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a cura di
Alberto Quadrio Curzio, Roberto Zoboli e Guido Merzoni
L'obiettivo è quello di disporre di uno strumento per il monitoraggio dei progressi/processi verso la realizzazione dello Statuto nelle sue componenti 'programmatiche'. Viene qui presentata, a livello di prefattibilità, l'impostazione degli strumenti di monitoraggio, la cui concreta implementazione e gestione sarà compito dei Soggetti promotori.
Il monitoraggio si svolge a due livelli di informazione/conoscenza:
• un sistema di indicatori
• le risposte (ad un questionario) da parte di 'testimoni privilegiati'
Gli indicatori sono in numero limitato, selezionati in base a criteri di alta rappresentatività, disponibilità e corrispondenza con l'articolato dello Statuto. Sono relativi a 6 aree, 5 delle quali ulteriormente suddivise in tematiche specifiche. Il questionario per i testimoni privilegiati contiene gli stessi temi degli indicatori, con domande sull'andamento di quelle stesse variabili, e uno spazio di commenti liberi. Al fine di realizzare un adeguato processo di monitoraggio, indicatori e questionari dovrebbero essere elaborati ogni anno, per almeno cinque anni.
Per evitare che le risposte degli intervistati siano influenzate dagli indicatori, i due strumenti, indicatori e questionari, dovrebbero essere elaborati in modo disgiunto. Ciò consente anche una forma di verifica incrociata tra indicatori e risposte dirette, così fornendo anche indicazioni sulla 'percezione' dei fenomeni, che potrebbe essere diversa dagli andamenti misurati attraverso indicatori.
Una 'sintesi finale' dovrebbe rielaborare i due livelli di informazione descritti, traendo, ogni anno, le conclusioni complessive sui progressi in relazione allo Statuto Comunitario.
I risultati potrebbero costituire un breve Rapporto in tre parti: (1) l'andamento degli indicatori; (2) le valutazioni dalle interviste; (3) le valutazioni di sintesi.
2.1 Quali indicatori?
In generale, gli indicatori devono essere 'ottimizzati' rispetto a tre esigenze: (a) corrispondenza rispetto agli intenti dello Statuto; (b) essenzialità e rappresentatività specifica rispetto al tema e rispetto all'area di riferimento; (c) massima copertura con il minimo numero possibile di indicatori; (d) disponibilità di dati.
Vengono identificate 6 aree di 'verifica' dello Statuto: Società, istituzioni, economia, infrastrutture, Ambiente e territorio, identità. Per ciascuna delle prime 5 aree sono definiti 6 temi, a cui corrisponde 1 indicatore quantitativo, per un totale di 30 indicatori. A questi si aggiunge un ulteriore indicatore di ricomposizione dei precedenti per l'area identità. il sistema degli indicatori è rappresentato in tabella 1 e il loro significato è sintetizzato in breve nel seguito insieme alla loro corrispondenza, non biunivoca, con gli articoli dello Statuto ciascuno dei quali può essere richiamato con riferimento a più di un tema. il titolo i dello Statuto regge tutti i temi e tutti gli indicatori.
Società
I temi/indicatori considerati, piuttosto che descrivere lo stato della società, cercano di cogliere la disponibilità di reti di protezione e supporto, anche da parte di organizzazioni di società civile, nelle fasi critiche delle vita individuale e sociale (infanzia, anziani, posto di lavoro). includono inoltre la condizione universitaria come indicatore di dinamismo delle capacità individuali e sociali. Corrispondenza: Articoli 6 e 8 dello Statuto.
Istituzioni
I temi/indicatori cercano di cogliere lo stato, e possibilmente l'efficienza erogativa, dei servizi offerti dalle istituzioni pubbliche ai cittadini e alle imprese. Comprendono inoltre la sicurezza personale, ritenuta parte dei servizi pubblici stessi. Corrispondenza: Articolo 6 dello Statuto.
Economia
I temi/indicatori mirano ad un'immagine sintetica di vari caratteri dell'economia locale. oltre a quelli usuali di performance del sistema (prodotto e occupazione), vengono considerati l'imprenditorialità e innovatività e due settori di importanza critica come il turismo e il credito. Corrispondenza: Articolo 7 dello Statuto.
Infrastrutture
I temi/indicatori cercano di caratterizzare più gli aspetti di intensità nell'uso delle infrastrutture piuttosto che la loro dotazione, che cambia solo gradualmente. i settori considerati sono quelli della mobilità fisica, delle forniture energetiche, delle tecnologie info-telematiche. Corrispondenza: Articolo 10 dello Statuto.
Ambiente e territorio
I temi/indicatori cercano di caratterizzare, da un lato, la dinamica di uso del territorio e il mutamento dei fattori di rischio, e, dall'altro, la qualità ambientale (aria, acqua, gestione di rifiuti). Corrispondenza: Articolo 9 dello Statuto.
Identità
L'indicatore di ricomposizione dei precedenti dovrebbe cercare di caratterizzare la consapevolezza che identità e apertura debbono essere coniugate nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Corrispondenza: Articolo 5 dello Statuto.
2 Criteri di analisi degli indicatori
L'analisi degli indicatori è svolta rispetto ad indicatori di comparazione (benchmark). l'indicatore per la provincia di Sondrio viene confrontato con lo stesso indicatore per le province alpine ritenute di riferimento e per la regione lombardia. la scelta della composizione dell'indicatore di comparazione in termini di province/regione è tuttavia diversa a seconda dell'indicatore in base a criteri di ragionevolezza del confronto (ad esempio, sul turismo e sugli aspetti ambientali si ritiene rilevante il confronto con le sole province alpine e non con la lombardia).
Ogni anno viene calcolata la distanza di Sondrio dall'indicatore di comparazione per valutare come tale distanza
è cambiata. Se inizialmente (cioè l'anno prima) Sondrio è sopra l'indicatore di comparazione, il cambiamento è positivo se si allontana ulteriormente; se inizialmente (l'anno prima) Sondrio è sotto l'indicatore di comparazione, il cambiamento è positivo se si avvicina all'indicatore di comparazione. il cambiamento è negativo nei casi simmetricamente opposti.
in tal modo, ogni anno si dispone di 4 informazioni:
a) il livello assoluto dell'indicatore in quell'anno;
b) il suo posizionamento rispetto all'indicatore di comparazione in quell'anno;
c) il cambiamento del livello assoluto dell'indicatore rispetto all'anno precedente;
d) il cambiamento rispetto all'indicatore di comparazione
(avvicinamento o allontanamento) avvenuto nell'anno.
tali informazioni sono disponibili fin dal primo anno fissando, ad esempio, il 2006 come anno base degli indicatori.
il dato dell'indicatore di comparazione, per evitare che quando comprende la lombardia ne sia dominato, è calcolato come media semplice di: (a) lombardia; (b) media delle province indicate ponderata su popolazione delle province stesse1. Si ritiene preferibile esprimere gli indicatori nelle loro unità di misura piuttosto che in indici rispetto a 100 (questi ultimi sono comunque calcolabili). l'elaborazione di indicatori sintetici aggregati, per le diverse aree o in complesso, non è prevista, salvo un tentativo relativo all'area identità. le ragioni sono che: (a) l'aggregazione comporta sempre la scelta di un sistema di pesi relativi da assegnare ai singoli indicatori, che può risultare discutibile o non giustificabile in modo rigoroso; (b) un indicatore di sintesi, che dice in un solo numero quanto il sistema va bene o va male, si presta troppo facilmente ad una lettura superficiale, in particolare nelle fasi di comunicazione pubblica, e può generare degli effetti negativi.
Per circa due terzi degli indicatori presentati nella tabella 1 è nota una regolare e aggiornata disponibilità di dati. Per i restanti altri indicatori, le fonti statistiche disponibili sono da verificare ulteriormente in termini di disponibilità per tutte le province considerate, di regolarità, e di aggiornamento temporale.
3.1 Selezione dei testimoni privilegiati
la selezione può prevedere una combinazione di:
a) 'testimoni istituzionali', coinvolti nella 'offerta' di alcuni servizi definiti dagli indicatori (ad esempio Provincia, Camera di Commercio, ecc.);
b) testimoni della società civile e del sistema produttivo che, da un lato, si pongono come 'domandanti' degli stessi servizi e, dall'altro, hanno un ruolo nell'evoluzione dei fenomeni coperti da altri indicatori (ad esempio, innovazione, occupazione, ecc.).
(Clicca per ingrandire)
* Indicatore di comparazione: èla media semplice di: (a) Lombardia; (b) media delle province indicate ponderata su popolazione delle stesse province.
Ciascun testimone viene intervistato solo su un'area (società, economia, istituzioni, ecc.) su cui si ritiene abbia maggior competenza e capacità di osservazione. Per ogni area vi possono essere più testimoni, in un numero che è tuttavia opportuno sia stabile nel tempo. i testimoni possono, almeno in parte ruotare di anno in anno.
Gli intervistati non vedono gli indicatori che corrispondono alle loro risposte prima di rispondere; li vedono tuttavia dopo che hanno risposto.
3.2 Struttura del questionario
Il questionario può essere strutturato in due parti: (a) Parte A: domande che corrispondono ai temi degli indicatori, su cui si chiede di esprimere un giudizio sul livello e sul 'cambiamento in atto', nel tempo e rispetto ad altre province alpine e alla lombardia; (b) Parte B: commenti liberi per valutazioni sulle criticità, i punti di forza e le proposte.
Lo schema del questionario potrebbe essere il seguente per gli intervistati, ad esempio, in Area Sociale, con una struttura simile per le altre aree con i rispettivi temi/indicatori.
3.3 Analisi delle risposte
Le risposte alla Parte A (Giudizio sui temi), pur non essendo numeriche, possono essere trattate, data la esiguità del campione per ciascuna area, con semplici statistiche descrittive, ad esempio guardando alla frequenza prevalente di 'alto', 'basso', 'stazionario' tra le risposte e cioè la moda della distribuzione2.
Lo stesso può essere replicato per i giudizi su 'cambiamento nel tempo' e 'cambiamento rispetto a province alpine/lombardia.
I valori 'prevalenti' (mode) risultanti sono 'confrontabili' con gli indicatori quantitativi elaborati per tre delle dimensioni considerate: (1) livello; (2) cambiamento in atto nel tempo (rispetto all'anno precedente); (3) cambiamento in atto rispetto ad altre province e lombardia. Consentono quindi di incrociare le informazioni dai due livelli di indagine (indicatori e interviste) per una valutazione complessiva, che può rilevare una concordanza o una discordanza su livelli/ cambiamenti in atto (Sezione 4).
Le risposte alla Parte B (libere), sono utilizzabili per informazioni e valutazioni specifiche, che possono essere anche molto ricche, e sono rielaborabili ai fini della sintesi e conclusione finale (Sezione 4).
Le valutazioni di sintesi, che possono costituire la parte finale del breve Rapporto, possono basarsi su:
a) la comparazione dei risultati degli indicatori e delle interviste (per la loro Parte A); essa potrebbe rivelare, sia delle concordanze, sia delle discordanze che vanno interpretate, ad esempio come percezioni specifiche dell'intervistato, o come scarsa rappresentatività dell'indicatore rispetto alle realtà note agli intervistati;
b) la rielaborazione delle indicazioni su criticità, punti di forza, proposte emergenti dalle interviste (per la loro Parte B).
Possono inoltre contenere giudizi e valutazioni di sintesi sullo stato della Valtellina rispetto al percorso definito dallo Statuto, indicando anche eventualmente, a responsabilità degli estensori, indicazioni su iniziative e azioni da intraprendere per seguire tale percorso.
*
2 - Se la media ponderata sulla popolazione venisse estesa alla lombardia, il dato di quest'ultima dominerebbe la media. 1 la moda può non esistere. Con 5 intervistati (dispari) potrebbe essere, ad esempio, 2
Alto, 2 Medio, 1 Basso (in questo caso ci sarebbe comunque un'indicazione prevalente di 'medio-alto'). Se il numero è pari, però, ci può essere equidistribuzione perfetta delle risposte e quindi una prevalenza non determinata.