Il Registro delle Imprese della Camera di Commercio è uno strumento indispensabile a livello amministrativo e, nello stesso tempo, fondamentale per fotografare la situazione del sistema economico locale e analizzarne la sua evoluzione. Esso, infatti, attraverso una catalogazione in base all'attività economica delle imprese ne rappresenta l'anagrafe. Il Registro delle Imprese di Sondrio al 31 dicembre 2011 contava 16.103 imprese registrate di cui 15.186 imprese attive. Rispetto al 2010 la variazione è stata negativa sia per le imprese registrate (-1,42%) sia per quelle attive (-1,24%) che sono diminuite di 190 unità. Andando più nel dettaglio, notiamo come siano state le imprese del settore manifatturiero e quelle del settore agricolo a subire la maggiore contrazione per il secondo anno di fila (poco superiore al 4%). Il settore delle costruzioni, invece, subisce una contrazione del 2,6% e il commercio perde lo 0,6% delle imprese attive rispetto al 2010. Al contrario troviamo l'espansione delle altre attività terziarie (+2,9%, +92 imprese in valore assoluto) e del settore alberghiero e della ristorazione (+0,7%, +12 imprese).
Figura 3.1 – Ripartizione percentuale delle imprese registrate per ramo di attività – provincia di Sondrio- 2011. Fonte elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Sondrio fornisce informazioni anche sul numero d'imprese iscritte e cessate nell'anno. Nel 2011 le iscrizioni sono state 811 mentre le cessazioni sono state 953 per un saldo negativo pari a -142. Rispetto al 2010 notiamo come le iscrizioni siano diminuite del 7,3% (da 875 a 811) mentre le cessazioni sono rimaste pressochè invariate.
Se entriamo nel dettaglio possiamo rilevare come quasi tutti i settori abbiano registrato un saldo negativo. Solo le imprese non classificate hanno saldo positivo (che nel 2011 registrano un saldo pari a +176) e, di misura, le imprese del settore della fornitura di energia elettrica (+1). Tutti gli altri settori hanno saldo negativo: agricoltura -128, costruzioni -69, commercio -68, manifatturiero -23, altre attività terziarie -19 mentre alberghi e ristorazione -12.
La figura seguente descrive l'andamento di iscrizioni e cessazioni nel periodo compreso tra il primo trimestre 2006 e il quarto trimestre 2011. Le serie storiche denotano un andamento fortemente influenzato dalla stagionalità del dato, infatti, nel quarto trimestre notiamo un aumento netto delle cessazioni (dovute alla fine dell'anno solare) mentre nel primo trimestre si nota un aumento delle iscrizioni (proprio perché ci si trova all'inizio dell'anno). Osservando le linee tratteggiate di trend, che descrivono l'andamento di iscrizioni e cancellazioni al netto delle componenti stagionali, possiamo notare come a partire dal 2007 ci sia stata un'inversione di tendenza che ha portato ad avere più cessazioni che iscrizioni. Di fatto muoiono più imprese di quante ne nascano e dopo un avvicinamento fra i due trend c'è stato un nuovo allontanamento nel 2011. Più precisamente, nel 2008 e 2009 la distanza fra queste due linee di trend si è accentuata per poi riavvicinarsi nel 2010. Nel 2011, di nuovo, aumenta questa distanza non tanto per un aumento delle cessazioni quanto per una progressiva diminuzione delle iscrizioni, legata certamente anche ad una minor volontà di assumersi rischi di fare impresa in un periodo di congiuntura ancora delicato. Favorire l'imprenditorialità rimane comunque una delle priorità per il nostro tessuto imprenditoriale che come già evidenziato si caratterizza per una limitata quota di fallimenti (su questo avevamo evidenziato nella relazione dello scorso anno che Sondrio è ai primi posti per minor numero di fallimenti), ma c'è anche una limitata dinamicità del sistema e soprattutto una limitata natalità imprenditoriale, da supportare e sviluppare.
Figura 3.2 – Andamento delle iscrizioni e delle cessazioni 2006-2011.Fonte elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Le imprese registrate sono tutte quelle imprese non cessate, sia attive sia non attive. Nella categoria delle imprese registrate rientrano infatti anche tutte quelle imprese che pur non essendo formalmente cessate sono inattive, sospese, liquidate, fallite o con procedure concorsuali in atto. Pertanto, concentrandosi sulle imprese attive la fotografia ad esse relativa ci viene offerta dalla tabella seguente (figura 3.3) la quale permette di vederne l'evoluzione nei trimestri del 2010 e 2011. Come si può notare, la variazione del numero di imprese attive negli ultimi due anni è negativa per quasi tutti i settori di attività economica presenti in provincia. Gli unici tre settori che evidenziano incrementi nel numero di imprese attive sono quelli della fornitura di energia (+34,2%), delle altre attività terziarie (+2,9%) e degli alberghi e ristorazione (+0,7%).
Figura 3.3 – Quadro riassuntivo delle imprese attive in provincia di Sondrio. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Il settore con maggiore contrazione è quello delle imprese non classificate ma come è facilmente intuibile questa contrazione è ascrivibile ad un riallineamento della classificazione di imprese che in precedenza non erano inserite in modo corretto all'interno del settore di riferimento. Gli altri settori che evidenziano contrazioni sono quelli della fornitura di acqua (-6,25%), dell'agricoltura (-4,14%), dell'industria manifatturiera (-4,03%) e delle costruzioni (-2,63%). Oltre a questi è da notare la leggera diminuzione delle imprese attive legate al commercio (-0,59%). In valore assoluto, la contrazione maggiore è per le imprese agricole, le quali diminuiscono di 124 unità nell'anno solare. A seguire troviamo le costruzioni con -73 imprese attive. Come precedentemente notato le imprese attive nel loro totale diminuiscono dell'1,24% rispetto al 2010. Questa diminuzione è quasi doppia rispetto alle due precedentemente registrate (2010/2009 e 2009/2008), che si erano fermate a -0,7% circa. La figura seguente permette di apprezzare graficamente la variazione delle imprese attive per ramo di attività economica dal 2009 ad oggi.
Figura 3.4 – Variazione imprese attive per ramo di attività. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Si osserva come gli unici settori in espansione siano quelli legati maggiormente ai settori del turismo e delle attività terziarie e come questa tendenza sia stabile negli ultimi 3 anni.
E' importante ricordare che in provincia di Sondrio le imprese artigiane attive sono 4992 ovvero il 32,8% delle imprese totali. Questa percentuale si mantiene stabile negli ultimi anni anche se notiamo alcune differenze dal punto di vista della composizione settoriale. Infatti, se andiamo a calcolare la quota di imprese artigiane per settore sul totale delle imprese vediamo che sono il settore manifatturiero (-1,9%) e delle costruzioni (-1,4%) a sottolineare una diminuzione di imprese. All'opposto troviamo i settori del terziario (+2,7%), degli alberghi (+2,2%), dell'agricoltura (+1,3%), fornitura acqua (+1,3%) e del commercio (+0,6%) che registrano incrementi nel numero delle imprese attive.
La forma giuridica delle imprese
Se consideriamo la forma giuridica delle imprese attive in provincia di Sondrio, possiamo osservare che il 62,1% è costituito da imprese individuali, il 21,8% da società di persone e il 13,9% da società di capitali. Se il dato di Sondrio viene confrontato con quello lombardo notiamo come la concentrazione di imprese individuali nella regione (51,5%) sia molto più bassa rispetto al dato provinciale ed anche la percentuale di società di persone risulti essere leggermente inferiore (19,6%). All'opposto, possiamo notare una quota più alta per le società di capitale (26,5%). Se consideriamo invece il dato nazionale vediamo come la quota di imprese individuali e quella delle società di capitali siano superiori a quelle di Sondrio (62,5% e 18,8% rispettivamente). All'opposto troviamo una quota inferiore per le società di persone (17,1%).
Figura 3.5 - Ripartizione percentuale delle imprese attive per forma giuridica. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese
Il dato sulle imprese individuali aumenta molto se osservato in riferimento a settori specifici, come già rilevato in occasione di precedenti edizioni della Relazione. Considerando così la forma giuridica delle imprese per attività economica, le imprese agricole individuali sono il 94% del totale vista la forte presenza dopolavoristica e di hobby, già evidenziata. Stabile rispetto al 2010 è la percentuale di imprese individuali del settore costruzioni (68%), quota di poco superiore alla percentuale delle imprese individuali legate al commercio (61%). Le imprese manifatturiere, invece, sono più strutturate: solo il 47% delle imprese manifatturiere è costituito da imprese individuali.
Avendo considerato la forma giuridica delle imprese, le iscrizioni e le cessazioni, è opportuno specificare alcuni aspetti legati alle imprese registrate, attive, inattive, sospese cessate etc. La figura seguente mostra la fotografia al 2011 delle imprese registrate suddivise per status giuridico.
Figura 3.6 - Ripartizione delle imprese per forma giuridica e status. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Telemaco Infocamere – IV trimestre 2011.
Il complesso delle imprese registrate è formato dalle imprese attive, sospese, inattive, con procedure concorsuali e in scioglimento o liquidazione. In particolare, osserviamo nella figura 3.7 le cessazioni per tipologia di impresa e per forma giuridica.
Figura 3.7 - Ripartizione delle tipologie di cessazione per forma giuridica. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Telemaco Infocamere – IV trimestre 2011.
Chiaramente ci sono diversi tipi di cessazioni e situazioni che tecnicamente sono di cessazione ma che riguardano ad esempio una trasformazione del tipo di società (per esempio da ditta individuale ad srl) e non sono delle cessazioni vere e proprie. Nel IV trimestre 2011 ci sono state 335 cancellazioni di cui 99 di ufficio. Le restanti 236 sono comunque dovute a cessata attività nel 73% dei casi, a trasformazione nel 12,7% dei casi, ad una procedura fallimentare o a liquidazione nel 7,6% dei casi; le cessazioni per cessata attività riguardano soprattutto le imprese individuali. Rispetto al IV trimestre del 2010 si registra una leggera diminuzione delle cessazioni di imprese individuali, mentre si registra un forte aumento delle cessazioni complessive soprattutto a causa di un aumento delle cessazioni d'ufficio.
Come già evidenziato nella relazione del 2010, dallo scorso anno la Camera di Commercio di Sondrio, dispone della banca dati SMAIL (il cui acronimo sta per Sistema Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro) che raccoglie informazioni riguardanti la struttura e la dinamica economica della provincia, incrociando i dati presenti nel Registro Imprese con i dati INPS, potendo così rilevare il numero di addetti per settore di attività economica e per forma giuridica dell'impresa. Al 31 dicembre 2010 il totale addetti in provincia di Sondrio è di 58.004, in leggera diminuzione rispetto al 2009 dello 0,8%. Dal punto di vista dei settori di attività economica notiamo come il 25,6% degli addetti lavori nelle altre attività terziarie, il 22,9% nelle attività manifatturiere, il 17,6 nel commercio, il 13,8% negli alberghi e ristorazione, 13,3% nelle costruzioni e il 6,7% nell'agricoltura.Rispetto alla forma giuridica, il 25% degli addetti lavori in società a responsabilità limitata, il 24% in imprese individuali, il 22% in società di persone mentre il 17% in società azionarie. Come già accennato, il totale degli addetti rispetto al 2009 si riduce leggermente: se invece si osserva la variazione negli ultimi tre anni - rispetto al 2007 - si osserva un leggero aumento (0,12%).
Le imprese femminili
Le imprese femminili in provincia di Sondrio rappresentano da molti anni una quota significativa delle imprese attive totali. Infatti, come descritto dalla tabella (in figura 3.8) nel 2011 le imprese femminili erano il 26,23% del totale delle imprese nel nostro territorio. Rispetto al 2010 notiamo una contrazione del numero di imprese dello 0,57%.
Figura 3.8 – Imprese femminili attive per settore – IV trimestre 2011. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Se osserviamo i settori con maggior presenza di imprese femminili notiamo che circa il 40,2% di queste è costituito da imprese agricole, il 35,4% da alberghi e ristoranti, il 29,1% da imprese appartenenti ad altre attività terziarie, il 28,8% da imprese che lavorano nel commercio, il 14,7% nell'industria manifatturiera e infine il 5,1% da imprese edili. Rispetto al 2010 registriamo un aumento per le imprese del settore costruzioni (+7% circa), per quelle degli alberghi e ristorazione (+4,6%) e per quelle delle altre attività terziarie (+3,1%). E' da notare come gli altri settori subiscano una diminuzione inferiore allo 0,5% tranne per le attività legate all'"agricoltura, caccia e pesca" che diminuiscono del 6,2% (-76 imprese in valore assoluto). Questi dati mostrano un ulteriore "spostamento" delle imprese femminili dai settori più "tradizionali" (come l'agricoltura e l'industria manifatturiera) verso settori legati ai servizi e al terziario in generale, secondo una linea che caratterizza il sistema economico in generale. Tale evoluzione è descritta dalla figura 3.9 dove si può osservare la variazione del numero di imprese attive per settore di attività dall'ultimo trimestre 2010 all'ultimo trimestre 2011.
Figura 3.9 – Imprese femminili attive per settore – confronto IV trimestre 2011/IV trimestre 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Dal punto di vista della forma giuridica circa il 69,7% delle imprese attive femminili risulta essere un'impresa individuale, il 21,5% è una società di persone mentre il 7,7% è una società di capitali. A fine 2011 vengono rilevate 7688 figure femminili all'interno della banca dati Persone di Stockview con una riduzione dello 0,85% rispetto al 2010.
Figura 3.10– Variazione imprese femminili. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview.
Come evidenziato nella tabella, tutte le attività economiche registrano una diminuzione delle figure femminili tranne il settore terziario dove aumentano del 2,46%.
Se consideriamo invece la situazione all'interno di SMAIL (che riporta i dati fino al 31 dicembre 2010), il settore di attività economica con la maggiore presenza di imprenditrici è quello del commercio (26,6%) seguito dall'agricoltura (22,7%) e dai servizi alberghieri e di ristorazione (19,3%). Per il 2010 sono identificate 5.542 imprenditrici, in diminuzione dello 0,36% rispetto a dicembre 2009.
Figura 3.11 - Ripartizione imprenditrici per settore Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL Sondrio 2010.
Gli imprenditori stranieri
Come evidenziato all'interno del rapporto "Gli stranieri: un valore economico per la società. Dati e considerazioni su una realtà in continua evoluzione" a cura della Fondazione Leone Moressa, gli immigrati non sono solo lavoratori dipendenti, anzi: nel 2010 gli imprenditori stranieri (titolari, soci amministratori e ricoprenti altre cariche che sono nati all'estero) sono il 6,5% del totale degli imprenditori. Gli imprenditori stranieri in Italia sono presenti soprattutto nel commercio (il 29,6%), costruzioni (22,2%) e manifattura (10,1%), in oltre la metà dei casi come titolari dell'attività e soprattutto in aree del Centro Nord che si caratterizzano, come noto, per una maggiore dinamicità.
Negli ultimi anni anche a Sondrio diventa sempre più importante osservare la dinamica degli imprenditori stranieri. Utilizzato spesso come indice di apertura/chiusura di un territorio verso l'estero questi dati forniscono anche un'indicazione proxy dell'attrattività del territorio, e della dinamicità del suo sistema economico. Complessivamente, nel 2011, a Sondrio il numero di imprenditori stranieri rappresenta il 4,8% del totale degli imprenditori. Di questi la maggior parte è di imprenditori di provenienza extra UE. Attraverso la banca dati Persone di Stockview è possibile osservare anche che nel 2011 il 95% degli imprenditori è di nazionalità italiana mentre il restante 5% è suddiviso tra imprenditori: extra U.E. (3,7%), comunitari (0,7%) e non classificati (0,4%).
Figura 3.12- Provenienza imprenditori stranieri. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview.
Rispetto al 2010, osserviamo una diminuzione di 435 unità del numero totale di imprenditori (-1,63%), dovuto ad una diminuzione di 454 unità per gli imprenditori italiani (-1,78%). Invece, gli imprenditori stranieri registrano un aumento significativo, quelli comunitari aumentano del 6,74% (12 unità in valore assoluto) mentre quelli extra U.E. aumentano del 4,06% (38 imprenditori).
La tabella seguente permette di apprezzare la provenienza degli imprenditori stranieri per nazionalità. Come già osservato, la maggioranza degli imprenditori stranieri proviene da territori al di fuori della Unione Europea. Secondo una costante già registrata negli anni precedenti, il Paese meglio rappresentato è la Svizzera con 302 unità (+8 rispetto al 2010). Seguono Marocco e Cina, come nel 2010, ed in entrambi i casi si registra un aumento nel numero di imprenditori. E' comunque da notare l'ingresso nei primi 10 Paesi per presenza di imprenditori stranieri della Germania e della Francia, anche se molto inferiore rispetto ad altri territori.
Figura 3.13 – Provenienza degli imprenditori. Principali Paesi di origine. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su banca dati Persone - stockview.
Considerando, invece, i dipendenti stranieri, da SMAIL si rileva un dato di circa 4000 unità, pari al 10% dei dipendenti con una ripartizione come da figura, dove vengono composte provenienza e classe d'età. Per avere una visione più completa del fenomeno "imprenditori stranieri a Sondrio", ricordiamo che gli stranieri presenti in provincia di Sondrio al 31/12/2011 sono 8.506.
Figura 3.14 – Provenienza dei dipendenti stranieri e classificazione per classi d'età. Principali Paesi di origine. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su banca dati SMAIL
Imprenditori per classe di età e genere
SMAIL (Sistema di Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro) permette anche di dare un'idea della situazione relativa alla classificazione degli imprenditori per classe di età incrociando i dati INPS con i dati del Registro delle Imprese. Questi dati, che arrivano al 31 dicembre 2010, mostrano come la maggioranza di imprenditori, il 56,8%, si collochi nella fascia di età compresa tra 35 e 54 anni. La seconda fascia per ampiezza, 17,17%, è quella che va da 55 a 64 anni di età mentre la fascia tra i 25 e i 34 anni di età racchiude il 13,2% degli imprenditori. Rispetto al 2009 notiamo un leggero aumento della fascia 35-54 e 55-64 a scapito di una diminuzione di quasi 2 punti percentuali della fascia 25-34 anni. Gli imprenditori più giovani[1] sono concentrati nel settore delle costruzioni (22,1%), del commercio (20,7%) e del turismo (15,6%).
Figura 3.15 - Ripartizione imprenditori per classe di età. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL (2010)
Figura 3.16 - Ripartizione imprenditori per genere. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL (2010)
La situazione nelle Comunità Montane
Come già osservato nel quadro di sintesi iniziale, il mandamento con la quota maggiore di imprese attive è quello di Sondrio (30% del totale) seguito da Morbegno (24%), da Tirano (17%), dall'Alta Valtellina (16%) e dalla Valchiavenna (11%).
Dal punto di vista della nati-mortalità delle imprese, notiamo che nel 2011 l'unico mandamento che registra un aumento di imprese attive risulta essere quello dell'Alta Valle (+0,64%). Tutti gli altri subiscono una contrazione con variazioni percentuali che vanno dall'uno al due percento. Il mandamento dove il numero di imprese attive è diminuito maggiormente è quello di Tirano (-2,02%) seguito da Morbegno (-1,59%), Sondrio (-1,51%) e Chiavenna (-1,22%). Se osserviamo le iscrizioni e le cessazioni nell'anno per ogni mandamento notiamo che il territorio più dinamico è quello di Sondrio (con 253 iscrizioni e 292 cessazioni nel 2011) seguito da quello di Morbegno (con 229 iscrizioni e 279 cessazioni). Inoltre, la variazione sull'anno mostra una diminuzione di iscrizioni e cessazioni per quasi tutti i mandamenti tranne che per le iscrizioni nel tiranese, che restano invariate, e le cessazioni nel morbegnese, che aumentano del 10% circa (da 253 a 279) rispetto al 2010.
Osservando ora la forma giuridica delle imprese per mandamento, notiamo come a Sondrio ci siano il 38% delle società di capitale attive in provincia, il 31% delle società di persone, il 28% delle imprese individuali e il 39% delle imprese con altre forme giuridiche. Il mandamento di Sondrio continua ad essere quello più consistente per numerosità di imprese attive per ognuna delle forme giuridiche.
Figura 3.17 - Forma giuridica delle imprese per comunità montana. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Stockview
Considerando i settori e la variazione rispetto al 2010 nei mandamenti, si osserva che le imprese agricole diminuiscono rispetto al 2010 soprattutto nel tiranese (-5,16%) mentre in Alta Valtellina aumentano dell'1,07%. Il settore manifatturiero vede una riduzione in tutti i mandamenti ma quello che ha subito la maggiore riduzione è quello di Morbegno con una variazione del -3,11%. Le costruzioni seguono un andamento simile a quello registrato per il manifatturiero, infatti, nel 2011 notiamo una contrazione in tutti i mandamenti con un picco nel morbegnese (-4,10%). I dati evidenziano, poi, un aumento delle imprese del settore commercio nel mandamento di Morbegno (+2,14%), mentre rilevano una riduzione a Sondrio (-2,14%). Il settore più legato alle dinamiche turistiche (quello dell'alloggio e servizi di ristorazione) vede un andamento diverso per i vari territori, infatti, si registra un aumento delle imprese nei mandamenti di Bormio (+3,28%), Sondrio (+1,02%) e Morbegno (+0,34%); mentre si registrano riduzioni nel Tiranese (-2,56%) e in Valchiavenna (-2,06%). Per le altre attività terziarie notiamo un aumento in tutti i mandamenti in diversi settori: attività immobiliari (con un incremento del 7,55% in Valchiavenna), istruzione (+120% a Tirano), sanità (+27,27% nel tiranese) e attività artistiche e sportive (+18,75% a Morbegno). In diminuzione sono le imprese del settore dei trasporti (-8,82% in Valchiavenna, in particolare). Le imprese delle attività finanziarie mostrano variazioni marcate nel tiranese (+11,11%) e nel mandamento di Morbegno (-9,23%).
La dimensione delle imprese
Un ulteriore elemento di analisi per completare il quadro è dato dalla dimensione delle imprese considerando l'andamento relativo a unità locali e addetti fino a dicembre 2010.
Estrapolando i dati possiamo osservare una sostanziale stabilità nel numero di unità locali (+0,03%) a fronte di una leggermente più marcata diminuzione degli addetti (-0,84%). Entrando nel dettaglio possiamo osservare una diminuzione del 5,8% delle unità locali del settore legato all'estrazione di minerali con una diminuzione degli addetti pari a 1,09%. Il settore delle attività finanziarie invece perde il 3,5% nelle unità locali e l'1,74% degli addetti. Se si osservano ancora gli addetti, si nota come il settore legato alle attività artistiche e sportive perda quasi il 10% della forza lavoro nel 2010. Per il secondo anno consecutivo il settore sanitario e assistenziale segna un aumento sia nel numero di unità locali (5,7%) sia nel numero di addetti (2,2%).
Figura 3.18 - Ripartizione percentuale degli addetti e delle unità locali. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL (2010)
Dalla tabella riportata qui sopra, notiamo come sia il settore del commercio ad avere il maggior numero di unità locali nel 2010 (23,6%) seguito, come in precedenza, da costruzioni (16,6%) e da agricoltura (15,8%). Considerando le dinamiche riguardanti gli addetti, la concentrazione maggiore si trova nelle imprese manifatturiere (22,7%), anche se queste costituiscono solo il 10% delle unità locali. Il settore del commercio raggruppa il 17% degli addetti; segue il settore alberghiero (14,2%). Si evidenzia anche qui il forte peso del settore terziario in provincia di Sondrio che riflette la vocazione turistico-terziaria della provincia.
La tabella 3.19 mostra la variazione del numero di unità locali dal dicembre 2008 al dicembre 2010. E' utile osservare come dal 2008 tutti i settori subiscano una riduzione del numero di unità locali abbastanza marcato. Gli unici settori con incrementi positivi sono quelli legati ai Servizi (soprattutto per il contributo dei servizi alle persone e al turismo) e alla fornitura di gas e acqua. Da notare sono le inversioni di tendenza di alcuni settori che, pur avendo una variazione negativa rispetto al 2008, fanno registrare variazioni positive rispetto al 2009. Alcuni di questi sono senza dubbio il settore delle industrie dei metalli non metalliferi e dell'agricoltura.
Figura 3.19 - Unità locali per settore di attività e classe dimensionale. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL
Riferimenti nello Statuto Comunitario e confronti con le province alpine
Nel quadro del confronto con i territori alpini che lo Statuto Comunitario per la Valtellina prefigura, particolare importanza assume la descrizione di questi attraverso la lente dell’anagrafe delle imprese. In tale modo possono essere evidenziati elementi costitutivi dei diversi territori così da comprenderne meglio le caratteristiche. Come annotato nella precedente edizione della presente Relazione, il tessuto economico di tutte queste aree è fortemente diversificato anche se alcune attività economiche si presentano con una concentrazione maggiore rispetto ad altre. I settori principali nei diversi territori sono Agricoltura, Costruzioni, Commercio e Attività di alloggio e ristorazione, presenti con peso comunque diverso nei diversi sistemi territoriali. Nel 2011 il tasso sulla natalità d’impresa è più alto nel Verbano-Cusio-Ossola (3,9) seguito da Aosta (3,6), Belluno (3,5), Sondrio (3,0) e infine Bolzano e Trento (2,9). Dal punto di vista del rapporto fra fallimenti e imprese attive notiamo invece che la provincia che meglio ha contrastato la crisi nel 2011 è stata Bolzano. A Bolzano infatti il rapporto fra imprese fallite e attive è 4,9 a fronte di rapporti che per gli altri territori vanno da 6,5 a 7,5 ( Sondrio 6,9).
Le imprese attive, quindi, si sono modificate in questi territori sia nel numero sia nella distribuzione. Approfondimenti specifici per settore saranno forniti all’interno dei singoli capitoli; in questa sede riteniamo opportuno descrivere la variazione delle imprese attive tra 2010 e 2011. A Sondrio queste sono diminuite del 1.94% (-301 imprese): si tratta della maggiore riduzione registrata fra tutte le aree considerate. Subito dopo troviamo Aosta con -1,3% (-162 imprese), Trento -0,8% (-406 imprese), Verbano-Cusio-Ossola -0,6% (-80 imprese) e infine Belluno con -0,5% (-85 imprese). Bolzano è l’unica delle province considerate con un aumento delle imprese attive pari all’ 1,13% (+605 imprese). Come evidenziato in precedenza, in tutti i territori alpini è presente una forte componente artigiana che va dal 24% al 38% circa delle imprese attive.
Passando a considerare gli immigrati presenti sul territorio, possiamo notare come a inizio 2011 il 9,2% e l’8,2% della popolazione di Trento e Bolzano (rispettivamente) fosse straniera. Nelle altre province la percentuale è molto più bassa. Infatti, ad Aosta il 6,8% della popolazione è straniera, a Belluno il 6,4%, a Verbano-Cusio-Ossola il 5,9% e a Sondrio solo il 4,6% (dato comunque in crescita) ma che fornisce ulteriore elemento di riflessione rispetto alla apertura e attrattività del territorio. Considerando il legame con gli imprenditori stranieri presenti sul territorio, la variazione rispetto al 2010 rileva aumenti di imprenditori extracomunitari con cariche in impresa in molti territori. Nel 2011, infatti, la quota di imprenditori extracomunitari in impresa è aumentata a Bolzano (+7,55%; 201 persone), Verbano-Cusio-Ossola (+6,97%; 59 persone), Sondrio (+4,06%; 38 persone) e Trento (+3,49%; 125 persone). A Belluno registriamo una solo persona in più rispetto al 2010 mentre ad Aosta ce ne sono 7 in meno (-1,05%).
Le imprese femminili nel 2011 si confermano quota importante delle attività presenti nei territori alpini: rappresentano circa un’impresa su quattro. Sondrio è ancora la provincia con la maggior presenza di imprese femminili all’interno del tessuto economico (25,9%) seguita a stretto giro da Aosta (24,1%), Verbano-Cusio-Ossola (23,6%), Belluno (22,1%), Bolzano (21,6%) e Trento (19,6%). Anche le imprese femminili, come le imprese totali, hanno subito tra il 2010 e il 2011 una contrazione. Infatti, ad Aosta la variazione sull’anno risulta essere pari a -1,55%. Seguono Belluno (-0,76%), Sondrio (-0,71%) e Trento (-0,12%). A Bolzano le imprese femminili restano pressocché invariate (+0,07%) mentre nel Verbano-Cusio-Ossola si osserva un incremento dell’1,7%. Considerando le imprenditrici presenti nel 2010, la quota è aumentata in quasi tutte le province alpine. Sondrio è l’area dove questa è cresciuta di più: tra il 2010 e il 2011 le imprenditrici sono aumentate del 3,8% circa. A Trento l’incremento è del 2%, a Verbano- Cusio-Ossola dello 0,8% e a Bolzano dello 0,5%. All’opposto troviamo le province di Aosta e Belluno, dove la quota delle imprenditrici sul totale si contrae di un punto percentuale e mezzo circa (1,6% e 1,5% rispettivamente).