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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2010

CAPITOLO 14

Commercio con l'estero e rapporti internazionali

statuto

Il contesto di riferimento

Come evidenziato nel capitolo 2, la ripresa dopo la recessione è avvenuta in modo più veloce e vigoroso nelle economie emergenti mentre nei Paesi avanzati la situazione è meno chiara.

Abbiamo anche osservato che il volume del commercio internazionale nel 2010 è complessivamente cresciuto del 12% compensando quindi la perdita del 10,7% del 2009.

Osservando i dati ISTAT[1] relativi all'Italia si può osservare che nel mese di dicembre 2010 tanto le esportazioni che le importazioni sono cresciute di molto rispetto al dicembre 2009. Le importazioni sono cresciute, ancora una volta, più delle esportazioni e su tutto il 2010 il valore delle esportazioni è cresciuto del 15,7%, quello delle importazioni del 22,6%.

Il deficit di bilancia commerciale dell'Italia verso il resto del mondo è salito dai 5,9 miliardi del 2009 ai 27,3 del 2010. Nel 2010 il traffico commerciale dell'Italia è tornato circa ai livelli del 2006, come mostra il grafico seguente.

Figura 14.1 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso il mondo in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb[2]

14.1

Nel 2010 si è registrata una forte crescita delle esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati, sostanze e prodotti chimici, prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca, metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine, impianti e autoveicoli.

Se ci spostiamo ad osservare la situazione relativa alle importazioni, rileviamo che sono in forte crescita le importazioni di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, coke e prodotti petroliferi raffinati, computer, apparecchi elettronici e ottici, petrolio greggio, prodotti tessili e carta e prodotti in carta, prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati.

Se consideriamo la situazione delle importazioni e delle esportazioni verso l'Unione Europea, la figura seguente permette di rilevare come nel 2010 il flusso delle esportazioni, con anche quello delle importazioni, sia più basso che nel 2006. Questo dato richiede necessariamente di essere messo in correlazione con i flussi legati al commercio con i Paesi emergenti, in particolare.

Figura 14.2 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso l'UE 27 in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.2

 

L'anno 2010 è stato caratterizzato da saldi ampiamente positivi nei confronti di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, mentre particolarmente negativi sono stati i saldi registrati nei confronti della Germania e dei Paesi Bassi, della Cina e dell'OPEC.

Figura 14.3 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso i Paesi extra UE in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.3

 

La figura 14.3 permette invece di osservare l'andamento di importazioni ed esportazioni verso i Paesi extra UE. Possiamo osservare che le importazioni sono sempre maggiori delle esportazioni e che il divario si è ridotto in particolare nel 2009 a causa della contrazione generale del commercio internazionale, ma anche nel 2010 le importazioni sono aumentate più delle esportazioni verso quei mercati in crescita dalle prospettive particolarmente interessanti. Questo implicherebbe che la composizione merceologica delle nostre esportazioni non risulti abbastanza interessante per la domanda di quei mercati e lascia anche degli interrogativi in merito alla competitività internazionale delle imprese italiane[3].

In particolare possiamo osservare nella figura seguente l'andamento dei flussi commerciali dell'Italia da e verso la Cina. Possiamo notare che le importazioni sono sempre molto maggiori delle esportazioni. Dopo il calo del 2009 le importazioni dalla Cina sono riprese in modo netto; relativamente alle esportazioni, invece, si nota che negli anni le esportazioni verso la Cina sono rimaste sostanzialmente stabili fino al 2009 e sono leggermente aumentate nell'ultimo anno ma con un andamento molto graduale.

Figura 14.4 - Esportazioni ed importazioni italiane da e verso la Cina in miliardi di Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.4

 

Il commercio estero in Lombardia

Osservando la situazione della regione Lombardia[4], possiamo notare che anche nel 2010 si registra un deficit della bilancia commerciale pari a 22.066.087,601 in aumento del 49,48% rispetto al 2009, quando era stato di 14.761.941,32 migliaia di Euro.

 

Le esportazioni lombarde

Relativamente all'export, il totale delle esportazioni lombarde nel 2010 è di poco inferiore ai 94 miliardi di Euro (93.902.971,016 migliaia di Euro), in aumento rispetto al 2009 quando il totale delle esportazioni era stato di circa 82 miliardi di Euro. L'incremento è del 14,4% rispetto al 2009 con un valore leggermente al di sotto dell'incremento medio a livello italiano che come accennato sopra è stato del 15,7%. Se osserviamo i principali Paesi di destinazione dell'export lombardo possiamo notare che l'Europa è il principale partner con il 68,6%, (in aumento rispetto al 2009 quando era il 67%) seguito dall'Asia con il 15,7%. A seguire troviamo l'America con il 9,5% e l'Africa con il 4,9%. Ultima l'Oceania che è destinazione dell'export lombardo per l'1,15% delle merci. I Paesi Euro, da soli, valgono 39.920,501 milioni di Euro, pari al 42% dell'export totale lombardo e pari al 62% delle esportazioni lombarde in Europa.

Andando a scomporre il quadro lombardo nelle sue componenti provinciali, dobbiamo innanzitutto rilevare che nel 2010 le esportazioni della provincia di Monza e Brianza vengono conteggiate come provincia a sé e vengono a scorporarsi da quelle prima inglobate nella provincia di Milano. Pertanto il calo di export di Milano è senz'ombra di dubbio ascrivibile a questa nuova configurazione. La provincia che esporta di più è quella di Milano seguita da Brescia, Bergamo e Varese secondo una graduatoria che rimane stabile rispetto all'anno precedente.

In termini percentuali, se osserviamo la variazione delle esportazioni per provincia fra il 2009 e 2010, posto che l'export lombardo è aumentato del 14,14% dal 2009 al 2010, la variazione è positiva in tutte le province lombarde, ad eccezione di Sondrio, dove si ha una leggera erosione delle esportazioni pari allo 0,7% - sostanziale stabilità rispetto al 2009 - e di Milano, dove si registra un calo dell'export del 6,8% dovuto al fatto che, come anticipato, per la prima volta nel 2010 le esportazioni della provincia di Monza Brianza contano a sé stanti e quindi si scorporano dal totale di Milano.

Le province di Mantova e Cremona sono quelle che invece hanno avuto il maggiore incremento di export rispetto al 2009 e superiore al 21%, seguita da Brescia e Bergamo, rispettivamente +18,3% e +15%. Sondrio nel 2009 aveva avuto una riduzione delle esportazioni in linea con la media lombarda e pari al 20,7%. Nel 2010 invece Sondrio si colloca ben al di sotto della media lombarda con una riduzione dell'export a fronte di un dato medio lombardo che registra un aumento del 14%. L'export della provincia di Sondrio rimane sempre fanalino di coda, con un importo pari a meno della metà di quello subito seguente, relativo a Lodi.

Figura 14.5 - Confronto 2009 - 2010 delle esportazioni dalla Lombardia (dati in milioni di Euro per provincia di riferimento). Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.5

Figura 14.6 - Variazione % delle esportazioni nelle province lombarde rispetto al 2009. Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.6

Per quanto riguarda la graduatoria delle principali merci esportate, possiamo osservare le figure 14.7 e 14.8 che mostrano le merci esportate per tipologia e le prime dieci merci esportate per importo. Oltre un terzo dell'export lombardo è per prodotti di meccanica e metalli. Andando nel dettaglio, osserviamo intanto che non ci sono state variazioni significative dal 2009 al 2010. Tutte le categorie aumentano i propri importi. L'unica variazione si registra per medicinali e preparati farmaceutici che passano dal sesto al nono posto. Le materie plastiche, invece, guadagnano una posizione passando dal settimo al sesto posto, ma non cambia la preminenza dell'industria metalmeccanica e di quella chimico-farmaceutica nell'export lombardo. Fra le punte di diamante dell'export lombardo risulta anche la moda, all'ottavo posto, che rimane una delle prerogative dell'export italiano e lombardo e emblema del "made in Italy" con griffes universalmente riconosciute.

Figura 14.7- Merci esportate per tipologia (%), Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb

14.7

Figura 14.8 - Principali merci esportate, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb

14.8

 

Le importazioni verso la Lombardia

Procedendo in modo simmetrico rispetto a quanto effettuato sopra, andiamo ad osservare l'andamento delle importazioni lombarde nel 2010 (pari a 115.969.058,617 migliaia di Euro) attraverso un confronto con l'andamento nel 2009 provincia per provincia. Possiamo osservare che globalmente si registra un aumento delle importazioni. La provincia che importa di più è Milano, seguita da Pavia, Bergamo, Brescia e Varese. Ricordiamo anche qui che dal 2010 le importazioni della nuova provincia di Monza Brianza vengono contabilizzate a parte. Considerando che le importazioni lombarde dal 2009 al 2010 hanno registrato un incremento di poco inferiore al 20% (19,52%), incremento comunque calcolato su un anno che verrà ricordato come "anno della crisi", possiamo osservare che Sondrio, insieme a Milano, è la provincia che ha avuto l'aumento più basso nelle importazioni e pari a poco più del 6%, mentre Lecco ha più che raddoppiato le importazioni rispetto al 2009. A seguire Lodi, Brescia e Mantova, con aumenti compresi fra il 51% e il 37% di importazioni rispetto all'anno precedente.

Figura 14.9 - Confronto 2009 - 2010 delle importazioni in Lombardia (dati in milioni di Euro per provincia di riferimento). Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.9

Figura 14.10 - Variazione % delle importazioni nelle province lombarde rispetto al 2009. Fonte: elaborazioni CCIAA di Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.10

 

Passando alla considerazione delle principali merci importate in Lombardia, possiamo osservare nelle figure 14.11 - 14.12 la tipologia delle merci importate e la graduatoria delle principali merci importate. ll principale capitolo aggregato di importazione � costituito da computer, apparecchi elettronici ed ottici (14,9% per oltre 17 miliardi di Euro) stabile rispetto al 2009, seguiti da sostanze e prodotti chimici (12,6%, per 14,6 miliardi di Euro), anch'esso stabile rispetto al 2009, metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (11,6%, quota in aumento rispetto al 2009), mezzi di trasporto (8,1%, quota in leggero calo) e articoli farmaceutici, chimico - medicali (per un controvalore di poco inferiore ai 9 miliardi di Euro).

Figura 14.11 - Merci importate per tipologia, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat Coeweb

14.11

Figura 14.12 - Principali merci importate, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.12

Come già rilevato nella precedente edizione della relazione sull'andamento economico, possiamo osservare la forte dipendenza dall'estero della Lombardia per tutto ciò che concerne il mondo chimico e farmaceutico (rispettivamente per oltre 9 e per circa 7 miliardi di Euro), oltre che per il petrolio greggio, che è importato per un valore superiore ai 6,2 miliardi di Euro. Se i prodotti informatici, le schede elettroniche e i prodotti elettronici di consumo vengono accorpati poi, il valore importato arriva circa agli 11 miliardi di Euro.

 

Import ed export lombardo verso Cina e India

Vista la crescita di Paesi come l'India e la Cina, si ritiene interessante proporre un focus specifico relativo all'andamento di esportazioni ed importazioni lombarde specificamente verso questi due Paesi che hanno registrato tassi di crescita importanti nel mondo a due velocità che abbiamo descritto nel capitolo 2.

La Cina viene tradizionalmente considerata come l'officina del mondo per la prevalenza del settore industriale manifatturiero che le permette di produrre gran parte dei prodotti che vengono poi esportati nel resto del mondo. In modo analogo e complementare, gli analisti considerano i servizi come il punto di forza dell'economia indiana.

Per quanto riguarda la Cina, possiamo osservare che per la Lombardia essa rappresenta l'origine dell'8,48% delle importazioni e la destinazione del 3% circa delle esportazioni. L'India invece rappresenta l'origine per l'1% delle merci importate dalla Lombardia e la destinazione per l'1,29% delle merci esportate dalla regione. Andando ad osservare la composizione merceologica di importazioni da ed esportazioni verso la Cina, possiamo vedere che ciò che in particolare viene esportato è relativo a computer e componenti elettronici per un totale di circa 2 miliardi di Euro, seguiti da articoli di abbigliamento. Posizione importante occupano anche apparecchi di uso domestico, elettronica di consumo e giochi e giocattoli.

Per quanto riguarda le principali merci esportate abbiamo invece macchinari di impiego generale e di vario genere, per un importo complessivamente superiore al miliardo di Euro.

Figura 14.13 - Principali merci importate dalla Cina, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)

14.13

 

Figura 14.14 - Principali merci esportate verso la Cina, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT coeweb (valore in Euro)

14.14

 

Relativamente alle merci importate dall'India ed esportate in India osserviamo che fra i principali prodotti importati abbiamo prodotti chimici di base, autoveicoli e prodotti della siderurgia, mentre fra le prime merci esportate macchine per impieghi speciali e prodotti chimici.

Figura 14.15 - Principali merci importate dall'India, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)

14.15

Figura 14.16 - Principali merci esportate verso l'India, Lombardia 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)

14.16

La situazione in provincia di Sondrio

Come accennato sopra riguardo alla situazione lombarda, nel 2010 la provincia di Sondrio ha realizzato esportazioni per circa 503 milioni di Euro, in calo dello 0,7% rispetto al 2009, quando il dato era di circa 507 milioni di Euro. Se osserviamo le importazioni, il dato del 2010 di Sondrio è di 443 milioni di Euro, in aumento del 6,45% rispetto al 2009 quando il totale import era stato pari a 417 milioni di Euro.

Il saldo della bilancia commerciale della provincia di Sondrio è positivo, pari a circa 60 milioni di Euro, ma in calo rispetto al 2009 quando il valore era stato di circa 90 milioni di Euro.

Come sappiamo e come già rilevato anche negli anni scorsi, i valori di import ed export pongono la provincia di Sondrio fra le province meno internazionalizzate della Lombardia.

Vediamo che lo scorso anno questa limitatissima apertura verso i mercati esteri può aver ridotto l'importazione della crisi - come dimostrato dai dati del 2009 secondo cui la riduzione del commercio internazionale era stata piuttosto contenuta. Tuttavia i dati ci dicono che la provincia nel 2010 non ha beneficiato quanto gli altri centri manifatturieri lombardi dell'effetto traino costituito dalla ripresa del commercio internazionale.

 

Le esportazioni della provincia di Sondrio

Per quanto riguarda i principali partner commerciali della provincia di Sondrio, l'Europa rappresenta la destinazione per l'83% delle merci esportate con una quota stabile rispetto al 2009; l'Asia rappresenta poi destinazione per l'8% dei prodotti esportati dalla nostra provincia. Il dato dell'export verso l'Asia ha mostrato durante l'anno un andamento di crescita continua fino al terzo trimestre (quando l'export verso l'Asia aveva segnato un aumento tendenziale, rispetto allo stesso trimestre del 2009 di oltre il 40%). Complessivamente, però, il dato tendenziale mostra che nell'arco dell'anno le esportazioni verso l'Asia hanno subito una riduzione di circa il 10% rispetto al 2009.

A seguire, il 5% delle merci esportate sono destinate all'America - che registra una crescita del 12% rispetto al 2009 come destinazione dei prodotti - e il 2,3% all'Africa (con una riduzione del 25% rispetto al 2009).

Figura 14.17- I maggiori partner commerciali della provincia di Sondrio per l'export (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.17

Avendo osservato che l'Europa continentale rappresenta da sola oltre l'83% della destinazione delle merci, e che all'interno dell'Europa l'Eurozona rappresenta oltre il 62% delle esportazioni (sul totale delle esportazioni, l'Eurozona supera il 50%) diventa importante andare ad esplorare con maggiore dettaglio quali siano i Paesi verso cui, in Europa, la provincia di Sondrio esporta di più.

La figura 14.18 offre una fotografia in questo senso. Non si osservano variazioni rispetto al 2009. La Francia e la Germania rappresentano i principali partner commerciali seguiti dalla Spagna, verso cui si è registrato un forte aumento dell'export rispetto al 2009, e poi il Belgio. Insieme questi tre Paesi rappresentano oltre il 66% del totale. E' poi importante ricordare che la Svizzera da sola rappresenta sempre il 12,9% del totale dell'export della provincia di Sondrio. Dal 2009 al 2010 l'export verso la Svizzera è cresciuto da 61 a 65 milioni di Euro.

Figura 14.18 - Classifica dei Paesi Eurozona per percentuale di esportazioni. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb (valore in Euro)

14.18

 

Se ci si sposta poi ad osservare la tipologia di merci esportate, la composizione merceologica dell'export non mostra grosse variazioni rispetto al 2009. La figura 14.19 ci permette di osservare che si esportano principalmente metalli di base e prodotti in metallo, per un valore pari a quasi 160 milioni di Euro complessivi. Seguono, ad una certa distanza, prodotti relativi al settore della gomma e della plastica e prodotti alimentari, questi ultimi per un controvalore pari a circa 38 milioni di Euro. Gli articoli in gomma e materie plastiche guadagnano un paio di posizioni e arrivano a precedere, sia pur di misura, i prodotti alimentari. Anche medicinali e prodotti farmaceutici rivestono un ruolo importante per un importo pari a oltre 34 milioni di Euro.

Figura 14.19 - Classifica delle tipologie aggregate di merci esportate (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.19

Per avere un quadro più preciso della tipologia di prodotti esportati, possiamo andare a esplorare nel dettaglio le tre principali categorie. Possiamo osservare che in particolare abbiamo, per ognuna delle prime tre categorie, rispettivamente, altri prodotti in metallo e metalli di base preziosi e altri non ferrosi, macchine di impiego generale per i macchinari e articoli in materie plastiche e pietre tagliate e modellate per articoli in gomma e materie plastiche. In quest'ultimo vediamo rientrare in particolare l'export del settore lapideo, uno degli ambiti che registrano una significativa internazionalizzazione.

Figura 14.20 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Metalli di base, prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.20

Figura 14.21 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Macchinari ed apparecchi n.c.a" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.21

Figura 14.22 - Analisi dettagliata delle esportazioni di "Articoli in gomma e materie plastiche" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.22

Figura 14.23 - Graduatoria delle merci più esportate. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.23

Rispetto alla situazione verificatasi nel 2009, possiamo osservare che aumenta in particolare l'export di macchine di impiego generale (+50%) e articoli in materie plastiche (+18%), mentre si riduce l'export di medicinali e preparati farmaceutici (-9%) e metalli di base (-10%). Rileviamo che anche l'esportazione di carne lavorata ha subito una contrazione nell'export del 13,9% (che infatti ha portato il prodotto a perdere un paio di posizioni rispetto allo scorso anno).

 

Le importazioni in provincia di Sondrio

La provincia di Sondrio nel 2010 ha importato merci provenienti per il 90% dall'Europa, per il 6% dall'Asia, per il 2% dall'America e per l'1,2% dall'Africa. Rispetto al 2009 osserviamo che aumenta la quota di import dall'Asia sul totale, che rappresentava il 3,78% nel 2009 ed è ora il 6%. Confrontandoci con il dato del 2009, che ricordiamo, però, essere stato l'anno della crisi, le importazioni dall'Asia sono aumentate del 70%.

Figura 14.24- I maggiori partner commerciali della provincia di Sondrio per l'import (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.23

 

Considerando la quota rappresentata dall'Europa, diventa importante, simmetricamente a quanto fatto per l'export, andare a vedere quali sono i principali Paesi da cui Valtellina e Valchiavenna importano, considerando che la zona Euro rappresenta l'origine per il 66,5% delle importazioni (quota stabile rispetto al 2009)[5]. Osserviamo che Germania, Paesi Bassi e Francia rappresentano il Paese di origine per il 65% del totale delle importazioni, con quote stabili rispetto a quelle del 2009. Ricordiamo che attraverso i Paesi Bassi transitano le carni provenienti dal Sud America destinate all'industria della bresaola valtellinese per la produzione, trasformazione e commercializzazione.

Figura 14.25 - Classifica dei Paesi Eurozona per percentuale di importazioni (Valore in Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.25

Se poi ci spostiamo ad osservare le principali tipologie di merci importate, possiamo rilevare che prevalgono prodotti afferenti all'industria alimentare per un controvalore pari a poco meno di 125 milioni di Euro, e a quella metalmeccanica con metalli di base e macchinari che complessivamente danno un importo di circa 150 milioni di Euro, seguiti da legno e prodotti in legno (per 36 milioni di Euro di controvalore).

Figura 14.26 - Classifica delle tipologie aggregate di merci importate (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.26

Entrando nel dettaglio delle tre prime categorie, possiamo osservare la situazione descritta nelle tre figure seguenti, 14.27, 14.28, 14.29.

Figura 14.27 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Prodotti alimentari, bevande e tabacco" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.27

Per quanto riguarda i prodotti alimentari, oltre l'85% è rappresentato da carne lavorata e conservata, principalmente per l'industria della bresaola.

Abbiamo osservato che viene importato circa un valore pari a 105 milioni di Euro (in calo rispetto al 2009 del 22% quando l'importo corrispondente era stato di 135 milioni di Euro) per un export della carne lavorata di circa 13 milioni di Euro (in calo rispetto al 2009 del 13,9%). Il calo è riconducibile anche agli aumenti del costo della materia prima e alle difficoltà di approvvigionamento per cui alcuni operatori del settore hanno affermato che la materia prima è "introvabile". Rispetto al 2009 resta valida l'affermazione secondo cui la bresaola è conosciuta in tutto il mondo ma ha ancora un consumo prettamente nazionale, anche se rispetto al 2009 l'export della breasola ha registrato un significativo aumento.

Figura 14.28 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Metalli di base e prodotti in metallo" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.28

Figura 14.29 - Analisi dettagliata delle importazioni di "Macchinari ed altri apparecchi n.c.a" (dati in migliaia di Euro). Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.29

Relativamente all'industria metalmeccanica, possiamo osservare che i prodotti principalmente importati sono metalli di base e metalli non ferrosi e per i macchinari macchine di impiego generale.

Se andiamo ad osservare quali sono, in assoluto, le merci più importate in provincia di Sondrio, la fotografia ci è data dalla tabella seguente.

Figura 14.30 - Graduatoria delle merci più importate. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.30

Nella graduatoria dei prodotti più importati, dopo la carne, i metalli di base e i macchinari,

troviamo anche - oltre ad articoli in materie plastiche per 17 milioni di Euro - pasta-carta e carta - per oltre 25 milioni di Euro - e legno grezzo per oltre 12 milioni di Euro. Ricordiamo, infatti, che, per quanto la Valtellina abbia quasi un distretto per la prima lavorazione del legno che produce oltre il 12% del totale nazionale, in realtà la materia prima è ancora quasi totalmente importata, nonostante l'abbondanza di legname sul territorio a causa di uno sfruttamento delle risorse che avrebbe bisogno di essere reso più efficiente, rendendo necessario agli operatori (dalle segherie a tutte le imprese della filiera) di rivolgersi su altri mercati, in primis quello svizzero, determinando una forte dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento della materia prima e portando anche ad un aumento del traffico stradale.

Nel capitolo relativo alle infrastrutture abbiamo affermato la criticità dei collegamenti per un'area montana percepita come periferica come la provincia di Sondrio e anche la necessità di procedere sulla via di una mobilità più sostenibile. In questo senso, ad esempio, si porrebbe la possibilità di prevedere un potenziamento delle linee ferroviarie per poter permettere un trasporto merci più efficiente verso quelle destinazioni particolarmente importanti per lo sviluppo dell'economia della Valtellina e Valchiavenna.

Infatti, migliori collegamenti concorrono a rendere la Valtellina e Valchiavenna meglio collegate con i partners commerciali che come abbiamo visto sono localizzati principalmente in Europa, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Paesi Bassi, realtà verso cui potersi muovere su linee stradali e ferroviarie efficienti e più accessibili.

 

Import ed export della provincia di Sondrio verso Cina e India

Avendo considerato prima il quadro relativo agli scambi commerciali con Cina e India in Italia e in Lombardia, diventa utile un confronto anche con la situazione della provincia di Sondrio rispetto a questi due Paesi per conoscere la situazione e l'evoluzione dei flussi da e verso Cina e India e per fare alcune considerazioni in prospettiva.

La Cina per Sondrio rappresenta l'origine per il 3,5% dei prodotti importati, con un andamento che segna una crescita negli ultimi anni a parte il calo netto del 2009. Si tratta soprattutto di prodotti delle attività manifatturiere (per la quasi totalità, 14,9 milioni di Euro) e dei prodotti, agricoltura e silvicoltura (per 600.000 Euro) e prodotti di servizi di informazione e comunicazione (10.000 Euro).

Figura 14.31 - Importazioni della provincia di Sondrio dalla Cina in Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.31

La Cina è stata invece destinazione per l'1% circa dei prodotti esportati dalla provincia di Sondrio. L'andamento dell'export valtellinese e valchiavennasco verso la Cina negli ultimi anni ha avuto l'andamento rappresentato nella figura 14.32. Nonostante un aumento dell'export verso l'Asia in particolare nel III trimestre 2010, abbiamo visto sopra che l'export verso l'Asia dal 2009 al 2010 si riduce; per quanto riguarda la Cina, il dato ad essa relativo segna un continuo calo dopo un picco del 2008 quando l'export verso la Cina era stato di 11 milioni di Euro (soprattutto per metalli di base e prodotti in metallo).

Figura 14.32 - Esportazioni della provincia di Sondrio verso la Cina in Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.32

 

Le considerazioni che possiamo fare si legano quindi a tre aspetti principali:

  1. la crisi può aver colpito la provincia di Sondrio con un certo ritardo giustificando i dati dell'export che si dimostra sostanzialmente stabile;
  2. il valore e la composizione merceologica delle esportazioni valtellinesi dimostrano che l'export deve ancora farsi strada in mercati emergenti come la Cina;
  3. le misure e le politiche per l'internazionalizzazione adottate e promosse da diversi attori (vedi oltre per i dettagli) possono e devono essere rafforzate e sviluppate per permettere ad imprese di ridotte dimensioni e non molto strutturate di aprirsi verso un così ampio nuovo mercato in crescita.

L'India rappresenta invece lo 0,05% per l'import e lo 0,16% per l'export, soprattutto di prodotti dell'attività manifatturiera per l'export, mentre per l'import si tratta soprattutto di prodotti dell'agricoltura e della silvicoltura.

Osserviamo che si tratta di un Paese ancora marginale per gli scambi commerciali della provincia di Sondrio. Tuttavia, visti i tassi di crescita dell'economia dell'India negli ultimi anni, sarebbe opportuno che gli imprenditori locali monitorassero questo mercato con maggiore attenzione per individuare delle opportunità che potessero rivelarsi utili per penetrarlo con prodotti e servizi locali e beneficiare così di un ulteriore traino internazionale.

Inoltre, le imprese indiane sono famose per l'approccio "frugale" all'innovazione che le caratterizza e che permette loro di immettere sul mercato prodotti innovativi a costi sensibilmente contenuti, ripensando prodotti e processi, applicando metodologie di open innovation e utilizzando in modo nuovo tecnologie già esistenti. Le imprese della provincia di Sondrio potrebbero trarre beneficio da questo approccio di frugal innovation per trarne alcuni elementi di interesse e valutarne - adattandola - l'introduzione nei propri processi produttivi.

Figura 14.33 - Esportazioni della provincia di Sondrio verso l'India in Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.33

 

Figura 14.34 - Importazioni della provincia di Sondrio dall'India in Euro correnti. Fonte: ISTAT Coeweb

14.34

 

Iniziative e considerazioni sul tema dell'internazionalizzazione

Nel quadro dei rapporti con l'estero non può mancare un riferimento alle attività svolte dalla Camera di Commercio di Sondrio.

Consapevole della ancora limitata propensione all'innovazione e all'internazionalizzazione, come indicato nella SWOT Analysis realizzata negli anni scorsi, uno degli obiettivi che la Camera di Commercio si è posta nell'aggiornamento del quadro strategico ed obiettivi per il 2011 è quello del supporto alla competitività delle imprese che ricomprende anche il supporto per migliorare i grado di apertura verso i mercati esteri, sia attraverso iniziative di sostegno diretto, sia con la messa a disposizione di servizi.

Nell'ambito dell'internazionalizzazione ricordiamo l'Accordo di Programma per lo Sviluppo Economico e la Competitività del Sistema lombardo avviato nel 2006 e rinnovato a dicembre 2009 con validità 2010-2015. Stipulato tra Sistema camerale lombardo e Regione Lombardia si propone quale strumento efficace per sostenere una strategia condivisa per rispondere alle necessità del sistema imprenditoriale ed economico lombardo. Nel 2010 la Camera di Commercio di Sondrio ha attivato varie iniziative a supporto del sistema imprenditoriale locale sia attraverso l'attivazione del progetto "Il Club degli esportatori" sia attraverso la partecipazione a manifestazioni fieristiche e missioni all'estero - attraverso voucher - con un investimento complessivo di circa 205.000 Euro da parte camerale.

Il progetto "Club degli esportatori", cofinanziato dalla Regione Lombardia, Direzione Generale Industria, si è avviato verso la fine del 2010 e si pone l'obiettivo di costruire un sistema di relazioni che aiuti le imprese già presenti sui mercati esteri a consolidare la loro posizione e aiuti e accompagni quelle che ancora non hanno varcato i confini nazionali.

L'intento è quello di superare l'handicap della scarsa propensione all'export che caratterizza il tessuto imprenditoriale locale attraverso un programma articolato che prevede formazione, assistenza, supporto e anche premi. Il punto di forza del progetto diventa quindi quello di utilizzare l'esperienza e le competenze acquisite sul mercato internazionale dagli imprenditori quale aiuto concreto, oltre che stimolo, per quelle aziende in possesso di potenzialità ancora non sfruttate per esportare prodotti e servizi. Un ruolo chiave all'interno del Club è giocato quindi dalle 15 cosiddette export leader, le aziende leader provinciali nelle esportazioni, protagoniste di significative performance sui mercati esteri. L'intenzione è quindi quella di supportare grazie agli export leader, alla CCIAA, agli esperti per gli incontri formativi gli aspiranti imprenditori, offrendo anche la possibilità di partecipare a missioni e fiere all'estero.

Riguardo a Cina e India, possiamo ricordare che nell'ambito dei progetti cofinanziati dal Fondo perequativo, nel maggio del 2010 sono state realizzate due missioni economiche per il settore lapideo in questi due Paesi, per i quali l'interesse è crescente. Le 5 aziende che vi hanno partecipato si sono dimostrate molto soddisfatte dei contatti, sia istituzionali sia commerciali con agenti e associazioni di categoria realizzati in loco.

Iniziative di questo tipo, orientate nello stesso tempo a fare rete e a costruire una massa critica per poter affrontare sempre meglio mercati globali, sono importanti per aiutare imprese come quelle Valtellinesi e Valchiavennasche spesso molto piccole e poco patrimonializzate.

Queste iniziative si potrebbero integrare con altre azioni di sostegno alla patrimonializzazione delle imprese, attraverso un supporto nei loro progetti di sviluppo a medio-lungo termine, ivi inclusi quelli finalizzati a promuovere una più ampia presenza sui mercati esteri. Sostenere la patrimonializzazione delle imprese potrebbe permettere di rendere più agevole l'accesso al credito bancario delle PMI, fornendo le risorse necessarie per migliorare la loro capacità di competere sui mercati internazionali anche senza un finanziamento diretto delle iniziative di internazionalizzazione.

Stimolare le imprese e incentivarle nei processi di aggregazione poi permetterebbe anche di portare al raggiungimento della massa critica necessaria per superare l'odierna eccessiva frammentazione e quindi ottenere delle significative economie di scala indispensabili per rafforzare la competitività nei rispettivi settori e mercati, anche internazionali.

Si tratta di percorsi lunghi ed impegnativi che richiedono di potersi avvalere di competenze e servizi qualificati, di know how, di capitale umano da sviluppare anche all'interno alle imprese in un quadro sempre più globale per permettere all'azienda di crescere in ottica di sistema.

Queste considerazioni sul fronte dell'apertura verso i mercati esteri sono strettamente collegate anche a quelle legate all'adozione di processi di innovazione nelle imprese, azioni verso cui c'è storicamente una limitata propensione a causa della ristrettezza di risorse disponibili in parte imputabili alle ridotte dimensioni aziendali e alla scarsa patrimonializzazione delle imprese stesse. Le imprese che innovano - parlando di un'innovazione multidimensionale a 360 gradi - sono quelle più competitive, quelle che sono uscite meglio dalla crisi e capaci anche di affrontare i mercati esteri nel modo più efficace creando la propria nicchia di riferimento ed evitando la diluizione del proprio marchio.

In altre parole, data la dimensione ridotta, resta importante un sostegno alle imprese che si manifesti anche con l'obiettivo di far crescere le aziende stesse e di stimolarle ad una maggiore collaborazione fino ad arrivare ad una vera aggregazione fra imprese, anche attraverso il contratto di rete.

Il network diventa quindi lo strumento attraverso il quale diventa possibile proporre iniziative mirate per le imprese per aprirsi a nuovi mercati sfruttando le opportunità che offre l'innovazione. Questo si può ottenere sviluppando e costruendo sempre più strette sinergie fra gli operatori e i facilitatori sul territorio, e in particolare, per l'innovazione, grazie anche al supporto sul territorio di una struttura quale il Polo per l'Innovazione per la condivisione di know-how e per nuove strategie in un mercato globale che è profondamente cambiato rispetto al passato e per cui è necessario continuamente riaggiornare i propri prodotti nonché, talvolta, anche i modelli di business.

 

I riferimenti nello Statuto Comunitario e qualche confronto con le province alpine

Come già evidenziato, lo Statuto Comunitario si propone come strumento per uno sviluppo di qualità della provincia di Sondrio con un'attenzione locale ma non certo con un atteggiamento localista e anzi con la volontà che la provincia cresca nella sua vocazione alpina lombardo-europea, all'interno del quale coniugare il paradigma delle 3S, solidarietà e sussidiarietà per uno sviluppo sostenibile.

E' in questo senso quindi che diventano possibili ed anzi sono irrinunciabili confronti e collegamenti, scambi di esperienze e crescita di competenze, attraverso l'individuazione di problematiche comuni e la definizione di soluzioni e progetti congiunti, ad elevato valore aggiunto.

Lo Statuto Comunitario, poi, sottolineando il valore fondamentale della rete, afferma anche l'importanza di un confronto che permetta di monitorare il progresso e di verificare i passaggi successivi di crescita, da attuarsi anche attraverso l'utilizzo di fondi comunitari che permettono di mettere in atto progetti di collaborazione internazionali finalizzati allo sviluppo economico locale in ottica europea.

Per poter effettuare un confronto riguardo alla performance delle province alpine simili a Sondrio, un buon indicatore è rappresentato dalla propensione all'export[6].

La figura 14.35 mostra che la provincia più export-oriented è la provincia di Belluno, con un dato pari al 42,3% per un importo che nel 2010 è stato di circa 2,5 miliardi di Euro. Possiamo osservare che nel 2009 per effetto della crisi il dato si è contratto per tutte le province. In particolare, a Belluno nel distretto dell'occhiale operano, da un lato, poche grandi imprese e gruppi internazionali che, nati all'interno del distretto, hanno negli ultimi anni raggiunto dimensioni tali da esser diventati leader mondiali del settore e affermati sui mercati internazionali, che distribuiscono prodotti con marchi propri e in licenza, presidiano importanti attività di marketing, quali la progettazione del prodotto, la comunicazione e la logistica ed hanno il controllo diretto della distribuzione (rete di agenti propri e apertura di filiali commerciali all'estero) sia l'acquisizione di catene di ottica a livello internazionale. Dall'altro lato, c'è un insieme di PMI specializzate nella produzione del prodotto, di parti componenti o in alcune specifiche lavorazioni, che cedono ai committenti, aziende licenziatarie e con marchi propri oppure distributori[7]. Possiamo rilevare anche che il 13% dell'export di Belluno nel 2010 è verso l'Asia e che l'export verso l'Europa è pari al 60% del totale.

Dopo Belluno troviamo Bolzano, che fra i prodotti più esportati presenta prodotti di colture permanenti, frutta, parti di autoveicoli e macchinari di impiego generale.

Aosta esporta in principal modo prodotti legati alla siderurgia e alla prima trasformazione dell'acciaio, seguiti da autoveicoli e bevande.

La contrazione dell'export nel 2009 è stata più severa ad Aosta che a Trento, che dal 2008 al 2009 guadagna una posizione rispetto alla propensione all'export. A Trento l'export è piuttosto diversificato; non ci sono prodotti principali a una netta distanza dagli altri come a Belluno, ma si esportano principalmente bevande, pasta-carta e cartone e macchinari per impieghi speciali.

Andando verso le ultime posizioni troviamo Verbania che ha risentito particolarmente della crisi nel 2009 con una riduzione della propensione all'export del 6%. Fra i principali prodotti esportati dal Verbano - Cusio - Ossola troviamo prodotti afferenti all'industria chimica, siderurgica e meccanica, tradizionalmente sviluppata nella zona.

Ultima in classifica la provincia di Sondrio, che quindi non solo è fanalino di coda rispetto alle altre province lombarde, ma anche rispetto alle province alpine con cui, per caratteristiche geomorfologiche e strutturali simili, viene confrontata. Infatti, se confrontiamo le esportazioni per abitante delle province di Belluno e di Sondrio, rileviamo che a Belluno ogni abitante esporta un valore pari a 4 volte l'importo esportato per abitante in provincia di Sondrio.

Figura 14.35 - Propensione all'export nelle province alpine - 2008 e 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne

14.35

 

Un altro indicatore adatto per confrontare le performance è quello relativo al grado di apertura verso i mercati esteri, calcolato dividendo per il valore aggiunto la somma di importazioni ed esportazioni.

Si tratta di un indicatore importante correlato positivamente all'efficienza di un sistema produttivo. In analisi economica viene ritenuto che il nesso sia dovuto al fatto che la maggiore concorrenza indotta dalla crescente apertura al commercio con l'estero stimoli le imprese ad accrescere la propria produttivit�. Altri, invece, hanno sostenuto che gli effetti positivi dell'apertura al commercio internazionale sono legati al fatto che entra in funzione un meccanismo di selezione secondo cui il maggiore grado di concorrenza dei mercati porta le imprese meno efficienti a uscire dal mercato e di conseguenza determina una redistribuzione delle quote di mercato a vantaggio delle imprese più produttive e competitive[8].

La figura 14.36 mostra quindi il grado di apertura verso i mercati esteri per le province alpine. Possiamo osservare che in prima posizione si trova Belluno, nel 2009 (istogrammi in verde) al 51,3% seguita da Bolzano al 41,7% e poi da Trento (27,3%), Verbania (25,4%) e Aosta, (20,4%). In ultima posizione si colloca Sondrio con un grado di apertura ai mercati esteri pari al 18%, quasi un terzo di quella di Belluno.

Figura 14.36 - Grado di apertura ai mercati esteri nelle province alpine - 2008 e 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istituto Tagliacarne

14.36

Le figure 14.37 e 14.38 mostrano invece l'andamento di importazioni ed esportazioni nei diversi territori nel 2009 e nel 2010 e variazioni. Per quanto riguarda l'import, possiamo osservare che l'aumento maggiore si registra a Aosta, con un aumento di import di oltre il 50% rispetto al 2009, seguita da Bolzano, Trento e Belluno con valori superiori al 20%. Segue Verbania con un aumento dell'import del 9,06%. Chiude la rosa delle province Sondrio con un aumento del 6,45% rispetto al 2009.

Figura 14.37 - Andamento delle importazioni nelle sei province alpine - 2009/ 2010 e variazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

14.37

 

Riguardo all'export, osserviamo che in tutte le province esaminate, tranne che a Sondrio, si registrano variazioni positive rispetto al 2009, che aveva segnato importanti contrazioni per tutti i territori. L'export torna a crescere soprattutto ad Aosta (+36%) e Bolzano (+20%). Seguono a stretto giro Belluno e Trento con valori intorno al +19% e +18%.

Figura 14.38 - Andamento delle esportazioni nelle sei province alpine - 2009/ 2010 e variazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati ISTAT Coeweb

ù

 

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NOTE

  • [1] Si segnala che tutti i dati utilizzati per le elaborazioni e per i confronti sono gli ultimi resi disponibili al marzo 2011 da ISTAT Coeweb e Rapporto Sintesi 2000 - Banca Popolare di Sondrio

    [2] Cfr. elaborazione Prof. Sdogati - Politecnico di Milano per import export italiano verso il mondo, UE e Paesi extra UE

    [3] Cfr. Prof Sdogati, MIP Politecnico di Milano

    [4] Per l'elaborazione dei dati sono stati utilizzati il database Coeweb di ISTAT e i dati resi disponibili da Sintesi 2000 per la Banca Popolare di Sondrio

    [5] L'Eurozona rappresenta invece l'origine per il 74% delle importazioni dall'Europa

    [6] La propensione all'export è data dal rapporto fra le esportazioni e il valore aggiunto

    [7]Cfr. Distretto dell'occhiale di Belluno all'interno dei distretti italiani; www.osservatoriodistretti.org

    [8] Cfr. Banca d'Italia n. 635, Massimo Del Gatto, Gianmarco I.P. Ottaviano e Marcello Pagnini