Il contesto di riferimento
Abbiamo già evidenziato nel capitolo 2, funzionale ad inserire l'andamento locale nel contesto nazionale ed internazionale, come il commercio internazionale -sia pur rallentato- abbia rappresentato soprattutto nella seconda parte del 2011, il traino per la crescita del PIL in un quadro congiunturale caratterizzato da una forte incertezza.
Anche in prospettiva, secondo le previsioni delle organizzazioni internazionali, gli scambi internazionali crescerebbero di poco meno del 3% nel 2012 per passare al 7% nel 2013. Quindi, anche il commercio internazionale registra un rallentamento nelle previsioni (di circa la metà di quanto era stato stimato per il 2011). A livello italiano, secondo i dati della Banca d'Italia, le esportazioni continuerebbero a crescere, seppure a ritmi inferiori a quelli del biennio scorso, con un rallentamento allo 0,7% nel 2012 (dal 6,1% del 2011). Anche l'OECD rileva una riduzione degli scambi a livello internazionale che per il 2011 erano stati previsti del 6,7%.
Analizzando i dati ISTAT- Coeweb[1] il volume del commercio internazionale italiano - inteso come somma complessiva di importazioni ed esportazioni - nel 2011 è cresciuto del 10% rispetto al 2010. Sono aumentate tanto le importazioni quanto le esportazioni: l'import è cresciuto del 9% su base annua, l'export dell'11,41%. Il grafico in figura 14.1 evidenzia l'andamento di importazioni ed esportazioni italiane.
Figura 14.1 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso il mondo in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb
Spostandoci a considerare, invece, la situazione delle importazioni e delle esportazioni verso l'Unione Europea, la figura 14.2 permette di rilevare che nel 2010 il flusso delle importazioni, si avvicina ai livelli del 2007.
Figura 14.2 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso l'UE 27 in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb
La figura 14.3 permette di apprezzare l'andamento di importazioni ed esportazioni - in crescita costante da metà 2009 - verso i Paesi extra UE.
Figura 14.3 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso i Paesi extra UE in miliardi di Euro correnti.
Fonte: ISTAT Coeweb
Rispetto ai Paesi extraeuropei emergenti, possiamo considerare l'andamento dei flussi commerciali da e verso la Cina: rispetto al 2010 si registra un rallentamento nelle importazioni che comunque rimangono sempre molto superiori rispetto alle esportazioni. L'export continua comunque una crescita graduale secondo l'andamento già registrato nel 2010.
Figura 14.4 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso la Cina in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb
Il commercio estero in Lombardia
Se si analizzano i dati relativi alla regione Lombardia[2], si può osservare che nel 2011, come nel 2010, si registra un saldo della bilancia commerciale negativo, ma in calo rispetto al 2010. Infatti, mentre nel 2010 questo era pari a 24.241.281,833 Euro, nel 2011 è di 19.045.444,579 Euro con una riduzione del 21,4%.
Le esportazioni lombarde
Il dato complessivo delle esportazioni lombarde nel 2011 continua a crescere, come nel 2010 (quando l'aumento era stato del 14% rispetto al 2009) e segna un aumento del 10,78% rispetto al 2010, per un valore che supera leggermente i 104 miliardi di Euro (104.163.767,598 in migliaia di Euro).
Considerando i principali Paesi di destinazione dell'export lombardo si può osservare che:
- l'Europa resta la principale area di destinazione (in ulteriore aumento rispetto al 2010, quando era il 68,6%) ed è nel 2011 il 69,44%;
- l'Asia si mantiene al secondo posto con una quota pressocché stabile, pari al 15,4% dell'export (era il 15,7% nel 2010);
- a seguire troviamo l'America con il 9,5%, quota stabile rispetto al 2010;
- l'Africa riduce leggermente la sua quota come area di destinazione, dal 4,9% al 4,2%;
- ultima l'Oceania che è destinazione dell'export lombardo per l'1,34% delle merci, in leggero aumento rispetto al 2010;
- i Paesi Europei (UE 27) rappresentano circa il 55,6% dell'export totale lombardo.
Se consideriamo il dato lombardo diviso fra le varie province possiamo osservare che tutti i territori hanno segnato variazioni positive nelle esportazioni rispetto al 2010. Lodi è la provincia che ha aumentato più di tutte l'export, per una quota del 59%. La provincia di Lodi, quindi, che nel 2010 aveva registrato un incremento dell'export contenuto segna ora un aumento notevole dell'export passando da 1,3 mld Euro a oltre 2 mld di Euro. Segue la provincia di Brescia con un incremento del 17,2% dopo un aumento del 18% fra 2009 e 2010.
Anche la provincia di Lecco registra un incremento significativo del 13,2% incremento costante rispetto a quello registrato già nel 2010. La provincia di Monza e Brianza - i cui dati erano stati scorporati per la prima volta per il 2010 - segna export in aumento (+11,4%), con incrementi maggiori rispetto a quelli di Milano (+8,8%).
La provincia di Sondrio si colloca in posizione intermedia con un aumento dell'export pari al 7,9%: passa dai 502,9 ai 542,5 milioni di Euro. Tale incremento dell'export è un risultato da considerarsi importante - sia pur al di sotto della media lombarda del +10,7% - considerando che fra 2009 e 2010 si era registrata una leggera erosione delle esportazioni pari allo 0,7% per una sostanziale stabilità rispetto al 2009. L'export della provincia di Sondrio rimane sempre fanalino di coda, con un importo pari a circa un quarto di quello della provincia successiva, Lodi, che, come abbiamo evidenziato sopra, registra un incremento notevole.
Figura 14.5 - Confronto 2010 - 2011 delle esportazioni dalla Lombardia (dati in milioni di Euro per provincia di riferimento). Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Figura 14.6 – Variazione % delle esportazioni nelle province lombarde rispetto al 2010. Fonte: elaborazione CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Se ci spostiamo, poi, a considerare le principali merci, le figure 14.7 e 14.8 mostrano le merci esportate per tipologia e le prime dieci merci esportate per importo. Oltre un terzo dell'export lombardo è per prodotti di meccanica e metalli. Non ci sono grosse variazioni fra 2010 e 2011: i prodotti principalmente esportati sono macchinari, prodotti in metallo (ancora al secondo posto, anche se per loro la quota si riduce di circa 2 punti percentuali) e prodotti tessili, che rappresentano il 10% del totale esportato a livello lombardo: la moda italiana è riconosciuta universalmente come emblema del made in Italy, e nello specifico l'abbigliamento rappresenta ancora l'ottavo prodotto più esportato (figura 14.8). Subito dopo troviamo sostanze e prodotti chimici, grazie alla presenza di medie imprese dalle performances di successo attive in un settore che per anni ha caratterizzato il sistema economico regionale e nazionale. Considerando le principali merci esportate, ai primi posti si collocano macchine e macchinari di vario tipo per un valore complessivo che supera i 17 miliardi di Euro, pari a circa il 16% del totale.
Figura 14.7 - Merci esportate per tipologia (%), Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb
Figura 14.8 - Principali merci esportate, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb
Le importazioni verso la Lombardia
Effettuando lo stesso percorso per le importazioni, il totale dell'import lombardo è pari a oltre 123 miliardi di Euro (123.209.212,177 in migliaia di Euro) nel 2011, con un aumento del 4% rispetto al 2010. Complessivamente l'aumento delle importazioni è più contenuto rispetto a quello dell'export, ma, in ogni caso, il totale delle importazioni resta ancora superiore a quello delle esportazioni.
Passando a considerare il dato scorporato per provincia, la provincia che importa di più è ancora la provincia di Milano, anche se, il totale di import si riduce del 4% rispetto al 2010. E' la provincia di Cremona quella che segna la riduzione più significativa dell'import rispetto al 2010 (-35%), dopo un aumento del 20% nel 2010. Lecco risulta ancora essere la provincia che registra l'aumento più elevato di importazioni: l'import era aumentato del 51,8% nel 2010 e aumenta del 64% nel 2011. Seguono Pavia e Lodi con aumenti superiori al 30%.
La provincia di Sondrio registra un aumento del 4,3%, di poco sotto rispetto alla media regionale (+4,8%).
Figura 14.9 - Confronto 2010-2011 delle importazioni in Lombardia (dati in milioni di Euro per provincia di riferimento). Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Figura 14.10 – Variazione % delle importazioni nelle province lombarde rispetto al 2010. Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Considerando, invece, le principali merci importate in Lombardia, le figure 14.11 - 14.12 mostrano la tipologia delle merci importate e la graduatoria di quelle principali. Non osserviamo significative variazioni rispetto al 2010: i principali aggregati di importazione sono: computer, apparecchi elettronici ed ottici (13,7%, con una riduzione del 2% rispetto al 2010, per quasi 17 miliardi di Euro) seguiti da sostanze e prodotti chimici (13,2%, in aumento rispetto al 2010, per oltre 16 miliardi di Euro), metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (12,7%, quota in aumento rispetto al 2010, per oltre 15 miliardi di Euro), articoli farmaceutici, chimico - medicali (stabile rispetto al 2010, per un controvalore di poco superiore ai 9 miliardi di Euro) e mezzi di trasporto (7,2%, quota in leggero calo).
Figura 14.11 - Merci importate per tipologia, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb
Figura 14.12 – Principali merci importate, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Non si riduce la forte dipendenza dall'estero della Lombardia per tutto ciò che concerne chimica e farmaceutica (rispettivamente per oltre 10 e per oltre 7 miliardi di Euro) e anche per il petrolio greggio, che è importato per un valore superiore ai 6 miliardi di Euro. Se accorpiamo metalli di base, prodotti siderurgici, macchine e macchinari, il controvalore importato è superiore ai 15 miliardi di Euro.
Import ed export lombardo verso i Paesi BRIC
Il commercio internazionale è, senza dubbio, un motore di crescita economica di grande rilevanza. Negli ultimi anni si è visto un aumento delle relazioni economiche verso alcuni Paesi i quali stanno acquisendo un'importanza maggiore all'interno del panorama internazionale. Proprio per questo motivo, è opportuno presentare un focus relativo all'andamento di importazioni ed esportazioni tra la Lombardia e questi territori. Nello specifico ci sembra di notevole interesse proporre un approfondimento sugli scambi commerciali da e verso i Paesi denominati BRIC, ovvero Brasile, Russia, India e Cina. Perché il quadro sia più efficace è utile innanzitutto dare un'idea dell'ordine di grandezza complessiva di questi flussi commerciali. Infatti, pur essendo l'importanza di queste relazioni commerciali in crescendo nell'ultimo decennio, va considerato che rappresentano circa il 12,3% delle importazioni e l'8,14% delle esportazioni totali verso e dalla Lombardia, quindi una quota ancora limitata rispetto al totale delle relazioni commerciali. Tuttavia, è importante rilevare che i flussi verso e da quei territori sono aumentati sempre in modo molto rilevante, come verrà declinato meglio nell'analisi Paese per Paese.
Considerando le importazioni da questi Paesi verso il territorio lombardo, la figura 14.13 mostra la serie storica del valore delle importazioni per trimestre dal 2008 fino al 2011. Come si può notare, le importazioni dalla Cina risultano essere molto maggiori rispetto a quelle dagli altri Paesi. Infatti, nel 2011, in Lombardia sono entrate merci di provenienza cinese per circa 10 miliardi di Euro a fronte di valori ben più bassi per gli altri territori (2,5 miliardi dalla Russia, 1,4 miliardi dall'India e 600 milioni di Euro dal Brasile). Le variazioni rispetto al 2010 sono tutte positive: si registra un'espansione delle importazioni dall'India del 26,9%, dal Brasile del 24%, dalla Russia del 13,7% e dalla Cina del 4,8%. Quest'ultimo valore deve essere preso in considerazione rispetto al valore totale delle merci; infatti, la variazione del 4% sull'anno rappresenta in valore assoluto un incremento di 500 milioni di Euro sul totale delle merci importate. Se consideriamo il trend delle serie storiche - descritto dalle linee tratteggiate - che annulla la componente stagionale, possiamo notare che per Russia e India il trend risulta essere in lieve aumento negli ultimi trimestri del 2011. Per il Brasile, invece, il grafico mostra un andamento stabile in tutto il 2011 mentre per la Cina il valore delle merci importate nell'ultimo trimestre 2011 ha segnato un rallentamento.
Figura 14.13 – Principali merci importate dai Paesi BRIC, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)
Passando ora ad analizzare le tipologie di merci più importate da questi Paesi, la tabella in figura 14.14 mostra per il 2011 il valore totale dei prodotti divisi per categoria merceologica.
Figura 14.14 – Principali merci importate dai Paesi BRIC, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)
Come si può notare, le merci più importate in Lombardia nel 2011 dai Paesi BRIC sono prodotti delle attività manifatturiere. L'unica eccezione riguarda la Russia, da cui si sono importate soprattutto (circa il 62% delle importazioni da questo Paese verso la nostra regione) "Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere". Se analizziamo la categoria "Prodotti delle attività manifatturiere" si osserva una differenziazione delle merci che vengono importate nella nostra regione. Infatti, circa il 31% dei prodotti provenienti dalla Cina è costituito da "Computer, apparecchi elettronici o unità ottiche" (in linea con la crescente specializzazione delle manifatture cinesi), circa il 20,9% di quelli dall'India è costituito da "Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori", mentre il 44,4% dei "Prodotti manifatturieri" dal Brasile è legato a prodotti in metallo. Per la Russia, invece, il 99,3% dei prodotti appartenenti alla categoria "Estrazione di minerali da cave e miniere" è costituito da petrolio greggio o gas naturali, a testimonianza anche di una significativa dipendenza energetica dell'Italia dall'estero.
Figura 14.15 – Principali merci esportate verso i Paesi BRIC, Lombardia 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)
Considerando la performance legata alle esportazioni, descritta dalla figura 14.15, si rileva immediatamente come il partner di maggior rilievo sia la Cina con circa 3 miliardi di merci esportate. A differenza delle importazioni, la distanza fra questo Paese e gli altri BRIC è minore. Infatti, fino al 2008 il valore delle merci esportate dalla Lombardia verso la Russia risultava essere maggiore rispetto a quanto fosse allora esportato verso la Cina. Nel 2009 è avvenuto il sorpasso; si rileva, comunque, che negli ultimi anni le due curve hanno mantenuto più o meno la stessa distanza. Inoltre, dal 2011 il valore delle merci esportate verso il Brasile risulta essere maggiore di quello dell'export verso l'India. Nel 2011, infatti, oltre ai circa 3 miliardi di Euro di merci esportate verso la Cina ci sono stati 2,6 miliardi di Euro di merci esportate in Russia, 1,5 miliardi di Euro verso il Brasile e 1,2 miliardi di Euro verso l'India. Rispetto al 2010, l'espansione dell'export dalla Lombardia verso questi territori registra una performance più contenuta rispetto a quella dell'import. Le esportazioni verso il Brasile sono aumentate del 23,6% mentre quelle verso la Cina dell'11,5%, quelle verso la Russia dell'11,2% e quelle verso l'India del 2,9%. Se, simmetricamente a quanto fatto prima, analizziamo i trend che risultano dall'andamento trimestre per trimestre, possiamo notare come tutte le linee tratteggiate siano in crescita anche se con inclinazioni diverse: la crescita maggiore si evidenzia in particolar modo per il Brasile. Per Cina e Russia sembra profilarsi un rallentamento dopo la forte crescita tendenziale registrata nel 2010. La tabella in figura 14.16 mostra il valore delle merci esportate dalla Lombardia verso i BRIC per categoria merceologica.
Figura 14.16 – Principali merci esportate verso i Paesi BRIC per categoria merceologica, Lombardia 2011.
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)
Come per le importazioni, le merci più esportate risultano essere quelle dei "Prodotti delle attività manifatturiere", con una quota sul totale superiore al 93% in tutti i territori. Se entriamo nello specifico e analizziamo i dati tenendo in considerazione due lettere della nomenclatura Ateco 2007 vediamo che i prodotti più esportati sono per tutti i Paesi i "Macchinari ed apparecchi" (in percentuale rispetto al totale dei prodotti delle attività manifatturiere essi sono il 50,7% per la Cina, il 39,3% per l'India, il 37,5% per il Brasile e il 32,9% per la Russia).
La situazione in provincia di Sondrio
Come accennato sopra, nel 2011 la provincia di Sondrio ha realizzato esportazioni per circa 542,5 milioni di Euro, in aumento del 7,9% rispetto al 2010, quando le esportazioni erano state di 503 milioni di Euro. Se osserviamo le importazioni, il dato del 2011 di Sondrio è di 463 milioni di Euro, in aumento del 4,3% rispetto al 2010 quando il totale import era stato pari a 443 milioni di Euro circa. Il saldo della bilancia commerciale della provincia di Sondrio è positivo anche nel 2011, pari a circa 79 milioni di Euro, in aumento rispetto al 2010 quando il valore era stato di circa 59 milioni di Euro.
Pur avendo registrato incrementi sia sul fronte dell'export, sia su quello dell'import, Sondrio rimane ancora fanalino di coda e la provincia meno internazionalizzata della Lombardia. E' da rilevare che visto l'incremento nell'export di Lodi, Sondrio è a circa un quarto sia per valore di import sia per valore di export rispetto alla seconda provincia meno internazionalizzata della Lombardia per valore, Lodi. E' evidente quindi che gli spazi di miglioramento per Sondrio sono notevoli. E' positivo comunque osservare che le imprese di Sondrio hanno incrementato la propria presenza sui mercati esteri, ma è chiaro che un rafforzamento su questo fronte permetterebbe di beneficiare dell'andamento del commercio internazionale e rappresenterebbe una strategia da seguire per pensare a soluzioni in collaborazione guardando oltre la crisi.
Le esportazioni
Per quanto riguarda i principali partner commerciali della provincia di Sondrio, l'Europa rappresenta la destinazione per l'82,5% delle merci esportate con una quota sul totale in leggero calo rispetto al 2010 (-1% circa); l'Asia rappresenta la destinazione per il 7% dei prodotti esportati dalla nostra provincia (dato in leggero calo rispetto al 2010). Il 7% delle merci esportate è destinato all'America – quota che aumenta di due punti percentuali rispetto al 2010 – e il 3% all'Africa (con un dato in leggero aumento, dal 2,3% del 2010). Se si considerano le esportazioni in valore la figura 14.17 evidenzia che ci sono stati aumenti nell'export verso Europa, Africa e America, mentre contrazioni in valore rispetto al 2010 per esportazioni verso Asia e Oceania.
Figura 14.17- I maggiori partner commerciali della provincia di Sondrio per l'export (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Sapendo che l'Europa continentale rappresenta da sola circa l'82,5% della destinazione delle merci con un dato sostanzialmente costante rispetto al 2010 e che l'Eurozona è il principale partner commerciale della nostra provincia, è sempre importante considerare il dettaglio sui principali Paesi con cui la nostra provincia intrattiene scambi commerciali.
La figura 14.18 permette di effettuare un confronto fra 2010 e 2011: Francia e Germania restano i principali partner commerciali con aumenti significativi sul fronte dell'export, del 18,6% la Francia e del 10% la Germania. Questi Paesi rappresentano i principali partner commerciali seguiti da Regno Unito, Spagna, Polonia e Belgio. La provincia di Sondrio, terra di confine, da sempre intesse fitti rapporti commerciali con la Svizzera, che da sola rappresenta il 12,74% dell'export (quota stabile rispetto al 2010 quando era il 12,9%) per un controvalore pari a 69 milioni di Euro (erano 65 milioni nel 2010, per un aumento del 5,16%).
Figura 14.18 - Paesi Eurozona per percentuale di esportazioni. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)
La figura 14.19, che permette di osservare la tipologia di merce esportata, evidenzia, senza variazioni rispetto al 2010, che i principali prodotti esportati sono "Metalli di base e prodotti in metallo", per un valore superiore a 175 milioni di Euro (erano 160 milioni di Euro complessivi nel 2010). Seguono i "Macchinari" per un controvalore di circa 93 milioni di Euro, gli "Articoli in gomma e plastica" (40 milioni di Euro circa) e i "Prodotti alimentari", questi ultimi per un controvalore pari a circa 39 milioni di Euro, di fatto costante rispetto al dato relativo al 2010. "Medicinali e prodotti farmaceutici" occupano sempre un ruolo importante per un importo pari a oltre 39 milioni di Euro, 5 milioni di Euro in più rispetto al 2010.
Figura 14.19 - Classifica delle tipologie aggregate di merci esportate (dati in migliaia di Euro).
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Data la molteplicità di prodotti racchiusi nelle prime categorie, risulta di interesse procedere, secondo una metodologia già introdotta in precedenti edizioni della Relazione, esplorare in dettaglio le categorie principali. Le prime tre categorie non variano rispetto al 2010 e sono metalli di base e altri prodotti in metallo, macchinari e articoli in materie plastiche.Considerando la prima, osserviamo che vi rientrano altri prodotti in metallo, metalli di base e preziosi, prodotti della siderurgia e cisterne e serbatoi in particolare.
Figura 14.20 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Metalli di base, prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Per la categoria macchinari ed apparecchi, osserviamo che vi rientrano soprattutto macchine di impiego generale e macchinari per impieghi speciali.
Figura 14.21 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Macchinari ed apparecchi n.c.a" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Infine, per la categoria articoli in gomma e materie plastiche, osserviamo rientrarvi, in particolare, articoli afferenti al mondo della plastica e, in modo specifico, esportazioni di pietre tagliate e modellate - l'export del comparto lapideo - prodotti in calcestruzzo, cemento e gesso.
Figura 14.22 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Articoli in gomma e materie plastiche" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Considerando le merci più esportate dalla provincia di Sondrio, osserviamo che ai primi posti abbiamo sempre prodotti della manifattura e afferenti al settore principalmente metalmeccanico; seguono medicinali e prodotti farmaceutici, articoli in plastica e minerali.
Rilevante anche la quota di export relativa a navi e imbarcazioni, grazie a medie imprese del settore attive in provincia e carni lavorate (qui rientra in modo particolare l'export della bresaola).
Figura 14.23 – Merci più esportate. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
La provincia di Sondrio nel 2011 ha incrementato le proprie importazioni del 4,3% come accennato sopra. Nel 2011 sono state importate merci provenienti per l'86% dall'Europa (era il 90% nel 2010), per il 5,59% dall'Asia, per il 6,8% dall'America (era il 2% nel 2010) e per l'1,4% dall'Africa. Rispetto al 2010, osserviamo che sul valore importato totale, quasi triplicano le importazioni dall'America, resta stabile la quota di import dall'Europa e segna una leggera contrazione l'importazione dai Paesi asiatici.
Figura 14.24 - I maggiori partner commerciali della provincia di Sondrio per l'import (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Visto il peso preponderante dell'Europa, simmetricamente a quanto fatto per l'export, è opportuno osservare quali siano i principali Paesi da cui la provincia di Sondrio importa.
La zona Euro rappresenta l'origine per oltre i due terzi delle importazioni: Germania, Paesi Bassi e Francia sono ancora i Paesi di origine per una quota significativa di prodotti con destinazione Valtellina e Valchiavenna (49% dei prodotti UE 27 e 38,6% sul totale).Attraverso i Paesi Bassi come già rilevato transitano le carni provenienti dal Sud America destinate all'industria della bresaola valtellinese per la produzione, trasformazione e commercializzazione. Rispetto al 2010, sul valore importato, osserviamo che aumentano significativamente le importazioni da Polonia, Irlanda e Grecia, mentre si riducono le importazioni da Paesi Bassi e Regno Unito, in particolare.
Figura 14.25 - Classifica dei Paesi Eurozona per percentuale di importazioni (Valore in Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Osservando le principali tipologie di merci importate, al primo posto restano sempre i prodotti alimentari per un controvalore di 134 milioni di Euro (erano 124 milioni di Euro nel 2010) e a quella metalmeccanica con metalli di base e macchinari che complessivamente danno un importo di quasi 160 milioni di Euro (erano 150 milioni di Euro nel 2010) seguiti da legno e prodotti in legno (per 39 milioni di Euro di controvalore, che erano 36 nel 2010).
Figura 14.26 - Classifica delle tipologie aggregate di merci importate (dati in migliaia di Euro).
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Simmetricamente a quanto effettuato per le esportazioni, possiamo considerare il dettaglio delle prime tre categorie per analizzare meglio la tipologia dei prodotti importati (figure 14.27, 14.28, 14.29).
Figura 14.27 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Prodotti alimentari, bevande e tabacco" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Per quanto riguarda i prodotti alimentari, l'86% è rappresentato da carne lavorata e conservata - e questo si lega in primo luogo all'industria della bresaola - per una quota di import che si mantiene, di fatto, costante rispetto al 2010, ma che in valore passa dai 105 milioni di Euro del 2010 ai 115 milioni di Euro del 2011. L'export della carne lavorata è di circa 13 milioni di Euro, in aumento rispetto al 2010 del 3,11%, dopo il periodo del 2010 in cui si era registrato un calo dovuto agli aumenti del costo di materia prima e ad alcune difficoltà di approvvigionamento.
Figura 14.28 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Metalli di base e prodotti in metallo" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Nel metalmeccanico i principali prodotti importati sono metalli di base preziosi e altri materiali non ferrosi; nella categoria relativa ai macchinari soprattutto macchine di impiego generale e poi altre macchine di impiego generale e successivamente per impieghi speciali.
Figura 14.29 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Macchinari ed altri apparecchi n.c.a" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Volendo, infine, considerare le merci più importate in maniera specifica, la figura 14.30 permette di osservare che, a carne lavorata e a metalli di base, seguono pasta carta e cartone (categoria che guadagna una posizione rispetto al 2010) per un controvalore pari a 28 milioni di Euro e poi macchinari di impiego generale. Stabile il valore di legno grezzo importato, intorno ai 12 milioni di Euro, quota corrispondente al legname importato per un settore, quello della lavorazione del legno, che è uno di quelli tradizionalmente radicati in provincia.
Figura 14.30 – Merci più importate. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Potenziare la presenza sui mercati esteri, come strategia per uscire e superare la crisi e la difficile situazione congiunturale, deve però necessariamente accompagnarsi ad un miglioramento dei collegamenti per permettere alla provincia di Sondrio di essere messa in collegamento in modo più semplice - e possibilmente più sostenibile - con i principali partners commerciali. Per agire in rete e per sviluppare azioni di rete anche con altri territori è necessario essere nodo di una rete, e nodo raggiungibile.
Sondrio e Paesi BRIC: import ed export
Simmetricamente a quanto fatto in precedenza, e visti gli sviluppi degli scambi effettuati con i Paesi BRIC a livello regionale, risulta di interesse estendere l'approfondimento dei rapporti commerciali di Sondrio, inizialmente proposto su Cina e India, a tutti i Paesi BRIC, per valutarne andamento e tendenza.
Considerando come primo Paese la Cina, possiamo osservare che esso rappresenta l'origine per il 2,28% dei prodotti importati, quota in calo rispetto al 2010 (quando era il 3,5% del totale). In valore le importazioni dalla Cina nel 2011 superano i 10 milioni di Euro, riducendosi di circa 5 milioni di Euro rispetto al 2010. Per quanto riguarda le esportazioni, la Cina è Paese di destinazione dell'1,74% del totale dell'export locale con dato in aumento rispetto al 2010. In valore le esportazioni verso la Cina da Valtellina e Valchiavenna arrivano quasi a sfiorare i 10 milioni di Euro, con un aumento sull'anno quasi del 100%, quasi un raddoppio.
Come si può osservare dalla figura 14.31, il trend (le linee tratteggiate) dell'export (in verde) segnano andamento positivo nonostante il dato congiunturale sull'ultimo trimestre 2011 dia andamento negativo. Riguardo al trend dell'import, invece, dopo un aumento notevole nel 2010 e inizi 2011, questo segna un rallentamento significativo. I principali prodotti importati sono, come nel 2010, prodotti delle attività manifatturiere e metalmeccaniche (35% circa), per la maggior parte, ma anche prodotti di agricoltura e silvicoltura e di abbigliamento.
Sul fronte dei prodotti esportati, si tratta principalmente di metalli di base e prodotti in metallo e macchinari (oltre il 50% macchinari ed apparecchiature).
Figura 14.31 - Importazioni ed esportazioni della provincia di Sondrio da e verso la Cina in Euro correnti.Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
E' possibile, quindi, notare che la Cina diventa anche per Sondrio un Paese di destinazione interessante e questo è significativo in un contesto internazionale dove la Cina assume sempre più peso con un mercato anche interno in espansione. Ricordiamo qui le considerazioni già fatte nel capitolo 2 sulla fine della "cheap China" (The Economist) per una competitività che non si gioca più solo sul costo del lavoro, ma sempre più su innovazione e qualità, sullo sviluppo di una solida politica industriale e sul sostegno a ricerca e sviluppo, tematiche chiave a livello internazionale. Nonostante l'aumento delle esportazioni verso la Cina, vi sono ancora ampi spazi di miglioramento verso quei territori e su questo fronte molto potrebbero fare azioni di rete promosse da attori locali per promuovere anche per le piccole aziende poco strutturate la possibilità di aprirsi a mercati come quello cinese.
Spostandoci a considerare l'India, essa nel 2011 rappresenta l'origine per lo 0,13% delle importazioni - era lo 0,05% nel 2010 e l'aumento in valore è stato del 157% - e la destinazione per lo 0,3% dei prodotti esportati dalla provincia di Sondrio - era lo 0,16% nel 2010, con un aumento registrato nel 2011 pari al 94%. Principalmente si tratta di prodotti delle attività manifatturiere per l'export e prodotti di agricoltura e silvicoltura per l'import. E' un mercato che registra un interesse ancora limitato, ma comunque crescente da parte degli imprenditori e questo segnale va visto in ottica positiva. Tuttavia, dalla figura 14.32 si rileva come il dato congiunturale relativo al terzo trimestre 2011 abbia avuto un export verso l'India pari al 60% di quello che è stato esportato verso quel territorio in tutto l'anno; di conseguenza, il dato congiunturale seguente, più basso, registra un calo e anche a livello di trend (linea tratteggiata in verde che annulla la componente stagionale) si rileva un rallentamento, dopo la crescita registrata - con un leggero rallentamento intermedio - da metà 2010 al terzo trimestre del 2011. Registra invece un costante aumento il trend delle importazioni dall'India.Avevamo già accennato all'approccio frugale all'innovazione che è tipico delle imprese indiane: basti pensare all'esempio fornito dalla Tata Nano, l'auto meno cara al mondo, realizzata ripensando e producendo prodotti innovativi a prezzi contenuti. Questo percorso oggi, in una congiuntura internazionale ancora delicata e dove la globalizzazione è una realtà, rende sempre più probabile che le innovazioni "frugali" che provengono dall'est vengano a incidere su idee sviluppate nel mondo occidentale. Si tratta di un approccio che per molti osservatori potrà cambiare il mondo e, per come è strutturata, - utilizzo di metodologie di open innovation e collaborazioni - potrebbe essere di interesse e di rilievo per le imprese della provincia di Sondrio per introdurre elementi di innovazione "frugale" nei propri processi produttivi, implementandone e adattandone percorsi di evoluzione specifici[3].
Figura 14.32 - Importazioni ed esportazioni della provincia di Sondrio da e verso l'India in Euro correnti.
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Lo 0,06% dei prodotti importati in provincia, poi, proviene dalla Russia, che rappresenta la destinazione per lo 0,45% dei prodotti esportati dalla provincia di Sondrio. Dalla Russia vengono importati soprattutto prodotti chimici (43%) seguiti da articoli in gomma e legno e prodotti in legno. Verso la Russia si esportano in particolare macchinari, da un lato, e prodotti alimentari, dall'altro. Considerando poi ancora la Russia, possiamo osservare che sia import sia export da e verso la Russia nel 2011 si sono fortemente contratte: le importazioni dalla Russia verso la provincia di Sondrio hanno registrato una riduzione del 31% mentre le esportazioni verso la Russia una contrazione del 41% rispetto ai valori registrati nel 2010. In valore le importazioni passano da 442.000 Euro circa a poco più di 300.000 Euro. Le esportazioni, invece, passano da oltre 4 milioni di Euro a circa 2,5 milioni di Euro. Anche a livello di trend, sia l'export sia l'import segnano andamenti in calo. In particolare il trend dell'export è in calo dal I trimestre 2011. In precedenza, i valori puntuali registrati erano stati a fine 2010 positivi, tanto da tornare ai valori registrati a metà 2008 e quindi a livelli di export pre-crisi, cui però, poi, è seguito un rallentamento. Sul fronte delle esportazioni, rispetto alla Russia, potrebbe essere considerato anche il turismo, perché anche la capacità di attrarre turisti dalla Russia diventa significativo e come evidenziato nel capitolo 13, fra i turisti stranieri che frequentano la Valtellina quelli provenienti dalla Russia rappresentano il 6% del totale, in crescita dell'1% rispetto 2010.
Figura 14.33 - Importazioni ed esportazioni della provincia di Sondrio da e verso la Russia in Euro correnti. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Infine, considerando il Brasile, esso rappresenta l'origine per il 5% dei prodotti importati in provincia e la destinazione per l'1,1% dei prodotti esportati dalla provincia di Sondrio. Dal 2010 al 2011 l'import dal Brasile è aumentato del 527%, per un valore che è quasi sestuplicato, totalmente ascrivibile ad importazioni nel settore alimentare (e più specificamente riferibile alla carne per la bresaola). L'export, invece, ha segnato un aumento del 26% rispetto al 2010. Anche qui si registra un aumento nell'esportazione di minerali e di prodotti della metallurgia rispetto al 2010 (rispettivamente del 1.300% e del 296%). Sia l'import sia l'export segnano per questo Paese trend in aumento, particolarmente sul fronte dell'import ma anche, con crescita costante, per l'export.
Figura 14.34 - Importazioni ed esportazioni della provincia di Sondrio da e verso il Brasile in Euro correnti. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb
Apertura ai mercati esteri come strategia
Abbiamo già evidenziato quanto sia importante essere presenti sui mercati esteri per migliorare la propria competitività, per estendere il proprio mercato, per sviluppare partnership e accordi, agendo in rete in ottica globale.
Si tratta di una strategia importante, di un aspetto fondamentale, vero volano di sviluppo. Diventa sempre più critico costruire una fitta e vasta rete di alleanze ed interscambio creando un modello di business che sia sostenibile. I dati dimostrano che le imprese che crescono sono quelle presenti nei mercati internazionali; infatti, è proprio con l'estero che riescono a mantenere il fatturato che permette loro di compensare la stagnazione che in questo momento sta vivendo il mercato italiano.
In questo quadro solo l'aggregazione, solo l'azione congiunta si rivela strumento efficace per aiutare le imprese di piccole dimensioni e poco strutturate a entrare in questa partita; da sole le imprese non possono entrare in dinamiche di dimensioni più grandi senza supporto e guida almeno per muovere i primi passi in quei contesti.
Ecco quindi che iniziative di supporto di enti e istituzioni locali e strumenti anche normativi come i contratti di rete possono giocare un ruolo importante. Dalle rilevazioni dell'Istituto Tagliacarne su dati Infocamere, al 6 marzo 2012 in Italia sono stati sottoscritti 291 contratti di rete, in Lombardia 83 e in provincia di Sondrio 5 contratti di rete che coinvolgono 12 imprese, 9 società di capitale, 2 società di persone e una ditta individuale attive per la maggior parte nell'industria (7 imprese) e nei servizi (4 imprese).
Sul fronte dello stimolo all'aggregazione, all'azione congiunta per lo sviluppo di competenze, la condivisione di un percorso comune e la partecipazione a missioni e eventi ad hoc all'estero. E' opportuno considerare alcune delle misure adottate in provincia di Sondrio e ideate dalla Camera di Commercio per contribuire ad un superamento della limitata propensione all'export.
Iniziative sul fronte dell'internazionalizzazione
Il progetto "Club degli Esportatori", cofinanziato dalla Regione Lombardia, Direzione Generale Industria, si è avviato a fine 2010 e ha concluso la prima fase all'inizio del 2012 ponendosi l'obiettivo di costruire un sistema di relazioni per aiutare le imprese già presenti sui mercati esteri a consolidare la loro posizione e per accompagnare quelle che ancora non hanno varcato i confini nazionali. Il progetto del Club è nato all'interno dell'Accordo di Programma per lo Sviluppo Economico e la Competitività del Sistema lombardo avviato nel 2006 e rinnovato a dicembre 2009 con validità 2010-2015. E' stipulato tra Sistema camerale lombardo e Regione Lombardia e intende essere strumento efficace per sostenere una strategia condivisa per rispondere alle necessità del sistema imprenditoriale ed economico lombardo. Il progetto del Club ha coinvolto circa un quarantina di imprese fra export leader, già abituati a "frequentare" i mercati internazionali e imprese che per la prima volta si sono aperte ad attività sul fronte estero. Numerose sono state le iniziative di formazione e di costruzione di lavoro di squadra, team building, oltre che di approfondimento su tematiche chiave per muoversi all'estero: dalla contrattazione internazionale, alle tematiche doganali, alla brevettazione e tutela della proprietà intellettuale. Nell'arco dell'anno sono stati realizzati undici incontri con le aziende del Club e a fine gennaio 2012 si è conclusa la prima fase del percorso e si è tenuto a Morbegno un momento di premiazione e riconoscimento delle imprese che si sono distinte quali export leader e best improved, protagoniste di importanti performance sul mercato estero e promotrici di iniziative innovative di collaborazione e azione di rete, specie nel settore dell'agroalimentare. Hanno partecipato anche buyers stranieri provenienti da USA, Russia, Olanda, Germania e Lussemburgo.
Nel corso del 2011 sono state incentivate le presenze all'estero, a fiere internazionali e direttamente nell'ambito del progetto del Club degli esportatori sono state realizzate due missioni imprenditoriali ad hoc specifiche per il settore metalmeccanico, da un lato, con una missione a Colonia e Dortmund (cui hanno partecipato 8 aziende), e per quello agroalimentare dall'altro, con una missione a Lipsia e Berlino (con la partecipazione di 9 aziende del settore).
Nel 2011, complessivamente, sul fronte dell'internazionalizzazione le risorse investite da parte camerale sono pari a 208.000 Euro, ripartite fra "Progetto Legno Svizzera"[4], "Progetto Club degli Esportatori", contributi per la partecipazione a fiere internazionali in Italia - con il finanziamento di 32 aziende e la partecipazione a 18 fiere - e contributi per la realizzazione di strumenti per l'internazionalizzazione.
Con riferimento specifico al Club, l'investimento complessivo per il progetto è stato di 80.000 Euro ripartito sui tre anni, 2010-2011-2012.
L'impegno della Camera di Commercio sul fronte del sostegno all'internazionalizzazione si manifesta, quindi, sotto molteplici forme, come le appena citate erogazioni di contributi. Per il 2012 su questo fronte sono intanto stanziati ulteriori 80.000 Euro per partecipare a fiere e missioni e 10.000 Euro per realizzare strumenti per l'internazionalizzazione (filmati, siti etc..)[5]. Si prevede l'effettuazione di due missioni economiche all'estero, una multisettoriale in Germania e una dedicata al turismo nel Benelux.
Approfondimento qualitativo e prospettive
Ricordiamo, innanzitutto, che lo Statuto Comunitario, - proponendosi come strumento per uno sviluppo di qualità della provincia di Sondrio con un'attenzione locale ma non localistica ed invece con la volontà che questa cresca nella sua vocazione alpina lombardo-europea -, ritiene irrinunciabili confronti e collegamenti, scambi di esperienze e crescita di competenze, azioni di rete e iniziative congiunte. In questo quadro e su questo orientamento rientrano e si muovono anche le linee di crescita e di sviluppo del Club.
Nell'ambito dell'evoluzione delle attività previste all'interno del Club degli Esportatori, sono previsti percorsi diversificati: per chi ha già fatto parte del club il primo anno e per chi si apre per la prima volta all'export. L'obiettivo è stimolare le imprese e incentivarle nei processi di aggregazione verso il raggiungimento della massa critica necessaria al fine di rafforzare la competitività nei rispettivi settori e mercati, anche internazionali. Si prevedono tipologie diverse di missioni congiunte e formazione ancor più mirata. Si prevede di monitorare con attenzione l'andamento delle attività sul fronte estero delle imprese con obiettivi di misurazione e valutazione per seguire l'impatto delle iniziative adottate, verificarne l'efficacia, secondo il modello proposto dallo Statuto Comunitario. Accanto a ciò si prevedono, per le imprese partecipanti, attività per una "fidelizzazione" come segno di partecipazione e appartenenza al club.
Nell'ambito dell'attività dell'Osservatorio Economico, localizzato presso la Camera di Commercio e attivo nel quadro del Protocollo d'intesa sottoscritto, si sono integrati dati quantitativi con approfondimenti qualitativi. A questo proposito, si è ritenuto opportuno organizzare raccogliere opinioni e valutazioni degli imprenditori, attraverso un questionario quali-quantitativo, quale indagine sul campo, per poter completare analisi e approfondimenti sul tema. Sono stati inviati questionari a tutte le imprese partecipanti al club -per la stragrande maggioranza imprese sul mercato da più di dieci anni, di cui solo il 7% con una sede anche fuori provincia - e il tasso di risposta è stato pari a circa i 2/3 del totale. Il questionario proposto era articolato in modo da chiedere alle aziende quali fossero i mercati esteri di interesse, dove fossero già presenti e dove si volessero espandere, oltre a valutare benefici e criticità offerte dalla partecipazione al Club degli esportatori. Innanzitutto è emerso da un lato un forte interesse verso i Paesi emergenti, con PIL in crescita per le prospettive di sviluppo (i Paesi BRIC e anche la Turchia), dall'altro interesse verso mercati vicini e consolidati. Come si osserva, infatti, nella figura 14.35, si rileva che i criteri principali che spingono le aziende a scegliere i mercati esteri di interesse sono la struttura del mercato, la vicinanza, che permette una "frequentazione" di tali mercati e una presenza più assidua, attività di analisi di mercato che aprono prospettive di scambio interessanti e la possibilità di incontri attraverso fiere internazionali di settore. Seguono le relazioni con altre aziende che possono aprire le prospettive su aree ancora inesplorate. Tutte le imprese infatti sono presenti in Europa, quasi il 50% in America, il 32% in Asia e in Africa e il 12% circa in Oceania.
Figura 14.35 - Quali criteri l'azienda ha adottato per la scelta del mercato estero su cui esportare i propri prodotti? Fonte: questionario progetto Statuto Comunitario -approfondimento qualitativo[6]
In modo specifico, alla domanda sui benefici di partecipazione al Club degli Esportatori, l'80% delle imprese ha sottolineato il ruolo della formazione, del percorso di rafforzamento delle competenze, tanto importante quanto la possibilità di un confronto attivo con altre imprese, cui si è aggiunto un supporto professionale nella partecipazione a missioni all'estero.
Considerando le criticità, alcune imprese, in un percorso di continuo miglioramento, hanno evidenziato l'opportunità di segmentare in modo ancora più mirato le opportunità di partecipazione sui mercati esteri rispetto ai settori di partecipazione e riferimento, come target per le azioni di penetrazione all'estero. Fra le proposte, parecchie imprese richiedono la costituzione di gruppi di imprese organizzati per Paese estero di interesse. Più di due aziende su tre ha sottolineato il beneficio ricevuto dalla collaborazione con la Camera di Commercio sul fronte dell'internazionalizzazione.
Figura 14.36 - Quali i principali benefici di partecipazione al club degli esportatori? Fonte: questionario progetto Statuto Comunitario -approfondimento qualitativo
All'interno del questionario si è cercato di identificare anche le problematiche che l'azienda ha vissuto nel 2011 per vedere come queste hanno inciso sulle strategie di internazionalizzazione e quali azioni di sistema vengono di conseguenza auspicate sulla base delle esigenze percepite dalle imprese stesse. Potendo dare più di una risposta e cercando di indicare le problematiche dalla più rilevante alla meno rilevante, è risultato che la difficoltà di riscossione di crediti è al primo posto. Degni di nota anche i costi delle materie prime e le maggiori difficoltà di accesso al credito. Le conseguenze sono state che per oltre il 60% delle imprese che hanno partecipato alla rilevazione ci sono state conseguenze sulle missioni all'estero, su investimenti già previsti che sono stati rimandati e sulla necessità di ricerca di nuovi clienti e di nuovi fornitori.
Figura 14.37 - Quali problematiche hanno particolarmente colpito l'impresa nel 2011? Fonte: questionario progetto Statuto Comunitario -approfondimento qualitativo
In prospettiva, le aziende chiedono in particolare supporto pubblico/privato a iniziative di aggregazione che favoriscano contratti di acquisto a prezzi più convenienti (56%). Si auspicherebbero anche iniziative di rafforzamento sul fronte dell'accesso al credito attraverso i Confidi (36%) e allentamento della stretta creditizia che ha reso più difficile la riscossione di crediti e gli investimenti già previsti. Si conferma quindi una disponibilità forte all'aggregazione, all'azione di rete, al condividere esperienze e soluzioni al fine di rendere più incisiva l'azione del singolo attraverso una massa critica data da sinergia fra istituzioni imprese e territorio. Sotto questo profilo, viene evidenziato da alcune delle imprese intervistate il valore del contratto di rete, che potrebbe aprire e rafforzare la collaborazione con altre imprese lombarde.
Figura 14.38 - Quale supporto pubblico/privato auspicato dalle imprese? Fonte: questionario progetto Statuto Comunitario -approfondimento qualitativo
Coniugare iniziative sui mercati esteri con iniziative che permettano di rafforzare la patrimonializzazione delle imprese, specie in un periodo in cui sul fronte dell'accesso al credito si sono registrate difficoltà, diventa importante muovere su un percorso articolato verso l'internazionalizzazione. Innovazione ed internazionalizzazione, viste come azioni sinergiche, costituiscono strategie volte ad ottenere una maggiore competitività, per guardare oltre la crisi: e il network è lo strumento chiave per procedere in questo senso, sviluppando e costruendo sinergie sul territorio e fuori dal territorio locale, con flessibilità e disponibilità ad innovare, intendendo queste anche come approccio e disposizione culturale di apertura verso partnership e collaborazioni.
Riferimenti nello Statuto Comunitario e confronti con le province alpine
Innovazione e internazionalizzazione rappresentano, come abbiamo già avuto modo di evidenziare, strategie di crescita importanti per poter guardare avanti e oltre la crisi. Si tratta di linee di sviluppo chiave per le imprese, ma che spesso le imprese da sole non riescono ad intraprendere richiedendo il supporto di enti ed istituzioni (quali la Camera di Commercio) le quali mettono a disposizione competenze e contributi per agevolare una maggiore presenza in questo senso.
Lo stesso Statuto Comunitario auspicando un futuro di qualità per la provincia di Sondrio afferma che è fondamentale che la provincia di Sondrio sia "valle alpina lombardo europea del XXI secolo" quindi aperta a scambi relazioni e circolazione di idee conoscenze
. Il tema dell'internazionalizzazione è di particolare interesse sul fronte delle relazioni fra territori alpini avviate nell'ambito del progetto Alps Benchmarking, tanto che uno dei primi ambiti in cui verranno raccolte e catalogate esperienze da condividere è proprio quello della presenza e consolidamento della penetrazione sui mercati esteri. Sotto questo profilo è possibile vedere l'evoluzione che l'apertura all'estero ha registrato nei diversi territori alpini, negli ultimi anni.
In modo più specifico considerando la propensione all'export, data dal rapporto fra esportazioni totali su valore aggiunto, possiamo osservare che Belluno si conferma la provincia più export-oriented con un valore pari al 44%. Ad una certa distanza si collocano Bolzano e Trento, che incrementano la loro propensione all'export rispetto al 2010.
Seguono Aosta e Verbania che si collocano sullo steso livello. Ancora ultima la provincia di Sondrio, anche se l'ultima rilevazione sulla propensione all'export segna aumenti significativi (dal 9,9% al 10,9%) dopo le contrazioni che si erano registrate negli anni più bui della crisi. Un incremento sul fronte della presenza internazionale è un volano importante su cui puntare per rafforzare le imprese e combattere la difficile congiuntura, modificando business model e schemi acquisiti perché si tratta di una crisi economia per cui "nulla potrà di fatto restare come prima".
Figura 14.a - Propensione all'export (export totale / valore aggiunto) nelle diverse province alpine - Dati 2008 -2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Guglielmo Tagliacarne