Nel capitolo introduttivo e alla fine del capitolo 2 abbiamo presentato le evoluzioni che ci sono state nel corso dell'ultimo anno e, in particolare, i due passaggi chiave. Da un lato, la sottoscrizione del Protocollo d'intesa per la progressiva implementazione del sistema di monitoraggio prefigurato nello Statuto Comunitario per la Valtellina da parte di Provincia di Sondrio, Camera di Commercio, Sev, Vivi le Valli, Credito Valtellinese, Banca Popolare di Sondrio e Iperal, e la presentazione dello stesso di fronte alla Comunità Valtellinese - a cui, poi, ha fatto seguito anche la nuova edizione dello Statuto Comunitario sempre a cura del Prof. Quadrio Curzio. Dall'altro lato, l'avvio di un percorso condiviso in modo attivo dalle Camere di Commercio Alpine per realizzare un sistema di benchmarking territoriale delle aree alpine. Il progetto è stato chiamato Alps benchmarking e l'incontro tenutosi a Sondrio il 9 febbraio 2012 ha segnato una tappa fondamentale lungo il percorso, con la presenza a Sondrio dei Presidenti di sei Camere di Commercio: oltre a quella di Sondrio, quelle di Aosta, Belluno, Bolzano, Trento e Verbano-Cusio-Ossola. Sotto la bandiera delle affinità territoriali si sono così poste le basi per la definizione di un progetto di collaborazione volto a consolidare una rete di relazioni, avviare progettualità comuni, mutuare esempi e buone pratiche, condividere soluzioni e confrontarsi, monitorando performance, impatto delle stesse soluzioni e politiche adottate. I temi, come da indicazione dello Statuto, non sono solo economia, ma anche istituzioni, società, ambiente, infrastrutture e territorio, identità, per sviluppare sinergie comuni.
Procedere con quanto avviato e rafforzarlo sulla base di valutazioni qualitative che derivano dalla conoscenza approfondita di ciascuno dei territori coinvolti diventa quindi passaggio essenziale per poter aggiungere un ulteriore livello di approfondimento più qualitativo. Fare rete, quindi, in una dimensione alpina, agendo non sulla base dei legami di ciascuna Camera con la propria rete regionale, ma muovendo da legami orizzontali di territori collocati in cinque regioni diverse per estendersi, poi, anche ai contatti transfrontalieri di ciascuna area. Le aree comuni di interesse fra i territori alpini identificate sono molte, fra cui internazionalizzazione, settore latticini e derivati, filiera bosco-legno, turismo, energia, solo per indicarne alcune, che verranno sviscerate nel dettaglio per ogni incontro "alpino" previsto a cadenza trimestrale. L'obiettivo finale sarà poi quello di ampliare ulteriormente la dimensione del confronto e della collaborazione a tutto l'arco alpino europeo. Sotto questo profilo, possiamo ricordare anche la partecipazione all'International Benchmarking Forum di Basilea del settembre 2011 in cui è stato possibile misurarsi rispetto alla metodologia implementata da un lato e dall'altro rafforzare e avviare contatti nella prospettiva di un benchmarking più ampio.
Alcune considerazioni di carattere metodologico
All'interno del progetto di benchmarking avviato con le Camere di Commercio Alpine, nel corso dell'incontro tecnico che si è svolto in parte della Giornata del 9 febbraio, è stata condivisa una proposta operativa predisposta da Sondrio, per un'azione congiunta sul tema del benchmarking territoriale, che in sintesi prevede la condivisione di un sistema di indicatori, la realizzazione di un rapporto di benchmarking congiunto, la condivisione di best practices su tematiche di interesse comune e la progressiva apertura a confronti europei. I responsabili delle attività di studio ed analisi territoriale si sono quindi riuniti per definire indicatori, tempi e modi per operare insieme. Sono stati inseriti alcuni indicatori aggiuntivi rispetto a quelli già utilizzati nella Relazione sull'andamento economico 2010 grazie alla disponibilità di dati contenuti in sistemi informativi specifici e informazioni disponibili nei diversi territori, allo scopo di rafforzare i confronti. Accanto al rapporto di benchmarking condiviso, che verrà realizzato in un momento successivo, le Camere di Commercio alpine hanno concordato di realizzare ciascuna secondo le proprie modalità una sezione sul benchmarking all'interno delle loro Relazioni economiche sulla base del set di indicatori condivisia presentare nel corso dell'annuale appuntamento della Giornata dell'Economia.
Pertanto, mentre nel caso di Sondrio la sezione sul benchmarking non è una novità, ma rafforza e continua quindi nell'implementazione del sistema di monitoraggio così come proposto nello Statuto Comunitario per la Valtellina, per le altre CCIAA alpine si tratta di un'integrazione inedita che prepara poi la realizzazione del report congiunto e delle altre attività previste.
Secondo quanto prefigurato nella prima edizione dello Statuto Comunitario, quindi, ci troviamo a calcolare la distanza di Sondrio dall'indicatore di comparazione, che permette a colpo d'occhio di osservare l'andamento della performance. Come indicato nello Statuto Comunitario, l'indicatore di comparazione è generalmente calcolato come media semplice di (a) Lombardia; (b) media delle province indicate ponderata su popolazione delle province stesse. Per la Lombardia non viene calcolata la media ponderata perché il dato lombardo così calcolato dominerebbe la media[1]. Il dato lombardo non viene considerato nel calcolo dell'indicatore di comparazione per quelle aree dove si ritiene privo di significato (es.turismo, ambiente, criminalità) e quando presenta un dato che comprime troppo quelli delle province alpine rendendone più difficile il confronto (es. nel caso dell'innovazione)[2]. Considerando la distanza dall'indicatore di comparazione, è possibile osservare se Sondrio vi si colloca sopra o sotto: se è sopra e la distanza aumenta ancora, il cambiamento è positivo; se si colloca sotto, ma vi si avvicina, anche in quel caso la performance ha registrato un dato positivo, mentre è negativo nei casi opposti. E' possibile quindi monitore l'andamento in assoluto di Sondrio e l'andamento relativo di Sondrio rispetto alla situazione registrata nelle aree di comparazione. Lo strumento del benchmark si pone sempre l'obiettivo di fornire indicazioni aggiuntive per integrare il patrimonio informativo necessario a sviluppare azioni di politica economica e di sviluppo territoriale, anche in modo congiunto con altri territori.
Ricordiamo che le aree di riferimento e di verifica della performance di Sondrio - e dei sistemi alpini di riferimento - sono, secondo le definizioni contenute nello Statuto Comunitario per la Valtellina:
"Società: i temi/indicatori considerati, piuttosto che descrivere lo stato della società, cercano di cogliere la disponibilità di reti di protezione e supporto, anche da parte di organizzazioni di società civile, nelle fasi critiche delle vita individuale e sociale (infanzia, anziani, posto di lavoro), includendo inoltre la condizione universitaria come indicatore di dinamismo delle capacità individuali e sociali. Corrispondenza: Articoli 6 e 8 dello Statuto.
Istituzioni: i temi/indicatori cercano di cogliere lo stato, e possibilmente l'efficienza erogativa, dei servizi offerti dalle istituzioni pubbliche ai cittadini e alle imprese. Comprendono inoltre la sicurezza personale, ritenuta parte dei servizi pubblici stessi. Corrispondenza: Articolo 6 dello Statuto.
Economia: i temi/indicatori mirano ad un'immagine sintetica di vari caratteri dell'economia locale. Oltre a quelli usuali di performance del sistema (prodotto e occupazione), vengono considerati l'imprenditorialità e innovatività e due settori di importanza critica come il turismo e il credito. Corrispondenza: Articolo 7 dello Statuto.
Infrastrutture: i temi/indicatori cercano di caratterizzare più gli aspetti di intensità nell'uso delle infrastrutture piuttosto che la loro dotazione, che cambia solo gradualmente. I settori considerati sono quelli della mobilità fisica, delle forniture energetiche, delle tecnologie info-telematiche. Corrispondenza: Articolo 10 dello Statuto.
Ambiente e territorio: i temi/indicatori cercano di caratterizzare, da un lato, la dinamica di uso del territorio e il mutamento dei fattori di rischio, e, dall'altro, la qualità ambientale (aria, acqua, ge- stione di rifiuti). Corrispondenza: Articolo 9 dello Statuto.
Identità: l'indicatore di ricomposizione dei precedenti dovrebbe cercare di caratterizzare la consapevolezza che identità e apertura debbono essere coniugate nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Corrispondenza: Articolo 5 dello Statuto".
Gli indicatori utilizzati per il rapporto di benchmarking rappresentano un ampliamento nel ventaglio di parametri da monitorare rispetto a quanto prefigurato inizialmente, allo scopo di avere un sistema agile ma nello stesso tempo tale da consentire un più articolato confronto anche con le altre realtà.
Accanto al monitoraggio realizzato attraverso gli indicatori sono state realizzate parecchie interviste con i testimoni privilegiati e workshop tematici specifici che hanno permesso di raccogliere valutazioni per integrare il dato con la valutazione qualitativa.
Ricordiamo che la filosofia che sta dietro lo Statuto è monitorare il progresso per crescere, per non avere solo un documento accademico ma uno strumento che faccia da bussola per costruire un futuro di qualità per il territorio in un'area alpina lombarda europea. L'obiettivo è rafforzare le proprie collaborazioni, fare perno sui punti di forza per costruire un futuro sostenibile orientato ad una crescita qualitativa e non alla replica di uno sviluppo simile a quello di una metropoli. Su questo fronte molti sono poi i progetti avviati nel quadro dello Statuto che il l'Osservatorio economico deve monitorare insieme agli altri elementi di benchmark per verificare come ci si stia muovendo verso gli obiettivi prefigurati nello Statuto e nel protocollo d'intesa. La Cabina di Regia che potrà essere costituita ai sensi del nuovo articolo 15 dello Statuto Comunitario potrà quindi valutare l'opportunità di implementare con politiche le indicazioni emerse negli studi effettuati. Nel tempo, le stesse politiche dovranno essere oggetto di valutazione d'impatto proprio nel percorso di lungo periodo verso lo sviluppo auspicato per il territorio di Valtellina.
Anche sulla base dei confronti e del percorso avviato con gli altri territori, il benchmark realizzato per la presente edizione della Relazione sull'andamento economico comprende indicatori nelle seguenti aree
- Società
- Istituzioni
- Economia
- Infrastrutture
- Ambiente e territorio[3]
Si tratta di dati raccolti da fonti diverse[4] e anche resi disponibili dall'Istituto Tagliacarne per la realizzazione di un sistema informativo customizzato che costruisca la base informativa per raccolta e gestione dati alimentabile dalle Camere alpine e bacino di informazioni da cui partire per i lavori di analisi e confronto congiunto. Essendo il progetto congiunto in fase di start-up, non tutti i dati sono all'ultimo anno (2011), ma l'auspicio è che il lag temporale possa via via essere ridotto il più possibile.
Riassumendo, gli obiettivi principali del progetto di monitoraggio avviato con gli altri territori alpini sono:
1. la creazione e l'alimentazione di una banca dati socio-economica che consenta la comparabilità dei dati fra i diversi territori, flessibile a sufficienza da permettere, in prospettiva, anche l'apertura ad una dimensione transnazionale;
2. una migliore conoscenza reciproca, sulla base di confronti, scambi di esperienze incontri e progetti comuni,quale volano di crescita e di sviluppo, a livello nazionale e transnazionale;
3. la redazione di un Report di benchmarking, non solo per la performance di Sondrio, ma report condiviso con gli altri territori che sintetizzi analisi e valutazioni qualitative raccolte dai diversi territori per agevolare l'interpretazione e l'individuazione di strategie congiunte di sviluppo e crescita per le aree alpine.
La performance della provincia di Sondrio
Volendo mantenere una certa continuità - e confrontabilità - con l'impostazione avviata lo scorso anno, accanto agli elementi di confronto forniti capitolo per capitolo, con la presente analisi si intende osservare come nell'anno si siano modificate le performance a partire dalla fotografia inizialmente fornita. La presente analisi riprende elementi strutturali dell'economia valtellinese, che emergono anche dalla messa a sistema con i dati relativi alle altre province alpine. L'obiettivo di quest'anno è anche verificare come i dati siano migliorati o peggiorati rispetto allo scorso anno e contestualmente di aggiungere elementi di analisi dal confronto attivo con le altre province alpine.
Società
Per avviare un confronto comparativo sulla società è opportuno partire dall'analisi della popolazione. Rispetto al 2009, tutte le province alpine hanno incrementato la propria popolazione, in particolare le province di Bolzano e Trento con un incremento dello 0,8% e dello 0,7% rispettivamente. Anche la provincia di Sondrio ha incrementato la propria popolazione dello 0,7%. Stabile invece la popolazione di Aosta e leggero incremento per quella di Verbania (0,3%). Se consideriamo la ripartizione per età della popolazione nelle diverse province possiamo osservare che la provincia con popolazione più giovane è quella di Bolzano dove il 21% della popolazione ha meno di 19 anni, seguita da Trento con il 20,2%. Seguono ad una certa distanza Sondrio e Aosta con una quota di circa il 18,3% di ragazzi sotto i 19 anni sul totale della popolazione. Agli ultimi posti si collocano Belluno (12,9%) e il Verbano-Cusio-Ossola (12,2% sul totale). Di riflesso a Verbania e Belluno, il 23 e 22% della popolazione rispettivamente ha più di 65 anni, quota che scende al 20% a Sondrio e Aosta e al 19 e 17% rispettivamente a Trento e Bolzano.
In modo più preciso, è possibile osservare il peso della popolazione anziana sul totale della popolazione attraverso l'indice di vecchiaia, che stima il grado di invecchiamento della popolazione. Essendo dato dal rapporto fra la popolazione con oltre 65 anni e quella fra 0 e 14 anni, rileva la presenza di anziani rispetto ai giovanissimi: a livello italiano il valore è di 144,5. Il dato di Sondrio è esattamente nella media (144,6). Molto più alti della media i valori di Belluno e Verbania, pari, rispettivamente, a 180,3 e 193,1. Ben sotto la media, ma con una presenza di ultrasessantacinquenni maggiore dei giovanissimi (rapporto superiore a 100) Bolzano (108,5) e Trento (125,4). Di riflesso Verbania e Belluno sono anche le province con il tasso di natalità più basso, con 7,7 e 8,2 nati per 1000 abitanti a fronte di un dato medio italiano di 9,3. Sondrio sotto questo profilo si colloca ancora perfettamente in linea con la media per un valore pari a 9,1. Riguardo alla quota della popolazione straniera sul totale, osserviamo che Sondrio ha la quota più bassa pari al 4,6% a fronte di un dato di Bolzano e Trento rispettivamente del'8,2% e del 9,2%
Entrando nel quadro dell'attuazione dello Statuto e del monitoraggio di un percorso, è ora opportuno considerare elementi di confronto relativi a momenti specifici che vanno dall'infanzia, alla scuola, alla condizione degli anziani, al disagio sociale, nell'area tematica società[5]. Muovendo ad osservare la disponibilità di posti in asilo nido, la situazione mostra Sondrio in posizione bassa della classifica e sopra soltanto a Belluno e Bolzano, per gli asili nido comunali dedicati ai bambini 0 - 3 anni. La provincia di Sondrio si trova infatti al di sotto della media e del valore specifico di varie province alpine. Come lo scorso anno resta ancora un dato migliorabile, visto che si tratta di un servizio particolarmente importante e strettamente collegato anche alla possibilità di occupazione femminile e rientro al lavoro dopo la nascita dei figli[6].
Figura 15.1 - Disponibilità asili comunali in % su utenza 0 - 3 anni[7]. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Cittadinanza attiva - Osservatorio prezzi e tariffe - Sole 24 ore.
Spostandoci alla scuola, dati che è possibile rilevare sono quelli legati al numero degli studenti per classe e al rapporto studenti/insegnanti, indicatori che si legano anche ad una qualità del sistema formativo. Il dato relativo al numero di studenti per classe vede la provincia di Sondrio sia per la scuola primaria (16,1) sia per la scuola secondaria di primo (20,8) e secondo grado (20,2) ben al di sotto della media nazionale e con valori intermedi rispetto alle altre province alpine.
Sulla stessa linea anche il rapporto studenti/insegnanti, che permette di avere 8,6 studenti per insegnanti a fronte di un dato medio nazionale che è pari a 10,3 (per la scuola primaria). Anche nella scuola secondaria di secondo grado il dato per Sondrio è positivo: 8,2 studenti per insegnante a fronte di un dato medio nazionale pari a 9,8. Tali dati quindi confermano un andamento positivo indice di una relazione studente/insegnante capillare sul territorio, con una buona disponibilità di docenti e dato importante di una relazione che, dalla scuola, contribuisce a costruire l'identità della persona anche nel suo legame con il territorio.
In questo quadro è opportuno considerare anche il tasso di abbandono scolastico: possiamo rilevare che a livello italiano gli abbandoni scolastici prematuri continuano ad essere elemento critico del sistema scolastico: in media, nel 2010 sono stati il 18,8%[8] del totale i ragazzi fra i 20 e 24 anni che hanno lasciato la scuola prima di conseguire un diploma di scuola media superiore, cosa che è ben lontana rispetto al dato stabilito come soglia dall'Unione Europea nella Strategia di Lisbona e pari al 10%, mentre la media europea è oggi del 14,4%. L'indice di dispersione scolastica per dati sia pur registrati a livello regionale e non provinciale offre la fotografia seguente.
Figura 15.2 - Dispersione scolastica - regionale - scuole secondarie di II grado - a.s.2006/2007. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat 2010 - Tagliacarne
Se osserviamo la quota di laureati (calcolata come numero di laureati per ogni 1.000 giovani 25-30 anni) rileviamo che dal 2009 al 2010 che l'indicatore medio è leggermente aumentato da 56,.2 a 56,8. Il dato di Sondrio migliora passando da 56,16 a 58,2 e si sposta dall'essere sotto l'indicatore di comparazione a essere sopra l'indicatore di comparazione e quindi il risultato è positivo. Al primo posto sempre Trento con una quota che passa da 73,99% a 77,1%.
Figura 15.3 - Laureati 2010 ogni 1000 giovani 25-30 anni. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati MIUR - Tagliacarne
Considerando la quota della popolazione con titolo di studio universitario, è possibile osservare che si tratta di un dato per il quale l'indicatore di comparazione non viene considerato tenendo conto della media lombarda, ma solo della media ponderata delle province alpine, come già effettuato nella Relazione dello scorso anno.
Rispetto ai dati 2009, nel 2010 l'indicatore di comparazione aumenta (passando da 8,9% a 9,8%). Anche il dato di Sondrio aumenta e più dell'indicatore di comparazione ad indicazione di un cambiamento positivo: da 8,3% a 8,9% del totale della popolazione con titolo universitario accademico o superiore, indicatore di una formazione specializzata e capitale umano qualificato che può rappresentare un volano di crescita importante per il territorio. In particolare, è Bolzano la provincia alpina che più delle altre nell'arco dell'anno ha aumentato la quota, passando da 8% a 9,2%, al di sopra dell'indicatore di comparazione.
Figura 15.4 - Quota popolazione con titolo di studio universitario e superiore (sulla popolazione over 15 anni). Fonte: elaborazione CCIAA di Sondrio su dati MIUR - Istituto Tagliacarne - 2010
Altro capitolo fondamentale nell'area tematica società è quella della attenzione agli anziani della cura domiciliare e dell'assistenza, tematiche che dato l'invecchiamento della popolazione diventano sempre più importanti e sono elementi chiave nell'attuazione dello Statuto Comunitario che tenga conto di un'attenzione a tutte le componenti della Comunità Valtellinese. Abbiamo già considerato la quota degli anziani sulla popolazione descrivendo la demografia della popolazione nelle varie province. In particolare, possiamo comunque qui osservare che l'indice di dipendenza strutturale degli anziani - data dal rapporto tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni) - evidenzia che il dato di Sondrio nell'anno è leggermente aumentato passando da 30,4 a 30,6 ad indicazione di un ulteriore invecchiamento della popolazione. Lo stesso accade per la provincia di Verbano-Cusio-Ossola - quella dove l'indice è più alto - che passa da 36,3 nel 2009 a 36,5 nel 2010[9].
Per quanto riguarda l'assistenza domiciliare integrata agli anziani, si tratta, come rileva ISTAT, di un indicatore utile per misurare le politiche attuate in materia di servizi essenziali e elemento importante nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 (Qsn). L'indicatore permette di osservare in parte anche aspetti di accessibilità e qualità del servizio, perché si tratta di una modalità avanzata ed efficiente di erogazione dei servizi di cura all'anziano rispetto a quelle tradizionali.Esistono andamenti molto differenti fra le varie Regioni, la media nel 2008 è pari al 3,3% in crescita e con obiettivo target di 3,5% entro il 2013.
Se si vuole osservare l'andamento nei diversi territori è necessario considerare i dati ISTAT regionali data la non disponibilità per questo rapporto dei dati di livello provinciale.
Si osserva che in Veneto la quota è al 6%, in Lombardia 4%, in Piemonte all'1,9%, ad Aosta allo 0,4% e in Trentino 0,5%. In questo contesto, risulta interessante l'Osservatorio Fnp Cisl che ha avviato in modo sistematico un monitoraggio dell'assistenza sanitaria residenziale domiciliare in regione. Per quanto riguarda la provincia di Sondrio nel rapporto 2011, viene evidenziato che i posti letto autorizzati su 20 RSA monitorate (di cui 1 accreditata per prestazioni ADI e SAD), 2 Hospice (non RSA per 14 posti) e 1 Centro Diurno integrato comunale, vi sono 1.437 posti letto autorizzati, di cui 1.374 accreditati (con 18 posti per Alzheimer). lLa lista d'attesa è di 2.707 domande stimate in 1.000 persone per una retta giornaliera minima di 38 Euro e retta media massima di 42,71 Euro (valori più bassi rispetto alle rilevazioni effettuate nella altre province lombarde).
Se si considerano poi le reti di protezione e di supporto - quali le organizzazioni di volontariato - sul territorio collegate anche ad attività sanitarie ed assistenza sociale di cui gli anziani hanno bisogno è possibile osservare che, mentre nel 2009 il numero di organizzazioni di volontariato ogni 100.000 abitanti dal registro regionale per Sondrio era di 45,4, nel 2010 è di 58,4 a dimostrazione di un mondo molto vivace sul territorio provinciale e anche nei diversi territori, come mostrano i valori registrati tutti in aumento rispetto all'anno precedente.
Il dato totale di tutte le organizzazioni e associazioni registrate a Sondrio - oltre quelle iscritte al registro regionale - era 279 a marzo 2011 ed è 298 a marzo 2012.
Figura 15.5 - Numero di organizzazioni di volontariato ogni 100.000 abitanti - organizzazioni iscritte al registro regionale (L 266/91 - LR 22/93). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Ministero dell'Interno
Se si considerano, poi, la protezione ed assistenza sul lavoro, un altro indicatore utile è dato dagli infortuni sul lavoro, uno degli indici di sicurezza nel campo. Sondrio si posiziona ancora ai primi posti della classifica, subito dopo Verbania, mentre, come nel 2008, il numero maggiore di infortuni sul lavoro si registra a Bolzano. Il valore di Sondrio resta positivo e anzi migliora rispetto al 2008 la propria collocazione rispetto all'indicatore di comparazione (nella figura 15.6 calcolato senza considerare il valore medio lombardo. Se, invece, nell'indicatore si tiene conto della media lombarda, il corrispondente indicatore di comparazione diventa 1,82).
Figura 15.6 - Infortuni sul lavoro - 2009- in percentuale sulla popolazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INAIL
Istituzioni
Il tema delle istituzioni[10] è strettamente legato all'obiettivo di fotografarne lo stato e cercare di valutarne l'efficienza nell'erogare servizi ad imprese e cittadini.
Sul fronte delle istituzioni, una prima considerazione importante è legata alla situazione istituzionale in evoluzione per le province: a seguito delle riforme del Governo Berlusconi nell'estate 2011 si è affermata l'esigenza, nata di fatto da necessità di natura finanziaria, di abolire le province. In questo quadro, lo Statuto Comunitario, in particolare nei nuovi articoli che fanno parte della edizione del 2012, afferma che anche alla luce della situazione congiunturale con previsioni di modifiche costituzionali e riassetto organizzativo, si pone l'obiettivo di confermare l'identità della Comunità e la volontà che tale Comunità non subisca frammentazioni. In questo senso lo Statuto rappresenta un importante strumento di governance particolarmente attuale.
A livello locale, nelle interviste ai testimoni privilegiati che sono state effettuate, è stato più volte evidenziato il ruolo di sintesi svolto dall'ente Provincia in un territorio interamente montano come quello valtellinese, molto esteso e con ben 78 Comuni, in ambiti specifici che vanno dalla realizzazione delle infrastrutture, alla valorizzazione dello sfruttamento delle acque, alla riorganizzazione di servizi (ad esempio sul fronte dell'azienda energetica di Valle), solo per citare alcuni temi.
Dal punto di vista della valutazione dei servizi a imprese e cittadini, le testimonianze raccolte permettono di rilevare che tutti gli enti erogatori offrono un servizio ritenuto di buona qualità, pur nella presenza di vincoli di natura diversa, economici, organizzativi, normativi e di bilancio (ad esempio sul fronte della sanità). Nell'ambito della sanità, per esempio, si è richiesto alla Regione che riconosca lo status di sanità di montagna con una differenziazione della tariffazione della prestazione sanitaria che tenga conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e le conseguenti distanze.
La figura 15.7 permette di osservare la situazione della media di posti letto ospedalieri nei vari territori; possiamo osservare che Sondrio si trova in una buona posizione subito al di sotto di Verbania e allo stesso livello di Belluno (4,5 per 1.000 abitanti), al di sopra dell'indicatore di comparazione.
Considerando poi la percentuale dei residenti che si sposta fuori dalla provincia per le cure (la cosiddetta "emigrazione ospedaliera") la situazione è evidenziata nella figura 15.8. Osserviamo che l'indicatore di comparazione per le province alpine è pari al 18,9%; se si considera anche il dato medio lombardo scende a 7,6%. Sondrio si colloca su un valore di poco superiore al 20% circa. Questo significa che circa una persona su 5 si rivolge per cure mediche presso strutture localizzate fuori provincia. Più bassi i valori di Trento e di Belluno; molto elevata la percentuale di Verbania, dove il dato dei residenti che si spostano per cure è pari a più di uno su tre. Possiamo ricordare che a livello italiano la mobilità ospedaliera anche fra Regioni è un fenomeno rilevante: nel 2008, le Regioni sono state interessate da circa 650.000 ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti (immigrazione ospedaliera) e da oltre 570.000 ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza (emigrazione ospedaliera).
Figura 15.7 - Posti letto (su mille abitanti) - dato 2008. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Ministero della Salute e ISTAT
Figura 15.8 - Servizi sanitari (emigrazione ospedaliera, in %) - dato 2008. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Ministero Salute
Spostandosi all'ordine pubblico e alla sicurezza, dalle interviste che sono state effettuate sul territorio è emerso che esiste ancora una fiducia generale molto diffusa. Ciò ha portato anche alla decisione da parte della Comunità Montana di Sondrio in collaborazione con la Questura di realizzare un depliant informativo per fornire alcune indicazioni e consigli utili alla cittadinanza per migliorare l'azione di contrasto ai furti nelle abitazioni.
Sondrio si posiziona comunque ancora ai vertici per ordine pubblico e sicurezza: considerando infatti il tasso di criminalità nei diversi territori possiamo osservare che Sondrio è posizionata ben al di sotto dell'indicatore di comparazione e in posizione migliore rispetto a tutte le altre province alpine. La qualità della sicurezza personale in provincia di Sondrio risulta ancora eccellente anche se dalla classifica sulla Qualità della Vita del Sole 24Ore emerge come a Sondrio negli ultimi 5 anni il trend e di delitti sia passato da un valore indice di 100 ad un valore di 104, quindi con un peggioramento del 4%. Tuttavia, se si considerano all'interno di questo macro-indicatore indicatori specifici come gli appartamenti svaligiati per 100.000 abitanti si osserva che Sondrio è ai livelli più bassi in Italia, con un valore indice pari a 107,27, quando il valore medio a livello nazionale è 261,95.
Figura 15.9 - Criminalità (n° reati per 100.000 abitanti) - dato 2010 Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Associazione Nazionale Forze di Polizia - Istituto Tagliacarne.
Per garantire servizi efficienti è anche necessario, come già evidenziato lo scorso anno, che i servizi funzionino, come ad esempio una velocità della giustizia adeguata alle esigenze. Sotto questo profilo il dato di Sondrio rispetto allo scorso anno migliora più dell'indicatore di comparazione e vi si posiziona molto vicino (e supera anche la performance di Aosta) nonostante i margini di miglioramento possibili rispetto a Bolzano e Trento, che continuano a guidare questa classifica, migliore di quello di Belluno e Verbania, ma comunque con possibili margini di miglioramento rispetto a Bolzano e Trento, che guidano la classifica.
Figura 15.10 - Giustizia (cause evase/cause nuove + pendenti) - dato 1 semestre 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Ministero Giustizia - Sole 24 Ore.
Economia
Sul fronte economico, è opportuno considerare, innanzitutto, i riferimenti legati alla qualità della vita. L'indicatore "Qualità della vita" è un indicatore composito che combina il tenore di vita, la qualità e disponibilità di servizi sul fronte dell'ambiente e della salute, aspetti legati agli affari e al lavoro, l'ordine pubblico, dinamiche legate a popolazione e tempo libero. Sotto questo profilo accanto all'indicatore sintetico PIL ci si è sempre più mossi verso il BIL benessere interno lordo, di cui non esistono tuttavia dati aggiornati per il 2010 o 2011 ma che per il 2009 indicavano Sondrio al secondo posto delle province alpine con un valore di 130,4, dopo Belluno (133,9).
Se consideriamo il reddito procapite, il dato relativo al 2010 collocava Bolzano fra i più alti in Italia, e secondo solo a Milano, per un valore pari a 34.122 Euro. Sul fronte qualità della vita possiamo rilevare quindi i dati dalle classifiche Sole 24Ore e Italia Oggi. Secondo la prima, al primo posto si colloca Bologna, al secondo Bolzano al terzo Belluno, al sesto Trento. Rispetto al 2010 Sondrio perde sei posizioni passando dal terzo al nono posto, comunque ben al di sopra del valore registrato da Verbania che si colloca al trentanovesimo posto.
Figura 15.11a - Qualità della vita 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Sole 24 ore
Nell'indagine sulla qualità della vita realizzata dall'Università La Sapienza per conto di Italia Oggi, si adotta per il 2011 una metodologia rinnovata rispetto al passato, con un'architettura caratterizzata da nove dimensioni d'analisi – affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita – 17 sottodimensioni e 93 indicatori di base.
Sulle province analizzate si registra un peggioramento: nel 2011 sono 45 (erano 55 nel 2010) le province nelle quali si vive in modo buono o accettabile. Sono ora la maggioranza le province (58 contro le 48 del 2010) in cui la qualità della vita risulta scarsa o addirittura insufficiente.
Al primo posto si conferma Trento, come città più vivibile, seguita da Bolzano. Al sesto posto Belluno, al 19 posto Sondrio.
Figura 15.11b - Qualità della vita 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Italia Oggi
La dinamica imprenditoriale richiede di concentrarsi anche su aspetti legati da un lato alla creazione d'impresa e dall'altro alla chiusura delle imprese. Per quanto riguarda la creazione d'impresa il rapporto iscrizioni/cessazioni[11] ci permette di osservare che Sondrio si colloca anche quest'anno all'ultimo posto della nostra graduatoria, a indicazione di una vitalità limitata del sistema imprenditoriale e, soprattutto, di un numero di imprese cessate superiore a quelle iscritte. Rispetto al dato 2010, nel 2011 il rapporto si riduce, si allontana da 1 e ciò vuol dire che la forbice fra iscrizioni e cessazioni aumenta: era 0,94 nel 2010 ed è 0,77 nel 2011. L'indicatore di comparazione, che era maggiore di 1 nel 2010 (1,17) torna ad un valore sotto 1 (0,96); ciò è indicazione del fatto che nella maggior parte delle aree con cui si effettua il confronto, nel periodo di riferimento sono cessate più imprese di quante se ne siano iscritte, anche a seguito della difficile congiuntura, per quanto di misura sotto l'unità.
Figura 15.12 - Iscrizioni / Cessazioni - 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Se osserviamo i fallimenti netti la Cgia di Mestre rileva che nel 2011 a livello territoriale è la Lombardia la regione che ha subito il numero più elevato di fallimenti, sia in termini assoluti, sia quando si prende in considerazione l'incidenza ogni 10.000 imprese attive. Nel 2011, 2.613 imprenditori lombardi hanno portato i libri in Tribunale: la media è di 31,5 fallimenti ogni 10 mila aziende attive (3,16 ogni mille imprese attive). Il Veneto si colloca a 1.122 per 24,4 fallimenti ogni 10.000 imprese attive, il Piemonte a 857 in valore assoluto, pari a 20,4 su 10.000, il Trentino Alto Adige a 122, pari a 11,9 su 10.000 e la Valle d'Aosta pari a 9 cioè 7,3 su 10.000 imprese attive. I dati relativi alle province alpine resi disponibili dall'elaborazione dell'Istituto Tagliacarne, poi, rivelano che Sondrio non si colloca più come nel 2010 al primo posto per minor numero di fallimenti: nel 2011 il rapporto fra imprese fallite e attive è 1,5%, ma, fra le province alpine, è preceduta da Bolzano (0,9%). Anche a Sondrio, quindi, si evidenziano elementi di contrazione a seguito della difficile congiuntura.
Elementi chiave da monitorare nella analisi della performance di Sondrio verso una crescita di qualità per una valle aperta alpina lombardo europea sono in modo specifico innovazione internazionalizzazione e attrattività del territorio.
Il tema dell'innovazione è fondamentale, se inteso come innovazione multidimensionale che deve abbracciare tutte le componenti dell'impresa e dei sistemi territoriali e non solo quella tecnologica. L'innovazione rappresenta una delle strategie per uscire dalla crisi, come già ricordato l'indagine di Unioncamere è eloquente in questo senso nell'evidenziare che le imprese che hanno prodotto nuovi prodotti o realizzato nuovi processi - e ancora di più quelle che oltre a fare ciò intensificano la presenza internazionale - sono quelle che crescono di più (misurato in base alla domanda di assunzioni). A Sondrio va ricordato il ruolo del Polo dell'Innovazione che intende agire da catalizzatore a promotore di reti e di network orientati all'innovazione. In modo specifico possiamo ricordare il ruolo dello stesso nell'obiettivo di realizzare il Polo per l'efficienza energetica, tema chiave in provincia e area di riferimento sul fronte delle attività legate all'innovazione, per edilizia ed energia in particolare.
I dati disponibili sul fronte dell'innovazione sono riconducibili a domande di marchi, modelli di utilità, disegni e brevetti. Ricordiamo che danno una visione interessante e comparativa per i diversi territori, ma non completa: ad esempio sarebbe molto interessante avere la declinazione provinciale di indicatori quali la spesa in R&S, le collaborazioni Università- impresa e i progetti d'innovazione, proprio per rilevare l'azione sinergica degli attori attivi sul territorio in questo ambito[12].
Per evidenziare il cambiamento sopravvenuto nell'anno per il macro indicatore dato dall'aggregazione di domande di invenzioni, disegni, modelli di utilità e marchi[13] Sondrio si colloca ancora in penultima posizione, prima di Aosta, per il dato in valore assoluto, a fronte di un indicatore di comparazione medio che resta di quasi 5 volte maggiore rispetto al dato registrato per Sondrio (nonostante tale indicatore medio si riduca rispetto al 2010, passando da 308 a 218,8). Il dato di Sondrio passa da 63 a 54. Con riferimento in modo specifico ai brevetti EPO il dato del 2010 per Sondrio è di 4 (nel 2009 era 7) a fronte di un indicatore di comparazione sulle altre province alpine che lo scorso anno era pari a 25 e per il 2010 è pari a 34. Sondrio -quindi- si allontana dall'indicatore di comparazione.
Figura 15.13 - Domande di invenzioni, disegni, modelli di utilità marchi - 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Come dimostra anche la ricerca Unioncamere, sopra citata a titolo di esempio, innovazione e internazionalizzazione sono ormai inscindibili: per competere nel mercato globale è necessario puntare sulla qualità - che deriva anche dall'innovazione - riuscendo a controbilanciare la concorrenza di territori che competono su combinazioni di fattori diversi.
Per evidenziare la presenza sui mercati esteri, un dato importante è quello della propensione all'export, già considerato nella relazione dello scorso anno, di cui quindi possiamo osservare l'evoluzione. Mentre nel 2009 il rapporto export/valore aggiunto per Sondrio era pari al 10%, nel 2010 si riduce leggermente ed è pari al 9,9%, anche se per il 2011 il valore risale ed è pari al 10,9%.
Fra il 2009 e il 2010 non si modifica la classifica, al primo posto assoluto resta Belluno con un dato del 42,2%, segue l'indicatore medio di comparazione, che aumenta leggermente, da 19,5 a 22,6, anche se tutte le altre province alpine restano ben al di sotto del valore medio, calcolato come dato di sintesi. Il dato di Bolzano aumenta, aumentano anche quelli di Trento e di Aosta (entrambi di circa 3 punti percentuali), cresce anche il valore di Verbania, di fatto stabile il dato relativo a Sondrio (ricordiamo infatti che nel 2010 la provincia di Sondrio era l'unica provincia che a livello lombardo non aveva aumentato le proprie esportazioni che anzi avevano registrato una leggera flessione, dello 0,7%). Fra 2009 e 2010 il dato di Sondrio quindi peggiora perché si allontana dall'indicatore di comparazione. Tuttavia per il 2011 il dato di Sondrio registra già un miglioramento; il corrispondente indicatore di comparazione passa da 22 a 23,8.
Figura 15.14 – Propensione all'export nelle province alpine (export/valore aggiunto) – 2010. e 2011
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Nel quadro della attrattività del territorio, elemento importante è la presenza sul territorio di turisti dall'Italia e in particolare dall'estero. Se consideriamo la variazione rispetto al 2009, nel 2010 la permanenza media (indicatore di comparazione) aumenta e passa da 3,97 giorni a 4,4 giorni. Si modificano i dati nella classifica complessiva e per il 2010 al primo posto troviamo la provincia di Belluno con una permanenza media dei turisti pari a 5,2 giorni (la permanenza media cresce di oltre 1 giorno dal 2009 al 2010). Segue Bolzano con 5 giorni e Trento con 4,7 giorni. Queste province si collocano tutte al di sopra dell'indicatore di comparazione. Subito al di sotto dell'indicatore di comparazione si colloca Sondrio: cresce la permanenza media da 3,77 a 3,9 giorni[14] per un valore che, però, cresce meno rispetto all'indicatore di comparazione; quindi l'andamento locale in provincia di Sondrio sotto questo profilo è meno positivo di quello medio.
Figura 15.15 – Permanenza media – 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Sul fronte turistico interessante notare anche un ulteriore indicatore, quello del numero di arrivi per mille abitanti[15]. Secondo l'indicatore considerato, anche nel 2010 al primo posto si mantiene Bolzano: nel 2009 aveva registrato 9.162 arrivi ogni mille abitanti, nel 2010 gli arrivi ogni 1.000 abitanti sono ben 11.223. Segue, come nel 2009, Aosta con un dato corrispondente di 7.239 (in crescita rispetto al 2009 quando era 5.044), e successivamente Trento con un valore pari a 6.044 (era 4.731 nel 2009). Verbania e Belluno migliorano entrambe la propria posizione e superano Sondrio che nel 2010 per questo indicatore si colloca in ultima posizione: il dato di Sondrio era 2922 turisti per mille abitanti. E' un valore che comunque aumenta e arriva a 3.469 turisti per mille abitanti. A Bolzano il 61% degli arrivi è di turisti stranieri, a Verbania il 70% degli arrivi, mentre per le altre province il dato si mantiene fra 37% (Trento) e 29% (Belluno). A Sondrio gli stranieri rappresentavano nel 29.010 il 32% degli arrivi.
Nell'ambito turistico è possibile, poi, rilevare un ulteriore indicatore, normalmente definito come indice di qualità alberghiera, definito come la quota di stanze hotel categoria superiore alle 3 stelle sul totale, indice della qualità dell'offerta ricettiva locale. A livello di province alpine, possiamo osservare che a fronte di un dato nazionale medio pari al 15,4% per le province alpine l'indicatore di comparazione è pari al 20,12%, data la quota di Verbania pari al 33% del totale. Tranne Verbania e Aosta, tutti gli altri territori si collocano al di sotto del valore medio di comparazione come evidenziato in figura 15.16. Sondrio si colloca all'ultimo posto con una quota pari al 14% del totale per gli hotel di categoria superiore; tale indicatore rileva la presenza di un'offerta medio-alta spesso associata anche a clientela con maggiori capacità di spesa.
Figura 15.16 – Quota stanze hotel categoria superiore alle 3 stelle (% sul totale) – 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Nel contesto dei fattori che evidenziano l'attrattività di un territorio, un riferimento importante è legato anche alla valorizzazione del capitale umano, volano di sviluppo di un territorio e del proprio sistema socio-economico. In questo contesto può essere di interesse considerare la previsione di assunzioni di capitale umano con titolo universitario e, quindi, di capitale umano qualificato sul totale delle assunzioni non stagionali previste, all'interno del sistema Excelsior.
Figura 15.17 – Assunzioni non stagionali previste per livello di istruzione - titolo universitario - 2011 -% sul totale. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Excelsior
Un altro aspetto che si può ricondurre all'attrattività del territorio è legata alla quota della popolazione immigrata sul totale della popolazione. Rispetto alla rilevazione effettuata lo scorso anno, possiamo osservare che a livello lombardo la quota di immigrati regolari aumenta passando dal 9,9% al 10,7% del totale; lo stesso avviene per Trento che passa dall'8,7 al 9,2%. Aumenta anche l'indicatore di comparazione con cui confrontare la situazione di Sondrio. Questo valore medio passa dall'8,77% al 9%; il dato per Sondrio passa dal 4,28% al 4,6% sul totale dei residenti. Il valore medio è più che doppio rispetto a quello di Sondrio. Chiaramente questo dato dovrebbe essere ulteriormente dettagliato in ottica di attrattività per valutare anche nel confronto con gli altri territori come agiscano gli attori nell'attrarre capitale umano qualificato anche dall'estero, favorendo l'acquisizione di un mix di competenze diverse e rendere attraente l'idea di vivere sul territorio locale. Altro dato in questo senso è legato ad esempio alla presenza di infrastrutture ricreative e per il tempo libero.
Figura 15.18 - Immigrati regolari sul totale della popolazione - 1 gennaio 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT
Sul fronte della presenza di infrastrutture culturali e ricreative che contribuiscono a migliorare l'attrattività di un territorio, rileviamo che nel 2010 il dato per Sondrio è pari a 33,6 (era 40,9 l'anno precedente). E' il più basso di tutte le province alpine, con un indicatore medio di comparazione che passa da 60,6 nel 2009 a 59,7 nel 2010. Anche l'indicatore di comparazione si riduce, ma meno che per Sondrio. Quindi, Sondrio si allontana dal valore medio e ciò evidenzia la presenza di margini di miglioramento significativi su questo fronte.
Considerando anche il dato relativo ai musei presenti sul territorio, Sondrio risulta (dato ISTAT 2006) dotata di 24 musei a fronte di un valore medio di comparazione per i territori alpini pari a 35,6. Al primo posto la provincia di Bolzano con 74 musei.
La situazione sul territorio nonostante la presenza di numerose associazioni attive anche nel settore più propriamente culturale richiederebbe un ulteriore rafforzamento delle attività presenti, una ancora maggiore coesione e sinergia. Su questo fronte, possiamo ricordare interventi e percorsi culturali e di conoscenza e valorizzazione del territorio, fra cui il progetto sui Distretti Culturali promossa dalla Fondazione Cariplo e coordinata dalla Fondazione di sviluppo locale oltre al progetto sullo Spettacolo dal Vivo, sostenuto da Cariplo e promosso dalla Società Economica Valtellinese con il coinvolgimento di numerose associazioni teatrali attive nei diversi mandamenti, per la creazione del teatro sociale dell'intero sistema locale.Tale progetto è stato considerato quale esempio positivo riguardo alla capacità di mettere insieme organizzazioni ed associazioni diversi.
Migliorare l'offerta culturale potrebbe rafforzare l'attrattività rispetto a capitale umano che si localizzi in provincia e rispetto a turisti che associno molteplici motivazioni per la loro permanenza sul territorio locale.
Se consideriamo la dinamica di occupazione e disoccupazione (figura 15.19), possiamo rilevare che Sondrio (linea rossa) nel 2011 registra un tasso di disoccupazione pari al 7,3% a fronte di un indicatore di comparazione (linea tratteggiata in verde) pari al 5,19%. Mentre nel 2009 Sondrio si collocava al di sotto di molte province alpine per il dato sulla disoccupazione, nel 2011 è la provincia alpina con il tasso di disoccupazione più elevato e superiore anche al dato lombardo. Mentre fra 2008 e 2009 in molte province alpine il dato era aumentato di molto a seguito di un'importazione più diretta degli effetti della crisi specie nelle province più internazionalizzate come Belluno, e come si vede anche a livello lombardo, fra 2009 e 2010 e anche fra 2010 e 2011 è soprattutto a Sondrio che si registra l'effetto della crisi sull'occupazione in tutta la sua durezza. Bolzano, invece, è la provincia che anche negli anni della crisi mantiene uno fra i più contenuti tassi di disoccupazione.
Figura 15.19 - Tasso di disoccupazione nelle province alpine - serie storica 2007 - 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT
Dando uno sguardo alla situazione della disoccupazione giovanile - 15-29 anni - (figura 15.20) si osserva che la situazione è sostanzialmente la stessa di quella registrata a livello generale. A Sondrio fino al 2006 la disoccupazione giovanile (linea rossa) si riduce per poi aumentare fra 2006 e 2007 e poi di fatto mantenersi costante fino al 2009. Dal 2009 al 2011, la disoccupazione giovanile in provincia di Sondrio è aumentata dal 10,9% al 17,29%. L'indicatore di comparazione, il valore medio che calcola a sua volta una media semplice fra il dato lombardo e la media delle province alpine, si colloca al 12,40%. Sopra la media, oltre a Sondrio si collocano anche la Lombardia (12,89%), Verbania (13,28%), Belluno (14,45%), Aosta (14,64%). Ben al di sotto del valore medio di comparazione si mantengono Trento (10,1%) e Bolzano (7,04%) con dati comunque più contenuti che negli altri territori e con un aumento dal 2004 al 2011 dal 5,26% al 7,04%.
Figura 15.20 - Tasso di disoccupazione giovanile nelle province alpine - serie storica 2007 - 2011.
Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT
Nell'area dedicata all'economia è importante considerare anche il credito, uno dei pilastri di ogni sistema economico territoriale, e particolarmente vero per la provincia di Sondrio, dove fondamentale ruolo giocano le due banche locali cooperative radicate sul territorio e interessate da sempre allo sviluppo socio economico dello stesso. Si tratta di banche con una forte identità locale, banche che condividono il percorso verso uno sviluppo di qualità come auspicato nello Statuto e che quindi hanno deciso di sostenere l'attuazione del progetto dello Statuto Comunitario stesso, in sinergia con enti e operatori, sottoscrivendo il Protocollo d'intesa.
Da alcune interviste ai testimoni privilegiati è emerso il ruolo cardine giocato da tali attori in provincia. A fronte delle difficoltà registrate dalle imprese nell'accesso al credito, sono stati ricercati criteri condivisi per la concessione del credito, con l'obiettivo di trovare soluzioni e strumenti per ogni progetto. Il rapporto con l'impresa si basa soprattutto sulla fiducia; di conseguenza la possibilità dell'accesso a nuovi finanziamenti non è decisa solo sul rating ma valutando insieme il progetto dell'imprenditore e i suoi obiettivi. Anche in una situazione delicata le banche locali hanno continuato comunque a "fare le banche". Enti e istituzioni, in sinergia, hanno cercato soluzioni per intervenire con iniziative sul fronte del sostegno all'accesso al credito supportando investimenti, patrimonializzazione aziendale, consolidamento a medio/lungo termine. Gli investimenti sono oggetto di particolare attenzione quale volano per la ripresa economica, come emerso negli approfondimenti qualitativi effettuati.
Nel confronto fra territori un indicatore che permette di confrontare in modo sintetico l'andamento del sistema creditizio è il rapporto fra sofferenze ed impieghi, che possiamo osservare con riferimento al 2009, 2010 e 2011, per valutarne l'evoluzione anche in un anno come il 2011 dove il settore del credito ha risentito di tutte le tensioni economiche e finanziarie.
Possiamo osservare che Sondrio in tutti gli anni ha il dato più basso di tutte le aree territoriali oggetto del confronto e ben al di sotto dell'indicatore di comparazione che nel 2011 segna 4,1 mentre nel 2010 era 3,31. Si tratta di un'ulteriore conferma - sia pur in un non irrilevante aumento delle sofferenze - della qualità eccellente del credito nel sistema valtellinese e della continua attenzione rivolta a famiglie ed imprese.
Figura 15.21 - Sofferenze/impieghi sul totale della popolazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne - Banca d'Italia
Figura 15.22 - Impieghi/depositi sul totale della popolazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne - Banca d'Italia (dati al 30/6/2011)
Il rapporto fra impieghi e depositi a Sondrio è pari, a giugno 2011, a 1,20 (era 1,31 nel 2010), a fronte di un indicatore di comparazione di 1,9 (era 1,92 nel periodo precedente), se, come lo scorso anno, viene considerato anche il dato lombardo. Con un valore di 0,9 Aosta è ancora la provincia che ha la quota di deposito maggiore in rapporto agli impieghi, subito seguita da Sondrio e Belluno con lo stesso rapporto, a indicazione di una attenta gestione del credito. Bolzano è invece la provincia dove gli impieghi sono più alti in rapporto ai depositi (2,00), e 2,07 il dato medio lombardo.
Infrastrutture
Il ruolo delle infrastrutture è critico per lo sviluppo di un territorio, per un sistema economico per cittadini, imprese e turisti. La criticità della dotazione infrastrutturale in provincia di Sondrio e l'impegno - e l'orgoglio per l'impegno diretto e sinergico nel migliorare la situazione - sono emerse nelle valutazioni dei testimoni privilegiati. Infatti provincia di Sondrio e Camera di Commercio, per esempio, hanno sostenuto direttamente il finanziamento della nuova SS38 e molte iniziative sono portate avanti grazie all'impegno di operatori pubblici e privati. Margini di miglioramento ci sarebbero anche sul fronte della mobilità su ferro per una mobilità più sostenibile come evidenziato in precedenza anche in vista di appuntamenti come EXPO 2015.
Entrando nel dettaglio degli indicatori, secondo il quadro dei dati disponibili, possiamo rilevare la situazione della dotazione infrastrutturale nel passaggio dal 2009 al 2010.
E' già stato rilevato come l'obiettivo dello Statuto Comunitario non sia solo quello di monitorare la dotazione delle infrastrutture, dato che si tratta di un indicatore che cambia poco nel breve termine, ma anche di considerare l'utilizzo e lo sfruttamento delle infrastrutture stesse, nel quadro di una mobilità che possa diventare via via più sostenibile. Su questo fronte è opportuno rilevare che si auspica che la collaborazione recentemente avviata in modo attivo fra le varie Camere di Commercio alpine possa essere terreno di scambio per rilevazione di nuovi indicatori sul fronte dell'utilizzo e per la condivisione di best practices sul tema della mobilità. Su questa linea ci si era già mossi, per esempio, nel convegno 3V per un rafforzamento della mobilità su ferro e per una nuova centralità della ferrovia con Milano del luglio 2009 quando a Sondrio era stato presentato il caso della linea Merano-Malles. Migliori collegamenti possono rafforzare l'accessibilità del territorio ed in prospettiva una maggiore attrattività per turisti, imprese, cittadini. Considerando l'evoluzione della situazione infrastrutturale dal punto di vista della dotazione si rileva il quadro seguente (figura 15.23). Mentre nel 2009 il dato di Sondrio era pari a 37,4, nel 2011 è pari a 33,3. E' registrato un peggioramento perché l'impatto delle infrastrutture stradali in costruzione non è ancora riscontrata. Anche l'indicatore di comparazione segna una riduzione, da 84,9 a 81,04. Di fatto, pertanto, la distanza resta la stessa rispetto al valore medio, con valori indice che registrano contrazioni in tutti i territori.
Figura 15.23 - Indice dotazione infrastrutturale - stradale (2011). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Rispetto all'utilizzo delle infrastrutture stradali possiamo considerare un indicatore legato alle autovetture circolanti[16], secondo cui la provincia con il maggior numero di autovetture circolanti è Aosta con 1.051 vetture per 1.000 abitanti. L'indicatore di comparazione (calcolato senza tenere conto del dato medio lombardo) è pari a 673,4. Sondrio si colloca nella parte bassa della graduatoria con 583 autovetture per 1.000 abitanti, appena prima di Trento (con 570) e di Bolzano (con 522 autovetture per 1.000 abitanti). La presenza di autovetture circolanti è correlabile anche alla possibilità dell'utilizzo di trasporti pubblici e infrastrutture ferroviarie per un minore inquinamento ed un minor traffico veicolare. Tuttavia, nonostante il minor numero di autovetture circolanti (per residenti) Trento e Bolzano sono le province che nel 2010 hanno registrato il maggior numero di incidenti stradali fra veicoli (rispettivamente 1.087 e 822). Sondrio si colloca ben al di sotto della media con un valore di 307, prima di Verbania e Aosta con dati rispettivamente pari a 272 e 234. A Sondrio si registra, invece, il dato più basso relativo a incidenti fra veicoli e pedoni (33 valore registrato nel 2010, per un indicatore di comparazione pari a 82).
Per la dotazione ferroviaria, osserviamo che Sondrio si trova al di sotto dell'indicatore di comparazione (perde ben 9 punti rispetto al valore indice 2009); nel 2009 si collocava al di sopra anche se già erano state evidenziate necessità di miglioramento del materiale rotabile e esigenze di potenziamento del trasporto ferroviario per merci e persone e dell'integrazione ferro - gomma.
Figura 15.24 - Indice dotazione infrastrutturale - ferroviaria (2011). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
Relativamente poi agli aspetti di telefonia e telematica e servizi a banda larga rileviamo che Sondrio si trova ben al di sotto dell'indicatore di comparazione e solo al di sopra del dato di Aosta: spazi di miglioramento sono quindi evidenti e non comprendono ancora completamente le attività di potenziamento della rete e l'attivazione di WIMAX con il Polo dell'Innovazione il cui operato può ben evidenziarsi anche sul fronte dell'infrastrutturazione e sviluppo tecnologico e dell'ICT per cittadini, imprese, turisti e pubbliche amministrazioni.
Figura 15.25 - Indice dotazione infrastrutturale - telefonia e telematica (2011). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne
All'interno del tema infrastrutture rientra anche l'energia, particolarmente importante nella provincia di Sondrio ed in tutte le aree alpine soprattutto per quanto riguarda la produzione di energia da fonte idroelettrica. Dal punto di vista dell'erogazione di energia elettrica possiamo rilevare che Sondrio è al primo posto rispetto a tutte le province alpine riguardo alla erogazione di energia elettrica (comparabile alla produzione lorda di energia elettrica).
Figura 15.26 - Kwh elettricità erogata per abitante. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati GRTN 2009 - Istituto Tagliacarne
Se osserviamo poi l'evoluzione nella produzione di energia da fonte idroelettrica, possiamo osservare che Sondrio si conferma al primo posto per la produzione di energia da fonte idrica per abitante e per Km di superficie. Secondo questo rapporto a Sondrio si producono 687 MW per Kmq di superficie, a fronte di un indicatore di comparazione (calcolato senza il dato lombardo) pari a 248,6. L'acqua, quindi, si conferma volano di sviluppo per il sistema locale e permette di collocare e confermare la provincia di Sondrio all'interno di province con un'elevata quota di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sondrio si conferma anche al primo posto per la produzione di energia idroelettrica per abitante, rispetto alle altre province alpine.
Figura 15.27 - Produzione di energia idroelettrica per Kmq. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati GSE - Istituto Tagliacarne
Figura 15.28 - Produzione di energia idroelettrica procapite confronto 2009 - 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati GSE - istituto Tagliacarne
Con riferimento al consumo dell'energia prodotta, possiamo poi considerare il consumo di energia elettrica totale che a Sondrio nel 2009 è stato di 960,3 milioni di Kwh e nel 2010 di 1.006,10, a fronte di un indicatore medio per le altre province alpine pari a 1.869,22 (era 2.338 nel 2010) milioni di Kwh. Di conseguenza nel 2010 il valore medio si riduce - si riducono i consumi totali - mentre a Sondrio i consumi totali aumentano. In particolare aumentano in maniera significativa i consumi dell'industria, indice di una certa ripresa delle attività prima rallentate. A fronte dei consumi industriali potrebbero essere rafforzate anche iniziative legate a processi innovativi di contenimento e controllo dei consumi per una migliore efficienza energetica. Su questo fronte molte le iniziative a livello locale, prima fra tutte quella della già citata realizzazione di un Polo per l'efficienza energetica, sostenuto da Provincia e Camera di Commercio e dalle quattro associazioni di categoria che dovrà essere realizzato dal Polo per l'innovazione[17]. Dal punto di vista dei consumi pro-capite, invece, Sondrio si colloca fra le aree più virtuose con i consumi più bassi (5,5) subito dopo Belluno (4,9) a fronte di un indicatore medio pari a 6,08.
Ambiente
Nello Statuto Comunitario è fortemente presente il tema della sostenibilità ambientale e territoriale, come affermato dal Prof Quadrio Curzio nella Sua introduzione, ove ricorda che l'Articolo 9 dello Statuto afferma che "la Comunità tutela il paesaggio quale elemento fondante dell'identità, promuove la salvaguardia dell'ambiente e l'uso sostenibile delle risorse territoriali". Di conseguenza, è evidente come la tutela e salvaguardia del paesaggio debba essere intesa da un lato come elemento chiave per permettere una promozione del paesaggio stesso in senso socio-economico quale patrimonio insostituibile da preservare e dall'altro come riferimento per trovare soluzioni equilibrate anche sul fronte di pianificazione urbanistica e edificazione[18].
Sul fronte del monitoraggio gli indicatori che vengono considerati sono relativi a foreste, ecosistemi, uso del suolo e rischio ambientale, oltre a qualità dell'aria. Un dato di sintesi su questo fronte è offerto dall'indice Ecosistema di Legambiente, che combina venticinque indici tematici che vanno dalla qualità dell'aria al trattamento dei rifiuti alla presenza di isole pedonali, al traffico, all'utilizzo di energie rinnovabili all'eco management eccetera.
La provincia che mantiene, anche nel 2011, il primo posto nella tutela dell'ambiente è Belluno, subito seguita da Verbano-Cusio-Ossola, sia pure per entrambe con dati stabili ed anzi in leggerissimo calo. Peggiora la performance di Trento che era al terzo posto al di sopra dell'indicatore di comparazione nel 2010, ed, invece, è al di sotto dell'indicatore di comparazione nel 2011. Sondrio si colloca all'ultimo posto e ben al di sotto dell'indicatore di comparazione. Quest'ultimo resta fondamentalmente stabile (passa da 66,43% nel 2010 a 66,2% nel 2011). Sondrio si colloca sempre all'ultimo posto delle province alpine e anche con un dato peggiore rispetto al 2010, per cui aumenta la distanza dall'indicatore di comparazione, confermando la presenza di ritardi da recuperare su questo fronte rispetto alle altre province alpine.
Figura 15.29 - Indice Ecosistema di Legambiente sui capoluoghi di provincia (in %). Fonte: Legambiente e Tagliacarne (2011)
Dei piccoli miglioramenti, però, si sono registrati, ad esempio sul fronte della gestione dei rifiuti: se osserviamo la raccolta differenziata sul totale dei rifiuti possiamo rilevare che la quota di raccolta differenziata pro capite, calcolata come percentuale sul totale dei rifiuti pro-capite era pari al 43,36% nel 2007 ed è 44,6% nel 2009 mentre il dato medio per le altre province alpine che era pari al 53,4% nel 2007 rallenta ed è 52,58% nel 2009. Se ci spostiamo ad osservare l'indicatore relativo alla qualità dell'aria, possiamo rilevare che anche nel 2010 il capoluogo Sondrio è quello fra i vari capoluoghi alpini che ha registrato il maggior numero di superamenti di livello di PM 10, con dati che sia nel 2009 sia nel 2010 si sono ridotti, ma che, rispetto alla performance degli altri capoluoghi alpini, aprono a possibilità di miglioramento.
Figura 15.30 - Qualità dell'aria nei capoluoghi di provincia alpini 2003 - 2010. Fonte: ISTAT
Se sul fronte dell'ecosistema si considera poi un altro elemento legato al numero degli incendi possiamo osservare che nel 2009 Sondrio a fronte di un valore medio pari a 15,8 incendi ha registrato un valore di incendi pari a 11, equivalente a quello di Bolzano e appena sopra al dato di Verbania, che si colloca in posizione bassa della graduatoria solo al di sopra di Belluno, che ha registrato il dato più basso (pari a 8 incendi). Sul fronte del rischio ambientale è opportuno rilevare che ogni singolo Comune della provincia di Sondrio è registrato con indice 4, cioè possibilità di rischi sismici molto bassi, come per i comuni della provincia di Bolzano. Invece le altre province alpine hanno alcuni comuni (ad esempio Courmayeur o Pré Saint Didier in Val d' Aosta, Tambre o Longarone in provincia di Belluno, solo per citarne alcuni) che registrano valori più bassi e quindi potenzialmente soggetta a terremoti con abbastanza forti con probabilità maggiori o con scuotimenti modesti a seconda del grado rilevato (2 o 3). Come già calcolato anche nella Relazione relativa al 2010, altro elemento importante nel quadro della tutela del paesaggio e dell'ambiente è il dato legato ai permessi di costruire. Anche il dato di Sondrio relativo al 2009 pone la nostra provincia ad un livello ben al di sotto dell'indicatore di comparazione (226.544 mq) con un valore pari a 107.874 mq. Sondrio si colloca in posizione intermedia, subito dopo Belluno e ben al di sopra di Aosta e Verbania. Ai primi posti per permessi di costruire si collocano invece Bolzano e Trento.