il sistema nel suo complesso[2].

Secondo l'analisi effettuata, il legno, infatti, torna ad essere un materiale molto interessante per l'edilizia, specie nell'ottica dell'edilizia sostenibile. La provincia di Sondrio, terra alpina per eccellenza, potrebbe trarre vantaggio da questo materiale che cresce in abbondanza sui suoi pendii montani. Tuttavia nonostante le segherie della Valtellina coprano circa il 13% dell'intera produzione di legno nazionale, solo il 5% della materia prima proviene dai boschi locali: il 95% del legno viene, infatti, importato principalmente dalla vicina Svizzera e, successivamente, anche dalla Russia e dagli altri Paesi del Nord Europa. A partire dall'indagine effettuata sul campo, lo studio rileva che le ragioni di questa situazione sono sostanzialmente riconducibili ad una distribuzione frammentata delle competenze per la gestione delle risorse forestali che non ha ancora permesso la messa a punto di un programma di sfruttamento sostenibile dei boschi come invece avviene nella vicina Svizzera e, per rimanere in Italia, nel vicinissimo Trentino Alto Adige, portando ad una situazione di quasi totale dipendenza della filiera del legno locale da dinamiche di mercato estero[3].

Il tema dell'edilizia sostenibile si collega anche ad una più diffusa ed articolata adozione delle tecniche più innovative per il risparmio energetico per cui un consolidarsi di relazioni con soggetti quali CasaClima in Alto Adige o Minergie nella vicina Svizzera potrebbe essere molto utile anche per una serie di effetti moltiplicativi verso la struttura produttiva e di riflesso sul lavoro.[4]

*

NOTE

  • [1]1 Dei titolari stranieri l'86% è di origine extracomunitaria e il 14% di origine comunitaria

    [2] Cfr. A.Quadrio Curzio, G Cainelli, M.C. Cattaneo "Innovare con le imprese - Valtellina. Profili di sviluppo", pag 90

    [3] Cfr capitolo 6 per i dati relativi alla cassa integrazione

    [4] IRER Investimenti e lavori pubblici in Lombardia: Analisi dei dati 2008 e delle tendenze 2004-2008

    [5] Ibidem; Cfr par 2.2.1 e 2.2.2

    [6] Per numero di transazioni normalizzate si intende il numero di transazioni per quota di proprietà oggetto della transazione, avvenute in un determinato periodo di tempo. A titolo di esempio, nel caso di tre transazioni aventi per oggetto rispettivamente 1/3, 1/3 e 1 del diritto di proprietà, il numero di transazioni contate non è 3 ma 1,667

    [7] Gli ultimi dati NTN disponibili sono relativi al 2008

    [8] IMI = quota percentuale dello stock di unità immobiliari oggetto di compravendita. Offre uno scorcio sulla movimentazione degli immobili oggetto di compravendita rispetto allo stock immobiliare presente in un dato territorio.

    Dallo Statuto Comunitario: edilizia sostenibile ed innovazione

    [1] Sprawl urbano, città diffusa o dispersione urbana sono termini che stanno ad indicare una rapida e disordinata crescita di costruzioni

    [2] Cfr A. Quadrio Curzio, G Cainelli, M.C. Cattaneo "Innovare con le imprese - Valtellina. Profili di sviluppo", op .cit., pagina 92

    [3] Cfr A. Quadrio Curzio, G Cainelli, M.C. Cattaneo "Innovare con le imprese - Valtellina. Profili di sviluppo", op. cit., pagina 114

    [4] Ibidem; cfr Capitolo 4 e 5